I CESARONI - CAPITOLO V

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    Proprietario della bottiglieria

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    CITAZIONE (bella'mbriana @ 16/2/2012, 15:00) 
    Oh, finalmente, era dai tempi della zuffa fra Marco ed Eva che ci mancava una bella rissa di classe, con professoressa che ci va di mezzo! :255: :255:

    Mi piace questo nuovo ingresso (soprattutto il nome, Diego :napoli: :255:) e preferisco di gran lunga questo Rudi al clone di Marco che sembra abbiano in serbo gli autori...una bella scazzottata, sì!!! RIS-SA! RIS-SA! :66: :66: :66:

    E Marcolino che capisce al volo Mimmuccio? Il tuo Marcolino è sempre una spanna al di sopra di quello della fiction, in tutte le tue FF, dai cesaroni 4 ai 3, a quella di adesso. E' un piacere leggerle e innamorarmi di nuovo del mio personaggio preferito :wub: :wub: :wub:

    Non ci annoi affatto, sei bravissimo! :280: :280: :280:

    :quoto: :quoto: :quoto:
    Jhon,anche questa volta sei stato bravissimo.
    Una bella litigata in classe era proprio quello che si voleva.
    La professoressa non fa proprio una bella figura,alcuni studenti prendono di mira un loro compagno e lei non interviene per difenderlo e per sedare subito la discussione.
    Diego è un nome favoloso. :napoli: :napoli: :napoli: :napoli: :napoli:
    Concordo con Laura anche su marco:il tuo è molto più sveglio rispetto a quello della serie.
    :280: :280: :280: :280: :280: :280: :280: :280: :280: :280:
     
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  2. checca.68.9
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    :woot: :woot: :woot: Eccomi con un po' di ritardo a leggere il nuovo capitolo, che dire Jhon,qui ritroviamo i nostri amati Cesaroni, Marcolino che con sorpresa ritrova il piccoletto di casa innamorato e che gioca a rugby e Rudi che scatena la rissa :258: :258: :258: :258: :258: complimenti davvero,penso che invece della V serie ci divertiremo di piu a leggere i capitoli delle vostre FF :101: :100: :280: :280: :280: :280: :280: :280: :280:
     
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  3. jameskirk88
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    Beh ragazzi, questo non sapevo proprio come spezzettarlo... quindi ve lo posto tutto intero, magari lo leggete a puntate, perchè è leggermente lungo :wacko: :17: .. capitolo conclusivo del primo episodio, buona lettura : :lol: :lol: :lol:


    Cinque del pomeriggio, a casa Cesaroni...


    Giulio, gesticolando: "Non ci posso credere oh.. non ci posso credere.. un giorno di scuola.. uno.. anzi, due ore e mezza neanche.. ecco il tempo che c'ha messo per farsi sospendere.. ma te rendi conto, si?? Te ne rendi conto????"
    Lucia cercava di tranquillizzarlo, ma quando Giulio si prendeva di quelle arrabbiature con il suo caro Rudy, calmarlo era un'impresa molto difficile, quasi impossibile.
    Giulio: "Ma dico io, che t'è saltato in mente???"
    Rudy: "Non potevo fargliela passare liscia"
    Giulio: "Eh certo, così adesso c'hai 'na sospensione addosso dopo manco un giorno di scuola.. in un anno come questo, ma dico io.. nell'anno della maturità, l'anno più importante di tutta la tua vita scolastico.. te te lo bruci subito, ancora prima di partire... ma bisogna essere proprio pazzi.. pazzi da legare.. pazzi da manicomio!!"
    Lucia, sospirando: "Giulio, per favore..."
    Alice, seduta accanto a Rudy, intervenne prima di dargli il tempo di proseguire: "Giulio.. guarda che Rudy ha ragione, ha detto la verità.. non è stata colpa sua.. non è stato lui a cominciare. Ha solo preso le difese del nuovo arrivato.. lo stavano trattando malissimo e la cara professoressa Brunori non ha mosso un dito per fargli smettere... come se dire le cose a bassa voce fosse meno grave che dirle urlando.. oppure con un pugno in faccia... e credimi, quei tre se lo sono meritato..."
    Giulio: "Già, ma ora lui è sospeso proprio come quegli altri tre.. per due settimane.."
    Rudy: "Una settimana..."
    Giulio: "Capira, cambia tanto.."
    Rudy: "Tu che avresti fatto al mio posto??"
    Giulio: "Qui nun se sta parlando de me..."
    Rudy: "Beh fai finta che stiamo parlando di te.. tu che avresti fatto al mio posto?? Te ne saresti stato senza far niente e senza dire niente??? Soltanto perchè stavano dando fastidio a uno che ha ripetuto la quinta per due volte??"
    Giulio: "Lascia perdere Rudy...."
    Rudy: "No, ora mi rispondi!!"
    Giulio: "E va bene.. io avrei fatto sicuramente come te..."
    Rudy: "Ah ecco...."
    Giulio: "Si ma te nun sei me.. io in quinta superiore nun ce sò mai andato, capito?? Mai.. ce sarà un motivo, no?? E sicuramente io non sono un esempio da prendere.. se proprio ti va di prendere esempio da qualcuno, prendi esempio da Lucia.. ma certo non da me.. e non credere che questo migliori la tua situazione..."
    Lucia, mettendogli una mano sulla spalla: "Senti, ci parlo io con Stefania, va bene? Se è andata come hanno raccontato i ragazzi..."
    Alice: "E' andata così', mamma!"
    Lucia: ".. allora penso che si possa anche.. mitigare un po' la punizione, per Rudy.. e per i suoi amici..."
    Giulio, gesticolando: "Hanno fatto a pezzi l'aula.. nun c'è rimasto manco una sedia in piedi...!!"
    Lucia: "Sono sicura che quando Stefania saprà com'è andata veramente.. ci ripenserà. Vedrai.."
    Giulio, allargando le braccia: "Speriamo...sennò qui la promozione te la scordi ancora prima di cominciare.. per non parlare della maturità.. ma guarda te oh.. roba da nun ci credere... da nun ci credere.. e te che fai ancora qui?? Vai su a cambiarti e a metterti qualcosa di decente.. mi sembri un reduce de guerra, me sembri... vai!!"
    Rudy e Alice si incamminarono verso le scale, quando sentirono qualcuno che bussava alla porta.
    Alice: "Vado io"
    Aprì la porta, e quando si accorse di chi aveva davanti rimase per diversi secondi senza parole, prima di gettargli le braccia al collo sorridendo sorpresa.
    Alice: "Marco??!! Ma sei tu?? Mamma, Giulio.. guardate chi c'è!!"
    Lucia si avvicinò a loro, abbracciando Marco: "Ma guarda che bella sorpresa.. Giulio, hai visto chi è tornato??"
    Giulio, sorridendo: "Lo so lo so.. ci siamo già salutati..."
    Lucia: "Ah ma allora lo sapevi.. e non ci hai detto niente!!"
    Marco, sorridendo: "Volevamo fare una sorpresa.. e ci siamo riusciti, a quanto pare"
    Lucia: "E ci siete riusciti si.. come stai???"
    Marco: "Bene bene.. non c'è male"
    Lucia: "Ma che.. sei in permesso?? O sei in vacanza??"
    Marco: "Sono ai box"
    Lucia: "Come?"
    Marco, sorridendo: "Niente niente... poi ti spiego" Stava per salutare Rudy, quando si accorse di com'era conciato.
    Marco: "Rudy...??"
    Rudy: "Ehi fratello!! Che c'è, che è quella faccia??"
    Marco: "Ma.. che hai combinato?"
    Rudy: "Niente"
    Marco: "Come niente??"
    Rudy: "Ah, dici per i vestiti?? Non ti preoccupare... mi sono solo divertito a demolire la classe, a prendere a pugni tre deficienti, e a beccarmi la sospensione più veloce nella storia della scuola.. tutto a posto..."
    Marco, dubbioso: "Papà...??"
    Giulio: "Lasciamo perdere vai.. che è meglio... lasciamo perdere..."
    Marco: "Hai già portato su la mia sacca??"
    Giulio: "Si si, è tutto su, al piano di sopra.. ah Marco..."
    Marco: "Si?"
    Marco: "La sacca te l'ho messa sul tuo vecchio letto nella stanza dei tuoi fratelli.. però se vuoi dormire nella camera in mansarda.. il letto e tutto il resto stanno sempre li.. sai ormai sei grande, se vuoi la tua libertà non c'è problema..."
    Marco, scuotendo la testa: "No no, per carità... non ci penso nemmeno.. la mia.. la nostra vecchia cameretta andrà benissimo. Grazie papà"
    Giulio, annuendo: "Va bene"
    Marco salì su per le scale, con Alice, Rudy e Mimmo che lo accompagnavano al piano di sopra.
    Marco: "Allora.. mi spieghi che hai combinato??"
    Rudy: "Ora te lo dico.. dovevi esserci, sono stato troppo forte..."
    Giulio, gesticolando: "Ma lo senti.. lo senti che dice, quel degenerato???!!"
    Lucia: "E dai Giulio..."
    Giulio, allargando le braccia: "Roba da matti..."
    Lucia: "Quand'è arrivato Marco?"
    Giulio: "Oggi... stamattina, insomma.. c'ho parlato prima di tornare a casa, stavo per venire a dirtelo, poi mi hai chiamato per darmi quest'altra bella notizia.. e m'è passato de mente, m'è passato..."
    Lucia: "Ma .. non era ancora imbarcato?"
    Giulio: "Me sa di no, ha perso il lavoro..."
    Lucia: "Cosa?"
    Giulio: "Niente, pare che la sua compagnia sia fallita... resterà qui con noi finchè non troverà un altro imbarco.. o magari un altro lavoro.. magari..."
    Lucia: "Sono sicura che gli farà bene stare un po' a casa con la sua famiglia"
    Giulio, sospirando: "Spero faccia bene anche ai fratelli.. perchè ho come l'impressione che quest'anno, tra tutti e due, avranno un gran bisogno di un fratello maggiore.."
    Lucia, annuendo: "Potresti avere ragione si..."
    Giulio, sorridendo: "Una volta tanto... capita anche a me"


