Downton Abbey

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    Erede di quel caposaldo della serialità televisiva che è Upstairs, Downstairs, andato in onda su ITV dal 1971 al 1975, con un breve ripresa l’anno scorso sulla BBC, Downton Abbey è una serie dal pedigree eccellente: scritto e creato da Julian Fellowes, l’attore e scrittore premio Oscar per la sceneggiatura di Gosford Park, diretto dal pluripremiato Brian Percival e interpretato fra gli altri da Maggie Smith, vincitrice di due Oscar, cinque BAFTA, un Tony Award e dozzine di altri premi, lo show – costato più di un milione di sterline ad episodio – è stato il dramma storico più visto nel Regno Unito dai tempi di Brideshead Revisited, con una media di circa dieci milioni di spettatori. Al di là delle credenziali, però, quello che colpisce davvero della serie è la sua capacità di catturare con maestria ed eleganza lo spirito di una nazione e di un’epoca, quello dell’Inghilterra all’alba del primo conflitto mondiale, e di consegnarci un affresco storico, politico e sociale che affascina e convince grazie a sceneggiature
    profonde e brillanti, personaggi complessi e interpretazioni a dir poco magistrali.
    Downton Abbey inizia nell’aprile del 1912 quando i cavi del telegrafo portano fino a Grantham la notizia dell’affondamento del Titanic. Sulla nave viaggiavano due cugini dell’attuale lord Grantham, Robert Crawley, ed è proprio la loro morte a mettere in moto la storia, a causa di una complicazione giuridica legata all’eredità così labirintina che non provo nemmeno a spiegarvela (vi rimando però a questa corposa analisi fatta da un avvocato appassionato dello show). Vi basti sapere che lord Grantham non ha figli maschi e che il titolo e la proprietà passerebbero così ad un lontanissimo parente, un avvocato di provincia che viene dalla media borghesia. La serie – nominata tra l’altro agli Emmy nell’enigmatica categoria delle miniserie – consta solo di sette episodi ma, complice una narrazione briosa e dal piglio sicuro, gli avvenimenti si susseguono a ritmo vertiginoso, tanto che, alla fine dell’ultima puntata, la Prima Guerra Mondiale (agosto 1914) è già alle porte. Considerando anche il cast dalle dimensioni altmaniane, è impossibile riassumere in questa sede tutte le vicende della famiglia Crawley e dei loro domestici e rendere giustizia alla miriade di piccoli dettagli con cui Fellowes ha arricchito il racconto. Mi limiterò quindi a passare brevemente in rassegna le figure più importanti che animano i corridoi, i salotti e le stanze di Downton Abbey, sperando che questa veloce carrellata sia sufficiente a tratteggiare la complessità delle relazioni che si intrecciano nella vecchia magione.
    Upstairs. Robert Crawley, prototipo del gentiluomo inglese post-vittoriano, ancorato ai privilegi di classe ma non per questo sordo alle rivendicazioni degli strati più bassi del tessuto sociale, ha avuto dalla moglie Cora, un’americana scelta per le nozze anche e soprattutto a causa del nutrito patrimonio, tre figlie. La prima, lady Mary, è una giovane donna che, pur muovendosi all’interno del solco tracciato da una rigida istruzione aristocratica, non ha paura di pensare con la propria testa e di fare delle scelte anticonvenzionali, anche a discapito della propria reputazione. La seconda, Edith, è una ragazzina sgradevole, invidiosa della sorella maggiore e più interessata ad una possibile scalata sociale che ai rapporti familiari. L’ultima, Sybil, è forse uno dei personaggi più intriganti: fieramente indipendente, avversa all’elitismo nobiliare, la giovane coltiva simpatie socialiste e, negli ultimi episodi, si spinge così lontano nella sua ricerca personale di giustizia sociale da mettere a rischio la propria incolumità durante un comizio Liberale. Completa il quadro famigliare l’immensa Maggie Smith nei panni Violet Crowley, Dowager Countess di Grantham, una donna rimasta ferma al secolo precedente ma dotata di un sarcasmo sferzante che, nonostante le posizioni arcaiche, rende ogni sua comparsa un autentico piacere. E poi abbiamo, a seguito della complicanza legale di cui sopra, il nuovo erede di Downton Abbey, Matthew Crawley, un giovane avvocato di provincia che si rifiuta di sacrificare la propria modernità sull’altare delle convenzioni aristocratiche, e sua madre, Mrs. Isobel, che instaura da subito un salace rapporto conflittuale con la Dowager Countess. Le dinamiche famigliari dei piani alti disegnano con raffinatezza la delicata complessità di un’epoca di mutamento in cui i privilegi aristocratici – e lo stile di vita che ne consegue – appaiono appesi ad un filo. La spada di Damocle della guerra, da sempre grande livellatore sociale, pende sulle teste dei Crawley e non tutti sembrano avere le carte in regola per adattarsi al mondo nuovo.
    Downstairs. Ecco Charles Carson, il maggiordomo dal passato misterioso che stempera la durezza del suo ufficio con una buona dose di gioviale umorismo, e Mrs. Elsie Hughes, la governante malinconica la cui storia di rinuncia alla felicità personale in favore del servizio ricorda da vicino quella di Mr. Stevens, il maggiordomo interpretato da Anthony Hopkins in Quel che resta del giorno (se non l’avete visto, correte!), benché con un tono meno elegiaco e più lieve. Ecco John Bates, valletto personale e vecchio commilitone di Lord Grantham, il cui arrivo a Downton Abbey ingenera una serie di ripicche e gelosie da parte di chi aspirava a quella carica da anni e non riesce ad accettare che sia andata ad uno zoppo. Ecco Anna Smith, la prima cameriera, donna semplice e di buoni costumi, che si prende subito a cuore la sorte di Bates, ed ecco la sua compagna di stanza, la giovane Gwen, che sogna una vita da segretaria lontana da Downton Abbey. Ecco, soprattutto, due delle figure più l’interessanti dell’intera serie: l’acida, crudele e rancorosa Miss O’Brien, cameriera personale di Lady Cora, che si immagina signora incontrastata dei piani bassi e non si ferma davanti a nulla pur di rafforzare il suo dominio, e Thomas, l’ambizioso primo cameriere, che nasconde la propria omosessualità (all’epoca, la pena in Gran Bretagna, come sa bene Oscar Wilde, erano la galera e i lavori forzati) ma non si fa problemi a ricattare un giovane lord suo amante se questo può portargli dei benefici, salvo poi rimanere genuinamente ferito quando il lord lo abbandona. La cosa davvero interessante è che, se possibile, la servitù di Downton Abbey sembra ancorata a codici antichi di comportamento più dei “padroni.” La resistenza al cambiamento opposta da questi personaggi è feroce e, forse, a buona ragione: come le famiglie che servono, essi sono una reliquia di un tempo passato, che le nubi di guerra e rivoluzione affastellate all’orizzonte minacciano di spazzare via in un colpo solo. Per questo, lo scoppio della Grande Guerra coglie i servitori, se possibili, ancora più impreparati dei nobili, con la sola possibile eccezione di Thomas, che, con intelligenza non comune, si dimostra pronto a cavalcare l’onda del mutamento sociale.
    Se queste storie – minuziosamente dettagliate, arricchite da una conoscenza approfondita delle dinamiche storiche e impreziosite da una scrittura superlativa, capace di evocare l’atmosfera di quel tempo come poche altre hanno saputo fare – non fossero sufficienti a farvi appassionare alle vicende di Downton Abbey, rimane l’assoluta perfezione della messa in scena. Tutto qui è ai massimi livelli, dalla regia, che alterna ritmi lenti (ai piani alti) a sequenze frenetiche (a quelli bassi), alla fotografia lussureggiante, dal montaggio alla colonna sonora, dalle sceneggiature eleganti alle interpretazioni, che sono forse – insieme a quelle di Sherlock – le migliori in circolazione. D’altronde, con Maggie Smith nel cast, ci potevano essere dubbi? Senza dimenticare, poi, che i delicati ritratti umani dei personaggi lasciano anche spazio ad alcune vicende romantiche che sembrano uscite dalle pagine di Jane Austen e che appassionano senza risultare melodrammatiche. Downton Abbey può non essere per tutti – se siete allergici alle crinoline, non vi piacerà – ma è un prodotto di eccellenza sopraffina che farà la felicità degli appassionati di letteratura inglese di fine Ottocento e inizio Novecento (da P. G. Wodehouse a Anthony Trollope, passando per Dickens) e di tutti quelli che sono interessati ad uno dei periodi più turbolenti della nostra storia. La seconda stagione inizierà il prossimo 18 settembre, quindi avete ancora qualche giorno per recuperare la prima – che, insieme alla già citata creatura di Moffat e Gatiss e a Boardwalk Empire, è a mio avviso il miglior prodotto del 2010 – ed io vi consiglio davvero di non farvela scappare.

