I CESARONI - CAPITOLO V

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  1. jameskirk88
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    Carissimi imbottigliati, eccoci dunque all'inizio della nuova FF di cui vi avevo parlato una settimana fa.. un po' in ritardo, come al solito, ma ero un po' indeciso su come farla iniziare, soprattutto per quanto riguarda cip e ciop.. alla fine ho optato per la soluzione che secondo me gli spettatori vedranno anche nella prima puntata della vera quinta serie... solo un'opinione, magari sbagliata, ma dopo cinque anni ormai sto imparando a conoscere i nostri autori.. :wacko: :wacko:
    Una piccola precisazione: il titolo è lo stesso della mia vecchia FF sui Cesaroni 4 ma non è il seguito... questa qui vorrebbe essere il sequel della quarta stagione televisiva dei Cesaroni... spero non vi farà storcere la bocca quanto quello "ufficiale", in quel caso ditemelo e provvederò a interrompere subito :wacko: :wacko: :wacko: :258: :258: :258: :258:
    Cercherò di mettermi nei panni degli autori, e di scrivere una quinta stagione con gli stessi personaggi che dovrebbero apparire nei Cesaroni 5... vediamo un po' che viene fuori, sperando che sia nei limiti dell'accettabile... :255: :255: :255:

    OK... bando alle ciance, e passiamo al primo capitolo del primo episodio... buona lettura ^_^




    EPISODIO 1 – RITORNI




    Casa Cesaroni, 12 settembre 2012, ore 7.30
    del mattino



    Le sette e mezza del mattino. Le prime luci dell'alba che entrano lentamente dalle finestre socchiuse e ti disturbano gli ultimi minuti di sonno della nottata, che vorresti non fosse finita. E poi la sveglia che, maledetta, ti riporta finalmente alla realtà. E' ora di alzarsi e di andare a scuola.
    E' ora di mettere la parola fine alle tue vacanze.
    E' uno di quei momenti che sai deve venire per forza ma che ogni volta speri sempre che arrivi mai.
    Invece alla fine arriva sempre.
    "Maledetta, avrei una gran voglia di frullarti fuori dalla finestra e di fracassarti in giardino", disse ad alta voce Mimmo mentre si sollevava a fatica dal lettos.
    Ehi ma che è questo baccano??" - Dal letto accanto al suo, Rudy si rigirava nel letto cercando di nascondere la testa sotto il cuscino.
    Rudy: - Eh dai, è l'alba... lasciami dormire... -
    Mimmo, scuotendo la testa : - Tanto devi alzarti lo stesso -
    Rudy: - Parla per te.. -
    Mimmo: - Ti conviene alzarti da solo... tra cinque minuti arriva una sveglia un po' più rumorosa della mia -
    Rudy, sbuffando: "Papà..."
    Non aveva ancora finito di parlare che la porta di camera si aprì con uno scatto, e poco dopo Rudy si sentì strappare via le coperte di dosso.
    Giulio: "Allora?? Che voi rimanè li tutto il giorno??"
    Rudy: "Magari"
    Giulio: "Forza, te movi, che sennò fai tardi subito al primo giorno de scuola.. voi comincià l'anno della maturità subito male??"
    Rudy, sbadigliando e alzandosi dal letto: "L'anno di che...??"
    Giulio, gesticolando: "Annamo bene... rimbambito de prima mattina... dai alzati forza, sennò porto una gru per tirarti giù da 'sto letto!!"
    Rudy: "Va bene va bene...."
    Giulio: "Te sei pronto Mimmo??"
    Mimmo, infilandosi i calzini: "Quasi"
    Giulio: "Bravo.. dai forza, che la colazione è pronta" Mentre Giulio usciva dalla camera, Alice si affacciò per un attimo sulla porta, sorridendo: "Volete una mano??"
    Rudy: "No grazie, facciamo da soli"
    Mimmo: "No no.. aiutaci"
    Alice, ridendo: "E' sempre così tutti gli anni. Povero Rudy, non è più la otete di una volta ma lui e la scuola continuano ad andare poco d'accordo"
    Mimmo annuì sorridendo, mentre iniziava a scendere la scale.
    "E' proprio vero" pensò tra se e se: "Passano gli anni, ma ci sono delle cose che sembrano non cambiare mai: Rudy che cerca in tutti i modi di non alzarsi dal letto il primo giorno di scuola è una di queste cose"
    Entrando in cucina, si guardò intorno e vide altre due cose che potevano tranquillamente rientrare nel suo elenco.
    Mimmo: "Papà e Lucia che preparano insieme la colazione..per un po' di tempo avevo pensato che una cosa come questa non l'avrei più vista, ma poi per fortuna tutto è cambiato.
    Cioè, sono tornate com'erano prima, come quando Giulio e Lucia si sono incontrati di nuovo dopo tanti anni e hanno deciso di vivere insieme per tuttala vita. Sembrava tutto finito, ma si sa che certe cose, come quella che c'è tra papà e Lucia, in realtà non possono finire mai.. possono prendersi delle pause, ma di certo non finiscono. Prima o poi, ritornano sempre"
    Lucia, sospirando: "Ecco qua.. caffè latte pronto.. mamma mia, sono più nervosa di una studentessa che deve andare alle superiori per la prima volta in vita sua"
    Giulio: "Ma smettila.. vedrai che andrà tutto bene"
    Lucia: "Dici?"
    Giulio: "Eh certo.. sei sempre la migliore"
    Lucia: "Anche se non insegno più da due anni e mezzo??"
    Giulio: "Capirai, l'ultima volta sei stata ferma quindici anni e manco te ne accorgesti, quando ricominciasti"
    Lucia: "Insomma... c'ho ancora i pantaloni macchiati dall'inchiostro che trovai sulla sedia alla cattedra"
    Giulio: "Che c'entra, quello era quel delinquente de Rudy, lo faceva a tutte"
    Lucia: "La verità è che ho passato troppo tempo tra quadri e opere d'arte, e un po' poco tempo con i ragazzini delle scuole medie, negli ultimi due anni... non sono sicurissima di essere pronta a ricominciare con l'insegnamento"
    Giulio: "Andrà tutto bene, vedrai.. un po' di caffè??"
    Lucia lo guardò con aria severa, e Giulio scosse la testa: "No, forse è meglio di no.. cioccolata?"
    Lucia: "Meglio"
    Giulio: "Te la faccio subito"
    Lucia: "Mimmo, tesoro, dove l'hai lasciato Rudy?"
    Mimmo: "Si sta vestendo"
    Alice, ridendo: "Se non è tornato sotto le coperte"
    Giulio: "Sempre lo stesso poltrone di sempre eh... nun cambia mai"
    Lucia: "E dai Giulio, è normale... dopo tre mesi di vacanza"
    Giulio: "Speriamo che le vacanze non se le prolunghi fino a gennaio.. come l'anno scorso"
    Lucia, sorridendo: "Non esageriamo"
    Giulio: "Non esagero, dico la verità. E' passato per il rotto della cuffia proprio, e perchè te l'hai aiutato gli ultimi due mesi.. sennò col cavolo"
    Lucia: "Si è impegnato a fondo"
    Giulio: "Si, con qualche scappellotto sulla testa"
    Lucia: "Ha preso tre otto consecutivi"
    Giulio: "Ancora me sembra impossibile"
    Lucia: "Ma è successo.. ed è stato promosso"
    Giulio: "Media del 6... pensa un po' che voti aveva preso nei primi tre mesi dell'anno"
    Rudy, entrando in cucina: "Voti troppo bassi.. tutta colpa di quell'arpia che non mi potevca sopportare.. tutta colpa sua"
    Giulio: "Ma smettila, che pure questa è vecchia"
    Lucia: "Un momento, manca qualcosa"
    Giulio: "Lo zucchero..?? Lo sapevo, avevo detto a Cesare d'andà a prenderlo ma de sicuro se ne sarà scordato... 'ndo c'avrà la testa quello"
    Lucia: "Ecco chi manca... che fine ha fatto Cesare?? E' in ritardo"
    Giulio: "E che non lo so"
    Lucia: "Che fine ha fatto??"
    Giulio: "E che ne so.. è qualche giorno che sta sempre sulle nuvole.. c'ho provato a chiedergli qualcosa, ma lo sai com'è fatto no?? Se anche c'hai un problema non riesce a spiccicargli una parola di bocca manco con le pinze"
    Lucia: "Non avrà problemi a casa spero"
    Giulio: "No, avrà combinato qualche pasticcio con i fornitori, come al solito.. bisognerebbe stargli dietro come ai bambini"
    Alice si alzò dal tavolo per andare ad aprire la porta, dopo che qualcuno aveva suonato tre volte il campanello.
    Giulio: "Eh.. a proposito di bambini..."
    Lucia: "Come?"
    Giulio: "Niente niente...."
    Alice, rientrando in cucina: "Abbiamo visite"
    Ezio, affacciandosi sulla porta: "Buongiorno Cesaroni"
    Giulio: "Eccotelo tiè..."
    Ezio: "Ammazza oh, acidi de prima mattina... che ve magnate in questa casa a colazione al posto del caffè latte, 'na brocca de yogurt avariato??"
    Giulio: "Si si, fai lo spiritoso... me spieghi dove caspita sei finito ieri sera, t'ho aspettato tre ore davanti allo stadio"
    Ezio: "T'avevo detto che passavo da via dei Gladiatori"
    Giulio: "Te me l'avevi detto?? Ma che sei impazzito?I I gol t'hanno dato alla testa, t'hanno dato..."
    Ezio: "E c'era confusione, nun m'avrai sentito..."
    Giulio: "Ma falla finita, li mortacci tua!!"
    Rudy e Alice si guardarono, ridendo a crepapelle, mentre Lucia invitò Ezio a sedersi al tavolo insieme ai ragazzi.
    Lucia: "E smettetela, sembrate due bambini"
    Ezio: "Ha cominciato lui..."
    Giulio: "Io?? Che faccia tosta"
    Lucia: "Basta ho detto.. che esempio date ai ragazzi che stanno qua dentro!!"
    Mimmo, ridendo e pensando tra se e se: "Eh si, ci sono cose che non cambiano proprio mai, e sono quelle cose che in ogni momento, di anno in anno, ci fanno ricordare di essere sempre a casa" Mentre la cucina risuonava delle voci di tutta la famiglia Cesaroni e del suo solito, abituale e classico "imbucato"Ezio Masetti , Mimmo posò il so sguardo sull'unico dettaglio presente in quella stanza a ricordargli che, nonostante tutto, le cose a casa Cesaroni purtroppo erano cambiate, e anche parecchio.
    Allungò le mani verso la fotografia appoggiata sul comò a pochi passi da lui, e la guardò per diversi secondi. C'erano proprio tutti, in quella foto, che li ritraeva nel momento più bello e felice di tutta la loro vita.
    Quelli che erano rimasti e quelli che, purtroppo, se n'erano andati. Seguendo strade completamente diverse.
    Erano passati più di due anni, ormai si era abituato a una famiglia con cinque persone e non più con sette. Ma di tanto in tanto il ricordo di quei tempi felici, spensierati e vivaci ritornava a galla. E quei momenti continuavano a mancargli, adesso come gli mancavano due anni e mezzo prima.
    Lucia, avvicinandosi a lui: "Mimmo??"
    Mimmo, alzando lo sguardo dalla foto: "Si?"
    Lucia: "Tutto bene tesoro??"
    Mimmo, annuendo: "Si si.. tutto bene..."
    Giulio e Lucia si sorrisero a vicenda, mentre Mimmo posava sul mobile il ricordo più bello della vecchia famiglia Cesaroni. Se ne poteva tirare fuori il titolo di una canzone, pensò Mimmo.
    "Quando in sette si stava bene" La guardò un'ultima volta, e poi tornò a dedicarsi come tutti gli altri alla sua colazione.