    Domenica mattina, al campo sportivo della Rugby Roma


    Sulle tribune

    "Oh oh.. ammazza, ma questo è gioco duro oh..."
    Ezio, scuotendo la testa: "Ma che gioco duro..."
    Cesare, gesticolando: "Gli è andato addosso come un treno merci!!"
    Ezio: "Come se vede che nun sei mai stato a una partita de rugby"
    Cesare: "Ma perchè, te ci sei mai stato?"
    Ezio: "No..."
    Cesare: "E allora de che stai a parlà?? Come fai sempre te.. parli per da aria alla bocca.. ma perchè nun te stai zitto 'na volta tanto!!"
    Ezio: "Che c'entra, nun ce sò stato ma lo vedo tutti i sabati in televisione oh.. guarda che conosco le regole meglio de quanto conosca il funzionamento del carburatore nell'automobili d'ultima generazione..."
    Cesare: "Capirai, se è per quello ce vuole poco..."
    Ezio: "Si si, fai lo spiritoso fai..."
    Giulio: "Ma la volete piantà voi due? Me state scassando i timpani.. e pure qualcos'altro.."
    Ezio: "Lascialo stare..nun conosce le regole"
    Cesare: "Ah io eh??"
    Ezio, allargando le braccia: "Ignoranza sportiva"
    Cesare, inalberandosi: "A chi hai detto ignorante oh???!!"
    Giulio, alzando gli occhi al cielo: "Oh tutte le volte finisce così.. tutte le volte... volete stare zitti e farmi seguire la partita in santa pace, che Mimmo sta pure giocando bene.."
    Rudy, seduto proprio dietro di loro: "Davvero eh.. chi se lo sarebbe aspettato che il nanetto giocasse bene a rugby.. certo..."
    Giulio: "Cosa?"
    Rudy: "Speriamo solo che qualcuno non lo tocchi, perchè appena lo fregano.. non so come va a finire"
    Alice, seduta accanto a lui: "Non essere pessimista"
    Rudy: "Non sono pessimista.. sono realista"
    Cesare: "Beh in effetti nun è che sia proprio un armadio"
    Ezio: "Più che un armadio sembra un vestito.. un po' ristretto"
    Giulio: "Guardate che non conta solo la corporatura, ma pure un sacco d'altre cose: la velocità, lo scatto, l'intelligienza.."
    Cesare: "E tutte 'ste belle qualità nun poteva metterle al servizio della nostra gloriosa squadra de quartiere?"
    Giulio: "Uh.. a Cè, nun ricominciamo"
    Cesare: "C'aveva un posto fisso garantito nella squadra della Romulana, la squadra più gloriosa di tutto il panorama calcistico dilettantistico romano.. come glie sarà venuto in mente d'andà a cambià sport e diventà un giocatore de rugby, proprio nun lo so.."
    Giulio: "C'aveva voglia de cambià.. è giovane, c'ha quindici anni.. c'avrà pure il diritto de sceglie lo sport che glie piace di più, o no??"
    Cesare: "Per carità, chi dice de no.. però al campetto della Romulana 'ste cose nun glie sarebbero successe..."
    Dopo una mischia furibonda in mezzo al campo Mimmo aveva preso la palla e si era lanciato nella metà campo avversaria, ma non era riuscito ad eludere il placcaggio di uno degli avversari che lo aveva letteralmente sollevato di peso dal terreno e lo aveva spinto al di fuori del rettangolo di gioco. Quando tre avversari si furono alzati da terra, due compagni di squadra arrivarono e sollevarono faticosamente Mimmo da terra: sembrava un po' acciaccato e un po' dolorante alla gamba destra, ma nel giro di pochi secondi si era già rimesso in piedi.
    Giulio: "Visto??"
    Cesare: "Beh questo va detto.. il sangue è quello dei Cesaroni, nun ce sò dubbi..."
    Lucia, seduta accanto a Giulio, sembrava un po' meno entusiasta: "Giulio.. non sarà che alla fine Mimmetto nostro andremo a riprenderlo un pezzo alla volta?"
    Giulio: "Ma chi lui? Ma non lo vedi che è una roccia?!"
    Lucia, guardando verso il campo: "Beh.. insomma..."

    In campo


    Se si fosse scontrato con un treno merci in corsa sui binari avrebbe sentito meno male. Stava quasi per gettare la spugna e restare a terra come un pugile stanco di essere gonfiato dal suo avversario, ma non appena incrociò lo sguardo divertito ed esultante del suo caro amico Romoli la voglia di mollare gli passò di colpo. A costo di dover tornare a casa in barella, non avrebbe abbandonato il campo prima della fine della partita. Togliere il sorriso dalla faccia di quel simpaticone non aveva prezzo.
    Mimmo: "Andiamo forza.. dobbiamo piazzarci per la touche.."
    Beltrame: "Mimmo?"
    Mimmo: "Si?"
    Beltrame: "Forse è meglio che vai a bordo campo"
    Mimmo: "Ma che dici? Guarda che non è niente"
    Federici: "Cesa.. ti sanguina il naso"
    Mimmo: "Cosa??!"
    Federici: "Eh si.. non puoi stare in campo finchè non ti smette di sanguinare, conosci le regole.."
    Mimmo, gesticolando: "Si si, lo so... vabbè faccio in un attimo, voi intanto piazzatevi bene eh.. che quelli quando escono dalla touche riescono sempre a coglierci di sorpresa e andare verso la linea dei 22..."
    Beltrame: "Non ti preoccupare, ci pensiamo noi"
    Mimmo uscì dal campo andando incontro al medico della squadra che già si stava avvicinando a lui.
    Mimmo: "Doc.. perdo sangue!!"
    Il medico: "Lo vedo lo vedo.. non ti preoccupare, rimediamo subito"
    Mimmo: "Faccia presto per favore!!"
    Il medico, sorridendo: "Sei tanto ansioso di tornare a prendere qualche altro pugno??"
    Mimmo: "Si!"
    Il medico, tamponandogli la ferita: "Ah, andiamo bene.. vai, per me sei a posto.. attento che non si riapra la ferita, se succede l'arbitro ti rifarà uscire un'altra volta.."
    Mimmo si sfregò il naso con un dito e se ne pentì due secondi dopo: "Ahio!!! Che male.. ma non sarà rotto??"
    Il medico: "No no.. per fortuna no, però stacci attento... sono contusioni molto dolorose.."
    Mimmo, massaggiandosi il naso: "Me ne sono accorto"
    A pochi metri da loro, dietro la rete che divideva il campo dalla zona delle tribune, qualcuno lo stava seguendo con molta attenzione.
    Marco, sorridendo verso di lui: "Ehi.. ce l'hai un secondo??"
    Mimmo, voltandosi indietro: "Marco.. ma allora ci sei??"
    Marco: "Credevi che potessi mancare?"
    Mimmo: "Non ti vedevo in tribuna"
    Marco: "Dal campo la partita si vede meglio.. vieni un po' qui... "
    Mimmo, avvicinandosi alla rete: "Che c'è?"
    Marco: "Ve la state cavando bene.. davvero... "
    Mimmo: "Eh, siamo una bella squadra... "
    Marco: "Si, che in questo momento però sta giocando con un uomo in meno...."
    Mimmo: "Cosa?"
    Marco: "Mimmo.. ci stai mettendo troppa foga.. cerchi sempre di sfondare di forza, ma devi sempre tenere a mente che di tutti e trenta i giocatori che stanno in campo, tu sei quello che ha.. meno possibilità di tutti di vincere un contrasto contando solo sulla forza delle braccia.. non so se mi spiego.."
    Mimmo: "Non possiamo perdere.. non oggi!!"
    Marco, sorridendo: "Si, questo l'ho capito.. ma se continui a caricare a testa bassa come un toro inferocito non sarai di nessun aiuto ai tuoi compagni.. tu non ha queste qualità, però ne hai altre che sono molto più importanti..."
    Mimmo: "E quali?"
    Marco: "La velocità, l'agilità... e il cervello.. scommettiamo che se cerchi di battere il tuo amico con queste armi.. riuscirai a metterlo al tappeto??"
    Mimmo, annuendo: "Forse hai ragione.. la sto affrontando nel modo sbagliato.. certo, se non puoi abbattere uno che è due volte più grosso di te, l'unica cosa da fare è..."
    Marco: ".. non provarci neanche.. anche perchè ci sono molti modi per mettere al tappeto un avversario.. non è detto che per farlo sia proprio necessario di sbatterlo a terra.. almeno non letteralmente.."
    Mimmo annuì e alzò lo sguardo: "Mi è venuta un'idea.. ma certo, perchè non ci ho pensato prima?? Grazie Marco, sei grande.."
    Marco, sorridendo: "Vai adesso, che i tuoi sono uno in meno..."
    Mimmo: "Oh caspita, hai ragione!! Romoli, a noi due...!!"
    Marco, sorridendo e scuotendo la testa: "In bocca al lupo, Mirko Bergamasco!"
    Dopo aver avuto l'autorizzazione dall'arbitro Mimmo rientrò in campo, proprio mentre la sua squadra si apprestava a rimettere in gioco il pallone con una mischia a proprio favore, nella metà campo degli avversari.
    Mimmo, avvicinandosi ai compagni: "Ohi ragazzi... schema 4 ad uscire..."
    Uno dei suoi compagni: "Cosa??"
    Un altro: "Mimmo, ma sei sicuro?? Guarda che se ti placcano un'altra volta toccherà raccattarti con un cucchiaino..."
    Mimmo: "Tranquillo.. non succederà, stavolta..."
    "Sei sicuro??"
    Mimmo: "Sicurissimo... 4 ad uscire, forza, dai!!"
    Al segnale dell'arbitro la palla fu rimessa in gioco e i due pacchetti di mischia si scontrarono a testa bassa e mani giunte. Lo scontro durò diversi secondi, nei quali il pacchetto avversario sembrò per un attimo avere la meglio, poi l'inerzia passò di nuovo al pacchetto di mischia della squadra di Mimmo. L'esterno alla mischia riuscì finalmente ad afferrare l'ovale e lo smistò immediatamente verso il mediano di spinta piazzato a qualche metro di distanza. Mimmo, ovviamente.
    Prese la palla tra le mani e si lanciò come una saetta verso l'area dei 22 della squadra avversaria. Eluse due tentativi di placcaggio, e al terzo si ritrovò davanti la sua bestia nera. Eccolo li, il bestione insopportabile che da un po' di tempo gli stava guastando il sonno. E adesso cercava di guastargli anche l'esordio nella sua nuova squadra. Eh no, era davvero troppo. Bisognava fare qualcosa.
    Mimmo avanzò per qualche altro metro zigzagando con la palla tra le mani e puntò decisamente verso il suo avversario, ma arrivato a pochissimi metri da lui, smise di avanzare. Cambiò improvvisamente direzione, puntò prima in orizzontale e poi sembrò tornare leggermente indietro verso la linea di metà campo.
    Romoli scattò verso di lui preparandosi a sbatterlo a terra per l'ennesima volta in quella partita.
    Romoli: "Che fai Cesaroni, scappi?? Ti sei stancato di mangiare polvere?? Tanto è inutile, puoi scappare quanto vuoi, tanto alla fine finirai sempre per terra!!"
    Mimmo si fermò di colpo in un punto preciso del campo, Romoli gli andò incontro e si lanciò su di lui per effettuare il suo solito ruvido placcaggio sull'uomo. Stavolta però qualcosa andò storto.
    Mimmo si spostò con un guizzo felino sulla destra, e Romoli che era già partito in quarta con il suo placcaggio non potette evitare di portarlo a termine. Con una piccola differenza, che anzichè atterrare l'avversario era riuscito nell'ardua impresa di sbatacchiare l'arbitro in persona sul terreno di gioco.
    Mimmo si lanciò verso di nuovo verso l'altra metà campo, corsa che si arrestò pochi secondi dopo, come lui stesso aveva previsto, perchè i due giudici di linea dovettermo fermare il gioco per andare a sincerarsi delle condizioni dello sventurato arbitro che quel giorno aveva avuto la bella sfortuna di capitare proprio su quel campo da rugby.
    Lo scontro aveva provocato l'ilarità generale su tutte le tribune dove la gente rideva a crepapelle.
    Romoli si stava giusto spiegando con i due giudici di linea intorno al capannello che si era formato in mezzo al campo, quando Mimmo si avvicinò a loro.
    Mimmo: "Accidenti che botta.. Romoli, ma ti sembra il modo questo di giocare??!!"
    Romoli, puntando il dito contro di lui: "E' lui.. è lui.. è tutta colpa sua, l'ha fatto apposta.. l'ha fatto apposta!!"
    Mimmo: "Ma che stai farneticando?? Io stavo cercando di schivarti, non potevo certo sapere che dietro di me c'era l'arbitro"
    Romoli: "Bugiardo.. sei il solito maledetto bugiardo!!!"
    Mimmo: "Senti, se non riesci a distinguere la differenza tra un arbitro e un giocatore.. non dare la colpa a me..."
    Ci vollero quattro compagni di squadra per evitare che Romoli cercasse di fare un altro placcaggio, un po' meno sportivo, al suo avversario.
    L'arbitro, che si era appena rialzato da terra, si avvicinò al capannello "Adesso basta.. basta!! Numero quindici...." Si avvicinò direttamente a romoli e gli spiattellò in faccia un inequivocabile cartellino rosso: "Vai fuori!!"
    Romoli: "Cosa?? E perchè???"
    L'arbitro: "E me lo domandi.. palese condotta antisportiva atta a mettere in pericolo l'incolumità dell'avversario.. sei espulso, esci dal campo, subito!!!"
    Romoli, trascinato via dal campo dalla sua squadra: "Io non c'entro.. è lui.. è lui.. è sempre lui, quella piccola serpe velenosa!!! Cesaroni... non finisce qui!!!"
    Mimmo, annuendo: "Invece per te finisce proprio qui... mi dispiace"
    Romoli: "Brutta carogna.. infame!!!!"
    Mimmo, stringendosi nelle spalle e rivolgendosi ai suoi compagni, che stavano ancora ridendo: "Non sa perdere.. che ci volete fare??"

