Il fuoco sotto la cenere

Marco&Eva sesta serie

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  1. fufetta1
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    Chi avrà detto No alle nozze reali?? Marco o la principessa??

    E marco che cosa le avrà detto alla pricnipessa?? Se no sbaglio lui era sicurissimo di Amare la codesta principessa di lussemburgo e mi pare glielo abbia detto in faccia ad Eva

    Sapevo che a palazzo reale nn sarebbero stati rose e fiori anzi a palazzo reale regna lo noia piu totale con i soliti obblighi quotidiani....Azz Marco sarebbe stato obbligato a sposare la sua principessa a tutti i costi...diciamo na specie di ricatto della famiglia

    Povera Marta che ancora forse nn ha capito che nn stava andando al matrimonio dei suoi genitori ma al matrimonio di suo padre e tra un altra donna diversa da sua madre....Povera Eva che è come se avesse ricevuto una pugnalata anche dalla figlia che era al quanto felice di andare a quel matrimonio


    Sono proprio curiosa di leggere il prossimo capitolo
     
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  2. bella'mbriana
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    Grazie a tutti, ragazzi, siete davvero carini :wub:

    Come ho già scritto, i primi quattro capitoli sono giài, quindi li posterò abbastanza velocemente, poi vedremo...domani provo a scrivere il quinto e poi mi sa che scriverò sempre nei finesettimana. ^_^

    Quanto al fatto che Marcolino sia già tornato, be'...mi sembrava ridicolo ripetere la stessa storia della quinta serie a parti invertite, con lui che torna quando Eva si è già rifatta una vita. E poi, come ho già scritto nel topic della sesta stagione, un Marco che ogni volta che sta con una decide che in realtà vuole stare con l'altra, mi sembrava ancora più ridicolo :17:
    Quindi, ho optato per questa soluzione: lui non è tornato per Eva, almeno non consapevolmente, è tornato e basta...poi, vedremo cosa succederà :286: :286: :286:
     
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  3. fufetta1
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    Allora attendiamo il prossimo capitolo....vedremo come va a finire....

    Quindi Marco cosa si sarà inventato per annullare definitivamente il matrimonio reale....? Avrà detto Maya io non ti amo perchè amo mio padre?? Tanto per ora sembra che non sia tornato per Eva hahaahah

    Comq è molto interessante......brava laura
     
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  4. delia_73
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    Ecco qua, matrimonio saltato! Marcolino è tornato a casa da papà! Cosa succederà? :P
    Alla prossima!



    Laura hai fatto lasciare Marco e Maya :66: :66: :66:

    Ora cosa succederà? Marcolino sposerà la VERA e UNICA principessa della sua vita? :wub: :wub:


    :280: :280:
     
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  5. bella'mbriana
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    Salve, ragazzi, oggi ho scritto addirittura due capitoli, sono un treno! :17:
    Quindi, ecco a voi il terzo. Sto aggiornando proprio velocemente, non vi abituate troppo! :101:


    Capitolo 3
    La lepre e il cacciatore



    La famiglia Cesaroni al gran completo era riunita in salotto, ad ascoltare il racconto di Marco.

    “…mi sentivo soffocare, non ce la facevo più! Era come stare in un carcere!”

    “Certo, vallo a dire ai poveracci stipati nelle carceri italiane, saranno sicuramente d’accordo con te” sussurrò Eva a mezza voce, beccandosi un’occhiataccia della madre, l’unica ad averla sentita.

    “Va bene, va bene, faccio la brava” disse ancora Eva, sempre a bassa voce.

    “Ma con Maya, ne hai parlato?”

    Giulio era seduto accanto a Marco, sul divano e gli teneva una mano sulla spalla.

    Marco sospirò e guardò suo padre:

    “Certo che le ho parlato. Mi ha detto che, se la amavo, dovevo essere disposto a scendere a compromessi”

    “Addirittura! Ma senti un po’ che pretese che aveva, questa ragazza!” sussurrò ancora Eva, lanciando uno sguardo sarcastico a sua madre.

    Lucia, da parte sua, le tirò un calcio da sotto al tavolo.

    “Quello non era il posto per me, papà. Così, stamattina, sono sgattaiolato via prima che si svegliasse e ho preso il primo aereo per Roma”

    Eva, a quel punto, non si trattenne più e sbottò a voce alta:

    “Ma che gentiluomo, Marco! E dimmi un po’, almeno un bigliettino, per darle il benservito, gliel’hai lasciato alla carceriera?”

    Marco si girò verso di lei, torvo:

    “Sei contenta, eh? Dì la verità, non vedevi l’ora di rinfacciarmi l’errore enorme che ho commesso!”

    Eva lo guardò duramente:

    “Sei fuori strada. Al massimo potrei rinfacciarlo a lei, se l’avessi avvertita, ma sfortunatamente, non l’ho fatto. Mi fai proprio vomitare” prese la borsa e si avviò verso l’uscita, “E mi fa vomitare ancora di più questo comitato d’accoglienza, tutti schierati per consolare il povero Marcolino, che è appena scappato di prigione! Dovreste andare in Lussemburgo a consolare lei, piuttosto: è lei quella che è stata scaricata due giorni prima del matrimonio, non lui!”

    E detto questo, se ne andò, lasciando tutti gli altri imbarazzati e Marco a fare i conti, per l’ennesima volta, con l’enorme buco nel cuore che un suo unico sguardo gelido sapeva scavare.