    Porto di Palermo, tre ore dopo


    Al bar sulla banchina quattro ragazzi stavano bevendo qualche bicchiere di birra e parlando tra di loro. A prima vista non sembravano essere proprio di splendido umore. Anzi, sembravano quasi furiosi. Uno dei quattro che sedeva di spalle al bancone del bar, aveva la barba leggermente incolta, i capelli un po' increspati dal vento, i vestiti meno curati del solito. Tutto considerato però non era cambiato poi molto da quando riempiva casa Cesaroni con le note della sua amatissima chitarra.
    Michele: "Ma porca miseria, mollarci così all'improvviso... che poi non si sa neanche per quanti mesi hanno intenzione di lasciarci a terra.."
    Marco, sospirando: "Mancanza di fondi per proseguire l'attività marittima.. sarà già tanto se potranno ripartire..."
    MIchele: "Già... di questi tempi poi.."
    Stefano: "Non me l'aspettavo proprio una cosa del genere"
    Dario: "Neanch'io... è un bel pasticcio
    Marco, scuotendo la testa: "Ormai c'è poco da fare... hanno deciso, e non li faremo tornare indietro. Tanto vale rassegnarsi"
    Dario: "Facile a dirsi... a terra a tempo indeterminato.. e mo io che faccio?? Dove caspita vado a lavorare??"
    Marco, sospirando: "Non dirlo a me"
    Stefano: "Tu?? E ti lamenti te?? Col popò di casa che ti ritrovi..."
    Dario: "Almeno te potrai startene un po' tranquillo"
    Marco, sorridendo: "Tranquillo è una parola grossa"
    Dario: "Perchè??"
    Marco, ridendo: "Niente niente, lascia perdere.. e poi mi ero ripromesso di starne lontano per un po' di tempo"
    Michele, il suo amico che lo guardava di fronte: "Beh sei stato lontano due anni... non sono pochi"
    Marco: "Per certe cose non sono molti...."
    Dario: "Che cose??"
    Stefano: "Le peggiori di tutte... donne.."
    Dario: "Ah ecco"
    Marco abbassò lo sguardo, visibilmente molto turbato.
    Michele, scuotendo la testa: "Piantatela voi due"
    Dario: "Perchè, non è la verità?? Guarda che faccia che ha fatto il nostro Cesaroni, sembra che abbia visto una specie di fantasma"
    Stefano: "E di quelli che fanno paura??"
    Michele: "Vi ho detto di piantarla, basta!! Finitela con queste stronzate, non lo capite che non è il caso??!!!"
    Dario: "Va bene va bene, ho capito, non ti scaldare tanto..che avrò detto mai..."
    Stefano posò il suo bicchiere ormai vuoto e si alzò dal tavolo: "Ragazzi vi saluto, a mezzogiorno devo prendere il treno, sennò va a finire che lo perdo. Ci sentiamo eh..."
    Michele, annuendo: "Certo..."
    Marco, salutando con un cenno della mano: "Ciao, a presto..."
    Dario, alzandosi: "Vado anch'io, che il treno aspetta anche me... ciao ragazzi..." Si rivolse per un attimo a Marco.
    Dario: "Cesaroni...??"
    Marco: "Si??"
    Dario: "In gamba eh... qualunque cosa ti passi per quella testa un po' strana.. in gamba.. stammi bene"
    Marco, sorridendo: "Ci proverò"
    I due si allontanarono da loro, mentre Marco e Michele rimasero seduti al tavolo del bar.
    Michele: "Non te la prendere... lo sai come sono fatti, non sono mica cattivi, anzi.. sono buoni come il pane. Però certe cose proprio non le capiscono, non ci arrivano a capire che qualcuno possa anche star male per amore.. certo magari se ne sapessero qualcosa di più eviterebbero di fare certe battute. E tu ti eviteresti di farti tornare alla mente.. certi ricordi.."
    Marco: "Nah, lascia perdere.. non fa niente.. una volta ogni tanto fa anche bene ricordarsi delle cose importanti.. per quanto pessime"
    Michele: "Non mi sembra che ti faccia tanto bene"
    Marco: "E' solo un'impressione..."
    Michele: "Fai la commedia con me?? Non mi sembra il caso guarda... piuttosto, e te l'ho già detto settecento volte negli ultimi due anni.. perchè non cerchi di guardare un po' avanti?? Non ti pare di aver passato già troppo tempo a guardarti indietro.. a che serve tanto, ormai è cosa passata.. e tu lo sai"
    Marco: "Ah questo è poco ma sicuro"
    Michele: "Appunto.. e allora buttatela alle spalle no?? Che senso ha continuare a starci in questo modo?? E' andata male.. capita"
    Marco: "Già... capita a tutti...l'amore perfetto non esiste..."
    Michele: "Bravo.. bella citazione.. è roba tua, dalle tue canzoni??"
    Marco, sorridendo e scuotendo la testa: "No... di qualcun altro..."
    Michele: ".. o di qualcun'altra...eh??"
    Marco abbassò lo sguardo, ritornando per un attimo con la memoria a quello che accadde due anni prima.. o meglio, a quello che poteva accadere due anni prima, e che invece, purtroppo, non accadde...