    Sugli spalti


    Marco raggiunse in quel momento tutto il resto della famiglia sulle tribunette sedendosi tra Giulio e Cesare.
    Giulio: "Marcolì.. ma l'hai visto Mimmetto??"
    Marco: "L'ho visto si..."
    Cesare: "Certo male nun se la cava..."
    Marco: "Direi proprio di no"
    Lucia: "Ma che succede ora?"
    Marco: "Battono una rimessa laterale.. sono vicinissimi all'area di meta...dai Mimmo, che ce la fai!"
    Dalla touche la palla arrivò di nuovo a Mimmo che la prese tra le mani e si involò verso l'area di meta. Due avversari si mossero verso di lui per fermarlo ma i loro placcaggi andarono a vuoto, e il piccoletto che a inizio partita aveva fatto sorridere più di una persona sugli spalti entrò nell'area di metta e schiacciò l'ovale sull'erba del terreno di gioco. Pochi secondi dopo tutti i suoi compagni di squadra l'avevano raggiunto per alzarlo di peso e portarlo in trionfo come l'eroe della giornata. Mancavano cinque minuti alla fine della partita e ora la squadra di Mimmo era avanti di venti punti. Non era ancora finita, ma ormai si poteva anche cominciare a festeggiare. Era fatta.
    Giulio, saltellando come un matto: "Evvai.. evvai... evvai.. grande Mimmo!!!"
    Cesare, gesticolando: "Quello è mio nipote.. capito.. mio nipote!!"
    Ezio: "Grande Mimmo, lo dicevo io che se partiva in velocità glie faceva tutti secchi.. sei un mito sei, un mito..." Aveva appena finito di parlare e di saltellare quando si accorse di aver messo un piede in fallo. Quando si accorse che stava per cadere cercò di rallentare la caduta afferrando prima la camicia di zio Cesare e poi mettendo una mano sulla testa del malcapitato che aveva avuto la sfortuna di scegliere il suo posto per vedere la partita proprio davanti a Ezio. Ovviamente tutto questo non servì a niente, e nel giro di due secondi Ezio aveva trascinato a terra insieme a lui sia zio Cesare sia altri tre spettatori che stavano guardando la partita sotto di loro, praticamente aveva decimato metà del pubblico sulla tribunetta.
    Cesare, che era rotolato un paio di metri più avanti: "Ahhhhhh... ahi ahi... ahi ahi.. che male.. che male... li mortacci tua, e chi poteva essere a fa sto casino.. te, nun potevi esse che te!!! Ahi ahi... ahhhh..."
    Lo spettatore sotto di lui (letteralmente): "Mi state schiacciando.. alzatevi!!"
    Lo spettatore accanto a loro: "La gamba, la gamba!!"
    Ezio si appoggiò alla gradinata sopra di lui e riuscì faticosamente a sollevarsi in piedi, alzando le braccia: "Tranquilli tranquilli.. nun me sò fatto niente.. tutto a posto, nun me sò fatto niente"
    Cesare non lo lasciò finire e gli rifilò subito un calcione talmente forte negli stinchi da fargli subito smettere di dire che per lui era tutto a posto.
    Cesare: "Ah disgraziato, nun lo vedi che hai distrutto mezzo stadio.. invece de dà una mano alla gente stai a fa il pavone...damme 'na mano, imbecille!!"
    Ezio: ".. ahò ma che sei impazzito, me stavi a rompe la gamba!!"
    Cesare, gesticolando: "E me dispiace che non te l'ho rotta!!"
    Mentre Giulio e gli altri superstiti al disastro che aveva combinato Ezio cercavano di riportare la calma e di aiutare i malcapitati che se l'erano cavata peggio (Cesare compreso), due persone a bordo campo stavano seguendo la partita con stati d'animo un po' diversi...


    Dopo aver trasformato il calcio piazzato successivo alla meta, Mimmo tornò correndo verso la sua metà campo, avvicinandosi giusto un attimo alla rete che separava il campo dalle tribune.
    Mimmo, alzando la mano: "Marco!!"
    Marco, salutandolo con un cenno della mano: "Vai vai.. campione!!"
    Mimmo ricambiò il saluto e poi raggiunse i suoi compagni nella metà campo per giocare gli ultimi minuti che mancavano prima della fine della partita. Prima di ricominciare a giocare cercò con lo sguardo qualcuno, prima sulle tribunette e poi vicino alla rete di bordo campo. Gli ci volle qualche secondo prima di trovare chi stava cercando, e quando ci riuscì, si limitò a farle un piccolo cenno con la testa.
    E quando vide che Matilde sorrideva verso di lui scuotendo la testa.. capì che il messaggio era arrivato.
    Ed evidentemente, era stato anche apprezzato.


    Casa Cesaroni, un'ora dopo...


    "Ahia!! Me fai male, porca d'una miseria ladra e zozza!!! Stai attenta!!”
    Pamela, sospirando: “Mamma mia Cè, che sarà mai.. per un livido...”
    Cesare era sdraiato su di un fianco sul divano del soggiorno, ma anche in quella scomoda posizione riuscì a trovare il modo di gesticolare, e ovviamente di farsi ancora più male di quello che già aveva.
    Cesare: “Un livido?? Ma che sei impazzita??!!Questa è roba da ospedale.. anzi guarda.. Giulio.. Giulio!!”
    Giulio: “Oh.. che gridi, guarda che sto qua...”
    Cesare: “Ah stai li??”
    Giulio: “E dove vuoi che sia.. che c'è??”
    Cesare: “Giulio.. chiama il pronto soccorso, l'ambulanza.. l'ospedale, il 118, il 112, il 113...”
    Rudy: “.. tombola!”
    Alice, guardandolo male: “E dai...”
    Cesare: “Se se, sfottete.. io intanto sto qui in agonia, sto...”
    Ezio, dietro di loro: “Eh vabbè.. che esagerazione.. che dovrei dire io, che so caduto sotto de te.. capirai, per tre secondi c'ho avuto un transatlantico sulle spalle, eppure guarda oh: sano come un pesce, fresco come una rosa..”
    Cesare, voltandosi verso di lui: “Guarda, se me ripiglio da 'sta botta.. farai meglio a cambià città.. anzi no, farai meglio a espatriare, perchè se te becco per bene nun vorrei essere in te.. ce siamo capiti??!! Ahia... Pamè, me stai a scorticà!!”
    Pamela, alzando gli occhi al cielo: “Mamma mia, che delicato...”
    Giulio: “Vabbè quando abbiamo finito de medicà il moribondo...”
    Cesare: “.. moribondo ce sarai!”
    Giulio: “... ce ne andiamo tutti a mangià il pesce al ristorante del Moro.. che oggi dobbiamo festeggià la prima vittoria d'un Cesaroni in una partita de rugby!!”
    Cesare si dimenticò per un attimo del suo livido e si voltò indietro: “... 'ndo annamo??”
    Giulio: “Al ristorante del Moro.. a Fiumicino... è perfetto..”
    Cesare: “Oh ma li conosciamo i listini di 'sto ristorante si??”
    Pamela: “Ah Cè...”
    Cesare: “Come Cè... li sappiamo o no??”
    Giulio: “Eh certo che li conosciamo, nun te preoccupà...”
    Ezio: “Certo.. e poi come se dice oh.. alle brutte brutte, il malato paga il conto...”
    Cesare: “Ah se dice eh.. e chi lo dice??”
    Ezio: “Come chi lo dice.. lo dice... lo dice.. eh mò nun me viene il nome, ma uno lo dice di sicuro...”
    Cesare, gesticolando: “Ma che dici.. cosa.. cosa dici, cosa... te nun sei un uomo, sei un disastro ambulante.. sempre colpa tua oh.. sempre colpa tua!!”
    Ezio: “Eh certo, mò è sempre colpa tua”
    Cesare, gesticolando: “Sempre!!!”
    Pamela: “Cesare, sei troppo nervoso”
    Cesare: “Eh certo che so nervoso, co' certa gente intorno.. ahiaaa!!”
    La famiglia si azzuffava. A pochi metri da loro, appoggiato alla parete, Marco li guardava, sorridendo tra se e se.
    Marco, alzando gli occhi al cielo: “Eh... bentornato a casa...”



    Un capitolo fiume come ai vecchi tempi :uhm: :258: :258: .. spero non vi siate addormentati sulla tastiera.. se avete retto fino alla fine, vi comunico che nel prossimo episodio entreranno in scena altre due new entry previste nella quinta serie: Francesco, l'amica d'infanzia di Marco, e... e vabbè, d'altronde il dente bisognava toglierselo prima o poi.. e Maya :wacko: :wacko: :wacko: .. ci sarà anche la comparsata di una vecchia conoscenza, non proprio graditissima.. :huh: :huh: :huh:
    A presto con il secondo episodio :253: :253:
     
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  4. NicolettaBranciamore871
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    Bravissimo Jhon :280: che bello rivedere Marcolino di nuovo a casa anche se a casa ha trovato tutti tranne una xsona :wacko: :wacko: :wacko: ecco haimè c'è la principessina sul pisello che viene dall'India :( :( :(.....la vecchia conoscenza e chi sarebbe Jhon non ci fare tenere sulle spine ;) ;) ;)

    Edited by NicolettaBranciamore871 - 28/2/2012, 21:00
     
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  5. delia_73
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    Jhon mamma mia un pò piu lungo no? :17: :17:

    Certo che tra Mimmo col naso rotto e zio cesare con il bernoccolo in fronte Rudy che a momenti si fa menare da Giulio per avere aiutato i compagni di calsse stanno ben messi :wacko: :wacko:

    :280: aspettiamo il seguito.
     
