Scene da un matrimonio

Marco&Eva SoL

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  1. Scrappy
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    Mi sono decisa a postare qualcosa di quello che scrivo, visto che adesso sono stata abilitata a farlo. Ho già pubblicato su un altro forum questi piccoli pezzi, sotto forma di scene di vita, per lo più ambientate in un futuro che non abbiamo visto (e probabilmente mai vedremo) di Marco ed Eva insieme, al diavolo il "canon",ma c'è anche qualche rara incursione in scene effettivamente andate in onda.
    I titoli dei capitoletti sono tutti versi di canzoni che mi piacciono e mi sono sembrate adatte a esprimere il tono della scena. Molto a rilento, ma aggiungerò di quando in quando scene nuove. Le sto ancora scrivendo, e il format mi permette di cogliere la mia limitata ispirazione senza seguire una trama. Spero che siano qualcosa di piacevole da leggere.



    Scene da un matrimonio



    nel mezzo c'è tutto il resto
    e tutto il resto è giorno dopo giorno
    e giorno dopo giorno è
    silenziosamente costruire
    e costruire è potere e sapere
    rinunciare alla perfezione
    (Costruire, Niccolò Fabi)




    I. E come sempre sei…


    Camera da letto di Marco ed Eva, una domenica mattina invernale. Eva in vestaglia, chiaramente appena uscita dal letto, osserva pensierosa fuori dalla finestra, seguendo le gocce di pioggia che cadono sui vetri. È evidente che sta ricordando qualcosa. Marco è ancora sotto le coperte, si solleva sul fianco appoggiandosi ad un braccio quando la sente parlare.
    “Vorrei cancellare ogni secondo di dolore che ti ho inflitto Marco”
    “I secondi di felicità sono stati molti di più di quelli di dolore”
    Eva si gira e lo guarda negli occhi con una punta di malinconia
    “Non nei primi anni”
    “Vero, ma il bilancio è palesemente in positivo, e poi…guardami Eva, ti svelo un segreto: i secondi di felicità durano molto di più di quelli di dolore”
    “Lo sanno tutti che i secondi sono per definizione un intervallo di tempo unitario!”
    Marco scosta le coperte e si siede poggiando i piedi nudi sul pavimento.
    “Non fare la maestrina dalla penna rossa Eva. I secondi di felicità non finiscono mai, si ricordano per tutta la vita, si desiderano e si cercano per sempre, si assaporano ancora di più dopo il dolore”
    Eva sussurra, un sorriso spontaneo che le spunta sulle labbra.
    “Ecco il mio poeta che ritorna”
    Marco ora è in piedi e si sta infilando il maglione.
    “Quale poeta? Non vorrai mica paragonare un secondo di orgasmo con uno di commiserazione solitaria?”
    Gli arriva una manata sulla nuca proprio mentre sta facendo uscire la testa dal collo del maglione.
    “Ahia! Ma che sei matta? Senti, io sono un maschio e per qualsiasi maschio sulla terra un secondo di scopata non è paragonabile a niente altro, fidati.”
    Eva gli volta le spalle e fa per allontanarsi.
    “Lo so che sei un maschio, non sapevo che fossi Walter, però”
    “Eh no, Walter no! Ritira subito quello che hai detto…”
    Marco afferra Eva per la vita e la spinge sul letto cominciando a farle il solletico
    “No, no, nooo…ok, ritiro, ritiro tutto …”
    Marco si ferma e la guarda continuando a bloccarla con il suo peso. Eva è accaldata, con la vestaglia semiaperta. Un’ultima lacrima di riso le scivola sulla guancia. Marco la intercetta con le labbra.
    “Che ne dici di sperimentare se ho ragione?”
    Eva sorride e lo avvicina a sé circondandolo con le braccia.
    “Lo sai sì, che per confermare una teoria un solo esperimento non basta?”.

    da La descrizione di un attimo dei Tiro Mancino

    Ciao, Ari
     
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  2. Scrappy
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    la scena segue il canon della terza serie