    Flashback – 23 giugno 2010, ore 14.30, stazione di Roma Urbe

    "Ma tu non avevi un altro...??"
    Eva, un po' sorpresa da quell'uscita: "No.... no... non c'è nessun altro..."
    Si avvicinò a lui: "Marco io ti amo... io ti ho sempre amato..."
    Non gli sembrava vero. Erano le parole che sognava di sentirsi dire ormai da più di due mesi, da quando la cosa più importante della sua vita gli era improvvisamente scoppiata tra le mani, solo ed esclusivamente per colpa sua. Faceva ancora fatica a capire come proprio lui, dopo tutto quello che aveva passato per trasformare quel sogno in realtà, avesse potuto distruggere tutto in quel modo, alle primissime difficoltà. Ma in quel momento tutto questo perdeva di significato. Tutti gli errori di quei lunghi mesi erano improvvisamente spariti, e tutto d'un tratto era come se fossero ritornati nove mesi indietro nel tempo: prima delle canzoni che non arrivavano più, prima del lavoro alla radio, prima delle liti, delle incomprensioni, delle menzogne. Prima del tradimento, e prima della separazione, che in quel momento sembrava un punto definitivo alla loro storia.
    Ma tutto quello che era successo non aveva intaccato di un millimetro quello che c'era tra loro, e quello che nonostante tutto, nonostante tutti gli errori e tutti i problemi, ci sarebbe sempre stato.
    In quel bacio si sciolsero tutte le paure, le ansie, le preoccupazioni... tutte quelle cose che adesso, a distanza di un po' di tempo, gli sembravano talmente assurde e insignificanti da non valere neanche la pena di ripensarci un'altra volta.
    Mentre i due treni ripartivano in direzioni opposte, il tempo per loro due sembrava essersi praticamente fermato. Non contava più niente: ne quello che succedeva accanto a loro, ne i treni che avevano perso. Tanto il treno più importante, quello che contava veramente, per fortuna, erano riusciti a prenderlo.
    E non se lo sarebbero più lasciato scappare.. mai, per nessuna ragione al mondo..
    Loro due... per sempre...
    Il fischio di un treno in lontananza lo scosse di soprassalto. Marco sollevò lo sguardo, ma si accorse che Eva era sparita. Insieme ai binari e all'aria fresca del primo pomeriggio.
    Tutto d'un tratto era di nuovo nello scompartimento del treno dal quale era sceso pochi minuti prima.
    O meglio, dal quale credeva di essere sceso pochi minuti prima.
    Non ci mise molto a capire che purtroppo la realtà era diversa da quella che aveva vissuto qualche minuto prima. Niente incontri, niente chiarimenti. Niente bacio.
    Niente di niente.
    Non era la prima volta che si svegliava di soprassalto scoprendo che aveva appena finito di sognare qualcosa che avrebbe desiderato potesse accadere con tutte le sue forze, scoprendo che in realtà non era mai successo niente.
    Ci si doveva essere abituato, invece ogni sogno gli lasciava sempre un grosso amaro in bocca. Per quello che poteva essere, e invece non era stato. E che forse non sarebbe stato mai più...
    Mentre il treno ripartiva, appoggiò malinconicamente la testa sul finestrino e gli tornarono in mente le parole di una canzone che aveva sentito qualche anno prima, una canzone che sembrava fatta apposta per il momento che stava vivendo:

    Non ti dimenticherò... tanto facilmente...
    per le cose che mi hai regalato...
    Non ti dimenticherò... specie quando a luci spente..
    tutto tornerà alla mente..
    perchè è stato troppo bello, insieme a te...

    Fine flashback


    Michele: "Ohi Marco.. tutto bene??"
    Marco, scuotendosi: "Si si.. stavo solo.. ricordando..."
    Michele, scuotendo la testa: "Proprio quello che non dovresti fare.. sembra che lo fai apposta a volerti fare per forza del male a qualunque costo"
    Marco: "C'è mia figlia, tra le cose che ho lasciato insieme a lei.. posso sforzarmi di non pensarci quando voglio, ma ogni volta che vado a trovare la piccola, a Parigi, tutti gli sforzi diventano inutili... è difficile scordarti di qualcuno quando lo vedi a cadenza regolare.."
    Michele: "Qui non si tratta di dimenticare... si tratta solo di non pensarci ogni gioro ed ogni ora della tua vita..mi sembra un compromesso ragionevole, non ti pare?"
    Marco: "Può darsi"
    Michele, sorridendo: "Non mi sembri troppo convinto"
    Marco: "Certo che no.. non lo sono"
    Michele: "Torni a casa?"
    Marco, scrollando le spalle: "E che altro posso fare? La nostra nave mercantile va in disarmo, e prima di ritrovare qualche altro incarico, ci vorrà un bel po' di tempo... per lo meno, tornando a casa, sono sicuro che non mi annoierò.. in quel manicomio succede sempre qualcosa. Certo sarò immerso nei ricordi.. ma in fondo, non cambierebbe poi molto dal solito.. giusto?"
    Michele, annuendo: "Appunto.. quindi non ti tormentare"
    Marco, sospirando e alzando lo sguardo verso l'orizzonte: "Ci proverò... ci proverò"






    Nel secondo capitolo un altro flashback ci racconterà cosa è successo nell'ultima puntata della quarta serie tra Giulio, Lucia e le due gemelle diverse.. ve le ricordate?? :wacko: :17: :17: .. a presto :253:
     
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  2. bella'mbriana
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    Mamma mia, John, che bella! :uhm: :uhm: :uhm:
    Quindi, la stazione era tutto un sogno, povero Marcolino! :cry: :cry: :cry:

    Comunque, complimenti per l'impresa titanica che ti accingi ad affrontare: I Cesaroni 5!!! Ma sono sicura che non ci deluderai...e non solo perché ho letto le altre tue opere e non mi hanno mai deluso, ma perché già questo primo capitolo mi mette una voglia di leggere il seguito che non avrei mai pensato mi potesse suscitare una stagione senza Eva! :uhm: :uhm: :uhm:

    Sbrigati a postare il seguito, e bravissimo!!! :301:
     
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  3. delia_73
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    Jhon grazie al cielo non era molto lungo ero preparata al peggio :258: :258: comunque :280: :280: capitoletto carino Marcolino che si rende conto che quel bacio era stato solo un sogno e niente altro santo cielo :400: :400:

    Aspettiamo di sapere che cosa è successo tra Giulio e Lucia e tra le due sorellastre :17: :17:
     
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  4. checca.68.9
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    :280: :280: Che bello rileggere di nuovo le tue FF. , e alla fine era un sogno, povero Marcolino,ma del resto,mal voluto nn è mai troppo :286: :286: :286: se aveva evitato un certo divano le cose potevano essere andate diversamente..ma ormai... :cry: :cry: :cry: :cry: :cry: ora nn ci resta che apettare il tuo secondo capitolo, sono curiosa di leggere delle "gemelle diverse" e di come Lucia le ha messe a posto...nn ci fare aspettare troppo :66: :66: :66: :66:
     
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  5. =manu=
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    Okkk letto anche la tua FF..jhon...

    Bella bravo complimenti....certo mi aspettavo che fosse più lungo come capitolo...ma va bene lo stesso :17:

    Aspetto il prossimo capitolo
    :280: :280: :280: :280:
     
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    Proprietario della bottiglieria

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    Jhon,finalmente ho letto la tua FF.
    Conoscendo gli autori è molto probabile che alla fine l'incontro alla stazione tra Marco ed Eva si riveli come un sogno di Marco.
    Però dal momento che Lucia è tornata a casa Cesaroni Marco verrà a sapere da lei che Eva non ha un altro uomo.
    Questo primo capitolo è stato malinconico,mi rivedo nei pensieri di Mimma a quando erano in 7 ad abitar esotto lo stesso tetto.
    Che bei tempi.
    Aspetto il seguito.
    :280: :280: :280:
     
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  7. Bunny88
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    Bello bello bello questo primo capitolo! è molto probabile che useranno l'escamotage del sogno per spiegare che Marco ed Eva saranno separati! Comunque sono sicura che la tua FF sarà un milione di volte migliore della 5 stagione!!!! Questo è sicuro come l'oro! :280: :280: :280:
    Sono curiosa di leggere il prossimo capitolo!
     