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  6. bella'mbriana
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    John, è proprio un piacere leggere un tuo capitolo ^_^ .
    Oggi ero stanchissima, e leggere la tua FF è stato come bere un bicchiere d'acqua fresca, dopo aver camminato a lungo sotto il sole: sono i nostri Cesaroni, quelli di una volta, tutti, nessuno escluso (anche se sai che ce n'è uno che mi piace più degli altri :P )

    E finalmente, sei ritornato alla tua lunghezza standard, cominciavo a preoccuparmi! :255:

    Non vedo l'ora di leggere il secondo episodio, bravissimo! :280: :280: :280:

    CITAZIONE (jameskirk88 @ 23/2/2012, 13:34) 
    e vabbè, d'altronde il dente bisognava toglierselo prima o poi.. e Maya :wacko: :wacko: :wacko:

    John, ma cosa farai con Maya? Ce l'avrà la storia con Marco? :sick: :sick:
     
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    Jhon,le tue FF ci riportano sempre ai Cesaroni originali.
    Questo episodi è stato particolarmente divertente.
    Ti ringrazio fin da ora perchè Maya non avrà una storia con Marco almeno nella tua FF.
    Chissà perchè quando leggo che ci sarà una comparsata di una vecchia conoscenza non proprio graditissima penso sempre al Gamberone.
    Sarà stata Delia a contagiarmi
    Posta presto.
    :280: :280: :280: :280: :280:
     
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  8. checca.68.9
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    :100: Effettivamente aveva ragione Delia..capitolo un po' lunghetto. :255: :255: .pero' ne è valsa la pena :woot: :woot: ..finalmente i Cesaroni.. anche Marco nonostante la gran confusione che si trova intorno si sente finalmente a casa..tra Mimmo,zio Cesare mezzi acciaccati il casinista Rudi sta messo proprio bene ma questi sono i nostri Cesaroni che abbiamo subito amato fin dalla prima serie e grazie a te Jhon li possiamo rivivere..a quando il prossimo capitolo ? :280: :280: :280: :280: :280: :280: :280: :280:
     
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  9. jameskirk88
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    Pensavate di esservi liberati di me eh?? Niente di tutto questo :17: :17: ... la FF sui Cesaroni 5 continua, con il secondo episodio.. che inizia con un capitolo lunghino, come al solito :255: :255: :255: Buona lettura (almeno spero :wacko: :258: :258:)



    EPISODIO 2 - COME UN PESCE FUOR D'ACQUA





    Casa Cesaroni, 2 ottobre 2012, ore 7.30 del mattino


    "Nano, è mai possibile che trovi la tua roba sparsa dappertutto..."
    "Senti chi parla..."
    "La prossima volta che trovo i tuoi calzini ai piedi del mio letto li sbatto fuori dalla finestra"
    "Provaci e io sbatto fuori dalla finestra le tue scarpe!!"
    "Quelle scarpe costano più di te!!"
    Marco si rigirò almeno tre volte nascondendo la testa sotto il cuscino, ma anche con un paio di tappi per le orecchie non sarebbe riuscito ad ignorare il baccano che facevano i suoi fratelli appena si alzavano dal letto.
    Marco: "Ma insomma..."
    Rudy, alzandosi dal letto: "E' tutta colpa sua.. prenditela col nano"
    Mimmo: "Non è vero, è colpa sua... è nervoso perchè ieri sera la fidanzata gli ha dato buca!!"
    Rudy, tirandogli addosso la maglietta: "Pensa ai fatti tuoi!!"
    Marco, alzando la testa dal cuscino: "E' proprio indispensabile che facciate tutto questo baccano ogni mattina??"
    Rudy: "Fratello, stai invecchiando.. "
    Marco, passandosi una mano tra i capelli: "Eh.. forse hai ragione..."
    Mentre si vestiva Mimmo osservò per qualche secondo il fratello maggiore che si voltava dall'altra parte, cercando di riprendere sonno.

    Mimmo, pensando tra se e se: "E' inutile... sono due settimane che Marco è tornato a casa, ma proprio non riesce a riabituarsi alla vita "normale" di casa Cesaroni. Sembra ancora il classico pesce fuor d'acqua... certo lo posso capire: tornare a casa, dopo tanto tempo, dopo tutto quello che era successo... in realtà c'è una persona che potrebbe aiutarlo a tirarsi su di morale: Walter Masetti. Peccato che Walter sia letteralmente dall'altra parte del mondo..."

    Un altro rito della prima mattina di casa Cesaroni: tre colpi secchi sulla porta della camera quando la sveglia segnava esattamente le sette e trentacinque minuti.
    Giulio: "Allora, ve volete muovere??"
    Rudy: "Arriviamo papà"
    Mimmo: "Siamo pronti"
    Giulio: "Oh tutte le mattina la stessa storia.. poi va a finire che fanno tardi a scuola e se prendono pure la nota sul registro de classe.... per litigare avete tempo tutto il giorno, ora muovetevi, forza!!"
    Mimmo si infilò in fretta e furia maglia e pantaloni e uscì di corsa dalla camera, anticipando il secondo passaggio di Giulio che di solito veniva sempre cinque minuti dopo il primo, se ancora non si erano decisi a uscire dalla camera da letto.
    Rudy ovviamente aveva molta meno fretta e per finire di vestirsi ci mise tre volte il tempo che aveva impiegato il fratello minore.
    Rudy: "Oh.. tu non ti alzi??"
    Marco, voltandosi verso di lui: "Non corro il rischio di prendere una nota sul registro, se ti preoccupi di questo..."
    Rudy: "Ah no di sicuro... che programmi hai stamattina??"
    Marco: "Beh dunque, vediamo un po'.. gli stessi programmi di ieri mattina.. quindi si fa molto presto a farne un riassunto: assolutamente niente"
    Rudy: "Eh dai, non prenderla così.. prendila come una bella vacanza..."
    Marco, sorridendo: "Grazie, ma la cosa non mi conforta molto" Si alzò a sedere sul letto: "Ufff.. un paio d'anni fa avrei fatto i salti di gioia all'idea di avere tutto questo tempo libero... adesso invece non riesco a riabituarmi all'idea di avere ore e ore nelle quali non ho assolutamente niente da fare. Non hai la più pallida idea di quanto mi annoi..."
    Rudy, sospirando: "Vorrei potermi annoiare un po' anch'io, non sai quanto..."
    Marco: "Posso immaginarmelo"
    Rudy: "Senti, capisco che ti manchino la tua nave, il tuo lavoro, i tuoi compagni... però non è mica detto che tu debba startene tutto il giorno ad annoiarti senza far niente"
    Marco: "Sono aperto a qualunque suggerimento"
    Rudy: "Hai provato a cercare un lavoretto?? Qualcosa da poco magari... che so, barista, cameriere... anzi guarda, perchè non chiedi a zio Cesare ti trovarti un posto in bottiglieria??? Già me lo immagino che saltella dappertutto perchè qualcuno ha finalmente deciso di onorare la tradizione di famiglia"
    Marco, ridendo: "Eh, forse ci penserò su..."
    Rudy: "Scendi a fare colazione con noi?"
    Marco, sospirando: "Va bene va bene... dammi un minuto..."
    Rudy: "Bravo, così ti voglio"
    Marco: "Tu però vai, sennò tra un minuto....."
    Altri tre colpi sulla porta della camera da letto.
    Giulio: "RUDY!!!"
    Marco, ridendo: "... ecco appunto..."
    Rudy, sbuffando: "Mamma mia quant'è noioso quell'uomo!!"
    Giulio: "Guarda che t'ho sentito, ah delinquente!! Te vuoi sbrigà che s'è già fatto tardi??!!"
    Rudy: "Arrivo arrivo.. " Si voltò verso Marco prima di uscire: ",.. anche tu, vero?"
    Marco, annuendo: "Si va bene.. arrivo..."
    Rudy, uscendo dalla porta: "Bravo...!"
    Marco sbadigliò un paio di volte e poi si decise ad alzarsi dal letto. Si affacciò un attimo alla finestra della sua camera, guardando fuori.
    Marco, sospirando: "Un'altra giornata di vacanza... coraggio Marco, il mondo ti aspetta"