    II. As I ran to your heart to be near

    2009, Magazzino di Walter. Eva finisce la telefonata con Iva, si gira verso Marco e si accorge che nel frattempo ha praticamente finito di disfare i suoi bagagli e sta guardando dentro uno dei borsoni.
    “Dobbiamo comprare uno spazzolino”
    Eva si avvicina a lui per guardare.
    “Ho dimenticato di metterlo nel beauty?”
    “No, ma nel bagno non c’è presa di corrente, te ne serve uno tradizionale”
    Marco comincia a tirare fuori gli oggetti da toletta di Eva ed automaticamente li sistema in un ordine preciso. Eva sorride.
    “E dove lo attacco il fono? Dovrò asciugarmi i capelli con questo freddo”
    “C’è una presa accanto al divano. Se stacchi lo stereo puoi asciugarteli comodamente seduta”
    “Mi serve uno specchio!”
    “No che non ti serve, stai meglio quando te li asciughi al naturale. Hai sempre avuto dei bellissimi capelli”
    Eva risponde con una gran sorriso. Marco distoglie lo sguardo, girandosi di spalle per nascondere la sua espressione e comincia a togliere le lenzuola dal letto di Walter.
    Eva si avvicina e lo ferma mettendogli una mano sulla spalla

    “Lascia, lo faccio io il letto, devo stare chiusa qui dentro per un bel po’, dovrò occupare il mio tempo”
    “Non se ne parla proprio! Ti sei dimenticata quello che è successo oggi?”
    Eva fa un passo indietro e si morde il labbro sorpresa dalla veemenza del tono di lui. Marco si avvicina e le accarezza la guancia con le dita. Eva appoggia il viso alla sua mano.
    “Scusami, non volevo aggredirti”
    Marco la abbraccia e le parla piano all’orecchio.
    “Eva, non credo che dimenticherò facilmente questo pomeriggio…te sul pavimento della stanza…”
    Marco fa una pausa e la guarda negli occhi, sistemandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio nel gesto consueto.
    “Quindi anche per la mia di tranquillità, stai più calma possibile per i prossimi giorni, ok?”
    Eva annuisce e sta per dire qualcosa ma entra Walter di ritorno dalla spesa.
    “Ho comprato il latte, le donne incinte devono bere molto latte! Tranquilla c’è pure la verdura, spinaci col ferro no? Il ferro ci vuole! E ti mangi una bistecca al sangue stasera…”
    “Walter…”
    Walter continua a parlare tirando fuori pacchetti dalle borse della spesa.
    “Io me volevo fa’ du spaghi ajo e ojo, ma me magno la verdura pure io, così nun soffri…”
    “Waaalter!”
    Walter si zittisce di botto e guarda Marco che lo ha interrotto.
    “Férmate n’attimo a respirà per lo meno”
    Eva sta ridendo. Guarda Marco che si è rasserenato.
    “Grazie, Walter. Ma devo solo stare a riposo e prendere le vitamine. Posso mangiare come prima, sai?”
    “In effetti pure prima, nun c’hai mai capito gnente de cucina”
    Eva, Marco e Walter continuano a stuzzicarsi a vicenda mentre sistemano la spesa e cucinano. Mangiano. Dopo cena Marco sta andando ad un appuntamento con Simona. Walter lo segue per chiudere la porta per la notte.
    “Oh, ci posso contare?”
    “Ma che scherzi?”
    “No, per niente e non sono in vena di battute, ok?”
    “L’ho capito, stai parlando in lingua…”
    Marco sta per colpirlo alla spalla e Walter fa un salto indietro.
    “Aoooò, e che…Ho capito! Da quando non apprezzi il mio talento comico?”
    “Da quando ho passato la mezz’ora di traffico più lunga della mia vita con la voce di Eva nella testa che ripeteva per favore corri, mi sento malissimo"
    “Quanto è grave la cosa?”
    “La ginecologa dice che il distacco è minimo e pienamente recuperabile ma…non ho mai visto Eva così…così spaventata…persa. Il dolore è stato forte…ho sentito la sua pancia che si contraeva, Walter”
    Walter è del tutto serio ora e vede negli occhi di Marco qualcosa che aveva sperato di non vederci mai più dopo la malattia di sua madre.
    “Se succede qualcosa ad Eva…”
    “E che succede a Eva? Ma niente le succede. Niente, Marco. Vai, torni domani mattina e ci organizziamo. Tranquillo però”
    Marco esita qualche secondo.
    “Tranquillo”.

    da Pictures Of You dei Cure

    Ciao, Ari
     
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  3. Maria871901
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    a me piace la prima...
     