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  8. jameskirk88
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    Effettivamente ragazzi è dura scrivere dei Cesaroni senza Marco ed Eva.. ma pian piano qualcosa sta venendo fuori.. molto pian piano.. :255: :255: :255:
    Come avrete già intuito questo primo episodio sarà particolarmente ricco di flashback.. la quinta stagione si aprirà con un grosso salto in avanti nel tempo, e prima di proseguire, qualcosina di quello che è successo subito dopo il finale\non finale della quarta stagione bisogna cercare di immaginarselo, e non è semplice :wacko: :lol: :lol: :lol:
    In questo capitolo abbastanza corto, il flashback numero 23: cosa è successo dopo l'arrivo di Lucia nell'ultima scena della quarta serie?? Chissà, forse potrebbe essere successo qualcosa del genere... :B): :B): .. buona lettura :255:



    Bottiglieria Cesaroni, ore 16.30 del pomeriggio


    "Ah eccoti... cominciavo a pensare che te fossi perso per strada"
    Giulio salutò con un cenno della mano quello che senz'altro si poteva definire il cliente più affezionato della storia della bottiglieria Cesaroni. Per quanto insolito, visto che la definizione di cliente si adatterebbe meglio a qualcuno che paga le consumazioni ogni volta che esce dal locale, cosa che invece Ezio non faceva da quando Giulio riusciva a ricordarselo.
    Ezio si sedette sul suo solito, amatissimo sgabello: "Nun me so potuto liberare fino a ora.. al garage c'è sempre da fare oh.. me comincia a venì 'na certa nostalgia della mia vecchia officina... te ricordi com'era bella?? Era un capolavoro..."
    Cesare, sbucando da sotto il bancone: "Te riferisci a quella specie de sgabuzzino che in vent'anni ha visto si e no tre macchine e tutte de proprietà della famiglia Cesaroni??"
    Ezio: "Eh certo..."
    Cesare: "Allora più che un capolavoro quella la dovresti chiamà capo e basta.. perchè il lavoro la dentro nun l'ha visto mai manco per sbaglio..."
    Ezio, scuotendo la testa: "Che uomo senza cuore che c'ha per fratello, Giulio..."
    Cesare: "Te sei seduto su quello sgabello per scassà le ballle alla gente che lavora per davvero, oppure voi pure qualche cosa da bere??"
    Ezio: "Ah bravo.. mò che me ce fai pensare.. famme 'na biretta va, che sò stanco morto.. ma te rendi conto, cinque ore consecutive a..."
    Cesare: ".. guardà Barilon che lavorava..."
    Ezio: ".. e te pare facile, sta a sovrintende il lavoro de tutto un garage.. oh Barilon sarà pure il braccio, ma senza la mente, che sarei io, 'ndo pensi che potrebbe andare?? Ma che scherziamo.."ù
    Cesare, annuendo: "Finito de sparà fregnacce??"
    Ezio: "Si..."
    Cesare: "Giulio, fagli la birra... hai visto mai che almeno mentre beve gli tocca starsene un po' zitto.."
    Detto questo, Cesare entrò nell'ufficio della bottiglieria, scuotendo la testa e borbottando frasi abbastanza incomprensibili.
    Ezio: "Ammazza oh.. ma che s'è ingoiato stamattina al posto del caffè latte??"
    Giulio, versando la birra nel bicchiere: "Ma che ne so.. sò giorni ormai che sta così.. stà sempre nervoso..."
    Ezio: "Oddio, nun è che lui sia proprio l'immagine vivente dell'allegria eh.."
    Giulio: "Si lo so, ho capito, però mò stà più nervoso del solito!"
    Ezio: "Ma che c'ha problemi in famiglia??"
    Giulio: "In famiglia?? No, nun credo proprio"
    Ezio: "Sei sicuro?? Guarda che i sintomi me sembrano abbastanza chiari eh"
    Giulio, porgendogli la birra: "Ah si? E quali sarebbero questi sintomi?"
    Ezio, ridacchiando: "Per esempio, quello che c'avevi te fino a un annetto e mezzo fa.. nun so se te ricordi"
    Giulio, sospirando: "E me lo ricordo si.. chi se lo scorda"
    Ezio, annuendo: "Ecco appunto.. lo sai chi me ricorda Cesare?? Me ricordi proprio te.. scontroso, permaloso.. nervoso... te uguale spiccicato"
    Giulio: "Se c'avesse problemi in famiglia pensi che a me che sò su fratello nun lo direbbe???"
    Ezio: "Se fosse un fratello normale si.. ma trattandosi de Cesare, te sorprenderebbe??"
    Giulio: "Oddio, mò che me ce fai pensare..."
    Ezio: "La famiglia caro Giulio è come un bicchiere de birra.."
    Giulio, dubbioso: "In che senso?"
    Ezio: "Eh nel senso che.. cioè, è come quando... è come se.. si insomma, ecco, è..." Aggrottò la fronte, dubbioso: "Me sa che ho sbagliato esempio"
    Giulio: "E me sa anche a me"
    Ezio: "..'na cosa è certa però.. basta poco per farla finì in mille pezzi"
    Giulio, sospirando: "Per fortuna basta anche poco per rimetterli insieme, i pezzi..."
    Con la sua mente, Giulio tornò indietro a un anno e mezzo prima. A un giorno della sua vita che difficilmente sarebbe riuscito a dimenticare in tempi brevi.

    Flashback – 28 giugno 2010, ore 2 del pomeriggio


    Quando Lucia scese da quel taxi che si era fermato proprio davanti a casa sua, Giulio capì ancora più di quanto già non avesse fatto che quel discorso che si era meticolosamente preparato nelle ore precedenti era non solo necessario, ma anche indispensabile. Lo avrebbe fatto comunque, alle due donne che erano davanti a lui, ma adesso lo avrebbe fatto con ancora più convinzione.
    Giulio: "Ciao Lucia...."
    Lucia, richiudendo dietro di se la portiera del taxi: "Ciao Giulio"
    Giulio, superando la sorpresa di quell'apparizione: "Che.. che ci fai qui?"
    Lucia, avvicinandosi a lui: "Beh ecco.. diciamo che sono qui per lavoro.."
    Giulio: "Lavoro?"
    Lucia: "Si, ma è un discorso un po' lungo.. magari ne parliamo meglio dopo, vedo che adesso sei..." Si voltò un attimo verso le due donne, che la guardavano con malcelata curiosità: ".. un po' impegnato"
    Giulio, annuendo: "Si.. cioè no.. si insomma, è questione di cinque minuti..."
    Lucia: "I ragazzi sono in casa?"
    Giulio: "Veramente no... Rudy e Alice stanno alla maratona, Mimmo non so dove caspita se n'è andato, ma sicuramente sarà con Matilde.."
    Lucia: "Marco?"
    Giulio, sospirando: "Eh no guarda.. Marco è partito, stamattina"
    Lucia, sorpresa: "Partito? Dove?"
    Giulio: "Pure questo è un discorso lungo.. senti, mi aspetti in soggiorno che poi te spiego tutto?"
    Lucia: "OK va bene..." Si voltò di nuovo verso le due donne: "Salve..."
    Emma e Olga, parlando quasi in coro: "Salve"
    Mentre Lucia entrava in casa, Giulio si avvicinò alle due donne che negli ultimi nove mesi avevano rappresentato un pezzo molto importante della sua vita. Cercò di trovare le parole migliori per dire loro quello che doveva dire, alla fine optò per l'approccio che gli riusciva meglio, quello diretto. Senza troppi giri di parole.
    Giulio: "Grazie per essere venute"
    Olga: "E' stata un'idea tua quella di chiamarci tutte e due insieme, vero?"
    Giulio: "Si.. mi dispiace ma se ve l'avessi detto sicuramente non sareste mai venute"
    Emma, annuendo: "Forse hai ragione"
    Giulio, prendendo fiato: "Sentite, voi... voi siete state persone molto importanti per me. Ognuna a modo suo, però tutte e due mi avete aiutato a superare uno dei momenti più difficili degli ultimi anni della mia vita. Non so se ce l'avrei fatta senza di voi.. senza il vostro aiuto... " Si voltò verso Olga: ".. e magari senza le grane che una di voi m'ha portato, sarebbe stata dura per me.. forse non ce l'avrei fatta, di nuovo solo con tanti figli a cui pensare. Io sono stato.. molto bene con voi.. con ognuna di voi, davvero"
    Olga, sorridendo amara: ".. però?"
    Giulio, sospirando: ".. però... però vedete, io... io nun me la sento de portà avanti una storia, o magari pure due, che nun c'hanno nessuna speranza de portà a qualcosa de definitivo.. sarà che sto cominciando a invecchià, o magari sò già invecchiato. Il fatto è che io in questo momento nun sono... nun sono ancora pronto per questo"
    Olga: "E' per quello che è successo l'altro giorno??"
    Giulio: "No no, assolutamente, quello nun c'entra niente. Credetemi, il problema non siete voi. Il problema sono io, purtroppo. E penso che fare finta di niente potrebbe solo peggiorare una situazione che è già abbastanza.. imbarazzante. Non vi pare??"
    Olga avrebbe voluto dire qualcosa, ma si notava lontano un miglio che era troppo amareggiata per poter dire qualsiasi cosa che avesse un senso. Consapevole di questo, preferì voltare le spalle e andarsene, senza proferire neanche una parola.
    Giulio, abbassando lo sguardo: "Mi dispiace.. mi dispiace davvero"
    Olga, scuotendo la testa: "Non hai motivo di dispiacerti. Non è colpa tua. Ma vedi, io sono pur sempre la tua psicologa.. e penso di saper ancora fare abbastanza bene il mio mestiere. Ragion per cui so con assoluta certezza che quello che hai appena detto non è assolutamente vero"
    Giulio, sorpreso: "Come?"
    Emma, sorridendo: "Beh diciamo che quantomeno non hai detto la parte più importante della verità.. e quella parte di verità è la stessa che adesso ti sta aspettando in soggiorno"
    Giulio, scuotendo la testa: "No no no.. guarda che ti sbagli"
    Emma: "No no.. io non mi sbaglio.. è proprio così invece. Ricordi quando facevi finta di essere il mio compagno?"
    Giulio: "Certo"
    Emma: "Anche allora.. non hai smesso di pensare a Lucia neanche per un istante. Raccontasti a quella donna l'inizio della tua storia con Lucia.. certo in quella versione del racconto la protagonista ero io.. ma per te non era così, giusto? Non hai mai smesso di amarla... ho ragione?"
    Giulio non sapeva, effettivamente, cosa rispondere. Sapeva che Emma aveva ragione ma ammetterlo in quel modo dopo aver fatto finta per mesi che non fosse vero, un po' lo infastidiva.
    Emma, sorridendo: "Lo vedi che ho ragione?" Si avvicinò a lui, gli diede un bacio sulla guancia, e poi lo salutò con un cenno della mano, prima di andarsene anche lei per la sua strada.
    Giulio riuscì appena a salutarla a sua volta con un cenno della mano, prima di riflettere per qualche secondo su quello che gli aveva detto Emma.
    Una cosa che ormai era del tutto inutile continuare a ignorare.