    Fonte:serialmente.com


    Da "Tele 7":

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    Da "Sorrisi":

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    Da "Telepiù":

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    http://www.tgcom24.mediaset.it/televisione...-passioni.shtml

    Le prime impressioni sono molto positive.
    La tenuta di Downton è stupenda,i costumi sono fantastici.La ricostruzione storica del periodo è perfetta e mi piacciono anche le musiche.
    L'episodio pilota è servito per introdurre i vari personaggi e la storia che sarà il filo conduttore di tutti gli episodi.
    Le donne sono quasi tutte snob mentre gli uomini sembrano avere più cuore.
    Le tre figlie di Robert hanno tutte qualcosa di interessante:Mary è snob,è poco dispiaciuta per la morte di quello che doveva essere il suo futuro sposo e di questo se ne dispiace.E' una donna moderna per l'epoca e non accetta che ci siano ancora differenze tra uomini e donne.Edith,invece,è molto dispiaciuta per la morte di Patrick che lei,a differenze della sorella,amava.E' invidiosa di Mary ed è anche comprensibile visto che la primogenita potrebbe ereditare tutto ed a lei comunque vadano le cose non spetta nulla.Sybil si è vista poco ma ho l'impressione che sia la più dolce delle tre sorelle.
    Cora è snob,non ha un buon rapporto con la suocere ma si alleano per cercare almeno di fare ereditare a Mary il patrimonio,visto che non si può fare nulla per quanto riguarda il titolo.
    Il personaggi oche mi è piaciuto più di tutti è Violet,interpretata magistralmente da Maggie Smith.E' la matriarca della famiglia e non sfugge nulla al suo controllo.Ho adorato la frase che ha setto a Cora "essere alleate vale molto più che essere amiche".Maestosa.
    Robert ha un buon cuore,si preoccupa molto per Bates che è invalido e contro il colere di tutti trattiene il valletto alla tenuta.
    Interessante anche la servitù.Sono molto pettegoli ed anche cattivelli con Bates.Mrs O' Brien fa cadere Bates per favorire Thomas,anche gli altri domestici cercando di ostacolarlo perchè temono possa fare da spia col padrone.Anna è l'unica che è dispiaciuta per Bates e non esita a dimostragli amicizia.
    Daisy è molto simpatica,spero che un giorno possa servire ai piani.
    alti.
    Matthew è colui che erediterà tutto.Non è abituato a farsi servire non conosce le buone maniere.Il suo difetto più grande:nonostante sia diventato un nobiluomo vuole continuare a lavorare.

    In onda su Retequattro la serie più elegante della stagione, costata più di un milione di sterline a episodio. Sei statuette agli Emmy Awards per un ritratto dell'aristocrazia inglese del primo Novecento, firmato dall'autore di "Gosford Park di Altman. Nel cast Maggie Smith ed Elizabeth McGovern
    di SILVIA FUMAROLA
    IL ritratto dell'aristocrazia inglese, le vicende private dei protagonisti che s'intrecciano con la grande Storia, una ricostruzione formidabile curata nei minimi particolari. Il mondo diviso tra saloni e ala della servitù, come in Quel che resta del giorno, la lotta di classe a colpi di tazze di tè. Chi ama il cinema elegante di James Ivory, i libri di Jane Austen, le grandi saghe familiari in cui, dietro l'apparente tranquillità, serpeggia l'inquietudine, non si perda Downton Abbey, (da domenica 10 dicembre su Retequattro), serie rivelazione dell'anno che agli Emmy Awards, con sei statuette, ha sconfitto la lodatissima Mildred Pierce. Oltre ad entrare nel Guinness World Record come "la serie che ha ricevuto più recensioni favorevoli nel mondo".