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  4. Scrappy
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    Ma grazie Maria! :hug:
     
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  5. Scrappy
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    III. Cause I know that you feel me somehow

    Marzo 2019. Un soggiorno illuminato dal sole pomeridiano che proviene da una grande porta finestra scorrevole aperta su una terrazza fiorita. Marco entra lasciando cadere un mazzo di chiavi su un tavolino e vede Eva di spalle, seduta su una chaise longue con le gambe sollevate. Lei non dà segno di averlo sentito. Lui si avvicina, le accarezza le spalle, Eva gira la testa sussultando, vede che ha gli auricolari e la guarda con aria interrogativa.
    “Ohi, che combinate voi due?”
    “Ascoltiamo”
    “Siete in vena di nostalgia però. Erano anni che non vedevo uno di questi”indicando il lettore cd in equilibrio precario sulla pancia di Eva “Non mi ricordavo neanche che ne avessimo ancora uno”.
    “Ma sì che lo abbiamo, l’ho conservato io. Te lo dovresti ricordare, era tuo”
    Marco lo prende e con l’altra mano accarezza la pancia di Eva.
    “Nooo, ma è quello che mi hanno regalato i Masetti per i miei quindici anni. Funziona ancora? Incredibile”
    “Gli ho dato una pulita, messo le pile e voilà”
    “E tutta questa fatica perché?”
    “Per sentirci un cd naturalmente. Non sei tu quello che pontifica da anni sul rispetto del supporto musicale, sul ritorno al carattere realistico e concreto del suono e bla, bla bla?”
    “Sono io, sono io, ma non cambiare discorso, perché hai tirato fuori questo cimelio?”
    Eva si sfila il cardigan di lana e rimane solo con un vestito senza maniche. Marco, si gira verso la portafinestra aperta.
    “Hai ancora caldo? Si gela in questa stanza”
    “Sì, ho caldo. Meno male che ci siamo quasi. Non avrei mai resistito ad un’estate in queste condizioni”
    “Però, non capisco. Anche l’altra volta ti sei fatta tutto l’inverno e praticamente dormivi con il cappotto”
    Marco si alza per chiudere la portafinestra.
    “L’altra volta non ero partita con il piede giusto, lo sai. Ora praticamente scoppio di salute”
    “E abbiamo fatto il corso”
    Marco sorride, chiaramente preso da un pensiero passeggero.
    “Ancora non mi hai detto cosa stai sentendo”
    Eva gli porge una delle cuffie, lo osserva infilarla all’orecchio e subito dopo aprire la bocca in un moto di stupore. Ride.
    “Avevo quasi dimenticato questa canzone…”
    “Ma come, non ti ricordi una delle tue creature? Che padre snaturato sei”
    Marco è distratto, ascolta attentamente la canzone.
    “Mamma mia, quant’è anni duemila! L’arrangiamento è atroce”
    “Ehi, non ti permettere sai! Mi si sono piegate le ginocchia, quando ho sentito la canzone.”
    Marco si sfila la cuffia e avvicina il viso fino quasi a sfiorare le labbra di Eva e sorride sornione.
    “Davvero?”
    “Gli ormoni, sono stati gli ormoni”
    Il sorriso di Marco si allarga.
    “E va bene, mi sono spuntate le lacrime. Sei contento?”
    Eva arrossisce lentamente e Marco la incalza.
    “Continua…”
    “Ti ricordi le apine?”
    “Certo, erano il gioco preferito di Marta. Ce le siamo dovute portare dietro per tutto l’XTour”
    “Beh, non erano un regalo di mio padre. Le ho comprate io dopo aver scoperto che nel cd c’era”gli lancia un’occhiata severa “un brano che non conoscevo dopotutto…”
    Marco la guarda interrogativo.
    Eva nasconde il viso contro il collo di Marco e con voce esitante…

    “Volevo che avesse qualcosa di tuo …un pensiero che avevi avuto tu sempre accanto, a proteggerla come avresti fatto tu se Alex non fosse tornato. Come avevi fatto con me per tutti quei mesi. Senza chiasso né gesti grandiosi ma con l’amore e la dolcezza di cui solo tu sei capace”
    Marco rimane in silenzio, poi gira impercettibilmente il viso e con le labbra sui capelli di Eva sussurra “Avrebbe avuto sua madre, una donna dolcissima”
    “No. Solo con te…Solo tu…Solo tu mi fai diventare così”uno splendido sorriso compare lentamente sul viso di Eva “Grazie”

    da Iris dei Goo Goo Dolls.