    Poco dopo, Giulio era in soggiorno, seduto allo stesso tavolo sul quale, qualche mese prima, lui e Lucia avevano formalizzato i primi atti della loro separazione. Che giorno difficile fu, per lui.
    Sembrava passato un secolo, tante cose erano successe da allora.
    Lucia, sospirando: "Pensavo che le cose stessero migliorando"
    Giulio, annuendo: "Pure io.. evidentemente non era così"
    Lucia: "Eppure l'ultima volta che ho sentito Eva sembrava così felice al pensiero che lei e Marco avrebbero passato le vacanze insieme"
    Giulio: "Anche Marco sembrava felice, tranquillo...sereno dopo, un sacco de tempo. Poi di colpo è ritornato esattamente com'era prima. E ha deciso di partire, un'altra volta. E mi sa che questa volta nun torna indietro"
    Lucia, scuotendo la testa: "E adesso??"
    Giulio, stringendosi nelle spalle: "Eh... e chi lo sa. Io pensavo che prima o poi la cosa si sarebbe risolta, che tutto sarebbe tornato apposto, anche perchè quei due testoni nonostante tutto è chiaro che se vogliono più bene di prima.. ma a questo punto non lo so, mi sembra che facciano un passo avanti e tre indietro. E'... è che a volte volersi bene nun basta per riuscire a restare insieme"
    Lucia, guardandolo negli occhi: "Già... proprio vero"
    Giulio rimase in silenzio per qualche secondo, e poi rialzò lo sguardo: "Tu.. come mai sei qui?"
    Lucia: "I primi mesi era facile... facile, diciamo che riuscivo a convivere con l'illusione che fosse tutto normale. Negli ultimi mesi però le cose non sono state più così facili: mi mancano i ragazzi, Giulio.. mi mancano le chiacchierate con Alice, mi mancano i pasticci che combina Rudy, i sorrisi di Mimmo... mi mancano le scemenze che facciamo con Stefania.. mi manca la mia vita. Mi piace il lavoro che stò facendo, ma non così tanto da riuscire a dimenticare tutto il resto"
    Rimase in silenzio per qualche secondo, poi ricominciò a parlare: "So cosa stai pensando"
    Giulio: "Davvvero? E a che penso, sentiamo"
    Lucia: "Ti avevo avvertito.. stai pensando questo, vero?"
    Giulio: "Sarebbe facile dirlo adesso... che hai intenzione di fare, Lucia?"
    Lucia: "Ho trovato un lavoro analogo qui, a Roma.. ci sono volute settimane, ma alla fine ci sono riuscita..."
    Giulio, sorridendo: "Ah.. bene.. molto bene. Quindi diciamo che vuoi tornare a casa, giusto? Si, vuoi tornare qui, con i ragazzi, con le tue amiche.. nove mesi fa c'hai messo quanto, tre ore a decidere di andartene da casa per andare a seguire il tuo sogno veneziano?? Stavolta quanto c'hai messo a decidere, sei ore?"
    Lucia: "Giulio..."
    Giulio: "No no aspetta, famme finire.. Lucia, parliamoci chiaro.. questo qui nun è un albergo.. che tu entri, esci, fai e disfai come meglio credi e quando meglio credi. E noi nun siamo colleghi di lavoro che lasci e ritrovi ogni volta che ti prende qualche voglia particolare. Tu te ne sei andata.. hai deciso una cosa che riguardava tutta la famiglia da sola, senza neanche chiedermi cosa pensavo.. sei andata via e sei rimasta via per sei mesi, poi sei tornata soltanto per dirmi che dovevi restare via ancora per un anno. Te ne sei andata e ti sei rifatta sentire solo per portarmi le carte del divorzio. Tu ce l'hai una vaga idea di quello che ho passato io, mentre te te divertivi a organizzare mostre d'arte in laguna?? Ce l'hai un'idea di tutte le volte che m'hanno portato al pronto soccorso perchè me sembrava d'affogare, sentivo il cuore che me partiva dal petto, me sembrava di morire?? E invece erano solo attacchi di panico.. sono dovuto andare in cura da una psicologa, ho passato un anno infernale. Tu pensi davvero di poter rimettere indietro l'orologio di un anno, tornare qui come se niente fosse successo e pensare che non sia cambiato niente???"
    Lucia, scuotendo la testa: "No certo... non lo pretenderei mai, davvero. E infatti se c'hai fatto caso, io non ho valigie con me. Le ho fatte portare all'albergo qui accanto, a cinquecento metri. Per adesso starò li, ma sto già cercando un monolocale a basso prezzo. Non sarei mai tornata pretendendo che tu mi riaccettassi come se niente fosse successo..."
    Giulio, annuendo: "Ah.. bene... meglio così. E'.. è un buon lavoro?"
    Lucia: "Oh si, ottimo.. molto stimolante"
    Giulio: "Bene, mi fa piacere. Senti.. i ragazzi torneranno in serata, quando avranno finito la loro maratona. Naturalmente rimani qui a cena"
    Lucia: "Sempre se la cosa non ti disturba...."
    Giulio: "No. Perchè dovrebbe disturbarmi?"
    Lucia: "Senti.. io lo so che le cose non possono tornare com'erano prima.. però, prima, quando ti ho detto tutte le cose che mi mancavano della mia vecchia casa e della mia vita.. non te le ho dette tutte.. una cosa mi mancava molto più di tutte quelle che ti ho ricordato"
    Giulio, sorridendo: "Forse la stessa cosa che è sempre mancata anche a me"
    Lucia: "Forse..."
    Giulio: "Non sempre se possono rimettere insieme i cocci di qualcosa.. però... forse, con un po' di pazienza, e senza pretendere di fare le cose in fretta.. forse... qualcosa si potrebbe anche rimettere insieme. Chi lo sa.. lo vedremo con il tempo"
    Lucia, sorridendo: "Si.. lo vedremo con il tempo"
    In quel momento Giulio aveva ben presente nella sua mente due cose: la prima, che quel percorso sarebbe stato lungo, difficile e molto tortuoso. E sarebbe passato per un bel po' di colpi a vuoto.
    E la seconda.. che per quanto lungo e difficile sarebbe stato, alla fine, avrebbe avuto sicuramente successo.