    La fiction più elegante e british della stagione è firmata da Julian Fellowes (sceneggiatore di Gosford Park di Altman) che deve essersi divertito come un pazzo a scrivere le vicende della nobile famiglia Crawley (guidata dalla dispotica Maggie Smith, un genio del male). Uno grandioso sceneggiato vecchio stile - nel cast Hugh Bonneville, Elizabeth McGovern, Brendan Coyle - in cui romanticismo e difesa dei privilegi di classe raccontano uno stile di vita fuori dal mondo, dove è la cura dei dettagli a fare la differenza. Ma non fermatevi ai costumi sontuosi, Downton Abbey è il ritratto di un'epoca e di un mondo che sta cambiando sullo sfondo dell'incubo della guerra.

    Costato più di un milione di sterline a episodio, seguito in Gran Bretagna da dieci milioni di spettatori, il kolossal prende il via nell'aprile del 1912, quando i cavi del telegrafo portano fino alla tenuta di Downton Abbey la notizia dell'affondamento del Titanic. Sulla nave viaggiano due cugini di lord Grantham, Robert Crawley: la loro morte mette in moto la storia, per una complicazione giuridica legata all'eredità. Lord Grantham, infatti, non ha figli maschi; il titolo e la proprietà passerebbero così a un lontanissimo parente, avvocato di provincia. Prototipo del gentiluomo inglese post-vittoriano, sposato con Lady Cora, americana di solido patrimonio, ha tre figlie: Lady Mary, nonostante l'educazione ricevuta, fa scelte anticonvenzionali; la seconda, Edith, è invidiosa della sorella maggiore e sogna la scalata sociale; Sybil invece odia la classe sociale a cui appartiene, coltiva simpatie socialiste ed è a suo modo una ribelle. Maggie Smith è la grandiosa Violet Crowley, Dowager Countess di Grantham, gentildonna cresciuta nei privilegi, dotata d'ironia caustica, che dalla posizione di comando osserva la sua famiglia come un entomologo.

    Tra velluti e porcellane, una linea Maginot divide gli aristocratici dal personale di servizio, un esercito di valletti, cuochi, governanti e maggiordomi. Non meno interessante la loro vita parallela nelle stanze dei piani bassi dove custodiscono segreti inconfessabili, spesso un passato da dimenticare e coltivano sogni che forse non realizzeranno mai. Anthony Hopkins e Emma Thompson in Quel che resta del giorno hanno fatto scuola.

    Fonte:Repubblica.it


    MILANO
    Cose che s’imparano dall’episodio pilota di Downton Abbey. Primo, nelle dimore nobiliari inglesi i domestici stirano i giornali per asciugare l’inchiostro ed evitare che Sua Grazia si sporchi le dita. Secondo, i sali di acetosella servono per lucidare i tegami, ma sono altamente tossici e molto simili all’albume di uovo sodo tritato: attenzione agli scambi in cucina. Terzo, mai parlare di soldi a tavola. E se si è a cena al castello nel 1912, ricordarsi di spiegare all’anziana nobildonna che cosa vuol dire «weekend».

    Basterebbe per affezionarsi a questa serie tv, seguita in patria da una decina di milioni di persone, premiata a Hollywood con sei Emmy e definita dal Guardian «un piacere della domenica sera». Che si può sperimentare anche in Italia da oggi, serata in cui Retequattro mette in onda il primo dei quattro episodi che ha acquistato. Un antipasto, visto che in Gran Bretagna gli episodi trasmessi sono già 15, in attesa dello speciale natalizio che andrà il giorno di Santo Stefano e della terza serie prevista per l’anno prossimo. Ascolti altissimi, con quasi il 35 per cento di share e dieci milioni di affezionati.

    Il deus ex machina di Downton Abbey è Julian Fellowes che l’ha ideato, scritto e prodotto, cioè il gentiluomo very british, nome completo Julian Alexander Kitchener-Fellowes barone Fellowes di West Stafford, che nel 2002 ha vinto un Oscar per la sceneggiatura di Gosford Park, che ha raccontato miserie e nevrosi dell’aristocrazia nel romanzo Snob e che ahimè ha preso pure uno scivolone con lo script di The Tourist. Come in Gosford Park di Altman, la vera protagonista della storia è una casa avita e i rapporti sociali che vi si giocano.

    Quando la storia comincia il Titanic è appena affondato: la notizia che viene data con cautela a Sua Grazia Robert, conte di Grantham (l’attore è Hugh Bonneville), cambierà la vita di tutti perché nel disastro sono morti il cugino e un nipote del conte, eredi designati di titolo, soldi e proprietà. Robert e sua moglie Cora (Elizabeth McGovern, la Deborah di C’era una volta in America), americana di Cincinnati che a suo tempo ha rimpinguato le casse della famiglia, hanno avuto tre figlie femmine che per legge non erediteranno.

    Tutto andrà a un terzo cugino borghese, avvocato di Manchester, che secondo una delle tre ragazze «non sa usare appropriatamente il coltello» e soprattutto (orrore!) intende continuare a lavorare.
    Ma alcuni degli avvenimenti più significativi si svolgono «downstairs», tra i domestici, più classisti dei padroni, elettrizzati quando arriva un duca a cena e supremamente offesi se qualcuno, «upstairs», vuole servirsi il tè da solo. Battuta chiave di uno di loro, davanti a una preziosa collezione di tabacchiere: «Viviamo in mezzo a tutto questo, un tesoro dei pirati a portata di mano. Eppure niente è nostro». Tra cucina e guardaroba, non piace a nessuno il nuovo valletto, Bates, perché è claudicante e taciturno. Va ancora peggio quando si scopre che è stato attendente di Sua Grazia durante la guerra ai Boeri e che la zoppìa deriva da una scheggia di shrapnel. Si temono spiate, ma soprattutto un’impossibile mésaillance fra servo e padrone.