    I giorni successivi, Marco li passò soprattutto a recuperare il rapporto con sua figlia. Sapeva che doveva anche pensare alla carriera, a riprendere i rapporti con la casa discografica, ecc…ma per il momento, non voleva pensarci, voleva riabituarsi a Roma, alle strade, ai caffè, voleva passare del tempo con la sua famiglia e con sua figlia.

    Certo, c’era un membro particolare della sua famiglia, che si era rivelato piuttosto sfuggente…Eva non c’era mai quando lui andava a prendere Marta e neanche quando gliela riportava. Aveva sempre qualcos’altro da fare e mandava sempre qualcun altro al suo posto, ora Alice, ora Lucia, ora Gabriella, persino Mimmo. All’inizio, non ci aveva fatto caso più di tanto, in fondo, neanche lui aveva poi tutta questa voglia di affrontarla. Ma con il passare del tempo, la sensazione che lei lo stesse evitando di proposito si faceva sempre più pressante, e la cosa cominciava a dargli parecchio fastidio.

    Insomma, quando era stata lei a lasciarlo, lui non aveva mica fatto tutte queste manfrine! Si dava tutte quelle arie da gran donna matura e poi si comportava peggio di una ragazzina di dieci anni!

    Lui ne aveva le scatole piene di quella sua aria di superiorità e decise che questo gioco al rimpiattino doveva finire. L’avrebbe costretta ad affrontarlo.

    Così, partì la caccia: provò ad appostarsi sotto casa sua o davanti alla libreria…ma lei sembrava avere le antenne. Se lo vedeva davanti alla libreria, si faceva venire la febbre e non andava a lavorare. Quanto a casa sua, una sera andò a dormire da Gabriella, mentre lui passava tutta la notte all’addiaccio davanti al suo portone e la febbre se la faceva venire sul serio.

    Ma ormai era una questione di principio…la guerra è guerra e lui l’avrebbe vinta a tutti i costi. Così, decise di passare alle maniere forti.

    Provò a farsi aiutare dai suoi familiari: prima, convinse Alice a telefonare ad Eva, dicendole che Marta stava male. Manco a dirlo, Eva si precipitò a casa Cesaroni, per trovarci Marco, seduto sul divano ad aspettarla. Fu tutto inutile, però: Eva se ne uscì dalla porta, così com’era entrata.

    Allora, disse a Rudi di dire ad Eva che avrebbe portato Marta al parco, ma che non poteva riportargliela, se magari fosse passata lei a riprenderla alle cinque, sarebbe stato meglio. Eva andò al parco alle cinque, ma da lontano vide che insieme a Marta c’era Marco e non Rudi…così, fece dietrofront e, quella sera, Marta dormì a casa Cesaroni.

    Marco stava quasi per arrendersi…ma sua figlia gli fece venire una grande idea…

    “Papà, mi porti alla festa di Mattia, sabato?”

    “E chi è, Mattia?”

    “Un mio amichetto dell’asilo…sarà una festa bellissima, ha detto che ci saranno pure gli animatori vestiti da conigli!”

    “Da conigli, hai detto?” Sul viso di Marco cominciò a delinearsi un sorrisetto di trionfo…sentiva già il profumo della vittoria, “Dimmi un po’, amore…dov’è che abita, questo tuo amichetto?”

    “Allora, mi accompagni?”

    “No, è meglio se ti fai accompagnare dalla mamma. Però, tu dimmi lo stesso dove abita, non si sa mai…”



    Eva conversava piacevolmente con gli altri genitori, seduti in veranda, mentre non perdeva di vista Marta, che era in giardino a giocare insieme agli altri bambini e ai “conigli”.

    Aveva accompagnato sua figlia alla festa di compleanno di un amichetto. Era la prima volta, a Roma, e come sempre, quando incontrava i genitori degli amichetti di Marta per la prima volta, si era sorbita tutti i commenti stupiti su “quanto fosse giovane”, “però, che bel rapporto avete”, “quanto sei coraggiosa ad essere una madre single”, ecc. ecc.

    Manco l’avesse scelto lei di essere una madre single…e poi, perché si stupivano tutti che lei e Marta avessero un buon rapporto? Come se, solo per il fatto di essere giovane, dovesse automaticamente anche essere trascurata e impaziente con la figlia.

    Vabbe’, ormai ci aveva fatto l’abitudine, bastava superare il primo momento e poi, pian piano, avrebbero cominciato a trattarla come tutti gli altri e non ci avrebbero più fatto caso alla sua età.

    “Scusa, Sandra, mi diresti dov’è il bagno?” chiese Eva alla padrona di casa.

    “Certo, entra di qui, a sinistra c’è il corridoio, lo devi percorrere tutto fino in fondo, il bagno è l’ultima porta a destra”

    “Grazie” disse Eva e si avviò, senza fare caso ad una figura “sinistra” che la seguiva.

    Arrivata in bagno, fece per chiudersi la porta alle spalle, ma un enorme coniglio rosa si intrufolò, facendole fare un balzo indietro dalla paura; poi, sempre lo stesso coniglio rosa, chiuse a chiave e buttò quest’ultima fuori dalla finestra.

    Eva era rimasta paralizzata dalla paura, per un attimo, ma subito reagì e, preso un manico di scopa, cominciò a picchiare con forza sulla testa dell’aggressore:

    “Sta lontano da me, non ti azzardare!”

    “Ahi! Eva! Eva..ahi! Smettila! Smettila, sono io!” il coniglio si tolse la testa, per rivelare il viso di Marco, “Sono io!”

    Eva, però, aveva già cominciato un movimento degno del miglior battitore di baseball ed era troppo tardi per fermarsi…così, l’essersi rivelato, non risparmiò a Marco una botta in pieno viso, violenta al punto da farglielo girare dall’altra parte.