    FINE FLASHBACK

    Ezio: "Eh insomma.. facile mica tanto.... c'avete messo quanto, sei mesi prima de ritornà a vivere sotto lo stesso tetto??"
    Giulio: "Si, più o meno"
    Ezio: "Te l'immagini Cesare che torna solo per sei mesi?? Ma chi ce la farebbe a sopportarlo??"
    Giulio: "Ma smettila con queste idiozie, che te fasci sempre la testa prima d'essertela rotta"
    Ezio, dubbioso: "Dici??"
    Giulio, scuotendo la testa: "Lasciamo perdere va...."
    Il suo del cellulare lo scosse dalla conversazione. Rispose al telefono.
    Giulio: "Si, chi parla??"
    La voce dall'altra parte del telefono era inconfondibile: "Ciao papà"
    Giulio, sorpreso: "Marco... ma sei te??"
    Marco: "Si papà, sono io..."
    Giulio: "Ah.. che sorpresa... mannaggia a te oh, ma quant'è che nun te fai sentire?? A momenti me so scordato che voce c'hai..."
    Marco, sorridendo: "Eh lo so.. abbiamo avuto molto da fare e siamo stati lontani dall'Italia per dei mesi"
    Giulio: "Ho capito.. e mò 'ndo stai?"
    Marco: "Più vicino di quanto pensi"
    Giulio: "In che senso?"
    Marco: "Senti papà, devo dirti un paio di cose prima di.. prima di tornare a casa"
    Giulio, sgranando gli occhi: "Tornare a casa?? Quindi torni a casa??"
    Marco: "Eh già"
    Giulio: "E.. e com'è questo cambiamento??"
    Marco: "E' una delle cose di cui dobbiamo parlare.. ti puoi assentare un po' dalla bottiglieria?"
    Giulio: "E come no.. nun è manco l'ora de punta"
    Marco: "OK.. senti, fai un salto al parco.. io ti aspetto li, davanti.. davanti al laghetto"
    Giulio, annuendo: "Va bene, arrivo subito"
    Marco: "Senza fretta eh.. tanto non devo andare da nessuna parte"
    Giulio: "Va bene Marcolì.. a tra poco eh"
    Chiuse la conversazione e ripose in tasca il cellulare.
    Ezio: "Era Marco??"
    Giulio, annuendo: "Si..."
    Ezio: "Che fa il grande marinaio??"
    Giulio: "Eh a quanto pare è sceso a terra. Senti, appena ricompare..."
    Ezio: ".. lo yeti che sta in ufficio..."
    Giulio: ".. si, lui.. gli dici che mi sono assentato un attimo ma che torno subito.. va bene??"
    Ezio, annuendo: "Guarda che s'incazza, io t'avverto"
    Giulio: "E vabbè, tanto peggio per lui.. vorrà dire che se calmerà..."
    Ezio: "Vabbè... "
    Giulio posò la parannanza sotto il bancone e poi uscì' dalla porta della bottiglieria.


    Marcolino tontolino di nuovo alla Garbatella.. almeno uno dei due pezzi da novanta ora c'è... :255: :255: .. nel capitolo di dopodomani un altro flashback, stavolta su Rudy, Miriam, e Alice.. :253: :253:
     
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  9. delia_73
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    [QUOTE=jameskirk88,24/1/2012, 15:10]
    Effettivamente ragazzi è dura scrivere dei Cesaroni senza Marco ed Eva.. ma pian piano qualcosa sta venendo fuori.. molto pian piano.. :255: :255: :255:
    Come avrete già intuito questo primo episodio sarà particolarmente ricco di flashback.. la quinta stagione si aprirà con un grosso salto in avanti nel tempo, e prima di proseguire, qualcosina di quello che è successo subito dopo il finale\non finale della quarta stagione bisogna cercare di immaginarselo, e non è semplice :wacko: :lol: :lol: :lol:
    In questo capitolo abbastanza corto, il flashback numero 23: cosa è successo dopo l'arrivo di Lucia nell'ultima scena della quarta serie?? Chissà, forse potrebbe essere successo qualcosa del genere... :B): :B): .. buona lettura :255:



    E così sono tornati Marcolino e Lucia, ma quando fai tornare Eva? :255: :255: :255:

    Gli imbottigliati sempre i soliti :17: :17: :17:

    :280: Aspetto il seguito :100:
     
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  10. bella'mbriana
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    CITAZIONE (jameskirk88 @ 24/1/2012, 15:10) 
    Giulio riuscì appena a salutarla a sua volta con un cenno della mano, prima di riflettere per qualche secondo su quello che gli aveva detto Emma.

    Certo, Giulio che riflette fa un po' impressione! :255: :255:

    Comunque, complimenti davvero: re e regina degli imbottigliati in una scena analoga a quella della quarta serie e altrettanto intensa :uhm: :uhm: ...ma con finale molto migliore, per fortuna ^_^

    E Cesare che problema c'ha?

    Ma soprattutto, cosa vuole dire Marcolino al padre? Che ci vuoi fare, il mio cuoricino batte sempre per lui, gli altri personaggi arrivano comunque secondi :wub: :wub: (persino in una stagione senza Eva)

    Ma ci sarà Maya anche nella tua FF? Sono curiosa!!!! Velocizza un po' il postaggio! :pray:
    O almeno dai qualche dritta :asd:

    In conclusione: :301:
     
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  11. Bunny88
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    Bello bello bello anche questo capitolo! :280: :280: :280:
    Ma ci hai lasciati sul più bello!!!!!! Sono curiosa di leggere del discorso tra marco e giulio!!! Posta presto!!! e ancora :280:
     
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  12. jameskirk88
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    :253: In questi giorni i capitoli si susseguono in fretta, ma vi prometto che finito il primo episodio posterò molto di meno... :17: ... in questi due paragrafi andiamo a vedere come se la passano i personaggi più giovani della serie: prima uno sguardo a Rudy, Miriam, Alice e c., e poi a Mimmo... che in questo periodo ne ha di gatte da pelare... :255: :255: :255:


    Liceo Ugo Foscolo, ore 10.00 del mattino


    "Ah bene.. iniziamo bene l'anno scolastico.. pronti via, e già un'assenza.. ma che fine ha fatto questo... Simoni??"
    La professoressa Gentili dovette dare uno sguardo al registro per ricordarsi il nome del ragazzo che mancava all'appello. Seguiva la classe ormai da due anni ma quel ragazzo non poteva conoscerlo, così come non poteva conoscerlo nessun altro la dentro, visto che era uno degli ultimissimi arrivati. Di lui si sapeva solo che si era appena trasferito, che aveva due anni più di tutti gli altri, che era stato bocciato per ben due volte, di cui una, l'ultima, non tanto per scarso rendimento scolastico, quanto per l'incredibile 4 in condotta che era riuscito a rimediare, e che sarebbe stato un osso particolarmente duro per tutti i professori. E probabilmente non solo per loro.
    Alice scosse la testa: "Non lo so"
    Miriam, accanto a lei: "Non lo conosciamo, ma stamani non si è visto"
    Budino, da una delle ultime file: "Si sarà perso per strada"
    Rudy, accanto a lui: "Beato lui"
    La risata generale della classe non scosse di un millimetro la Gentili, che dopo averlo guardato per qualche secondo con aria di sopportazione si rimise a sedere.
    La Gentili: "Cesaroni.. non hai idea di quanto mi sei mancato quest'estate..."
    Rudy, annuendo: "Posso capirla"
    Altra risata generale, altro sguardo di sopportazione da parte della prof.
    La Gentili: "Ti vedo ispirato stamattina.. dato che sei così vispo magari potresti venire qui alla lavagna e spiegare ai tuoi compagni l'ultima parte del programma di matematica dell'anno scorso.. che dici, ti sembra una buona idea??"
    Rudy: "Sinceramente??"
    La Gentili: "Si"
    Rudy: "Ho sentito idee migliori"
    Terza risata generale. La Gentili ammainò la bandiera, trattandosi del primo giorno di scuola dopo tre mesi di vacanze, una piccola vittoria simbolica al suo studente più indisciplinato la poteva anche concedere. Si alzò in piedi e riprese la spiegazione dal punto in cui l'aveva interrotta qualche secondo prima.
    Budino, scuotendo la testa: "Tu non sei normale..."
    Rudy: "Perchè??"
    Budino: "Non abbiamo manco cominciato l'anno e tu cerchi subito di farti prendere di mira??"
    Rudy: "Amico mio, ti sei imborghesito.. non sei più quello di una volta.."
    Budino: "Si, a differenza tua"
    Rudy, ridacchiando malizioso: "Non si può cambiare la perfezione..."
    Budino, scuotendo la testa: "Andiamo bene andiamo..."
    Rudy: "Ah piantala.. tanto mi prenderà di mira comunque, lo sai che non mi può vedere.."
    Budino: "Perchè, le dai torto??"
    Rudy: "No, ma questo è un altro discorso... "
    Budino: "Non riesco proprio a capire cosa hai da essere così allegro.. non c'è proprio niente da ridere.."
    Rudy: "Perchè??"
    Budino: "Ma come perchè?? Ti sei già dimenticato di chi manca, quest'anno??"
    Rudy, sospirando: "Sarebbe difficile"
    Budino: "Ecco appunto.. e ti sei già dimenticato di cosa dovremo fare, in fondo all'anno??"
    Rudy, sbuffando: "No..."
    Budino: "E ti sei già dimenticato di cosa succederà se per sbaglio dovessero bocciarci??"
    Rudy, pensando per un attimo alla faccia che avrebbe fatto Giulio dove aver ricevuto quella notizia: "Questa è in assoluto la cosa che ignoro di meno..."
    Budino: "Ecco... hai capito perchè non c'è niente da ridere?? Siamo nella melma fino al collo!!"
    Rudy: "Nah.. non essere disfattista"
    Alla destra di Rudy, un ragazzo alto, con i capelli neri un po' riccioluti e gli occhi dello stesso colore, dovette dare ragione a Budino: "Hai ragione Budino.. ma vedi, lui ha altri motivi per ridere...."
    Budino, dubbioso: "Ha una professoressa in casa??"
    Il ragazzo, scuotendo la testa: "Non c'è niente da fare.. è un pollo"
    Rudy, ridendo: "Hai ragione Tommaso.."
    Budino: "Mettitici anche te.. e pure te c'hai tanto da ridere, sei passato cinque 6 più striminziti d'una camicia stirata male.."
    Tommaso: "L'importante è il risultato finale..."
    Budino: "Ha parlato Luis Enrique..."
    Rudy lanciò un'occhiata dall'altra parte della classe. Qualche banco distante da lui, qualcuno ricambiò per qualche secondo il suo sguardo, che per un attimo era diventato MOLTO diverso da com'era quando si stava scambiando frecciate e frecciatine con Budino e Tommaso.
    Budino: "Oh.. ci sei ancora??"
    Rudy, scuotendosi: "Eh???"
    Tommaso, sorridendo: "Se, buonanotte..."
    Budino: "Che c'hai oh??"
    Tommaso: "Una malattia incurabile...."
    Rudy, dandogli una pacca sulla testa: "Piantala, cretino..."
    Budino, sbuffando: "Quanto vorrei essere al posto di Barilon..."
    Tommaso: "Guarda che per farsi chiamare dalle giovanili dell'Inter bisogna prima imparare a tirare un calcio a un pallone senza sfondare il terreno circostante..."
    Budino: "Se vuoi possiamo fare qualche prova con la tua testa..."
    Rudy: "Mi ha chiamato tre giorni fa"
    Budino: "Chi, Lorenzo?"
    Rudy, annuendo: "Già.. ah a proposito, vi saluta tutti.. e ha detto che se tutto va bene per la quindicina di Capodanno scende giù a Roma"
    Budino: "E bravo Barilon.. come se la cava?"
    Rudy: "Bene.. dice che nelle ultime tre settimane lo hanno fatto partire titolare già due volte.. l'allenatore lo sta mettendo alla prova, è un tipo tosto.. ma sono sicuro che si farà spazio"
    Tommaso: "Eh si.. ci sa fare, Barilon, con la palla"
    Budino: "Pure con le equazioni, ci sapeva fare. A differenza nostra"
    Tommaso: "Dimentichi che Rudy vive con miss media del sette e mezzo...sono sicuro che ci darà una mano"
    Budino: "Speriamo..."
    Rudy era lontano: in realtà dell'anno scolastico, della matematica, delle difficoltà di un anno scolastico particolarmente ostico, gliene fregava davvero poco o niente. Ogni volta che aveva un paio di secondi di tempo libero la sua mente volava a quello che avrebbe fatto durante il pomeriggio insieme a Miriam. Gli ultimi sei mesi erano stati sicuramente i più belli ed emozionanti di tutta la sua vita. Aveva finalmente imparato cosa voleva dire "amare veramente", cosa che fino ad allora aveva soltanto potuto immaginare. Una volta si, aveva sofferto per amore, ma in confronto a quello che aveva vissuto nell'ultimo anno quella storia diventava davvero piccola piccola.
    E dire che appena nove mesi prima,
    di Miriam non avrebbe neanche voluto sentir parlare. Fino a quel giorno in cui, improvvisamente, tutto era cambiato...