    Ciao, Ari
     
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  6. Maria871901
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    questa si, belissima.... :17: :17:
     
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  7. Scrappy
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    pensa che quando l'ho scritta mi sembrava troppo smielata, ma il fatto è che loro due reggono benissimo qualsiasi livello di zuccheri :lol:

    e di nuovo grazie mia unica commentatrice, piuttosto, tu stai scrivendo il seguito della tua vero?

    Ciao, Ari

    e per reagire alla melassa della scena precedente, subito dopo ho scritto questa, breve, leggera e non significativa

    IV. come un passaporto con la foto di un bambino

    Giugno 2019.
    “Evaaa”
    “Sì?”
    “Mi porti una scatola nuova di salviette?”
    “C’è il panno spugna, usa quello per ora”
    “No, l’ho già usato. Le salviette servono a me”
    Si sente una risata che proviene dall’altra stanza e subito dopo Eva compare sulla soglia del bagno e si appoggia a braccia conserte allo stipite della porta. Non smette di ridere.
    “Marta … vieni un attimo che papà ti deve dire una cosa”
    Marco si volta verso di lei con aria comicamente arrabbiata.
    “Ecco come si mina l’autorità paterna. Ti rendi conto che sarà colpa tua se Marta da grande ci presenterà una serie di vecchi sporcaccioni, vero?”
    Eva a questo punto ha il singhiozzo per le troppe risate, mentre Marco borbotta qualcosa.
    “Dovevo solo aiutare Mimmo a salire sullo sgabello quando mamma è morta, questo problema mi era sfuggito…”
    Anche Marta arriva nel bagno e guardando la scena alza gli occhi al cielo
    “Non è possibile! Ma quante volte ti deve succedere per ricordartelo papà?”
    “Ero sopra pensiero Marta! Non sei tu quella che butta le posate nell’immondizia quando aiuta a sparecchiare?"
    Marco guarda con aria di sfida la figlia, che si prepara a rispondere a tono, ma Eva interviene.
    “Time out! Bambini, il punteggio è uno pari!” Tutti e due la fissano per un attimo “Dai le salviette a tuo padre Marta”.
    La bambina porge la scatola al padre facendogli la linguaccia ed esce dal bagno. Marco la prende, la posa e si sfila la maglietta andando verso il lavandino per lavarsi, poi, mentre si asciuga torna verso il fasciatoio e guardando da sopra la spalla di Eva suo figlio
    “Si può sapere perché non fai mai questo scherzetto alla mamma?”
    “Perché è un gentiluomo, nonostante il cognome”
    “E’ qui che ti sbagli”Marco indica significativamente un punto preciso tra le gambe del bambino e, imitando la voce di Giulio “E’ proprio un vero Cesaroni”.

    da Bella di Jovanotti
     
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  8. Maria871901
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    wowwwwwwwwwwww..... Ari si tra poco posto....
     
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  9. Scrappy
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    anche questa è totalmente AU

    V. So, for once in my life let me … get what I want

    Maggio 2012, cucina di Casa Cesaroni
    “Ma sei sicura?”
    “Per la centesima volta, siamo sicuri mamma. Poi non capisco perché ne facciate un affare di stato”
    “Lo sai …”
    “No! Non imparate mai! E guarda che non apprezzo per niente che tu ti presti sempre a questo gioco”
    “Ma quale gioco?”
    “E adesso sono io che devo risponderti Lo sai"
    Eva e Lucia si guardano in silenzio dai lati opposti del tavolo. Eva sta per alzarsi ma Lucia le poggia una mano sul braccio sospirando.
    “Ti prego … voglio solo che mi parli Eva, che racconti alla tua mamma cosa ti passa per la testa, come quando eri piccola e tornavi da scuola con un mucchio di storie da raccontare”
    “Sono troppi anni che tu sei prima di tutto Lucia la moglie di Giulio e che io non sono più piccola, mamma”