    Svelare altro della trama rovinerebbe troppe sorprese. Accontentatevi di sapere che nel cast c’è Maggie Smith, nella parte della madre del conte, quella che ignora il significato della parola weekend e si intrappola in una sedia girevole da ufficio, per lei oggetto misteriosissimo. La residenza trasformata per esigenze di scena in Downton Abbey è Highclere Castle nel Berkshire, dimora dei Carnarvon dal 1673, in stile giacobita e con un parco disegnato da Capability Brown. «Avevo chiesto ad Altman di usarla come location per Gosford Park» - spiega Fellowes -. Ma lui, dopo le riprese, voleva tornare a dormire nel suo letto tutte le sere».

    Fonte:lastampa.it


    Quando i critici fanno a gara per individuare i riferimenti letterari e cinematografici di una serie - per "Downton Abbey" si è parlato di Jane Austen, Charles Dickens, James Ivory... -, i casi sono due: o la serie è una noia mortale, oppure è un capolavoro.
    "Downton Abbey", miniserie in costume realizzata in Inghilterra e venduta un po' ovunque, in onda in Italia da domenica 11 dicembre in prima serata su Retequattro, è un capolavoro.
    I numeri parlano chiaro: più di 10 milioni di telespettatori a puntata in Inghilterra, 6 Emmy Awards, addirittura un Guinness World Record come serie maggiormente acclamata dai critici nel 2011.
    Un successo di pubblico e di critica, dunque, che raccontando le sorti di una nobile famiglia alle prese con i cambiamenti epocali degli inizi del Novecento ha risvegliato nei giornalisti di tutto il mondo non solo le reminescenze letterarie, ma anche retaggi più profondi: nelle recensioni americane, ad esempio, emerge forte il confronto con il Vecchio Mondo, l'orgoglio per i propri valori, che si fondano sul superamento di quelli inglesi, e la nostalgia (l'invidia?) di un passato che non si è mai vissuto. L'irresistibile attrazione verso il tema della decadenza, che denuncia inevitabilmente dei dubbi sul proprio presente.
    Dal canto loro, i giornalisti inglesi sono stati un po' più tiepidi nei giudizi. I temi sollevati da "Downton Abbey" - il contrasto fra tradizione e progresso, fra libertà individuale e imposizioni sociali - in Europa sono stati problematizzati da tempo. La stampa inglese, piuttosto, ha tradito una sorta di sudditanza psicologica inversa, decretando il successo definitivo della serie solo quando alcuni attori del cast sono stati scritturati in produzioni hollywoodiane. A ognuno le proprie ossessioni insomma...
    Ma veniamo alla trama della serie e alle recensioni.

    TRAMA
    Siamo alla vigilia della Prima Guerra Mondiale.
    Downton Abbey è una grande tenuta nello Yorkshire, che il conte Crawley è obbligato a lasciare in eredità a un parente maschio.
    Padre di tre femmine (guarda qui il video con l'intervista a Elizabeth McGovern!), il conte affida il destino della propria tenuta al matrimonio di una delle figlie, ma la morte del futuro genero nell'affondamento del Titanic vanifica i suoi piani.
    L'erede diretto, con grande dispiacere della contessa, diventa il lontano cugino Matthew, giovane avvocato che, dal canto suo, a Downton Abbey non sembra molto interessato...
    Tra ambizioni personali e rigide imposizioni, si consumano le vicende di una famiglia e di tutta la loro servitù.

    TESTATE INGLESI
    The Guardian: "E' fatta meravigliosamente: bella, costruita e recitata con maestria. La Smith, che interpreta la formidabile e sdegnosa contessa madre, ha un modo irresistibile di porgere le battute, che rasenta la perfezione", Sam Wollaston.

    The Telegraph: "La sceneggiatura riesce ad attirare l'attenzione dello spettatore grazie a dei disinvolti espedienti melodrammatici. Nei sottoscala l'azione si fa avvincente e i personaggi che si incontrano sono davvero accattivanti", Ceri Radford.

    The Independent: "Il Titanic è appena affondato... e Downton Abbey è un po' come il Titanic: patinata, ostentatamente lussuosa e con una scintillante lista passeggeri, fatta di grandi talenti della recitazione. Come il Titanic, è lontana dall'essere inaffondabile...", Tom Sutcliffe.

    Daily Mail: "Ci stancheremo mai di questo genere di cose? La risposta è: assolutamente no. Il broadcaster è cambiato - per una volta dietro questo dramma in costume di qualità non c'è la buona, vecchia Bbc, ma ITV -, eppure abbiamo comunque a che fare con il non plus ultra televisivo, quel genere di cose che il nostro Paese fa alla grande", Jan Moir.

    TESTATE AMERICANE
    The New York Times: "Gli snob possono anche obiettare che il titolo più appropriato della serie sarebbe "Quel che resta di Gosford/Upstairs/Brideshead Rivisited Park", ma ci sono dei casi in cui una sentita imitazione non solo è meglio di niente, ma è meglio di tanto altro. Specie se si considera che molte serie americane sono degli adattamenti di serie inglesi, è un sollievo scoprire che anche gli inglesi di tanto in tanto fanno appello al plagio delle loro opere migliori", Alessandra Stanley.

    New York Daily News: "La regia e le scenografie sono incredibilmente lussureggianti, con la luce che illumina gli imponenti salotti e i paesaggi inglesi... La recitazione rende vividi i personaggi, offrendo dei ritratti a tuttotondo", David Hinckley.

    Wall Street Journal: "Ogni personaggio, ogni aspetto di questa serie riflette il mondo tradizionalista dell'aristocrazia del periodo, i suoi codici d'abbigliamento e di comportamento religiosamente rispettati, e lo fa con una forza cui è impossibile resistere... Ogni istante è carico di una tensione incantevole", Dorothy Rabinowitz.

    Los Angeles Times: "La fascinazione americana per l'aristocrazia inglese può sembrare pericolosa - rappresenta il Paese e il sistema che abbiamo rifiutato per una serie di ottime ragioni -, ma allora perché l'amiamo così tanto? Negli anni, questa gente è praticamente diventata una creatura della fantasia, che ci ipnotizza con la sua aura quasi fiabesca di bellezza, eleganza, e antica, quanto incerta, tradizione", Mary McNamara.