    Liceo Ugo Foscolo, classe di Rudy e Alice, qualche ora dopo


    In mezzo ai tanti che passeggiavano lungo i corridoi a ricreazione iniziata c'erano anche Rudy e i suoi amici. Il gruppetto stava discutendo molto animatamente poco distante dalla porta della classe. L'argomento era di quelli seri: il 4 ottobre si avvicinava, e il 4 ottobre era il giorno in cui Rudy Cesaroni avrebbe compiuto niente meno che i suoi 18 anni. Per l'occasione, Rudy aveva già pensato da un bel po' di tempo a una festa di quelle con la F maiuscola da organizzare dietro le mura (e dentro il giardino) di casa Cesaroni. Aveva pensato proprio a tutto, compresa la interminabile lista degli invitati, che comprendeva circa il 90% della popolazione al di sotto dei venticinque anni di tutta la Garbatella e dei quartieri limitrofi. Solo a una cosa ancora non aveva pensato, ma ci pensò Budino a rammentargliela.
    Budino: "Ma Giulio che dice?"
    Rudy: "Come che dice?"
    Budino: "Ti ha dato il permesso o no??"
    Rudy, aggrottando la fronte: "Beh ecco, veramente io.. non gliel'ho ancora chiesto"
    Budino: "Ecco, lo sapevo"
    Tommaso: "Rudy, forse ti sfugge che il padrone di casa è ancora lui...."
    Alice, sospirando: "Sono tre giorni che parte con l'idea di chiederglielo, e poi alla fine cambia sempre idea.. è un fifone"
    Rudy: "Ma non dire cretinate...stai insinuando che non ho il coraggio di dire a papà che ho già invitato alla mia festa di compleanno tutto il quartiere??"
    Alice: "Si"
    Rudy: "Io non ho paura.. sto solo cercando il momento adatto per dirglielo..."
    Tommaso: "E quale sarebbe il momento adatto? La sera della festa? Scusa papà se non te l'ho detto prima, ma sta suonando alla porta mezzo quartiere per venire alla mia festa di compleanno.. non hai niente in contrario vero? Preparati l'elmetto da combattimento, ne avrai bisogno..."
    Rudy: "La volete piantare con queste sciocchezze?? E' tutto sotto controllo, fidatevi di me"
    Budino: "Siamo sicuri?"
    Rudy: "Tranquilli...."
    Tommaso: "Speriamo bene"
    Rudy: "La pianti di portare iella?? Sei peggio di Barilon..."
    Budino: "Piuttosto.. l'hai invitata miss terzo banco??"
    Rudy: "Chi..??"
    Tommaso: "Sta parlando del suo nuovo grande amore..."
    Rudy: "Ah ho capito.... Azzurra... ma non ti sei ancora arreso?? Le sei corso dietro tutto lo scorso anno e quella non t'ha mai degnato d'uno sguardo... non sei il suo tipo, è meglio che ti rassegni"
    Regina, scuotendo la testa: "Complimenti Rudy, tu si che sai sempre trovare la parole giuste per fare coraggio agli amici..."
    Budino: "Lascia perdere, tanto io non mollo..."
    Rudy: "Può darsi, ma ti molla lei..."
    Budino: "Non raccolgo...."
    Rudy: "E lasciala a terra, che vuoi da me...."
    Alice sorrise, alzando gli occhi al cielo: "Maturo o no, è sempre il solito...." pensò tra se e se. Voltandosi indietro, la sua attenzione ricadde su qualcuno che negli ultimi giorni si era ritrovata a osservare molto spesso. Nessuno dei suoi compagni sembrava essersi accorto della particolare attenzione con la quale seguiva questa persona, anche perchè erano tutti troppo presi dai preparativi per la festa.
    In realtà, qualcuno se n'era accorto.
    "Hai finito di scannerizzarlo?"
    Alice, scuotendosi: "Cosa?"
    Iolanda, sorridendo: "Eh non lo so, passi ore intere a contemplarlo.. ammetto che è molto carino ma potresti anche passare dalla fase dell'osservazione a quella del dialogo.."
    Alice: "Ma che dici?!"
    Iolanda: "Si vede lontano un miglio che sei rimasta molto colpita dal nostro nuovo compagno di scuola.. beh tutti nei siamo un po' colpiti, ma nessuno come te"
    Alice, sospirando: "Sta sempre per conto suo.. non parla mai con nessuno... eppure non ha niente di arrogante o di presuntuoso.. è semplicemente.. solitario.."
    Iolanda, annuendo: "E carino..."
    Alice, sorridendo: "Indubbiamente..."
    Iolanda: "Tu cosa gli diresti?"
    Alice: "Per esempio, gli chiederei se ha impegni per giovedì sera..."
    Iolanda: "Vuoi invitarlo alla festa?"
    Alice: "Si... perchè no?"
    Iolanda: "E' un'ottima idea.. ma non so se accetterà...."
    Alice: "Se nessuno glielo chiede, non lo sapremo mai..."
    Iolanda, sorridendo: "Va bene... allora che aspetti?? Vai a rimediare, no?"
    Alice, sospirando: "Proviamoci"
    Si avvicinò lentamente al suo banco, al quale Diego rimaneva quasi sempre anche durante l'ora di ricreazione. Non in una postura impeccabile certo: tutte e due le gambe distese sul banco davanti a lui, la sedia inclinata sul banco che stava dietro di lui.
    Alice sorrise, ripensando a quante volte aveva visto Rudy, in quella stessa scomoda posizione.
    Alice: "Ciao"
    Diego, alzando lo sguardo verso di lei: "Ciao Alice... hai bisogno di qualcosa?"
    Alice: "Io?? No no, assolutamente no..."
    Diego: "Allora vuoi dirmi qualcosa?"
    Alice: "Perchè?"
    Diego, sorridendo: "E' raro che tu venga qui a chiamarmi...."
    Alice si mordicchiò nervosamente le labbra. "Ha ragione.. non ci parlo mai... che fessa.."
    Diego: "Tutto bene si?"
    Alice: "Bene bene.. senti.. volevo solo chiederti se hai impegni giovedì sera..."
    Diego: "Come mai?"
    Alice: "Beh ecco... tra due giorni è il compleanno di Rudy, e daremo una festa a casa nostra..."
    Diego, sorridendo: "Si, mi è giunta voce..."
    Alice: "Te l'ha detto Rudy?"
    Diego: "No, ma qui nei paraggi ne parlano in molti... c'entrerete tutti quanti la dentro?"
    Alice, sorridendo: "Non lo so, ma faremo del nostro meglio... ti andrebbe di venire?"
    Diego, sospirando: "Mi andrebbe certo... eccome se mi andrebbe.. ma purtroppo non posso proprio"
    Alice: "Ah.. hai altri impegni?"
    Diego: "Impegni personali.. mi dispiace ma proprio non posso liberarmi.. però ti ringrazio moltissimo per avermi invitato"
    Alice: "Se posso fare qualcosa per aiutarti...."
    Diego: "Sei molto gentile Alice... ma credo di cavarmela da solo... non fate troppi danni alla festa"
    Alice, sorridendo: "Questo non è a me che devi dirlo ma a quei matti laggiù...." Sospirò, alzando lo sguardo: "Allora.. a dopo..."
    Diego: "A dopo"
    Iolanda le andò incontro mentre Alice ritornava sui suoi passi: "Allora?"
    Alice: "Ha detto che vorrebbe venire ma che non può.. impegni personali... così ha detto"
    Iolanda: "Forse è già impegnato... in quel senso..."
    Alice, dubbiosa: "Uhm.. forse.."
    Iolanda: "Non sembri molto convinta"
    Alice: "E non lo sono.. "
    Iolanda: "Alice, non vorrei sbagliarmi ma la tua faccia ha la stessa e identica espressione che ha ogni volta che stai per cacciarti in qualche vicolo cieco.. attenta, l'ultima volta ce l'avevi quando t'eri presa quella sbandata tremenda per... per il tuo fratellastro.. e sappiamo tutte e due com'è andata a finire"
    Alice: "Tranquilla... ho imparato la lezione"
    Iolanda, mettendole una mano sulla spalla: "Speriamo....."