    “Ahia!” urlò, portandosi una mano alla faccia, “Ma sei impazzita?!”

    “Ah! Adesso io sono impazzita! Ma come ti viene in mente di presentarti conciato in quel modo? Mi hai spaventata a morte!”

    “Non mi hai lasciato scelta! Sei peggio di un’anguilla, ogni volta che cerco di parlarti, mi scivoli via dalle mani!”

    Eva si impuntò:

    “Bene, continuiamo la tradizione…” e fece per avviarsi verso la finestra, ma Marco le sbarrò la strada.

    “Tu non vai da nessuna parte. Adesso te ne stai qui, parli con me e ti decidi a comportarti da adulta!”

    Eva lo guardò, sarcastica:

    “Sei vestito da coniglio e parli di comportarsi da adulti?”

    Marco non seppe cosa rispondere…effettivamente, a guardarsi, era abbastanza ridicolo.

    Ad un tratto, Eva cominciò a ridere. Prima piano, a piccoli singulti soffocati, poi non si trattenne più e la risata divenne aperta e fragorosa. Marco non poté fare a meno di unirsi a lei.

    “Certo che ne hai di fantasia, però!”

    Continuarono a ridere, finché i loro sguardi si incrociarono: occhi che ridevano, ognuno riflesso nell’altro…il sorriso svanì immediatamente dalle labbra di entrambi e si affrettarono a distogliere lo sguardo.

    Eva fu la prima a ritrovare la voce:

    “Be’…” cominciò imbarazzata, “forse è meglio se usciamo di qui, per parlare” lo guardò, sorridendo, “così, magari ti metti anche un po’ di ghiaccio su quell’occhio”

    “Ok” mormorò Marco.

    Sì, era meglio uscire da quel bagno. Cominciava a mancargli l’aria, era troppo stretto…già, proprio troppo stretto.



    Seduti al tavolo della cucina di Sandra, Eva e Marco parlavano, mentre lui si teneva il ghiaccio sull’occhio sinistro.

    “Scusami, è stata tutta colpa mia” sospirò Eva, “Hai ragione, mi sono comportata da ragazzina. Io non è che avevo intenzione di evitarti per sempre, però…quando ho visto che tu cominciavi a fare di tutto per incontrarmi, non lo so…mi è preso come una specie di frenesia, come se fosse una guerra e io la dovessi vincere a tutti i costi”

    Marco rimase senza parole. Incredibile, ormai era più di un anno che non stavano più insieme, eppure, è come se continuassero a pensare con un unico cervello. Anche lei aveva pensato alla guerra, anche lei ci aveva preso gusto a combatterla. Che poi, cos’era che gli piaceva tanto a fare la guerra con lei?

    “Che fai, non dici niente? Ce l’hai con me?” continuò Eva, visto che Marco era rimasto zitto per due minuti, a guardarla e basta, senza dire niente.

    Marco si riscosse dai suoi pensieri:

    “No no, non ce l’ho con te” disse, “Insomma…un pochino sì” aggiunse, toccandosi l’occhio che gli faceva male.

    Sorrisero entrambi.

    “Va bene, ti prometto che da oggi in poi farò la brava” disse Eva, “domani, vengo a portarti Marta a casa e mi farò trovare, quando me la riporterai”

    La risposta di Marco fu completamente inaspettata, e non soltanto per Eva:

    “Perché non passiamo la giornata tutti e tre insieme, invece? Domani è domenica, mica devi lavorare…”

    Eva rimase a bocca aperta e ci mise qualche secondo, prima di rispondere:

    “Non lo so, Marco…ti sembra il caso?” disse, guardandolo negli occhi.

    Marco distolse lo sguardo. Non lo sapeva neanche lui da dove gli era uscita quella proposta, però…non voleva rinunciarci.

    “Perché no? È solo una giornata insieme, non mi sembra questa gran cosa…giusto per cominciare di nuovo ad essere una…” si interruppe, prima di dire “famiglia”

    “Una…cosa?” chiese Eva

    “Una coppia separata, che però mantiene rapporti amichevoli, per il bene della figlia” la guardò negli occhi, “E anche perché, in fondo, ci vogliamo sempre bene, no?”

    Già, solo che il bene che mi vuoi tu non è lo stesso che ti voglio io, pensò Eva. Però, Marco aveva ragione, non poteva cominciare a fare storie soltanto per una giornata insieme.

    “Va bene” sorrise, “passeremo la giornata insieme”

    “Bene” anche Marco sorrise, come un bambino.

    “Però, tu quel ghiaccio tienitelo bene, altrimenti non serve a niente” disse Eva, allungando il braccio per sistemargli il ghiaccio sull’occhio. Nel farlo, però, si avvicinò troppo e le loro labbra stavano quasi per sfiorarsi.

    Eva e Marco si allontanarono bruscamente l’uno dall’altra. Marco si alzò in piedi e mise via il ghiaccio.

    “Vabbe’, tanto ormai il danno è fatto. È meglio che vada adesso, ci vediamo domani”

    Marco uscì in fretta. All’improvviso, pure la cucina era diventata troppo stretta.



    Tornando a casa, Marco si sentiva euforico.

    Passeggiava lentamente, respirando a pieni polmoni e non si ricordava da quanto tempo non si sentiva così felice.

    Doveva essere il trionfo per la vittoria…era riuscito a parlare con Eva, aveva vinto lui la guerra.

    Sì, doveva essere quello, per forza.

    Non era certo il pensiero di passare una giornata intera insieme a lei! Ma no, come gli veniva in mente…lui non era più innamorato di Eva, giusto?