    Appoggiato al pilastro che separa l’ingresso dal soggiorno, Marco vede Eva uscire dalla cucina e andare in giardino. La segue e si siede accanto a lei sulla bordura di un’aiuola. Eva si gira e lo guarda. Lui la abbraccia.
    “Me lo giuri?” sussurra con la bocca contro il suo collo.
    “Te lo giuro. Noi non diventeremo mai così” Eva sorride, sente che un brivido attraversa la pelle di Marco a contatto con le sue labbra e il suo sorriso si allarga “Scusa…”
    “A me piace un sacco invece”
    “Te credo, er potere logora chi nun ce l’ha!” e intanto infila la mano sotto la maglietta di Eva e risale con le dita tracciando la sua spina dorsale. Adesso è lei che viene percorsa da un lungo brivido e Marco che sorride. Restano abbracciati, in silenzio, per po’ e poi Eva si ritrae per guardarlo negli occhi.
    “Hai scelto la musica?”
    “Sì, anche se in Comune è questione di un minuto…”
    “Nun fa er vago, tanto ce lo so che te sei scervellato pe’ giorni”
    “Eva?”
    “Sì?”
    “Non ti si può sentire! C’hai un accento teribbile! Parla italiano che è meglio”
    Eva si appoggia la mano sul cuore fingendo orgoglio ferito, poi gli accarezza la guancia e lo guarda seria.
    “Grazie”
    “Prego signorina, per lei questo ed altro” la guarda ammiccando e le prende la mano per baciarla.
    “Ma quanto sei scemo! Possibile che non hai ancora imparato ad accettare i complimenti?”
    “Troppi anni con Walter. Anche i cani finiscono per assomigliare ai padroni…”
    Eva scoppia a ridere, finalmente del tutto rilassata.
    “Oddio…meno male che ci sposiamo tra dieci giorni, non lo so se avrei ancora il coraggio di farlo a trasformazione finita“
    Marco le raccoglie i capelli dietro la nuca e con la mano le avvicina il viso al suo. La guarda negli occhi per un minuto e poi la bacia. Lentamente. Attentamente. Dolcemente. A bacio finito Eva resta con gli occhi chiusi, come per rimanere dentro a quel bacio, e senza aprirli domanda
    “Qual è?”
    “Gli Smiths. Un minuto e mezzo esatto di perfezione”

    da Please, Please, Please de The Smiths

    Ciao, Ari
     
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  10. Maria871901
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    troppo belle...
    :66: :66: :66: :66: :66:
     
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  11. Scrappy
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    continuo ad aggiungere, anche se a questo punto, a parte Maria che ringrazio tantissimo, non so se qualcuno stia leggendo


    A Riccardo, compagno di giochi di tante estati al mare, che non so dove sia e come stia ora.


    VI. You are so beautiful to me, can’t you see?

    Agosto 2020. Una stanza illuminata dai raggi del sole di un tardo pomeriggio estivo. Una leggera brezza muove le tende di lino bianco che schermano la finestra.
    “Marco?”
    “Sì?”
    “Mi porti la crema?”
    “Quale?”
    “Il doposole. Penso che sia nella borsa da mare”
    Marco si affaccia distrattamente sulla soglia con un flacone in mano. Vede Eva in piedi di spalle vicino alla finestra, ha un attimo di esitazione e poi si avvicina a lei. Eva si volta sentendo i suoi passi.
    “Attenta, è sporco di sabbia”
    “Grazie…”il resto della frase muore quando vede la sua espressione. Marco è immobile, la guarda con estrema e concentrata attenzione. I suoi occhi scendono dal collo, alla fossetta alla base della gola, al decolletè; sostano sulla curva dei seni per un lungo attimo e poi riprendono il loro percorso verso l’ombelico. E si fermano a contemplare una piccola striscia di pelle più bianca proprio sotto il segno del bikini.
    Eva china la testa e istintivamente si copre, Marco sposta la sua mano e con il dito accarezza quel pallido segno. Lei sente i granelli di sabbia sotto il suo polpastrello sfregarle la pelle, alza la testa e trova i suoi occhi scuri che la aspettano.

    “Dai…”
    “No, è bella. Sei bella”
    “Una smagliatura?”ride, con una punta di imbarazzo residuo “Con Marta non mi sono venute, ero più giovane …”
    “Eva, Riccardo pesava quattro chili e mezzo quando è nato!”
    “Figurati se non me lo ricordo, sono io che ho preso più di 15 chili ed ho dovuto farlo uscire…”Marco intanto si è versato un po’ di crema sulle mani e le fa segno di girarsi.“Me la faccio togliere, che dici?”
    Lui rimane in silenzio ed Eva gira il viso interrogandolo con gli occhi e poi li chiude sentendo la sua mano massaggiarle le spalle e la nuca e poi scendere sulle braccia. Le sue dita si chiudono delicatamente attorno ai polsi e lei lascia che la sposti nuovamente di fronte a sé. Lui la guarda negli occhi, si inginocchia, bacia la piccola cicatrice, poggia la guancia sul suo ventre, la avvolge con entrambe le braccia.