    Bottiglieria Cesaroni, verso le undici e mezza del mattino


    "Giulio, dici quello che vuoi ma io nun so tranquillo..."
    Giulio aveva appena finito di preparare un paio di caffè per i due clienti che si erano appena accomodati al tavolo vicino al bancone.
    Giulio: "Ecco qua signori... " Si voltò di nuovo verso Cesare: "Ah Cè, stai tranquillo.. Matilde è una ragazzina con la testa sulle spalle.. ma è anche una ragazzina di quasi quindici anni.. è normale che mò cominci a guardarsi un po' intorno..."
    Cesare: "Eh lo so.. quello che me preoccupa so quelli che potrebbero guardare lei.. gente come quell'avanzo de galera che è venuto a prenderla l'altro giorno..."
    Giulio: "E dai Cè, non esagerare"
    Cesare: "Guarda che io nun esagero, è la verità... quel tizio sembrava appena evaso da un carcere de massima sicurezza, avresti dovuto vedè come era conciato... c'aveva pure i pantaloni strappati, pensa te con che gente se va a mescolà Matilde..."
    Giulio: "Vabbè dai, quella è la moda de oggi..."
    Cesare: "Sarà pure la moda, ma io de uno che va in giro con uno spuntone sulla testa al posto dei capelli, un pezzo de ferro ficcato nella bocca e i pantaloni che sembrano lavati in un frullatore, nun me fido per niente"
    Giulio: "Si, ammetto che ultimamente Matilde sta frequentando gente un po' strana..."
    Cesare: "Un po' strana?? Ah Giulio, se quelli li vede Piero Angela li infila subito in un documentario sugli animali selvatici della giungla, altro che un po' strani... ma te rendi conto??"
    Giulio: "Si mi rendo conto, ma tu ti devi rendere conto che non puoi scegliere gli amici di tua figlia.. quelli se li deve scegliere da sola, il massimo che puoi fare te è dirle sempre come comportarsi... per il resto, bisogna che glie dai fiducia.. te l'ho detto, Matilde è una ragazzina a posto"
    Cesare, sospirando: "Speriamo bene... mah, co' 'sti ragazzi d'oggi uno nun sa mai come comportarsi oh.. servirebbe il diploma... macchè diploma, la laurea.. ce vorrebbe 'na laurea apposita guarda..."
    Giulio: "Eh..a chi lo dici...
    Cesare: "All'unico che capisce qualcosa de questo argomento.. o lo dico a te, oppure me tocca parlare con..."
    La porta della bottiglieria si spalancò ed Ezio salutò come al suo solito tutti quanti i presenti, conoscenti e non conoscenti.
    Ezio: "Buongiorno a tutti"
    Cesare: ".. ecco appunto.. con lui.. te l'immagini chiede qualche consiglio a lui??!!"
    Ezio, avvicinandosi al bancone: "Ammazza oh.. siamo già acidi de prima mattina.. vabbè va, lasciamo perdere.. famme 'na biretta che mò devo ritornà subito al parcheggio..."
    Cesare: "Certo che pure te oh.. c'hai 'na faccia.. oddio, nun è che de solito sei tanto meglio, ma oggi sei peggio del solito.. che t'è successo, qualche cliente per caso t'ha chiesto de riparà un guasto alla macchina sua?"
    Ezio: "Che fai lo spiritoso??"
    Cesare: "No, chiedevo..."
    Ezio: "Barilon... tra due giorni lui e la moglie vanno a Firenze a trovare il figlio.. "
    Giulio: "Si, me l'ha detto l'altro giorno.. quant'è che se trattiene??"
    Ezio, alzando gli occhi al cielo: "Due settimane.. quindici giorni, te rendi conto??!!"
    Giulio: "Beh me sembra giusto.. il figlio lontano, non lo vedono mai.. almeno ce passano insieme un po' di tempo"
    Ezio, gesticolando: "Ho capito ma tempo per tempo tanto valeva che venisse lui qui, nun te pare??!!"
    Giulio: "Ma che stai a dì, guarda che stiamo in pieno anno scolastico, c'è la scuola, le lezioni.. e poi quello gioca nelle giovanili della Fiorentina, mica può andare e venire quando vuole.."
    Cesare, ridacchiando: "Eh certo, c'hai ragione.. però vedi, c'è un piccolo problema.. se Barilon se ne va a Firenze dal figlio, chi ce rimane qui a Roma??"
    Giulio: "E chi ce rimane.. lui..."
    Cesare: "Appunto.. e chi ce deve sta per questi quindici giorni, dieci ore al giorno dentro al parcheggio a lavorà??"
    Ezio, gesticolando: "Ma te rendi conto?? Quindici giorni.. quindici giorni, dieci ore al giorno.. nun potrò più venire in bottiglieria quando me pare e piace..."
    Cesare, annuendo: "Ah Giulio, ricordarmi de ringrazià Barilon, c'ha fatto un regalo de Natale in anticipo..."
    Giulio non rispose: la sua attenzione era rivolta all'ingresso della bottiglieria. E alla persona che stava entrando proprio in quel momento. Non erano così lontani dalla porta da potersi sbagliare. Era sicuramente lui.
    Giulio, avvicinandosi al bancone: "Sergio... e tu che ci fai qui??"
    Cesare ed Ezio si voltarono e videro la figura assolutamente inconfondibile dell'ex marito di Lucia che si stava avvicinando al bancone. Per Giulio fu una specie di dejavù: per un attimo gli sembrò di aver già vissuto quella scena, e infatti in un certo senso era così. Già una volta, molti anni prima, Sergio aveva fatto capolino all'ingresso della bottiglieria sotto gli sguardi stupiti di Ezio e Cesare. In quell'occasione la sua apparizione fu l'inizio di una serie di pasticci che lo portarono quasi ad annullare il già programmato matrimonio con Lucia. Un gran brutto precedente, ma Giulio cercò di non pensarci.
    Sergio, avvicinandosi a loro: "Salve a tutti... scusate l'improvvisata, volevo chiamarti lungo la strada ma poi mi sono dimenticato.."
    Cesare: "E vabbè, tanto mò c'abbiamo lo stesso il piacere de vederti, che vuoi che sia?? C'hai fatti contenti lo stesso..."
    Giulio gli diede una gomitata dietro il bancone: "Ah Cè.. ma te pare questo il modo??"
    Sergio: "Lascia stare Giulio, non fa niente... mi è mancato il tuo sarcasmo Cesare, lo sai? Mi è proprio mancato..."
    Cesare: "Me fa piacere"
    Giulio, lanciandogli un'occhiataccia: "Cesare...!!"
    Sergio, scuotendo la testa: "Giulio, dovrei parlarti un momento di una cosa piuttosto importante.. sarebbe meglio se potessimon farlo a quattr'occhi..."
    Giulio: "E' successo qualcosa?"
    Sergio: "No no niente.. non esattamente...ce l'hai cinque minuti?"
    Giulio: "Eh certo, ce mancherebbe.. vieni vai, andiamo in ufficio... torno subito Cè.."
    Entrarono tutti e due nell'ufficio della bottiglieria, sotto gli occhi di Ezio e Cesare che li guardavano piuttosto incuriositi. Giulio già si vedeva Ezio appoggiarsi alla porta con le orecchie tese non appena la porta si fosse richiusa dietro di loro. Avrebbero anche potuto parlarne li al bancone, visto che tempo due minuti Ezio avrebbe spifferato tutto a zio Cesare, ma visto che Sergio aveva chiesto di parlarne a quattr'occhi, aveva preferito accontentarlo. Anche perchè, pensava tra se e se, prima ne parliamo, e prima Sergio avrebbe ripreso l'uscita della bottiglieria.
    Giulio, sedendosi dietro la scrivania: "Allora.. di che mi volevi parlare?? Prego, accomodati..."
    Sergio, sedendosi davanti a lui: "Grazie.. sarò molto breve Giulio... che fine ha fatto Marco??"
    Giulio, aggrottando la fronte: "Come.. che fine ha fatto??"
    Sergio: "Beh aveva detto a mia figlia che sarebbe passato entro la fine d'agosto, ma non si è più visto.. lei ha provato a chiamarlo diverse volte, ma lui non ha mai risposto. Così ha provato a chiamare la società che manda la sua nave in giro per il mondo per farsi dire dove erano diretti, e le hanno detto che non esiste più nessuna nave e nessuna società, che sono falliti. Oggi è il 2 di ottobre, ma Marco non si è ancora fatto vivo. Visto che Eva è a Parigi e anche se vorrebbe farlo ancora non è riuscita a liberarsi, ho deciso di fare un salto da queste parti per chiederti se almeno tu hai qualche notizia di tuo figlio..."
    Giulio: "Ho capito... senti Sergio, non pensi che sarebbe meglio lasciare che i ragazzi risolvano da loro i loro problemi? Guarda, per esperienza te dico che tutte le volte che io ho cercato di immischiarmi nei loro problemi, sono sempre riuscito a peggiorarli. E questa volta non sarebbe diverso, anzi. Sarebbe pure peggio delle altre volte. Quindi lasciamo perdere.."
    Sergio: "Io non ho nessuna intenzione di immischiarmi, come dici tu.. vorrei soltanto sapere come mai tuo figlio si è dimenticato di andare a trovare la figlia da più di un mese, tutto qui..."
    Giulio: "Marco non si dimenticherebbe mai della figlia, e tu lo sai benissimo"
    Sergio: "D'accordo.. allora posso sapere cosa gli è successo??"
    Giulio: "Non gli è successo niente.. ha perso il lavoro perchè la sua compagnia è fallita, tutto qui. Sta passando un momento non semplicissimo, e vorrebbe essere lasciato in pace. Punto"
    Sergio: "Lungi da me disturbare il suo riposo, ci mancherebbe altro.. chiedo troppo se ti chiedo di farmici parlare??"
    Giulio, sospirando: "Sergio, con tutto il rispetto... non mi sembra una buona idea... lascia perdere, dammi retta"
    Sergio: "Gli ruberò solo cinque minuti.. per favore, è importante.. è qui, non è vero?"
    Giulio: "Si, è tornato a casa.. due settimane fa.. ma ti ripeto che secondo me non è il caso di.."
    Sergio: "Non ti preoccupare, non voglio creare alcun tipo di problema.. ci voglio soltanto parlare, tutto qui"
    Giulio, sospirando: "E va bene va.. gli dirò che sei passato di qui e che lo vuoi vedere.. se è il caso, ti chiamo per dirti di passare da casa.. se invece non è il caso, ti pregherei di non passare.. Marco sta già passando un momentaccio, e non vorrei fare assolutamente niente per peggiorarlo.."
    Sergio, annuendo: "D'accordo.. tanto mi trattengo qui fino a domani... "
    Giulio: "Sergio..."
    Sergio: "Si?"
    Giulio: "Eva ha qualche problema?"
    Sergio: "Eva sta benissimo... soprattutto adesso..."
    Giulio, annuendo: "Mi fa piacere.. tu però sei pregato di non ripetere questa osservazione davanti a mio figlio, sennò a buttarti fuori di casa a calci nel sedere ci penserò io personalmente.. mi sono spiegato si?"
    Sergio si limitò ad annuire con un cenno della testa ed uscì subito dopo dalla porta dell'ufficio.
    Giulio si passò una mano sulla faccia, scuotendo la testa: "Bene.. ci mancava soltanto questa..."



    .. l'episodio è partito, quindi mi sa che nei prossimi giorni vi annoierò spesso con i prossimi capitolo :255: :255: .. nella seconda parte dell'episodio protagonisti assoluti Marcolino e Alice.. come, lo vedremo tra un paio di giorni :253: :17:
     
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  10. delia_73
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    Collega bel capitolo :280: Ezio che gli tocca di lavorare perchè Barillon va via :17: :17: Alice infatuata del compagno ma non ha il coraggio di farsi avanti :wub: :wub:

    Cosa è successo a Eva che sono giorni che cerca Marolino? :o:

    Aspetto il seguito :100:
     
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  11. NicolettaBranciamore871
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    Noooooooooooooooooooooooooooo dai Jhon non puoi lasciarci sul più bello, Eva che cerca Marcolino chissà cosa gli sarà successo :o: :o: :o: :o: :o: :o: :o: :o: :o: :o: :o: :o:
     
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  12. bella'mbriana
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    Che bello John, un nuovo capitolo, era un po' che lo aspettavo! :uhm: :uhm: :uhm:

    Questi Cesaroni 5 mi stanno proprio prendendo, chi l'avrebbe detto? Cosa avrà da dire Sergio a Marcolino? Quando c'è lui di mezzo, non succede mai niente di buono -_-

    Lo sapevo che Alice si faceva la storia col nuovo arrivato!!! :B):

    Fai presto a postare, che sono curiosissima!!! :280: :280: :280:
     
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  13. jameskirk88
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    Secondo capitolo del secondo episodio.. due paragrafi: uno, serio, su Alice.. l'altro, per metà serio e per metàm Cesaroni, su Marco e Rudy :255: :255: :255: ... ne approfitto adesso di questo poco, pochissimo d'ispirazione che mi è venuta prima che pure lei scompaia nel nulla :wacko: :17: :17: ... buona lettura :lol: :lol:


