MATTEO BRANCIAMORE: «BASTA DIRE CHE SONO TIMIDO»

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  1. delia_73
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    Matteo Branciamore riparte dal palco dei Mondiali. La tribuna che sul litorale di Ostia («scriva “Ostia Beach”, fa più figo», scherza) era stata allestita per ospitare il maxi schermo su cui proiettare le partite della Nazionale, «visto com’è andata» è rimasta in uso solo per Comedy Central. Da quel palco, l’attore meglio noto (ancora per poco?) come Marco dei Cesaroni, per quattro settimane condurrà Comedy on the beach, programma d’intrattenimento estivo in onda da lunedì 21 luglio alle 21 su Comedy Central (Sky 124). È la prima volta che lo vedremo in veste di conduttore.

    Branciamore, definiamo questa nuova avventura.

    «Una follia, ma divertente. Mi piace provare varie strade, come fanno i colleghi oltreoceano: negli Stati Uniti non c’è distinzione tra chi fa teatro, cinema o televisione. Chi fa l’attore presenta e chi presenta balla anche sul palco».

    E lei se la cava?

    «Abbastanza, ma è una cosa che ho fatto soprattutto per divertirmi, e per dimostrare che non sono solo il “timido adolescente” che la gente pensa».

    Anche perché adolescente non lo sarà più da un pezzo.

    «Infatti, ho quasi 33 anni! E anche per questo sento il bisogno di buttarmi a fare cose nuove, di misurarmi e alzare la famosa asticella del limite».

    Diranno: ci prova come presentatore perché non gli va bene come attore.

    «Lo hanno già detto e mi dispiace. Non è che perché una volta faccio il conduttore cambio mestiere: Hugh Jackman presenta gli Oscar, eppure rimane sempre anche un attore. Per me questa esperienza è solo un’altra sfaccettatura del lavoro di spettacolo».

    Però ha deciso anche di dire addio ai Cesaroni.

    «Sì, ma l’avrei fatto comunque, perché ho bisogno di staccarmi e di pensare a me, alla mia crescita. Non ho nulla contro le serie lunghe e non mi permetto di sputare nel famoso piatto in cui mangio da tanti anni, ma penso sia normale avere voglia di staccare dopo cinque stagioni».

    Marco se n’è andato e non ritorna più?

    «Per ora la decisione è questa. Poi starà a me essere bravo a dimostrare che io in tv interpretavo soltanto un ruolo».

    Sarà difficile liberarsi dell’etichetta di ex Cesaroni.

    «Lo so, ma questo non significa che io nella vita possa fare solo quello. Ma tutto dipende da me».

    Ha deciso di andarsene proprio quando la serie ha deciso di rifarsi il look e diventare cool, come mostrato in anteprima proprio da Vanityfair.it

    «Per me i Cesaroni sono sempre stati cool: i numeri parlano. Certo, è una fiction popolare, non House of cards o Game of Throne, ma ha comunque una sua dignità, da sempre».

    House of cards, Game of Throne. Mai un esempio di serie Tv «alta» made in Italy.


    «Gomorra non ha niente da invidiare alle serie americane di successo. Però è vero: noi italiani non vediamo l’ora che qualcun altro cada o faccia una “cacata” per giudicarlo. Ecco perché per noi gli americani fanno sempre cose fighe. In questo Paese ci affossiamo a vicenda: appena uno fa un film di successo, l’altro non vede l’ora che vada male al botteghino. Lo stesso avviene con prodotti nazional-popolari come I Cesaroni».

    Gli Italiani le stanno stretti?

    «È che in generale sta diventando tutto più superficiale, si dà poca attenzione alle cose, e spesso ci casco anch’io: faccio cose banali, ho picchi di superficialità “di massa”».

    In che senso?

    «Non sono contrario ai telefonini, però mi fa effetto vedere tutti questi branchi di persone che stanno continuamente attaccati ai social. Ormai si vive un’emozione solo per postarla su Twitter e Instagram. Giorni fa ho letto di un ragazzo che si è fatto una selfie con la mascherina dell’ossigeno mentre era in fase atterraggio emergenza. “Guardatemi sto per morire, sto per morire”? Io ci divento scemo, ma com’è possibile ‘sta cosa?».

    Per le vacanze che programmi ha?

    «Non lo so ancora. A luglio dovrei finire col programma e poi vediamo che succede. Andrò in vacanza a schiarirmi le idee e meditare su che cosa fare della mia esistenza. Nel frattempo spero che la gente di dimentichi di me come Marco: io con il tenero e timido Cesaroni non c’entro proprio un cazzo».


    Fonte: www.vanityfair.it

     
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