    Anzi, lui era ancora innamorato di Maya, solo che era un amore impossibile: le differenze sociali, alla fine, erano state più forti.

    Ma questo non voleva dire che lui avesse smesso di amarla, lui l’amava come sempre e soffriva per la sua manc…Marco si fermò di botto, davanti al portone di casa.

    All’improvviso, si era reso conto di non aver pensato neanche una volta a Maya, da quando era tornato a casa.

    Non vuol dire niente, è stato solo perché ero preso completamente da Marta

    …e dalla guerra con Eva, suggerì una vocina nella sua testa, che però lui non volle ascoltare.

    Aprì il portone, attraversò il giardino ed entrò in casa. Non aveva nemmeno appoggiato le chiavi sul mobiletto all’ingresso, quando sentì una voce familiare che lo chiamava:

    “Ciao, Marco”

    Marco si voltò di scatto. Davanti a lui, nel salone, con le valigie ancora ai piedi, c’era la donna che lui aveva appena deciso di amare ancora.

    “Maya!”

    “Non posso stare senza di te” lo abbracciò di slancio, “Vivremo dove vuoi tu, non mi importa…basta che stiamo insieme”

    Marco ci mise qualche secondo, ma poi, rispose all’abbraccio.

    Si era sbagliato: il loro amore era più forte di tutto.

    Più forte anche dello strano senso di delusione che provava, al pensiero di non poter passare più la giornata con Eva.

    Pensavate di esservi liberati di Maya, eh?
    E invece no, vi ho fregati un'altra volta! :255:
    E vi dirò di più, nel prossimo capitolo, vi organizzo una bella uscita a quattro! (anzi, a cinque :286: :286:)


    CITAZIONE (fufetta1 @ 19/1/2013, 09:46) 
    Quindi Marco cosa si sarà inventato per annullare definitivamente il matrimonio reale....? Avrà detto Maya io non ti amo perchè amo mio padre?? Tanto per ora sembra che non sia tornato per Eva hahaahah

    Vabbe', adesso non è che per lasciare una devi dire per forza che sei innamorato di un'altra! :255:
    Ci sono anche altri motivi per terminare una relazione, anche se i nostri autori sembrano ignorarlo :P
     
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  6. nanacy
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    Laura intanto ti rinnovo i complimenti ;) ;) davvero molto bella la tua ff.. sai in effetti mi sembrava troppo bello x essere vero!! già pace fatta solo al terzo capitolo!! però sn contenta che hai fatto tornare maya, anzi un pò me l'aspettavo così adesso la storia diventa sempre più interessante!! :17: :17:
     
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    Lauretta,ho letto tutti i capitoli che avevo in arretrato.
    Devo complimentarmi con te per la storia di Ahmed e Yasmine che racconta un amore vero e reale e che,come hai scritto tu, splende di luce propria e non ha bisogno di gesti eclatanti.Loro si che hanno dovuto superare ostacoli insormontabili al contrario dei principini.Marta che ha fissa per la principessa ma quando diverrà grande si renderà conto che sono altre le persone da ammirare.
    Andrea mi sta troppo simpatico.
    La favoletta di Marco è già terminata,lui è allergico alle responsabilità e alle regole,meglio tornare a casuccia sua.
    Si è pentito subito di aver rifiutato Eva ma prima di riuscire a riconquistarla dovrà soffrire tanto.
    Marco come al solito è fuggito di nascosto.
    Eva è stata grande nel dire che quella da compatire è la mantide religiosa.
    Marco ha meritato le botte che gli ha dato Eva anche se non è stata una cosa voluta.
    Mi hai sorpreso, non mi aspettavo il ritorno di Maya.
    Come la prenderà Eva?
    :280: :280: :280: :280: :280: :280: :280: :280: :280: :280:

    Edited by marek - 21/1/2013, 16:12
     
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  8. fufetta1
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    Che persecuzione sta Maya pure qui ce la dobbiamo sorbire...pazienza

    Cmq bella laura....un uscita a cinque??? Marco Eva Maya e chi ??
     
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  9. jameskirk88
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    Maya II - Il ritorno :189: :189: :189: :189: :258: :258: :258: :258: :258: :258: beh mica poteva essere così facile sbarazzarsi della principessa, sennò che gusto ci sarebbe :255: :255: :255: :255: :255: :255: Per quanto riguarda cip e ciop, due scene fenomenali: la prima quella del ritorno di Marco, con Eva giustamente innervosita dal modo in cui tutti cercavano di consolare il figliol prodigo. "“Ma che gentiluomo, Marco! E dimmi un po’, almeno un bigliettino, per darle il benservito, gliel’hai lasciato alla carceriera? troppo forte Eva :258: :258: :258: :258: :258: :258: :258: :258: Ma il "piano" di Marco per riuscire a parlare con Eva è stato straordinario.. travestirsi da coniglio gigante e chiuderla in bagno :258: :258: :258: :258: :258: e lui che parlava di comportarsi da adulti con addosso quel costume da coniglio, sfido che Eva si sia messa a ridere :17: :17:
    Ora voglio vedere cosa combinerà Marcolino, visto che l'hai di nuovo rimesso al centro del triangolo maledetto :255: :255: :255: :255: e nel frattempo Eva che farà, cercherà di consolarsi con il paparazzo della Zavattini?
    Tienici aggiornati, e ovviamente :280: :280: :280: :280: :280: :280:
     
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  10. cristalamber
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    Non ho mai pensato che che ci saremmo liberati di Maya così di colpo, non sarebbe stato giusto. Questo poteva accadere solo nella fiction vera. Ma voi scrittori di questo forum non siete così superficiali come i nostri amati autori. Sono molto contenta che ci sia ancora la principessina.
    Uscita a cinque Laura? Stai parlando di Eva, Andrea, Marta, Marco e Maya? Se è così, non vedo l'ora che posti di nuovo.
    E' inutile, a me Marco ed Eva piacciono tanto quando litigano.
    Eva che si mette nei panni della principessa e arriva anche a comprenderla. Come può crescere Marco con un papà che gli dà sempre ragione? Non è cambiato niente, sempre il solito Marco che in un modo o nell'altro le prende sempre.
    Laura non penserai mica di accoppiare Andrea con la principessina vero? Sai...la passione per la fotografia...No, no, no...