    FLASHBACK – 22 dicembre 2011, 5 del pomeriggio, all'uscita da scuola...


    C'era un bellissimo cielo stellato, in quel tardo pomeriggio di molti mesi prima. L'aria era appena frizzante e considerando il periodo dell'anno non facevano neanche troppo freddo. I lampioni della strada erano già accesi, e Rudy, rientrando a casa Cesaroni, potè vedere ancora più chiaramente il piccolo bigliettino colorato che era attaccato proprio sul muro all'altezza del cancello. Un bigliettino rosso, che gli ricordava qualcosa. Qualcosa che lui stesso aveva preparato, l'anno prima, per cercare di fare breccia nel cuore di una persona che sembrava un impenetrabile pezzo di ghiaccio. Un tentativo splendido nel quale mise tutto il sentimento di cui era capace, ma che purtroppo non sortì l'effetto sperato. Si risolse in una delusione che difficilmente si sarebbe dimenticato in tempi brevi.
    Adesso erano di nuovo li. Ma non ce li aveva messi lui.
    Erano diretti, a lui.
    Rudy seguì pazientemente le indicazioni che stavano scritte in quei bigliettini sparpagliati nelle vicinanze di casa Cesaroni, percorrendo un itinerario che gli sembrava sempre più familiare. Un sospetto cominciò a balenargli nella testa, ma lo respinse subito.
    "Figuriamoci.. una come lei.. riderebbe di cose del genere", pensò tra se e se.
    A questo punto però era molto curioso di vedere chi poteva aver pensato di organizzare una cosa tanto romantica per lui.
    Arrivato alla fine del suo itinerario, Rudy rimase senza fiato.
    Era esattamente tutto come se lo ricordava: ogni singolo dettaglio ricostruito alla perfezione. Si guardò intorno, cercando di incrociare lo sguardo di qualcuno, ma non vide nessuno. Si avvicinò a tutti quei palloncini.
    C'era una variante rispetto a quello che si ricordava: su ogni palloncino non c'erano scritte frasi a penna, qualcuno ci aveva incollato sopra una serie di fotografie che lui ricordava fin troppo bene: erano momenti impossibili da dimenticare.
    Incollata sull'ultimo palloncino, una busta che conteneva una lettera, scritta a mano. Rudy la prese in mano e la lesse, tutta d'un fiato, anche se faceva ancora fatica a credere a tutto quello che stava vedendo:

    Caro Rudy,

    scusa se ti ho fatto perdere un sacco di tempo, ma purtroppo ci sono cose difficili da ammettere e da confessare con le parole, anche se sono cose che sentiamo dal più profondo del cuore, o forse proprio per quello.
    Io con te ho sbagliato tanto.. forse ho sbagliato tutto. Ho cominciato a sbagliare quel giorno, quando tu impegnasti tutto te stesso per sorprendermi, per stupirmi, per farmi capire quello che provavi per me. Forse non te ne sei reso conto, allora, ma il tuo tentativo era riuscito alla perfezione. Ma purtroppo io riesco sempre a rovinare tutto quanto di buono mi regali la vita, e riuscii a distruggere anche quel bellissimo momento. Non lo so perchè facevo così: forse perchè pensavo che ammettere di essersi innamorata sarebbe stato un po' come ammettere un difetto, una debolezza. Forse perchè era una cosa che non mi era mai capitata, un qualcosa di completamente nuovo che non sapevo come affrontare. Io ho sbagliato tanto con te: ho sbagliato talmente tanto che ormai non ricordo più neanche tutti gli errori che ho fatto. Sicuramente il più grave, e il più imperdonabile, è stato quello di ferirti.
    Non riesco a perdonarmi per quello che ho fatto, e quindi non pretendo che sia tu, a farlo.
    Ma anche se tutto questo non sarà servito a niente, non potevo uscire definitivamente dalla tua vita senza dirti quanto tu sia stato importante per me. Per la prima volta in tutta la mia vita ho capito cosa vuol dire amare veramente, ho capito cosa vuol dire aspettare di vedere qualcuno come se fosse la cosa più importante del mondo, ho capito cosa si prova ad avere un buco nello stomaco tutte le volte che la persona più importante della tua vita non è vicina a te. Non so quante volte proverò ancora un sentimento simile a quello che provavo e che provo per te: forse tante volte, non lo so.
    Ma sicuramente, per quante volte potrà succedere, non si avvicinerà mai a com'era la prima volta.
    La prima volta che guardandoti negli occhi, ho capito
    che quegli occhi erano l'unica cosa che contava davvero per me.

    Ti amo,

    Miriam.