    San Francisco Chronicle: "La contessa madre interpretata da Maggie Smith ruba l'attenzione di ogni scena con una combinazione di ghigni serrati, sguardi sottecchi, sopracciglia inarcate e toni eloquenti", David Wiegand.

    Boston Globe: "E' un'opera esperta, drammatica e melodrammatica, intelligente, ironica... La storia è scritta in modo così acuto da Fellowes, e i personaggi così ben recitati, che tutto sembra eccezionalmente fresco, persino commovente. Il grande tema è lo scontro costante tra la libertà individuale e le regole sociali. Alcuni personaggi sono mossi dai loro desideri e le loro necessità, altri trovano pace nel sottomettersi a un disegno più grande", Matthew Gilbert.

    Variety: "Il racconto di Fellowes si dipana elegantemente tra un numero sbalorditivo di linee narrative, ognuna avvincente e praticamente degna di un racconto di Jane Austen. E' facile sostenere che gli inglesi sono bravi in questo genere di produzioni, dato che trattano del materiale che i loro amici yankee raramente riescono a maneggiare, ma Downton Abbey rappresenta, da ogni punto di vista, un patrimonio senza pari", Brian Lowry.

    Tv Guide: "Una splendida miniserie in quattro parti della miglior tradizione, con echi di Dickens e Jane Austen... nella scintillante sceneggiatura di Julian Fellowes. Guardare Downton Abbey è come godersi un libro eccezionale. E' una di quelle serie che, una volta finite, ti fanno immediatamente invidiare chi deve ancora provare il piacere di vederle", Matt Roush.

    Slate: "Thomas, il primo maggiordomo, brucia di ambizione, ma da questa ambizione non nasce niente di buono. Conoscere il proprio posto è come conoscere il proprio numero di scarpe... Eppure il tema del cambiamento è occasione di un programma strepitoso, e anche se le trasformazioni nella vita di questa gente di campagna sono graduali, la serie è estremamente dinamica", June Thomas.

    Slant Magazine: "Qualcuno ha suggerito che Fellowes, un conservatore, abbia glorificato le rigide divisioni di classe dell'età edoardiana. Una critica fondata... ma leggere Downton Abbey come l'apologia di un passato più semplice sarebbe un vero equivoco. Il tema centrale della serie è la lotta tra le sicurezze offerte dalla stasi e le ricompense, potenziali, offerte dal progresso", Peter Swanson.


    (Una nota: in Italia "Downton Abbey" farà probabilmente pensare al Gattopardo di Tomasi di Lampedusa. Che quasi certamente non è un riferimento della serie, ma è la nostra personalissima lettura di temi che, com'è evidente, ci appartengono molto. Questo per toglierci lo sfizio di aggiungere un nome alla illustre lista compilata dai recensori di tutto il mondo).


    Fonte:tgcom.it


    Seconda puntata stupenda.
    La conoscenza dei personaggi viene approfondita.
    Robert è un nobile atipico,tratta anche la servitù con amore.
    Fa cambiare idea a Matthew che ritiene il valletto non indispensabile dicendogli che tutti devono sentirsi utili.
    Edith è interessata al cugino che però ha occhi solo per Mary.
    La migliore delle tre sorelle è Sybil che non esita ad aiutare Gwen affinchè trovi un'occupazione in un ufficio.
    Mary rimane affascinata dal bel turco ma purtroppo il ragazzo muore nella camera da letto delle ragazze..Mi piace che le ragazze abbiano un bel rapporto con la servitù.Mary,con l'aiuto di Anna e di sua madre,riescono a riportare il turco nella sua camera da letto salvando le apparenze.
    Alcuni servi sono molto sfacciati e cattivi.Mrs O' Brien è terribile.
    La madre di Matthew crede nei propri mezzi e non esita ad impegnarsi in prima persona per salvare un povero uomo in fin di vita.Il suo coraggio viene premiato.
    Per me il personaggio migliore resta Violet,i suoi modi di dire sono un qualcosa di eccezionale.

    questa serie è sempre più avvincente.
    Mary è antipatica e viziata.Aveva scartato Matthew senza nemmeno dargli la possibilità di farsi conoscere ed adesso lo rivuole.
    Matthew è un personaggio interessante ed anticonvenzionale,però in coppia con Mary non mi piace.Lo vedrei bene Sybil che è la migliore delle tre sorelle.
    Adoro questa ragazza simpatica e che si batte per i diritti delle donne.E' molto moderna.Mi piace la sua complicità con Gwen,la aiuta per farle realizzare il proprio sogno.
    Capisco il risentimento di Edith nei confronti della sorella maggiore:gli uomini le preferiscono Mary,non solo,se anche riuscissero a sbloccare il patrimonio dalla tenuta a lei non spetterebbe nulla.Mary non fa di tutto per far pesare ad Edith questo disagio.Certo,Edith non fa bene a vendicarsi ma trattandosi di finzione mi fa piacere hce dia una lezione alla sorella.Il segreto di Mary si è già diffuso a Londra,chissà come reagirà la nonna.
    Thomas fa di tutto per fare i dispetti al povero William.Possibile che tutti sanno dell'omosessualità di Thomas e solo Daisy ignora tutto?Ma cosa aspettano a dirgli la verità?
    La signorina O' Brien è di una cattiveria unica,dalla sua bocca non esce mai una parola d'amore.
    Anche Anna mi piace molta,è innamorata di Bates.L'uomo ha dichiarato di essere stato sposato e di avere un segreto che non può rivelare.Ha anche detto che non può amare liberamente:forse quando era sotto le armi è diventato impotente a causa di una ferita?Altrimenti cosa c'è sotto?Lui ha già detto di aver avuto una moglie e mi è sembrato di capire che non sia lei il problema.
    Mrs Hughes ha ritrovato il vecchio amore ma non se l'è sentita di lasciare la tenuta perchè ormai le persone che vi abitano sono diventate la sua famiglia.
    Quanto mi piace Violet.Quando ha smentito la diagnosi di Isobel le ridevano anche le orecchie.
    E la sua ossessione per gli americani?"Gli americani vivono ancora nelle capanne."
    E quando si siede sulla sedia girevole? :lol: :lol:


    Ho sempre preferito che fosse Sky a mandare in onda le serie tv perchè rispettano la durata originaria degli episodi e non eliminano scene.
    Invece Mediaset,oltre a modificare la durata originaria degli episodi perchè manda in onda poco più di un episodio a sera ha tagliato anche delle scene.
    Ieri mi sono accorto che nella terza puntata hanno tagliato un dialogo tra Robert ed il giovane autista ed uno tra Violet e Cora.Questo perchè Mediaset inserisce all'interno della serie numerosi stacchi pubblicitari e per non sforare troppo con l'orario che hanno stabilito per far terminare il programma tagliano le scene.Lo hanno sempre fatto e sempre lo faranno.