    Ma in che modo Eva avrà ancora a che fare con Andrea? Lei non ha accettato il lavoro offertole dalla Zavattini. Lui la cercherà? Si incontreranno "per caso"?
     
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  11. amorucciotuo
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    mi sono divertita tantissimo leggendo questo capitolo!!!!!!! gli appostamenti, il travestimento, le mazzate... :258: :258: :258: :258: :258: :258: poi è inutile: l'adrenalina e le emozioni che trasmettono quei due sono indescrivibili :wub: :wub: :wub: :wub: ora parlando dei personaggi singolarmente: ha fatto bene eva a sbottare...e che cavolo: tieni e tieni sembra che lui è l'unico che conosce le pene dell'inferno.. questa eva mi piace tantissimo, bella tosta; marco, nonostante sembri colui che soffre xk il mondo congiura contro di lui, mi è piaciuto per il fatto che ha insistito con eva, poi la scena sul divano è tutto dire.. :wub: :wub: :wub: :wub: :wub:
    maya, maya, maya.... beh che dire??? prima viene fuori e prima si toglie d.......i mezzo, diciamo così...
    che il giovane andrea per un qualsiasi motivo si unisca alla combriccola?? magari scatenando qualche gelosia morta e sepolta?? aspetto con ansia il seguito ^_^ ^_^
     
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  12. bella'mbriana
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    CITAZIONE (cristalamber @ 20/1/2013, 22:16) 
    Laura non penserai mica di accoppiare Andrea con la principessina vero? Sai...la passione per la fotografia...No, no, no...

    :woot: :woot: :woot: :woot: Orrore!!!! Ma ti pare che accoppio Andreuzzo mio con quella cosuccia insignificante???? Neanche morta! :alienff:

    Quanto al "come" Andrea rientra in scena...non ti resta che aspettare ancora un po' :286: :286: (non tantissimo ^_^ )

    Grazie a tutti per i complimenti, siete sempre carinissimi :wub:
     
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  13. fufetta1
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    Laura posta presto...Voglio vedere quanto ci metterà Marcolino a mollare quell'essere insignificante e quanto ci mette a capire chi ama veramente.......Sono curiosa....attendo i tuoi capitoli con ansia

    Laura potresti proporti come autrice nn sarebbe male

    ;) ;) ;) ;) ;) ;) ;) ;) ;) ;) ;) ;) ;) ;) ;) ;) ;)
     
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  14. Bunny88
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    Ho letto con piacere i capitoli che hai scritto! La storia di Ahmed e Yasmine è quella che si può definire Amore con la A maiuscola! Altro che Sua Pietanza Insalata Scondita e Pincopallino! MI sono molto piaciuti questi capitoli! Soprattutto il ritorno di Marco! Deve passare le pene dell'inferno prima di riavere Eva!!! :evil: :evil: :evil: E sono contenta che hai reinserito Sua Pietanza Insalata Scondita! Non era giusto liquidarla e basta! Marco deve prenderne anche da lei! Lasciarla in quel modo! Quasi quasi mi dispiace per lei! :sarcasm: Ho detto quasi!

    e :280: :280: :280: vivissimi!!!! Posta presto! ;)
     
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  15. bella'mbriana
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    Rieccomi a voi, ragazzi
    Questo è il capitolo di Andrea. Sarà presente anche in quello successivi, ovviamente, ma non in un ruolo centrale come adesso.
    Diciamo che, se Marco ed Eva sono i protagonisti della FF presa in toto, Andrea è il protagonista di questo capitolo. ^_^
    Mi è venuto un po' lunghetto (che ci volete fare, il ragazzo me gusta :P ), così l'ho sdoppiato.
    Questa è la prima parte. Buona lettura!


    Capitolo 4
    Il giullare di corte
    (parte prima)



    Marco e Maya avevano passato la notte in mansarda, come ai vecchi tempi. Lei gli aveva professato ancora una volta tutto il suo amore e aveva ribadito che, per lui, era disposta a rinunciare alla sua vita di sempre e a trasferirsi in pianta stabile alla Garbatella.

    Lui, invece, era stato più prudente:

    “Maya, io non voglio che tu rinunci alla tua vita per me, non è giusto”

    “E cosa dovremmo fare, secondo te, rinunciare al nostro amore?”

    Marco aveva tirato un lungo sospiro:

    “Non lo so…è complicato”

    Lei gli aveva preso il viso tra le mani:

    “È complicato solo se siamo noi a complicarlo, Marco. Non era complicato, prima che io me ne andassi”

    “Era diverso, avevi litigato con tuo padre, non avevi scelta…”

    “Certo che ce l’avevo una scelta, rinunciare a te. Ed è la stessa che ho ora, la stessa che non voglio fare e non farò mai!”

    “Ma non voglio essere io la causa delle tue rinunce, lo capisci?”

