6.463,75 km

da Milano a New York

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  1. Scrappy
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    L'allarme di una macchina mi ha svegliato, è ancora buio. Approfitto della calma prima della tempesta per postare anche quest'altro pezzo già pubblicato altrove.

    Anche io, come molte persone che scrivono, devo cogliere l'attimo e "mettere su carta" l'idea che passa come una nuvola e scompare un istante dopo. Ho avuto l'idea e l'ho colta. Dopo tante storie in cui Marco precipita nella spirale della depressione o della rabbia dopo la partenza di Eva per NY, avevo voglia di immaginare una reazione diversa.

    Il titolo della lettera, o mail, non ha importanza, è la distanza chilometrica tra New York e Milano. Non c'è altro da spiegare.
    Forse questa One shot meriterebbe una risposta da Eva, ma non so se la scriverò perché in questo momento non mi sento particolarmente in sintonia con il suo stato d'animo post finale della seconda serie.


    6.463,75 km



    Mi devo concentrare solo sulla musica.

    Quante volte ho detto, pensato, scritto questa frase? Non saprei dirlo neanche io e in fondo non ha nessuna importanza. È una frase che non significa niente. È un proposito irrealizzabile, anzi è un assurdo ontologico (avevi ragione, prima o poi ho cominciato a leggere anche io) e non ci ho mai creduto veramente. Chi è che riesce a concentrarsi su una cosa sola?
    E tra tutte, la musica è proprio la meno adatta in assoluto, perché la musica è vita, esperienze, emozioni, pensieri, progetti.
    E della mia vita tu, sì tu, sei una parte così grande che a volte mi sembra che non sia rimasto spazio per niente altro. Ma non è vero neanche questo, perché anche tu sei vita e riempi la mia di tante cose, perché amarti significa pensare, progettare, sentire e sperimentare.

    Ho provato comunque. L’immaturità, l’inesperienza e più di tutto la depressione mi hanno convinto che fosse possibile, anzi auspicabile, riuscirci. La depressione è il mio peccato, come il tuo è la rabbia: io voglio svuotare la mente, desidero il buio immobile della notte che cancelli ogni dolore proprio mentre tu ti affanni a riempire la tua di qualsiasi cosa e fissi il sole per rimanere accecata e non vedere il tuo. Siamo come il Giorno e la Notte, due opposti che non coesistono eppure si rincorrono eternamente.
    Ma esiste l’alba e la notte apre il suo cuore per lasciare spazio al giorno, ed esiste il tramonto ed anche il giorno si arrende finalmente al riposo a cui anela. Sono i due momenti più belli, quelli che pochi hanno la fortuna ma anche il coraggio di fermarsi ad ammirare; eppure sono lì, miracoli quotidiani sempre a portata di mano. Tu sei la mia alba luminosa e ora ho finalmente accettato di essere io il tuo tramonto. Il resto non è importante. Davvero non importano tutti gli altri momenti, sono ore qualsiasi, le dimenticheremo dopo averle vissute, all’inizio e alla fine ci fermeremo comunque ad assaporarci e questo sarà importante, ogni giorno.
    Non è importante neanche se sia più bella l’alba o più poetico il tramonto, l’una è indispensabile alla Notte l’altro rende completo il Giorno. Sono finiti gli sterili interrogativi, io non mi sono mai chiesto se meriti il mio amore e perché. Ti amo e basta, ti amo e questo mi basta. Devo concedere anche a te la libertà di amare senza dare spiegazioni. Ci saranno ancora momenti in cui farò fatica a crederci ma non ti metterò mai più in discussione. Essere riamati è una gioia così grande, un bene talmente senza prezzo che di tanto in tanto sarà inevitabile fermarmi a controllare di essere ancora il fortunato e poi ringraziare la mia buona stella.