    Finale di stagione fantastico.
    Ecco i miei personaggi preferiti:
    Sybil(la adoro),Violet(è un mito),Anna(fantastica),Bates(uomo dal cuore d'oro),Robert(quando sa che Sybil è andata ad un comizio va su tutte le furie e le vieta di ritornarci ma alla fine ha un cuore d'oro e lascia la figlia libera di decidere con la propria testa).
    Mary ed Edith sbagliano entrambe a farsi i dispetti,non si fa così tra sorelle.Tra le due provo più simpatia per Edith perchè ha sempre vissuto all'ombra della sorella maggiore e Mary ha fatto di tutto per farle pesare ancora di più questa situazione.Ribadisco che hanno sbagliato entrambe ma fino ad ora le conseguenze più grandi sembra averle causate Mary che ha fatto scappare il pretendente di Edith.Mentre invece le azioni di Edith non hanno avute conseguenze gravissime visto che Matthew aveva chiesto a Mary di sposarlo ma lei tentennando lo ha fatto scappare.
    La serie è stata perfetta ma forse hanno commesso un piccolo errore.Napier dice a Mary che le voci sul suo conto le ha messe in giro Edith mentre invece sappiamo che le voci sulla verginità della ragazza circolavano già prima che Edith venisse a conoscenza del fatto.Rosamund,in una lettere,dice che le voci erano state messe in giro da Napier.Solo in un secondo momento Edith è venuta a conoscenza dell'accaduto aggiungendo che Kemal Pamuk è morto in camera di Mary.
    Sybil segue i propri ideali e non si fa fermare da nessuno "Sono le situazioni dolorose che hanno bisogno di aiuto.Se in un giardino splende il sole perchè intervenire?".
    Si dà da fare in una maniera incredibile per aiutare Gwen che finalmente riesce a coronare il suo sogno.Però un pò mi dispiace non rivederla più.
    Violet ogni giorno deve fare i conti col mondo che cambia e con a modernità.
    Miss O' Brien non si ferma davanti nulla.Cora è convinta che la sua cameriera personale le sia affezzionata mentre invece non la può soffrire.Basta un equivoco per attentare alla vita della padrona ma già prima non aveva belle parole per Cora.Non so come andrà a finire ma se si è pentita deve ammettere pubblicamente di aver causato la morte del bambino che Cora aspettava.
    La storia d'amore tra Anna a Bates mi ha colpito molto.Lui con la sua onestà è riuscito a scagionarsi dall'accusa di furto e dalla fine la verità su Thomas è venuta a galla.Colpisce come anni prima Bates si sia addossato tutte le colpe per un furto commesso dalla moglie.però Anna non crede a questa storia e va fino in fondo per scoprire la verità.


    Ricky Gervais ha condotto i Golden Globe 2012, la 69esima edizione del premio assegnato ad attori, serie tv e film dall’ Hollywood Foreign Press Association. La cerimonia è avvenuta all’interno del Beverly Hilton Hotel a Beverly Hills, alla presenza di numerosi ospiti.
    A contare, però, sono stati i vincitori. E quest’anno sono state rispettate le previsioni della vigilia, almeno in alcune categorie: il premio per il miglior drama se l’è aggiudicato “Homeland”, mentre “Modern Family” continua a portarsi a casa premi, vincendo come miglior comedy. Tra le miniserie, invece, vince “Downton Abbey”.
    Qualche sorpresa arriva dalle premiazioni agli attori: Kelsey Grammer ha vinto come miglior attore per “Boss”, mentre nelle comedy a trionfare è stato Matt Le Blanc per il ruolo di sè stesso in “Episodes”. Tra le donne, come da previsione, vincono Claire Danes per “Homeland” e Laura Dern per “Enlightened”. Tra gli attori non protagonisti, rispettate le previsioni per Peter Dinklange di “Game of Thrones” e Jessica Lange di “American Horror Story”, così come per Kate Winslet, miglior attrice di una miniserie con “Mildred Pierce”, mentre tra gli uomini vince Idris Elba con “Luther”. Dopo il salto, l’elenco completo dei vincitori.


    (i vincitori sono in grassetto)

    Miglior serie drama:
    Homeland (Showtime)

    American Horror Story (Fx)
    Boardwalk Empire (Hbo)
    Boss (Starz)
    Game of Thrones (Hbo)

    Miglior serie comedy:
    Modern Family (Abc)

    New Girl (Fox)
    Enlightened (Hbo)
    Episodes (Showtime)
    Glee (Fox)

    Miglior film-tv o miniserie:
    Downton Abbey (Itv)

    The Hour (Bbc)
    Cinema Verite (Hbo)
    Mildred Pierce (Hbo)
    Too Big to Fail (Hbo)

    Miglior attore di una serie drama:
    Kelsey Grammer, per il ruolo di Tom Kane in “Boss” (Starz)