    “No, non lo capisco. Pare quasi che tu fossi più contento quando mio padre ci ostacolava!”

    Marco sospirò ancora. Aveva ragione lei, non poteva lamentarsi di vivere a corte, poi lamentarsi che lei decidesse di vivere a Roma…era ridicolo.

    “Senti, facciamo così. Non prendere nessuna decisione, ora. Facciamo passare un po’ di tempo, magari potremo trovare un compromesso fra la Garbatella e il Palazzo reale…”

    Lei sorrise:

    “Tipo il castello di mia nonna?”

    “Eh, per esempio! Non era male vivere al castello di tua nonna!” sorrise lui.

    E così, la “disputa” fu appianata.

    Il giorno dopo, Eva arrivò a casa Cesaroni insieme a Marta, come stabilito, e grande fu il suo stupore quando vide chi venne ad aprirle la porta.

    “Buongiorno, Eva”

    Eva strabuzzò gli occhi e rimase senza parole per qualche secondo:

    “Ma-Maya! Come mai qui?”

    Maya si girò verso Marco, che intanto aveva raggiunto l’ingresso:

    “Be’, sai com’è: sono tornata lì dove avevo lasciato il cuore” e detto questo, mise un braccio intorno alla schiena di Marco e gli diede un bacio sulle labbra, mentre lui sorrideva imbarazzato.

    “Ah, bene!” il sorriso di Eva era sincero come Pinocchio, “Be’, allora, che si fa? Lascio Marta con voi, o magari preferite starvene da soli, per oggi…”

    “No no, siamo già stati soli tutta la notte” Maya parlava con la sicurezza di chi non considera più l’altra una rivale, “io e Marco ne abbiamo già parlato, possiamo fare come avevate programmato…solo che invece di tre, saremo in quattro!”

    “In quattro..” ripeté Eva, perplessa, “cioè, vuoi dire…noi quattro, tutti insieme…”

    “Appassionatamente!” rise Maya, “Proprio come una vera famiglia allargata!”

    Eva sorrise ancora, con la stessa sincerità di prima.

    Perfetto! Si prospettava una giornatina davvero indimenticabile!



    Dopo un paio d’ore al parco, Eva era già stremata: le cose si erano messe anche peggio di quanto pensasse. Come sempre, Marta si era scatenata e non faceva che correre qua e là, Maya coi tacchi a spillo difficilmente poteva starle dietro e Marco era praticamente monopolizzato dal suo amore ritrovato. Ragion per cui, erano due ore che non faceva che correre e, nei rari momenti di riposo, doveva sorbirsi le effusioni dei due piccioncini.

    Finalmente, riuscì a convincere Marta a restare un attimo seduta sul prato e giocare ai mimi. Ad un certo punto, la bambina si mise le mani davanti alla faccia, i pollici e gli indici uniti, a mimare il gesto di chi scatta una foto.

    “Oh, questa è facile…una macchina fotografica!” disse Eva.

    Marta scosse la testa:

    “No, è il fotogafo di Babbo Natale!”

    Oddio, ma aveva il chiodo fisso! Da quando avevano conosciuto Andrea, non faceva che nominarlo in continuazione.

    “Non ti preoccupare, Marta, sono sicura che gliel’ha detto a Babbo Natale che sei stata buona”

    “No!”

    “Come no?”

    La bambina indicò col dito:

    “È là”

    Eva si voltò nella direzione indicata da Marta e, nascosto fra gli alberi, c’era proprio “il fotografo di Babbo Natale”, intento a scattare una foto dopo l’altra. L’oggetto del suo interesse, però, non erano lei e Marta, bensì…Marco e Maya!

    Eva si alzò di scatto e prese in braccio Marta:

    “Stai un po’ con papà e Maya, amore, la mamma deve fare una cosa”

    Andrea era impegnatissimo a scattare foto alla coppia reale, a cui adesso si era aggiunta anche Marta, per cui Eva ebbe gioco facile ad avvicinarsi a lui senza che se ne accorgesse.

    “Che stai facendo?”

    Andrea fece un balzo, colto di sorpresa, ma quando la vide, il solito sorriso sbarazzino comparve sul suo viso:

    “Oh-oh, ma guarda un po’ chi c’è! Il principe e la principessa ti hanno assunta come bambinaia?”

    Eva fece una smorfia:

    “Non sei divertente e, comunque, non hai risposto alla mia domanda”

    “E il tuo fine intuito giornalistico non basta a darti la risposta?”

    “Smettila di fare il cretino! La Zavattini aveva detto che avrebbe rinunciato all’articolo su Marco e Maya”

    “Non esiste mica solo la Zavattini! Sai quanti direttori di giornale sono disposti a pagare oro per queste foto?” Fece un sorriso a 32 denti e agitò il pugno in segno di trionfo, “Stavolta svolto sul serio!”

    “Scordatelo! Dammi quella macchina!”

    Eva fece per afferrare la macchina fotografica, ma Andrea si spostò di scatto, facendola finire faccia a terra.

    Eva si portò una mano alla fronte:

    “Ahi! Oddio, oddio…”

    Andrea si preoccupò:

    “Ma che ti sei fatta male?”

    Si avvicinò a lei, allungando una mano per vedere come stava. Eva fu lesta ad approfittare del momento, gli strappò la macchina fotografica dalle mani e la gettò in una pozzanghera.

    Ad Eva dispiacque di non avere anche lei una macchina di fotografica, perché la faccia che aveva fatto Andrea era assolutamente da incorniciare: sembrava Sansone quando scopre che Dalila gli ha tagliato i capelli.