    Quartiere di Primavalle, verso le due del pomeriggio


    Delle tante cose stupide che aveva fatto negli ultimi tempi, questa qui era sicuramente la più stupida di tutte. Faceva ancora fatica a credere che fosse salita a bordo di quell'autobus stando bene attenta a non farsi vedere, quasi fosse una moglie tradita che seguiva il marito per vedere con chi andasse a tradirla.
    Non era una moglie tradita, ma sicuramente una studentessa curiosa come poche. Aveva ragione Iolanda, aveva la stessa espressione che aveva sempre ogni volta che stava per cacciarsi in qualche pasticcio. Il fatto è che quel tizio un po' imbronciato ma molto carino, e a modo suo perfino simpatico, l'aveva incuriosita fin dal primo momento che aveva messo piede nella sua classe. Da lui non c'era verso di sapere niente, e allora aveva deciso di prendere da sola l'iniziativa. A Lucia aveva detto che sarebbe rimasta a mangiare da un'amica, anche se ovviamente le sue intenzioni erano ben altre. Aveva seguito Diego fino alla fermata dell'autobus, era salita pochissimi secondi dopo di lui, cercando di non farsi notare. Non era difficile, perchè l'autobus a quell'ora del giorno è sempre piena fino all'orlo delle porte. Faticò non poco a trovare un angolino libero per lei e rimase a bordo per un bel po' di tempo, calcolò più di mezz'ora. Un bel tragitto di oltre cinque chilometri attraverso la città, fino ad arrivare a una zona di Roma che non ricordava di aver mai visto se non molto di sfuggita. L'autobus si fermò all'altezza di una lunga serie di palazzine e condomini: molti passeggeri scesero a quella fermata, compreso Diego. Alice fece altrettanto e mentre l'autobus ripartiva lentamente si guardò intorno: una squallida area urbana, piena di grandi casermoni accatastati uno accanto all'altro. Ai bordi della strada e del marciapiede, quelle che in teoria dovevano essere zone verdi, file di alberi che dovevano alleggerire un po' la pesantezza del panorama. In realtà anche da lontano i cumuli di rifiuti e di sporcizia che ricoprivano l'erba era ben visibili e non contribuivano certo a dare al panorama un'aria più allegra. Eravamo piuttosto lontani da casa sua, ma si faceva fatica a credere che la casa di Filippo Tolli nella quale abitava fosse nella stessa città nella quale si trovava anche adesso.
    Diego intanto si era avviato lungo il marciapiede e sembrava dirigersi verso uno dei tanti condomini che si intravedevano lungo la strada. Dopo qualche secondo anche Alice fece la stessa cosa.
    Un centinaio di metri più avanti Diego si infilò in un vialetto che portava all'ingresso di uno dei grandi condomini lungo la strada.
    Certo non abitava nel quartiere più elegante della città, ma per il resto non è che sapesse molto più di quello che già non sapevo qualche ora prima, sul conto del suo nuovo compagno di scuola. Prese un bel respiro e si decise ad andare a suonare al suo portone. Qualche scusa se la sarebbe inventata per giustificare la sua presenza li. Magari poteva dire che si era persa passeggiando per la città. No, quella era troppo grossa per essere credibile. Poteva dire che era venuta a cercare un suo amico ma che aveva sbagliato condominio e si era ritrovata casualmente davanti alla porta di casa sua. Un po' surreale, ma con un po' di fantasia avrebbe anche potuto crederci. E poi oh, se proprio non ci credeva, avrebbe detto la verità. In fondo non aveva fatto niente di male, a parte soddisfare la sua solita irrefrenabile curiosità per quelli che la circondano.
    Era quasi arrivata davanti al condominio nel quale era appena entrato il suo amico, quando da dietro un lampione lungo il marciapiede sbucarono due persone. Due tizi, con un'aria molto poco raccomandabile. E non era soltanto per il modo in cui erano vestiti.
    Uno più alto e più tarchiato, l'altro un po' più esile. D'istinto si guardò intorno, cercando di capire se lungo quel marciapiede, a quell'ora del pomeriggio, fosse proprio sola.
    Si, era completamente sola. E le uniche persone che riusciva a intravedere, seduto attorno a una specie di vecchio camioncino convertito a bar on the road circa trecento metri davanti a lei, sembravano ancora meno raccomandabili di quei due che le si stavano accostando.
    Bene bene, Alice, e adesso che si fa?? Ti sei ficcata in questo bel pasticcio, e ora come diavolo hai intenzione di fare per venirne fuori?? Ti metterai a urlare come un'ossessa?? Tu lancerai contro una di queste porte suonando a tutti i campanelli e implorando di farti entrare?? Oppure cercherai di dartela a gambe correndo in direzione opposta a quella di questi due simpaticoni??
    L'ultima opzione le sembrava sicuramente la migliore. E stava per metterla in pratica quando dalla siepe del piccolo viale davanti a lei sbucò una figura che ormai aveva imparato a conoscere fin troppo bene. Spinse via il tizio più leggero e afferrò per la collottola quello più tarchiato.
    Diego: "Mi dispiace ma stavolta vi è andata male.. porta il tuo tirapiedi fuori dalle scatole o ti giuro che il coltello che tieni sempre in tasca te lo infilo dove dico io, e allora sarà molto peggio per te.. hai capito??"
    Il tizio cercò di divincolarsi: "Perchè non ti fai gli affari tuoi, sporco bastardo!!"
    Diego: "Allora non ci siamo capiti...." Gli ficcò una mano nella tasca del suo giubbotto di jeans e ne tirò fuori un piccolo coltello a scatto che gli sventolò proprio sotto il naso.
    Diego: "Te ne devi andare.. e te ne devi andare subito, hai capito??? Fuori dai piedi!!!"
    Non era più aria, e sia il tizio tarchiato che il suo amichetto decisero che era il momento di battere in ritirata, dileguandosi lungo la strada e scomparendo all'orizzonte.
    Alice tirò un sospiro di sollievo, passandosi una mano tra i capelli. Diego le si avvicinò lentamente e rimase per qualche secondo a guardarla in silenzio, con un'espressione si rimprovero dipinta sul volto.
    Diego, scuotendo la testa: "E adesso non dirmi che sei venuta a fare un giro turistico del quartiere, perchè a Roma ci sono posti un po' più interessanti da vedere, almeno credo..."
    Alice non rispose, abbassando lo sguardo.
    Diego: "Si può sapere perchè mi hai seguito fin qui?"
    Alice, sorpresa: "Te ne sei accorto?"
    Diego, sospirando: "Non sono mica nato ieri.. sono più vecchio di te.."
    Alice: "Si, lo so...."
    Diego: "Allora, mi rispondi o no?"
    Alice, avvicinandosi a lui: "Hai ragione, hai ragione.. mi dispiace, non avrei mai dovuto farlo. Non ho nessun diritto di violare la tua privacy, se tu non vuoi parlare di te, della tua famiglia, della tua casa, io non ho nessun diritto di intromettermi.. Scusa, ti prometto che non succederà più"
    Diego: "E adesso dove vai?"
    Alice: "Torno a casa.. ho già fatto abbastanza figuracce per oggi..."
    Diego, sorridendo: "Tutta questa fatica per venire fin qui e non vuoi neanche fermarti cinque minuti?"
    Alice: "Non te la sei presa, vero?"
    Diego, sorridendo: "Ma no... però la prossima volta che vuoi venire a farmi visita, dimmelo prima.. questo non è un bel quartiere di suo, ma questa piccola zona in particolare.. non è molto raccomandabile"
    Alice, annuendo: "Me ne sono accorta"
    Diego: "Nah.. non devi aver paura di quei topi di fogna.. però non bisogna mai sottovalutarli. Allora, ti fermi qualche minuto?"
    Alice, sorridendo: "Se non disturbo"
    Diego: "Dai, vieni.. spiona"
    Alice sorrise e lo seguì nel piccolo vialetto che precedeva l'ingresso del condominio davanti a loro.

    Pochi minuti dopo entrarono un appartamento carino e molto ben arredato, al quarto piano del condominio. Dopo una bella camminata su quattro rampe di scale, visto che l'ascensore era fuori uso a tempo indeterminato.
    Alice, sospirando: "Non è male se vuoi tenerti in forma"
    Diego, ridendo: "Meglio di venti giri di pista nell'ora di educazione fisica"
    Alice si guardò intorno appoggiando lo zaino sul pavimento: "Così è questa la tua casa... non è come me la immaginavo"
    Diego, sorridendo: "Pensavi che vivessi in uno scantinato?"
    Alice: "No no, assolutamente.. che ti viene in mente?"
    Diego: "Si che lo pensavi.. è normale, con tutte quelle idiozie che avrai sentito sul mio conto da quei tre deficienti che abbiamo in classe. Non devi ascoltarli... sono solo vecchie ruggini che loro non hanno mai superato"
    Alice, sorridendo: "E' molto bello qui"
    Diego: "Grazie"
    Una voce proveniente da una delle stanze vicine interruppe la loro conversazione.
    "Diego... Diego, sei tu??"
    Diego, voltandosi: "E chi vuoi che sia, mamma?"
    "Scusa ma mi era sembrato di sentire un'altra voce.. sto proprio rimbambendo..."
    Diego, sorridendo: "Abbiamo ospiti, mamma..."
    "Ospiti??!! Non sarà mica quella scocciatrice della dotteressa?? Ti avevo detto di non riportarla a casa, è un'imbecille che non capisce assolutamente niente.. mi sta dando il tormento da più di un mese e non vuole capire che io sto benissimo!!"
    Diego, sorridendo e scuotendo la testa: "Tranquilla mamma...." Si voltò verso Alice: "Ti dispiace...?"
    Alice: "No no, affatto"
    Diego aprì la porta di una camera da letto ben illuminata dal sole, con entrambe le finestre spalancate. Nel letto in mezzo alla stanza c'era una donna, sulla cinquantina, con le coperte quasi interamente abbassate sulle gambe. Portava addosso i segni di una lunga degenza a letto, si vedeva benissimo, nonostante questo si poteva dire tranquillamente che era ancora una gran bella donna. Alice la guardò un po' sorpresa.
    Diego: "Mamma... te l'avrò detto cento volte di non tenere tutte le finestre aperte.. sei debole, un colpo di vento può farti venire una bronchite.."
    "Ahh... non dire sciocchezze.. io sto...."
    Diego, chiudendo una delle finestre: ".. stai benissimo, lo so. Mamma, questa è la mia compagna di scuola Alice, è venuta a trovarmi... Alice, questa è la mia mamma.. ma tu puoi chiamarla Carla"
    Alice, avvicinandosi a lei: "Buon... buongiorno signora"
    Carla, sorridendo: "Ciao cara.. ah, finalmente vedo uno dei tuoi compagni di scuola... non li porti mai a casa, eh?? Devo sempre cercare di immaginarmi le loro facce!"
    Diego, sospirando: "Mamma...."
    Carla: "Piacere di conoscerti Alice.."
    Alice, stringendole la mano: "Il piacere è tutto mio signora.. ma non vorrei disturbarvi, forse è meglio che ritorni alla Garbatella..."
    Carla: "Alla Garbatella! Tu sei della Garbatella??"
    Alice: "Beh si... non ci sono nata ma ci abito da un bel po' di tempo ormai"
    Carla: "Ah.. allora se ci abiti da un po' di tempo conoscerai sicuramente Cesare Cesaroni, l'oste della bottiglieria..."
    Alice, sorridendo: "Certo che lo conosco... è mio zio"
    Carla, ridendo: "Oh Signore, ma pensa te quant'è piccolo il mondo.. sai, io e tuo zio un tempo eravamo amici.. prima che le mie gambe mi abbandonassero per sempre.. allora conoscerai anche Ezio Masetti, il meccanico, e Nando, l'edicolante...."
    Alice, sorridendo: "Si, tutti quanti"
    Carla: "Ma dai... e come stanno quegli scioperati??"
    Alice: "Benissimo... con poca voglia di lavorare..."
    Carla, ridendo: "Allora stanno più che bene... senti bellissima, ti dispiacerebbe proprio tanto fare compagnia a una povera vecchia che vorrebbe tanto avere notizie dei suoi vecchi amici per un pranzo?"
    Alice, sorridendo: "No signora, assolutamente.. mi farebbe molto piacere... ma è sicura che non disturbo?"
    Carla: "Ma che disturbo! Diego, aggiungi un posto a tavola"
    Diego: "Va bene mamma.. dammi un quarto d'ora e preparo tutto..."
    Alice: "Ti do una mano.. me la cavo bene in cucina"
    Diego, sorridendo: "Grazie"
    Carla: "Ne ha bisogno, credimi...."
    Diego, scuotendo la testa: "Non starla a sentire"
    Carla: "Com'è andata oggi in facoltà, Diego?"
    Alice rimase interdetta da quella domanda. Diego molto meno, infatti rispose praticamente subito: "Tutto bene mamma, anche se dovrò studiare parecchio in questi giorni..."
    Carla: "Studia studia ragazzo mio.. che è la cosa più importante..."
    Diego e Alice uscirono dalla stanza da letto e si diressero in soggiorno e poi in cucina.
    Alice: "Scusa... ho sentito male o tua madre ha parlato di facoltà?"
    Diego: "Hai sentito bene"
    Alice, dubbiosa: "Ma tu non vai all'Università...."
    Diego, sospirando: "No, non ci vado... e dubito che ci andrò mai..."
    Alice avrebbe voluto approfondire ben oltre quel discorso, ma si convinse che era meglio proseguire un passo alla volta. Per nessuna ragione al mondo sarebbe voluta passare per impicciona con la persona che poco prima le aveva dato una grossa mano ad uscire da una situazione molto pericolosa.
    La giornata era ancora lunga. Se e quando ne avrà voglia, sarà lui a parlarmene ancora, pensò tra se e se Alice mentre iniziava ad apparecchiare la tavola della cucina.