    Steve Buscemi, per il ruolo di Enouch “Nucky” Thompson in “Boardwalk Empire” (Hbo)
    Bryan Cranston, per il ruolo di Walter White in “Breaking Bad” (Amc)
    Jeremy Irons, per il ruolo di Papa Alessandro VI in “The Borgias” (Showtime)
    Damian Lewis, per il ruolo di Nicholas Brody in “Homeland” (Showtime)
    Miglior attrice di una serie drama:
    Claire Danes, per il ruolo di Carrie Mathison in “Homeland” (Showtime)
    Mireille Enos, per il ruolo di Sarah Linden in “The Killing” (Amc)
    Julianna Margulies, per il ruolo di Alicia Florrick in “The Good Wife” (Cbs)
    Madeleine Stowe, per il ruolo di Victoria Grayson in “Revenge” (Abc)
    Callie Thorne, per il ruolo di Danielle “Dani” Santino in “Necessary Roughness” (Usa Network)

    Miglior attore di una serie comedy:
    Matt LeBlanc, per il ruolo di sè stesso in “Episodes” (Showtime)

    Alec Baldwin, per il ruolo di Jack Donaghy in “30 Rock” (Nbc)
    David Duchovny, per il ruolo di Hank Moody in “Californication” (Showtime)
    Johnny Galecki, per il ruolo di Leonard Hofstadter in “The Big Bang Theory” (Cbs)
    Thomas Jane, per il ruolo di Ray Drecker in “Hung”(Hbo)

    Miglior attrice di una serie comedy:
    Laura Dern, per il ruolo di Amy Jellicoe in “Enlightened” (Hbo)

    Tina Fey, per il ruolo di Liz Lemon in “30 Rock” (Nbc)
    Amy Poehler, per il ruolo di Leslie Knope in “Parks and Recreation” (Nbc)
    Zooey Deschanel, per il ruolo di Jessica “Jess” Day in “New Girl” (Fox)
    Laura Linney, per il ruolo di Cathy Jamison in “The Big C” (Showtime)

    Miglior attore non protagonista in una serie tv, film o miniserie:
    Peter Dinklage, per il ruolo di Tyrion Lannister ne “Il trono di spade” (Hbo)
    Paul Giamatti, per il ruolo di Ben Bernanke in “Too Big to Fail” (Hbo)
    Guy Pearce, per il ruolo di Monty Beragon in “Mildred Pierce” (Hbo)
    Tim Robbins, per il ruolo di Bill Loud in “Cinema Verite” (Hbo)
    Eric Stonestreet, per il ruolo di Cameron Tucker in “Modern Family” (Abc)

    Miglior attrice non protagonista in una serie tv, film o miniserie:
    Jessica Lange, per il ruolo di Constance Langdon in “American Horror Story” (Fx)

    Kelly Macdonald, per il ruolo di Margaret Schroeder in “Boardwalk Empire” (Hbo)
    Maggie Smith, per il ruolo di Violet in “Downton Abbey” (Itv)
    Sofia Vergara, per il ruolo di Gloria Pritchett in “Modern Family” (Abc)
    Evan Rachel Wood, per il ruolo di Veda Pierce in “Mildred Pierce” (Hbo)

    Miglior attore di un film-tv o miniserie:
    Idris Elba, per il ruolo di John Luther in “Luther” (Bbc One)

    Hugh Bonneville, per il ruolo di Robert Crawley in “Downton Abbey” (Itv)
    William Hurt, per il ruolo di Henry Paulson in “Too Big to Fail” (Hbo)
    Bill Nigh, per il ruolo di Jonny Worricker in “Page Eight” (Bbc)
    Dominic West, per il ruolo di Hector Madden in “The Hour” (Bbc)

    Miglior attrice di un film-tv o miniserie:
    Kate Winslet, per il ruolo di Mildred Pierce in “Mildred Pierce” (Hbo)

    Romola Garai, per il ruolo di Bel Rowley in The Hour (Bbc)
    Diane Lane, per il ruolo di Pat Loud in “Cinema Verite” (Hbo)
    Elizabeth McGovern, per il ruolo di Cora in “Downton Abbey” (Itv)
    Emily Watson, per il ruolo di Janet Leach in “Appropriate Adult” (Itv)

    Fonte:tvblog.it

    "Downton Abbey" ha vito il premio nella categoria "miglior film tv o miniserie".
    Il premio di miglior attore non protagonista nella sezione "film tv o mini serie" è andato a Peter Dinklage per il ruolo di Tyrion Lannister nella serie tv "Il trono di Spade"(Games of Thrones)
     
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    Adesso vi propongo alcune foto per fare un confronto tra vita reale e fiction.

    Lady Cora



    Lord Robert


    Lady Mary


    Lady Edith

    Lady Sybil

    Lady Violet

    Matthew

    Lady Isobel


    Carson

    Elsie Hughes

    John Bates

    Sarah O' Brien<b>

    <b>Anna Smith


    Thomas Barrow

    William Mason


    Gwen Dawson


    Beryl Patmore

    Daisy Robinson


    Ecco una foto delle 3 sorelle Crawley:

     
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    DOWNTON ABBEY: IN AUTUNNO SU RETE4 LA SECONDA STAGIONE

    jpg


    Complice l’infelice messa in onda con un doppio episodio alla domenica, piuttosto che la scarsa promozione, la serie Downton Abbey non è riuscita a bissare il successo, che ha riscosso in Inghilterra e negli Usa, nel nostro Paese. Le vicende quotidiane del Conte di Grantham (Hugh Bonneville) e della sua aristocratica famiglia, sapientemente intrecciate a quelle della servitù del palazzo, non hanno entusiasmato il pubblico di Rete4. Nonostante ciò il canale diretto da Giuseppe Feyles ha deciso – con ogni probabilità in virtù della qualità della serie - di programmare per il prossimo autunno la seconda stagione.

    Il serial, scritto con cura maniacale e attenzione ad ogni singolo dettaglio da Julian Fellowes, ripartirà dalla Prima Guerra Mondiale. Il conflitto internazionale non risparmia, infatti, neppure la dimora dei Crawley, trasformata in una casa di cura per supplire alla mancanza di letti del piccolo ospedale del villaggio. Sullo sfondo della guerra proseguono intanto, fra tazze da tè, patrimoni da preservare e convenevoli da rispettare, le rivalità tra le tre figlie del conte.