    “La mia macchina fotografica!” si girò verso Eva con uno sguardo omicida, “Potrei ucciderti per questo. La mia macchina fotografica è una cosa seria, l’unica cosa seria di tutta la mia vita!”

    “Be’, allora che aspetti? Vattela a riprendere, no?” disse Eva serafica, e si allontanò con un sorriso di trionfo.

    Presto, però, si sarebbe pentita…

    Più tardi, Marta era sulle giostre ed Eva, Marco e Maya la guardavano da lontano.

    Ad un tratto, Eva si sentì afferrare per le spalle e qualcuno la fece volare per aria, facendole fare un girotondo e poi abbracciandola:

    “Amore, quanto mi sei mancata!”

    Andrea le schioccò un bacio sulle labbra, che fece strabuzzare gli occhi a Marco e sorridere di sorpresa Maya. Quanto a Eva, mancava poco che le venisse un infarto.

    “Ma che…che…?”

    “Sei emozionata anche tu, amore? Lo so, sarei dovuto tornare fra una settimana, ma mi mancavi troppo. Non mi presenti ai tuoi amici? Salve, io sono Andrea” si girò verso Marco, sorridendogli e tendendogli la mano

    “I-io sono Marco” rispose quest’ultimo, a fatica e gli strinse la mano, lanciando un’occhiata perplessa ad Eva.

    “Marco? Ma allora tu sei il padre di Marta! Eva non fa altro che parlare di te!” si girò verso Maya, senza dare a Marco il tempo di rispondere, “Quindi lei dev’essere la principessa. Lieto di conoscerla, Sua Altezza” disse Andrea, con un baciamano degno di un gentiluomo alla corte di Francia.

    Maya lo guardava, divertita:

    “Piacere mio. Scusa, ma…posso chiederti perché hai i pantaloni bagnati?”

    “Oh, quelli…sono caduto in una pozzanghera. Sai, la fretta di raggiungere il grande amore della mia vita” lanciò un’occhiata significativa ad Eva, “che per fortuna, ho ritrovato sana e salva”

    “Hai detto che sei appena tornato da un viaggio?” chiese Maya

    “Sì, in Siria” disse Andrea con aria solenne, “Sono un fotografo di guerra”

    Eva strabuzzò gli occhi

    “Wow!” disse Maya, “e non hai paura?”

    “In realtà, quelli che fotografa ad avere paura di lui…” cominciò a dire Eva

    “Ma questo cappello è meraviglioso!” disse Andrea, affrettandosi a cambiare argomento e afferrando il cappello rosso di Maya. “Te l’hanno fatto su misura?”

    “Be’, sì, è un modello esclusivo…” adesso, Maya cominciava ad essere un po’ perplessa.

    La perplessità si tramutò in orrore, quando il cappello volò via dalle mani di Andrea, come colto da una folata di vento e si andò ad incastrare fra i rami alti di un albero.

    “Oddio, il mio cappello!”

    “Non preoccuparti, amore, vado a prendertelo” Marco si avviò verso l’albero, lanciando un’occhiata truce ad Andrea.

    Eva vide l’espressione compiaciuta sul viso di Andrea e già si immaginò una copertina di qualche giornaletto scandalistico, con la foto ridicola del “principe consorte che si arrampica su un albero per riprendere il cappello della sua amata”

    “Marco, fermo!”

    Marco la guardò, perplesso.

    “Ci andrà Andrea a prendere il cappello a Maya. In fondo, è colpa sua se è arrivato lassù” disse Eva, guardando torva Andrea

    “Oh, lo farei ma…in Siria una granata mi si è conficcata nella gamba, non posso proprio, mi dispiace”

    Marco si stava già avviando…

    “Aspetta, Marco, ci…ci vado io” lo fermò Eva, “Tu…tu devi portare Marta sulle macchinine, gliel’hai promesso”

    Marco non sembrava convinto, ma Eva non gli diede il tempo di replicare e cominciò subito ad arrampicarsi.

    Be’…la cosa non fu proprio automatica. Eva non si era mai arrampicata su un albero, neanche da ragazzina. Poi, con la gonna, la cosa era ancora più difficile. Fu uno spettacolo abbastanza divertente, soprattutto per Andrea e Maya.

    “Amore, attenta a come ti muovi, non mostrare troppo…lo sai che sono geloso”

    Andrea se la stava godendo un mondo. Non aveva nessuna intenzione di scattare una foto a Marco mentre si arrampicava sull’albero, ma sapeva che Eva l’avrebbe pensato…e aveva ottenuto esattamente lo scopo che si era prefisso.

    “Tesoro, stai andando dalla parte sbagliata. In alto a sinistra c’è un appiglio, allunga un po’ il braccino…brava! Ops!” disse, quando l’appiglio si spezzò in mano ad Eva, che rischiò di cadere, “Scusa amore, non mi ero accorto che era un ramo secco!”

    Se si potesse ammazzare col pensiero, Andrea sarebbe stato bello che stecchito da un bel pezzo. Eva gli stava mandando tante di quelle maledizioni, da fare invidia alla peggiore fattucchiera voo-doo…peccato che non avesse i poteri.

    Aspetta che scendo da quassù e te lo faccio ingoiare questo cappello!

    Alla fine, l’impresa fu portata a termine con successo, anche se lo svolgimento non era stato proprio un capolavoro.

    “Grazie, Eva” disse Maya, ridendo, “Però, complimenti! Io non ci sarei mai riuscita ad arrampicarmi!”