    Lo so amore, lo so. Anche io sono stato lontano, anche io ho tirato la corda per trovare il punto di rottura. Anche io ho cercato in altri occhi, raschiato il fondo di altri sogni. Riconosco i tuoi "perché", anche se le azioni sono diverse, come sei diversa tu. Io mi sono isolato fisicamente, mi sono fermato a guardare, tu l’hai fatto emotivamente e ti sei buttata nella mischia ad occhi chiusi.
    Ho capito. Ho ascoltato e ricordato la nostra notte. Sono sicuro di quello che è successo, sicuro di quello che ho sentito. Sul dolore e sulla stupida possessività maschile ci sto ancora lavorando, ma faccio progressi, ancora una volta cercando dentro me stesso. E dentro me stesso c’è questa semplice verità: con chiunque sia stato e sia, qualunque cosa abbia fatto e faccia, tu sei con me. Niente e nessuno può cancellarti perché sono io che ti tengo stretta, avvolta attorno al cuore. Sono io quello che decide. Sei tu che decidi Eva e nessun Alex, nessuna facoltà di giornalismo può farlo. E tu me l’hai detto quella notte, i tuoi occhi, il tuo corpo l’hanno fatto. Anche tu hai deciso, ma ancora non sei pronta a dirlo a me o a te stessa. La scelta vera, quella che ha cambiato il corso degli eventi, la decisione, è stata lasciarmi di nuovo entrare, fare l’amore come non avevi mai fatto prima. Mentire, lasciarti trascinare dalla corrente è quello che hai fatto per mesi, è stata paura, incertezza, dubbio. Sei fuggita. Anche io l’ho fatto. Anche tu tornerai, quando sarai pronta.

    Devo pensare a me stesso ora.

    Anche questo me lo sono detto tante volte e questa estate non ha fatto eccezione. Venire a Milano, conoscere nuove persone, nuove cose. nuova musica. Pensare a me stesso, come se io fossi un circuito elettrico elementare che si esaurisce in on ed off. Fuori tu, dentro io. Fuori tu, dentro la musica. Fuori tu, dentro qualcun'altra.
    Pensare a me stesso significa prima di tutto pensare a te, che di me sei l’oasi felice, i giorni di gioia. L’amore. Sto pensando a me ora, scrivendoti. Penso a me ricordandoti. Per la prima volta nella mia vita sto veramente pensando a me stesso e non è incredibile che riesca a farlo solo adesso che ti ho lasciato libera di scorrazzare dentro di me?

    Ogni giorno un pezzo si aggiunge agli altri. Ho la musica, è intorno a me. Musica a me sconosciuta (e grazie per il cd, è meraviglioso!) e musica ancora da scrivere. Ogni mattina davanti allo specchio, una parte nuova di me mi da il buon giorno (a proposito, capelli corti e barba incolta sono quello che vedresti ora). Sto parlando con persone ovunque: nelle aule e nei corridoi dell’Accademia, nei locali che frequento la sera, nella palestra vicino casa (giocare a calcio non se ne parla qui a Milano…). Io che ho amato solo te, (la Scuola di Genova questa settimana all’Accademia, imparo ad apprezzare la prospettiva storica), ho voglia di ascoltare le storie di tutti e tutte le sfumature di grigio che adesso comincio a distinguere aggiungono colori all’immagine che ho di te. Adesso che non so più niente di te ti capisco come non ho mai fatto prima.

    Io spero, con tutto me stesso, che anche tu stia facendo quello che faccio io. Capire, imparare, esplorare. Scrollarti di dosso tutta la zavorra che abbiamo accumulato in questi due anni e fare spazio dentro di te. Fare spazio per noi, fare spazio all’amore. Però ti conosco, e so che tu non sei partita come me con un bagaglio leggero. Ti sei portata dietro il peso di tutti i tuoi sbagli, il senso di colpa e il bagaglio più pesante di tutti, un’identità smarrita. So che tu, al contrario di me, ti stai guardando allo specchio e non scopri cose nuove; che sei terrorizzata perché non riconosci quello che vedi.

    Mi fa male da morire pensarti così ed è anche per questo che non seppellirò in uno sterile diario queste parole. Non esiste pudore, orgoglio o paura in me che siano più forti del mio amore per te. Non ti ho mai amato tanto come ti amo ora Eva. Ti amo e ti dico: vivi, esplora il mondo intorno a te, lascialo entrare e non aver paura che si porti via quello che hai dentro. Sarai tu a prendere se lo vuoi e diventerai ogni giorno più bella, più Eva.
    La nostra casa non avrà porte, troppe volte sono state una metafora fin troppo concreta dei nostri sbagli. Non ci saranno porte da sbattere in faccia all’amore, porte che restano chiuse per mancanza di coraggio, porte che lasciano fuori chi ha un posto di diritto proprio dentro il nostro cuore. La nostra casa sarà bellissima Eva perché sarà come il mondo. La stiamo costruendo ora. Io lo sto facendo a Milano, tu fallo a New York.
    Ti amo, ti desidero, ti voglio.
    Arrivederci, Marco

    Ciao, Ari
     
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  2. Maria871901
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    wowwwwwwwww....
     
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1 replies since 7/10/2014, 05:46   119 views
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