    La primogenita Lady Mary (Michelle Dockery), per salvare l’eredità, sposerà il suo lontano cugino Matthew (Dan Stevens) o cederà ai corteggiamenti di un misterioso editore? Lady Sybil (Jessica Brown-Findlay), fervente sostenitrice dei diritti del popolo e delle donne, metterà ancora una volta nei guai la famiglia? E la sarcastica Lady Edith (Laura Carmichael) continuerà a vivere nell’ombra della sorella maggiore, con la quale ha da sempre un rapporto conflittuale? Per scoprirlo non ci resta che attendere l’autunno.


    Nello stesso periodo nel Regno Unito, su ITV, sarà trasmesso il terzo capitolo della saga che sbarcherà negli Stati Uniti su PBS nei primi mesi del 2013. Proprio il confronto tra inglesi e americani sarà al centro della terza stagione, dove i due modi di vedere il mondo saranno rappresentati da Maggie Smith, nei panni di Lady Violet Crawley, e dall’attesissima e svampitissima new entry Shirley MacLaine, nel ruolo dell’americana madre di Lady Cora (Elizabeth McGovern).


    Fonte:davidemaggio.it
     
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    "Downton Abbey", le Lady di mettono a nudo

    Le protagoniste della serie britannica senza veli per il magazine "Love"

    Le Lady di "Downton Abbey" - in onda su Retequattro - si sono spogliate letteralmente di bustini e merletti, per mostrare il loro lato più sexy selvaggio. Michelle Dockery (Lady Mary), Laura Carmichael (Lady Edith) e Jessica Brown Findlay (Lady Sybil), hanno infatti posato senza veli per il numero speciale del magazine "Love", dedicato alle serie in costume. Un servizio decisamente hot, che mette a nudo tutte le perversioni dell'upperside.
    In "Downton Abbey" sono le tre figlie dell'aristocratica famiglia Crawley: Mary (Michelle Dockery), Edith (Laura Carmichael) e Sybil (Jessica Brown-Findlay). Abbandonata pizzi e merletti, le protagoniste si sono spogliate per il numero speciale del magazine "Love", confezionando un servizio decisamente hot.

    "All'inizio non ero per niente interessata a Downton Abbey - ha spiegato Katie Grand, direttrice di Love - Ma poi, l'anno scorso, ho iniziato a vederlo e da allora mi sono appassionata sempre di più allo show. Ho visto tutta la serie per tre volte di seguito!".

    Pelle d'avorio e trucco marcato (come impone la moda di inizio '900) le contessine si sono lasciate immortalare senza veli, mostrando il fascino intrigante e perverso dell'upperside. Giocando maliziose con veli e corpetti strizzati - un po' lolite, un po' femmes fatales - le sorelle Crawley sembrano aver messo da parte l'etichetta reale, per dedicarsi a giochi proibiti. Chissà cosa ne penserà di tutto questo nonna Lady Violet, la cinica e spietata contessa madre interpretata da Maggie Smith?


    QUI le foto.


    Fonte:tgcom24.mediaset.it
     
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    Grazie Francesco, sono gia arrivata alla terza stagione in lingua originale, ma lo rivedrò volentieri in italiano...
     
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    CITAZIONE (dordogne @ 2/8/2012, 11:27) 
    Grazie Francesco, sono gia arrivata alla terza stagione in lingua originale, ma lo rivedrò volentieri in italiano...

    Annalisa,credo che tu abbia visto la seconda stagione in lingua originale,la terza andrà in onda in autunno.
     
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    Non ricordo esattamente, perché l'ho divorata tutta nel periodo di Natale...se non era la terza stagione, forse si trattava dello special natalizio..verificherò ;)
     
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    CITAZIONE (dordogne @ 5/8/2012, 11:36) 
    Non ricordo esattamente, perché l'ho divorata tutta nel periodo di Natale...se non era la terza stagione, forse si trattava dello special natalizio..verificherò ;)

    Io ricordo che hai visto la seconda serie e la puntata speciale di Natale in lingua originale.
     
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    Vero...della terza stagione avevo letto soltanto le anticipazioni...ma chissà se è già andata già in onda in Inghilterra!! Appena ho tempo faccio qualche ricerca...
     
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    CITAZIONE (dordogne @ 6/8/2012, 13:34) 
    Vero...della terza stagione avevo letto soltanto le anticipazioni...ma chissà se è già andata già in onda in Inghilterra!! Appena ho tempo faccio qualche ricerca...

    In Inghilterra andrà in onda in autunno.
     
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    Bene...credo che lo vedrò prima in lingua originale, grazie per l'informazione!
     
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    Su Rete 4 ho visto il promo della seconda stagione,è molto bello.
    Appena esce in rete lo posto.

    QUI ho aperto un topic dedicato alla seconda stagione di "Terra Ribelle",troverete anche il promo.
     
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    Maggie Smith ha chiesto di uscire dal cast

    Secondo un rapporto dal quotidiano inglese Daily Mail, Maggie Smith ha chiesto di poter uscire dal cast di “Downton Abbey” dopo la Stagione 3.

    La terza stagione è attualmente in fase di lavorazione e secondo la fonte del Daily Mail, la Smith ha accettato di fare lo speciale di natale della terza stagione, ma ha chiesto che la terza Stagione sia la sua ultima stagione.

    “Girerà fino ad agosto e poi vuole lasciare, vuole uscire alla grande. Pensa che tre serie siano abbastanza e vuole tornare sul palco e sul grande schermo,” dice la fonte.

    Zap2it aveva riportato che il produttore esecutivo Rebecca Eaton aveva affermato che la Terza Stagione sarà caratterizzata da una morte di un importante personaggio.

    Non c’è nessuna certezza del fatto che quel personaggio sarà Lady Violet, ma narrativamente potrebbe avere senso.


    Fonte:downtonabbeyfansite.net
     
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    In attesa della seconda stagione,da domani alle 16:50 su Rete4 inizieranno le repliche della prima stagione.
     
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  15. Bunny88
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    Iniziano oggi le repliche della prima stagione e io ho proprio intenzione di vedermele! Purtroppo per vari motivi non sono mai riuscita a seguire bene questa serie, l'ho seguita saltuariamente, ma ora ho deciso di vedermela come si deve per poi proseguire con la visione della seconda stagione! ;)
     
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273 replies since 29/6/2012, 15:24   2700 views
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