    Il tono canzonatorio di Maya era evidente. Andrea decise che, dopotutto, ora che si era vendicato di Eva, poteva anche darle una mano:

    “Ci credo” disse, rivolto a Maya, “con quei tacchi a spillo dev’essere difficile anche camminare sul prato. Le scarpe da ginnastica sono vietate dal protocollo?”

    Maya rimase interdetta. Andrea poggiò il braccio intorno alla spalla di Eva e, insieme, si diressero verso Marco e Marta.



    Seduti ad un caffè, con Marta che mangiava un gelato gigante, Andrea stava raccontando ad una divertita Maya e ad un molto meno divertito Marco, di come lui ed Eva si erano “conosciuti”

    “È stato un colpo di fulmine. Eravamo alla Cappella Sistina. Lei era lì, lo sguardo in aria, che guardava il soffitto con un’espressione rapita…e io sono stato subito rapito da lei. Non ho potuto fare a meno di cominciare a scattare delle foto”

    Eva si accigliò…c’era stata sul serio alla Cappella Sistina, nei mesi precedenti.

    “E poi?” chiese Maya, che si stava interessando al racconto.

    “Be’, naturalmente lei si è accorta che la stavo fotografando…sveglia com’è” disse ironico, guardando Eva, che realizzò che lui le foto alla Cappella Sistina gliele aveva fatte sul serio e lei non se ne era accorta per niente, “e quindi, si è avvicinata e mi ha dato un pugno sul naso”

    “Veramente, era un calcio” corresse Eva, non volendogliela dare vinta completamente.

    “Hai ragione, amore, ma ero talmente abbagliato dalla tua bellezza, che ho fatto confusione”

    Maya rise:

    “Be’, anche tra me e Marco l’inizio è stato un po’…tempestoso, vero amore?” e si girò verso di lui per dargli un bacio sulle labbra.

    La faccia di Eva si adombrava ogni volta che i due piccioncini si scambiavano effusioni.

    Andrea le si avvicinò e le sussurrò all’orecchio:

    “Sei troppo trasparente, dolcezza. Se continui a guardarlo con quell’occhio da pesce lesso, lui si sentirà sempre più forte di te”
    Eva sospirò:

    “E cosa dovrei fare, secondo te? Illuminami”

    In quel momento, lo stereo del locale cominciò a trasmettere la Lambada

    :114: Chorando se foi quem um dia so me fez chorar
    Chorando se foi quem um dia so me fez chorar
    Chorando estara, ao lembrar de um amor
    Que um dia nao soube cuidar
    Chorando estara, ao lembrar de um amor
    Que um dia nao soube cuidar
    :114:

    “Amore, hai sentito! La canzone del nostro primo bacio!” esclamò Andrea

    Eva lo guardò interdetta. Andrea le mise un braccio intorno alle spalle, la strinse a sé e guardò Marco:

    “Sapete cosa vogliono dire le parole di questa canzone? Dice: se ne andò piangendo, chi un giorno mi fece piangere. Starà piangendo, ricordando un amore di cui un giorno non seppe prendersi cura” il tono in cui pronunciò le parole della canzone, guardando Marco, era significativo. Poi, si rivolse di nuovo ad Eva: “Amore, dobbiamo assolutamente ballarla” la fece alzare in piedi e cominciarono a ballare.

    Marco ne aveva piene le scatole. Si alzò bruscamente:

    “Devo andare in bagno” e si avviò verso l’interno del locale. Non aveva nessuna intenzione di starsene lì a guardare Eva e quel…quello lì che ballavano la lambada!

    Mentre ballavano, Andrea si rivolse ad Eva, trionfante:

    “Hai visto? L’abbiamo distrutto!”

    “Quando hai intenzione di finirla, con questa sceneggiata?” gli chiese Eva

    “Andiamo, non fare l’ipocrita!” sogghignò Andrea, “avresti potuto smascherarmi in qualsiasi momento e non l’hai fatto. Ti stai divertendo anche tu, dì la verità!”

    Eva non poté fare a meno di sorridere:

    “E va bene…un po’”ammise, “Però, tu smettila di strusciarti”

    “Amore, è così che si balla questa canzone. Io il ballo lo prendo molto seriamente”

    “Non era la fotografia, l’unica cosa seria della tua vita?”

    “Be’, c’è la fotografia, il ballo…e anche un’altra cosa” aggiunse, con un sorrisetto

    Eva non aveva dubbi su quale fosse “l’altra cosa”. Però, su una cosa aveva ragione Andrea: lei si stava proprio divertendo.
    Doveva ammettere che quel ragazzo cominciava a starle simpatico…e poi, era anche carino. E anche un gran ballerino.

    Finita la Lambada, si era fatta ora di pranzo e Maya li invitò tutti a mangiare al castello della nonna.

    “Al castello?” spalancò gli occhi Andrea, con il volto che si illuminava.

    Un paio di foto dei piccioncini al castello e mi sistemo per tutta la vita!

    Ad Eva sembrò quasi di vedergli il simbolo del dollaro negli occhi, come nei fumetti di zio Paperone.

    “Grazie per l’invito, Maya, ma prima dobbiamo passare a casa di Andrea, per lasciare la macchina fotografica” lo guardò, con un sorriso angelico, “Non vorrai rischiare di perdere le foto della Siria, vero, amore?”

    Andrea la guardò, torvo, poi sorrise a mezza bocca:

    “Certo, cara”

    2-1, palla al centro, pensò Eva.

    Era proprio diventata una Cesaroni: adesso pensava pure per metafore calcistiche!


    Eccoci qua, questa è la prima parte.
    Nella seconda, ci spostiamo a Palazzo. Alla prossima!
    :kiss:
     
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