    Casa Cesaroni, verso le tre e mezzo del pomeriggio


    A una decina di chilometri dal condominio di Via Bembo a Primavalle, qualcuno era alle prese con ben altri problemi e ben altre preoccupazionil.
    Per la decima volta Rudy aveva ricontrollato nome per nome la lista degli invitati alla sua festa di compleanno, e per la decima volta era giunto alla stessa conclusione: se quella lista fosse malauguratamente finita tra le mani di Giulio, c'erano per lui serie possibilità di passare le prossime due settimane nel reparto ortopedico dell'ospedale più vicino.
    Dopo averli ricontati per l'undicesima volta consecutiva, Rudy gettò l'elenco sul tavolino e sprofondò nel divano, passandosi le mani tra i capelli.
    Rudy: "Non accetterà mai, non accetterà mai... capirai, portare a casa un centinaio di persone.. maledizione, come ho fatto a cacciarmi in questa situazione.. ora non posso mica telefonare a tutta questa gente e dire che non se ne fa più niente, che razza di figura ci farei?? Già sento le battute di Tommaso e di quell'altro scemo di Budino.. no no no, devo trovare una soluzione.. " Ci pensò su per qualche secondo e poi concluse scuotendo la testa: "Già... ma quale?"
    Mentre si stava arrovvelando per trovare una via d'uscita sentì la porta di casa che si apriva: era Marco che stava rientrando. Rudy aveva l'inimitabile talento di risolvere i suoi problemi creandone quasi sempre degli altri altrettanto grossi. Anche questa volta ovviamente non si volle smentire.
    Rudy, alzandosi in piedi: "Ehi ciao..."
    Marco: "Ohi... che ci fai qui a quest'ora?? Non mi dirai che stai studiando, vero..??"
    Rudy, scuotendo la testa: "Per carità..."
    Marco: "Ah ecco, mi pareva..."
    Rudy: "Allora, com'è andata?"
    Marco, allargando le braccia: "Eh, com'è andata.. ho lasciato il mio stato di servizio all'agenzia di collocamento... speriamo che qualcuno si faccia vivo al più presto..."
    Rudy, annuendo: "Già, speriamo... senti... hai da fare?"
    Marco: "Adesso...?? No... perchè?"
    Rudy sfoggiò un larghissimo sorriso e poi lo prese sotto braccio trascinandolo in soggiorno: "Ah fantastico... vedi, avrei un piccolissimo problema che soltanto il mio fratello maggiore preferito potrebbe risolvere"
    Marco: "Rudy, in questi anni ho notato che quando mi chiami fratello maggiore preferito le mie giornate vanno sempre a finire peggio di come sono cominciate..."
    Rudy: "Nah, ma che vai a pensare? E' una cosa da niente, davvero"
    Marco, sospirando: "Che hai combinato?"
    Rudy: "Io?? Assolutamente niente"
    Marco: "Non dire balle, o non ti servirebbe il mio aiuto"
    Rudy, passandosi una mano tra i capelli: "Beh ecco.. in effetti un piccolo, piccolissimo problema ci sarebbe.. lo sai che tra due giorni è il mio compleanno, no?"
    Marco: "Certo"
    Rudy: "Ecco, e io avevo pensato di organizzare una festa super mega galattica qui a casa nostra..."
    Marco: "Uhm... e qual'è il problema?"
    Rudy prese la lista degli invitati sul divano e la porse a Marco: "Ecco qual'è il problema..."
    Marco, sgranando gli occhi: "Manca il nome del ministro degli Interni..."
    Rudy, gesticolando: "Non è il momento di scherzare... come faccio a dirlo a papà??"
    Marco: "Se vuoi mantenerti in salute ti sconsiglio di dire a papà che hai invitato tutto il quartiere, comprese... Rudy, hai invitato anche le due sorelle Banchelli, quelle che fanno le cubiste nel porno locale a Tor Vergata..."
    Rudy: "Guarda che sono simpatiche, le ho incontrate alla fermata dell'autobus.."
    Marco: "Non lo metto in dubbio.."
    Rudy: "Allora, che mi dici?"
    Marco: "Ti dico una sola cosa.. ciao..."
    Rudy, trattenendolo: "E dai aspetta, aspetta un secondo.. lo capisci che sono nei guai?"
    Marco: "Dov'è la novità?"
    Rudy: "Se papà mi scopre mi uccide!!"
    Marco, ridendo: "Dov'è la novita?"
    Rudy: "Non puoi parlarci tu?"
    Marco: "Sarebbe fiato sprecato... lascia perdere"
    Rudy: "... e se me lo tenessi lontano per tutta la sera??"
    Marco: "Rudy, hai sbattuto la testa da qualche parte?"
    Rudy: "Ma si invece, è un'idea geniale! Scusa, giovedì non c'è la partita di Coppa Italia all'Olimpico?"
    Marco: "Si, è vero... allora?"
    Rudy: "E allora.. tu ti prendi papà e Lucia e andate tutti e tre all'Olimpico... e nel frattempo, io posso dare la mia festa di compleanno in santa pace..."
    Marco: "Rudy, se anche riuscissi a tenerli lontani da qui fino all'una... cento persone qui ridurranno la casa in una massa di macerie, non riuscirai mai a rimettere tutto in ordine prima del loro ritorno"
    Rudy, sbuffando: "Si, hai ragione... aspetta, mi è venuta un'altra idea!!"
    Marco, alzando gli occhi al cielo: "Non me lo dire"
    Rudy: "Quattro giorni di riposo in un agriturismo dei castelli, gentilmente offerti dalla collaborazione del ritrovato uomo di casa Cesaroni... che poi saresti te..."
    Marco: "Lucia lavora....."
    Rudy: "Si vede che stai poco a casa.. la sua classe è in gita fino a domenica, e Lucia non ha niente da fare.. fino a lunedì... non è un piano perfetto?? Avremo tutto il tempo di rimettere la casa a posto prima del loro ritorno, magari anche più pulita di prima..."
    Marco: "L'ultima volta che ho provato a fare una cosa del genere ho passato il week end peggiore degli ultimi dieci anni"
    Rudy: "Ma questa volta staremo attenti.. faremo sparire tutta la roba di valore, vedrai che non ci saranno problemi.. e dai Marco, ti prego ti prego ti prego... solo tu li puoi convincere, a me non m'ascolterebbe nemmeno"
    Marco scosse la testa un paio di volte, e poi annuì con fare rassegnato: "E va bene Rudy.. io ci provo, ma non ti garantisco niente..."
    Rudy gli saltò addosso: "Evvai, lo sapevo che mi avresti aiutato!!"
    Marco, scuotendo la testa: "Eh certo, dove lo trovi un fesso come me? Fammi andare a cambiare, che è meglio"
    Giulio rientrò in casa proprio mentre Marco aveva appena iniziato a salire le scale.
    Rudy: "Papà, già a casa?"
    Giulio, richiudendo la porta dietro di se: "Rientro subito in bottiglieria.. Marco, proprio te cercavo..."
    Marco: "Che succede papà?"
    Giulio: "Niente niente... cioè, niente.. qualcosa potrebbe succede, ed è meglio che te lo dica prima.."
    Marco, scendendo le scale: "Di che parli?"
    Giulio, sospirando: "Sergio è a Roma"
    Era fin troppo evidente che la notizia non aveva fatto fare i salti di gioia a Marco, ma sulle prime cercò di mascherare il suo disappunto.
    Marco: "Ah.. è venuto a trovare Alice?"
    Giulio: "No, non credo proprio... Marco, penso che da un momento all'altro verrà qui..."
    Marco: "Uhm.. e per che fare?"
    Giulio, alzando gli occhi al cielo: "M'ha detto.. m'ha detto che vuole parlare con te"
    Marco rise nervosamente, scuotendo la testa: "Che cosa??!"
    Giulio: "Hai capito bene.. insomma Marco, io nun è che voglia farmi i fatti tuoi.. ma lui dice che non sei passato a Parigi a fine agosto come avevate programmato... è vero?"
    Marco, annuendo: "Vero"
    Giulio: "Perchè?"
    Marco: "Avevo appena perso il lavoro, papà.... ero arrabbiato, furioso, depresso.. e l'ultima cosa che volevo era che mia figlia mi vedesse in quello stato. Per non parlare poi della possibilità sempre alta di imbattermi in quel figlio di..."
    Giulio: "Marco, per favore...."
    Marco: "Senti papà, quello che succede.. anzi, che non succede più tra me e la figlia di Sergio sono cose che riguardano me e lei soltanto.. sicuramente non riguardano lui"
    Giulio, annuendo: "Concordo.. ma almeno una telefonata gliela potevi fare"
    Marco: "Non avevo nessuna voglia di parlare con lei... e per quanto riguarda Marta, puoi anche dire al signor Cudicini che non ha motivi per preoccuparsi.. il 1 novembre avevo già in mente di andare da lei. Ma se anche dovessi scomparire dalla faccia dalla Terra.. non sarebbe ne più ne meno di quello che lui ha sempre desiderato, quindi, anche in quel caso, non avrebbe nessun motivo di preoccuparsi. In tutti i casi, io non ho nessuna intenzione di parlare con lui, quindi il consiglio che ti do semmai dovesse venire qui è di sbatterlo molto gentilmente fuori da questa casa!!"
    Giulio preferì non rispondere niente, anche perchè Marco era già salito al piano di sopra sbattendo la porta di camera dietro di se.
    Rudy si avvicinò a lui: "Accidenti... non avevo realizzato che Marco detestasse così tanto Sergio..."
    Giulio, scuotendo la testa: "Neanch'io"
    Rudy, aggrottando la fronte: "Chissà per quale motivo"
    Giulio, sospirando dubbioso: "Ah non lo so... " Alzò lo sguardo: ".. ma ce ne sò poche de cose che so di mio figlio e di quello che ha passato negli ultimi due anni.... questa sarà sicuramente una delle tante"
    Entrò in cucina e si versò una lattina di birra in un bicchiere, ripensando per qualche secondo a quelle cha aveva appena detto Marco.
    E soprattutto, a quello che sicuramente non gli aveva ancora detto.


    Ispirazione finita, per oggi... a presto per il terzo capitolo, quello del face to face tra Marcolino e Sergio e anche quello della famigerata festa di compleanno organizzata da Rudy :wacko: :258: :258: :258:
     
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  14. NicolettaBranciamore871
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    Ma sempre in aria li lasci i capitoli :) chissà ora quando leggeremo l'altro, comunque molto interessante povero Marcolino però, ci mancava quel deficiente di Sergio a imischiarsi nella loro storia, ora chissà cosa combinerà Rudy :258: :258: :258: :258: :258: :258: :258: :258: :258: :258: :258: :258: :258: :258: :258: :258: :258:
     
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  15. delia_73
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    Bel capitolo collega: Alice ha rischiato di finire nei pasticci per fortuna Diego è arrivato in tempo altrimenti chissà come sarebbe finita :wacko:

    Mi sa che Rudy con la sua festa combinerà un bel casino :106: , e Marco tanto per cambiare ci andrà di mezzo :17: :17: Imparerà mai a non dare retta alle idee strampalate del fratello? :unsure: Chissà come mai è tanto incavolato con suo "suocero" aspettiamo il seguito. :100:
     
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385 replies since 16/1/2012, 18:32   14494 views
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