    "No".

    da You Are So Beautiful di Joe Cocker.

    Ciao, Ari
     
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  12. Pierina :)
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    L'ho lette adesso queste meraviglie e sono contenta che le hai posate anche qui :) :)
     
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  13. Maria871901
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    continua eh...... guarda che a me piace quello che scrivi.....
     
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  14. Scrappy
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    :wub: Maria, ma certo che continuo, le scrive essenzialmente perché mi piace farlo e continuerei anche senza pubblicarle.

    Ciao Pierina, la mia prima lettrice in assoluto :wub:

    Ari
     
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  15. Scrappy
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    questa è la seconda scena che si inserisce nel canon della serie, ed è ovviamente successiva al finale della terza

    VII. nel calore del tuo seno, nel profondo del tuo ventre

    2009, stanza di ospedale, sono le 2:00 della prima notte dopo la nascita di Marta. Eva e Marco dormono. Lei è distesa sul fianco sinistro, rivolta verso di lui che si è appisolato a braccia conserte sulla scomoda sedia di metallo accanto al letto.
    Marco si sveglia di soprassalto, guarda Eva che continua a dormire, troppo esausta per sentire il rumore della porta aperta e delle ruote del carrello che hanno svegliato lui. Osserva l’ostetrica, che si avvicina con sua figlia…sua figlia!

    La donna sta per parlare, Marco si alza e mentre si accosta alla culla le fa segno di fare silenzio.
    “Sta piangendo, che succede?”bisbiglia, ancora mezzo addormentato.
    L’ostetrica lo guarda ironica e intanto solleva la bambina e gliela porge
    “Succede che ha fame, Sig. Cesaroni. Mi dispiace, ma dovrà svegliarla” Marco la prende con grande precauzione. Nell’istante in cui se la appoggia sul petto, Marta gira la testa e comincia a ciucciare la sua maglietta di cotone, inumidendola con la saliva “A meno che non voglia provvedere lei…” Sorride ed esce dalla stanza.
    Marco va a sedersi sul letto e, proteggendo la testa di Marta con la mano, si china a baciare la fronte di Eva.

    “Eva? Amore … svegliati. Guarda chi c’è …”
    Eva apre gli occhi, annebbiati dal sonno e dalla stanchezza, ma quando lui le appoggia la bambina sul seno il suo sguardo si illumina. Si tira su leggermente contro il cuscino, si apre la camicia e sistema Marta che inizia subito a succhiare, continuando a tenere il pugno stretto attorno all’indice del padre. Rimangono così, uniti dalla bambina che si aggrappa a tutti e due, e la guardano, senza parlare, finché non si addormenta.

    “Nel cassetto ci sono dei tamponi imbevuti, me ne prendi qualcuno per favore?”
    Non riceve risposta “Marco … Marco?”alza gli occhi e comincia a ridere.
    “Cosa?… Cosa c’è?”
    “Ti sembra il momento?” un’eco della risata che le colora la voce.
    “Scusa!” il rossore gli sale dal collo al viso “E’ quasi un anno, Eva e sono …” l’imbarazzo aumenta “… sei cambiata”.
    “Passami i tamponi va, Monsieur de Lapalisse e comunque sono solo nove mesi”
    “Aspetta, Marta dorme così bene, faccio io”
    Marco comincia delicatamente a pulirla “Ti fa male?”
    “Per ora no…”
    La risposta di Eva muore in un sussurro, Marco è sul punto di prendere un altro tampone ma si blocca e dilata le pupille. Un grande sorriso spunta sulle sue labbra“Vedo che anche a te sono sembrati più di nove mesi” e mentre passa all’altro seno, sente sotto le dita il calore che è il suo tocco ora a sprigionare.

    da Ma chi ha detto che non c'é di Gianfranco Manfredi
     
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24 replies since 6/10/2014, 17:51   346 views
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