    Rudy contava sulle dita di una mano le occasioni in cui si era davvero commosso in tutta la sua vita.
    Da quel momento in poi, ne avrebbe contata una di più.
    Alzò lo sguardo da quella lettera, che ripose accuratamente nella sua busta prima di infilarsela nella tasca del giubbotto. Ancora prima di voltarsi indietro aveva già capito che avrebbe incrociato lo sguardo con l'autrice di quella lettera.
    Erano passati molti mesi dall'ultima volta in cui erano stati così vicini, ma in quella situazione c'era qualcosa di speciale, che non somigliava a nessuna delle altre (pur belle) occasioni in cui erano stati insieme.
    Forse perchè era l'epilogo che aveva sognato un anno prima quando era stato lui, a preparare qualcosa del genere per lei.
    Ci aveva messo più tempo del previsto a sortire l'effetto sperato, ma alla fine c'era riuscito.
    Si guardarono per dei secondi interminabili, e poi Rudy si avvicinò a lei, sussurrandole piano.
    Rudy: "Sei capitata qui per caso, giusto??"
    Miriam, sorridendo: "Certo.. non penserai per caso che io c'entri qualcosa con tutto questo, vero?"
    Rudy: "No no, assolutamente.. il pensiero non mi ha neanche sfiorato... si insomma, sai quante Miriam ci saranno in giro per Roma..."
    Miriam: "E' un nome più comune di quanto si pensi"
    Rudy, passandole una mano tra i lunghi capelli biondi: "Appunto... non è che per caso tu ne conosci qualcuna??"
    Miriam: "A dire il vero.. si, ne conosco una..."
    Rudy: "Davvero??"
    Miriam: "Già..."
    Rudy: "E com'è??"
    Miriam: "Beh vediamo... ha la mia età, i capelli biondi, gli occhi azzurri... ha sempre pensato di essere tanto forte da sola.. ma poi ha capito che da sola non era assolutamente niente.. le mancava qualcosa, qualcosa di molto importante.."
    Rudy, sorridendole: "E adesso l'ha ritrovato??"
    Miriam, sospirando: "Non lo so.. tu che dici?"
    Rudy, accarezzandola dolcemente sul viso: "Io dico di si"
    La brezza della sera iniziava a sferzare i loro volti, ma in quel momento difficilmente si sarebbero accorti di qualcosa diverso da loro due. L'amarezza e i sogni infranti degli ultimi mesi si spensero tutti in quel lungo, splendido bacio che sembrò non finire mai. Tutto il resto era superfluo, non contava più assolutamente niente.
    L'unica cosa che contava erano loro.
    Che finalmente erano di nuovo insieme.

    Difficilmente si sarebbero accorti che, appoggiata su un muretto a poche decine di metri sopra di loro, qualcuno li stava osservando.
    Li osservava con sentimenti difficili da decifrare, anche per lei.
    "Alice Alice.. sei sempre la solita.. prima fai le cose, e poi te ne penti.... possibile che tu non cambi mai??" disse ad alta voce, continuando a guardare quella scena poco distante da lei.
    "Non era quello che volevi? Non è per questo che hai parlato a Miriam di quanto Rudy sembrava soffrire senza di lei?? Non è per questo che l'hai aiutata ad organizzare una sorpresa che potesse dimostrargli quanto lei lo amasse ancora, al di la di quanto lei non riusciva ad esprimere??
    Non hai fatto tutto questo per vederli di nuovo insieme, sorridenti.. e felici??" pensò tra se e se Alice, sospirando e scuotendo la testa.
    Si, lo aveva fatto esattamente per quello. Eppure adesso che ne vedeva i risultati, perfetti, non riusciva ad esserne contenta. Non sapeva perchè, ma proprio non ci riusciva.
    Eppure tutto aveva funzionato alla perfezione: Rudy aveva smesso di fare lo zuccone impenitente e finalmente si era deciso ad ammettere quello che ancora provava per lei. Miriam aveva capito che ammettere i propri errori e chiedere scusa non era affatto un segno di debolezza come aveva sempre pensato.
    Era tutto perfetto, no?
    Allora perchè non riusciva ad essere soddisfatta??
    Non era così difficile rispondere a quella domanda, in realtà. Quella scena era assolutamente perfetta, ma aveva un piccolo, grande difetto.
    Accanto a Rudy adesso c'era Miriam.
    E non c'era lei...
    "Due volte nella stessa famiglia?? No...sarebbe stato troppo.. povero Giulio..." pensò Alice abbozzando un timido sorriso, che le si spense subito sul volto quando posò di nuovo lo sguardo sulla scena che aveva davanti a se.

    FINE FLASHBACK


    "Cesaroni, Rebetti, Bellavista!!! Avete finito di fare salotto??"
    La voce stridula della Gentili interruppe la conversazione e riportò Rudy in classe insieme a tutti gli altri.
    "Allora?? Avete finito?? No perchè se volete possiamo anche interrompere la lezione fin quando lor signori non saranno in comodo..."
    Rudy, sospirando: "Ho sentito idee peggiori"
    Alla quarta risata generale che coinvolse tutta la classe, la Gentili allargò le braccia in segno di resa e tornò a sedersi alla cattedra, scuotendo la testa e pensando a quanto sarebbe stato lungo quel benedetto anno scolastico appena iniziato.


    Al piano di sotto, un'ora dopo...


    La ricreazione era appena finita e tutti stavano rientrando controvoglia in classe. Solo uno dei ragazzi sembrava avesse intenzione di trattenersi in corridoio ancora per qualche minuto, o magari anche per più tempo.
    Un altro gli passò accanto proprio in quel momento: "Ohi Mimmo... guarda che è suonata eh..."
    Mimmo, sbuffando: "Ho sentito..."
    L'altro: "Sbrigati dai, sennò chi lo sente quello..."
    Mimmo, annuendo: "Arrivo arrivo..."
    Le porte di tutte le classi si richiusero lasciando soltanto lui ancora in corridoio. Si affacciò alla finestra che guardava il cortile, con lo sguardo perso nel vuoto.
    "Mamma mia che barba" pensò tra se e se passandosi una mano tra i capelli. Altre tre ore in classe a non fare assolutamente niente, ad ascoltare insegnanti che il primo giorno di scuola avevano sempre pochissimo da dire.
    Tutto tempo sprecato, che avrebbe potuto impiegare in cose che in quel momento lo interessavano molto più da vicino. La partita di rugby di domenica mattina, per esempio. Dopo decine di provini e decine di allenamenti, finalmente era arrivato il gran giorno. Nessuno gli avrebbe dato una cicca, quando si presentò al primo provino per la Rugby Roma 2000: bastava guardarlo bene per capire che Mimmetto non sembrava esattamente costruito per quello sport. Ma lui ci voleva provare lo stesso. Era una sfida avvincente, una possibilità di mettersi alla prova con una cosa che in teoria aveva pochissime probabilità di andare in porto. E soprattutto, aveva bisogno di qualcosa per distrarsi veramente da quello che ormai da diversi mesi era diventato per lui un vero e proprio chiodo fisso.
    Matilde.
    "Ma che ci sarà in quella casa???!!" pensò Mimmo, scuotendo la testa. "Possibile che tutti quelli che ci passano almeno un giorno consecutivo insieme debbano finire per forza per innamorarsi??? Al diavolo!!"
    Una mano sulla sua schiena lo scosse dal flusso dei suoi pensieri.
    "Cesaroni... ti metti anche a parlare da solo adesso??"
    Mimmo si voltò, ma già aveva capito chi avrebbe trovato alle sue spalle.
    Mimmo: "Bernardo Romoli... beh, che ci fai ancora qui?? Vai a studiare"
    Bernardo lo guardò, come sempre dall'alto verso il basso. Non sarebbe potuto essere altrimenti, d'altronde. Tra loro due ci saranno stati circa 5 cm di differenza in altezza e una decina di chili di differenza in massa muscolare. Ogni volta che lo guardava e si ricordava che Romoli era il pacchetto di mischia della squadra che avrebbe incontrato domenica mattina, si domandava se per caso in quei mesi non fosse diventato un pazzo da manicomio senza essersene accorto, ma era una domanda alla quale non riusciva mai a trovare una risposta soddisfacente.
    Bernardo: "Pensieri eh?? Posso capirti.. la grande disfatta si avvicina...."
    Se non fosse stato due volte più grosso di lui gli avrebbe dato un pugno sul naso, ma viste le proporzioni, non voleva rischiare di finire ko ancora prima di iniziare la partita.
    Mimmo: "Non hai niente di meglio da fare che rompere la balle a me??"
    Bernardo: "O forse ti rode per qualche altra cosa??"
    Mimmo, voltandosi verso di lui: "Che diavolo vuoi dire??"
    Bernardo: "Povero Mimmetto... credi che non ti abbia capito?? Ma pensi davvero che non ti abbia capito??
    Credi che rendersi ridicolo di fronte a duecento persone sia una buona strategia per mettersi tra me... e lei??"
    Mimmo, ridendo a denti stretti: "Tu sei malato Romoli, lo sai?? Piantala e lasciami in pace"
    Bernardo lo prese per una spalla costringendolo a guardarlo negli occhi: "No, piantala tu.. credi che non lo sappia di tutte le idiozie che ti inventi su di me per convincerla a lasciarmi perdere??"
    Mimmo, afferrandogli il braccio con tutte e due le mani: "Non so di che stai parlando!!"
    Un ragazzo uscì da una delle classi e si avvicinò alla finestra dove Mimmo e Romoli si stavano affrontando a muso duro: "Mimmo...."
    Mimmo: "Che c'è Stefano??"
    Stefano: "Guarda che il prof è incazzato nero... mi ha detto che devi rientrare entro due minuti sennò di rifila subito un rapporto sul registro di classe.."
    Mimmo, lanciandogli un'occhiata eloquente: "Sono un po' impegnato al momento..."
    Bernardo: "Tu la devi piantare di cercare di mettermi sempre i bastoni tra le ruote... è un vizio che potrebbe anche costarti qualche molare inferiore.. non so se mi spiego"
    Mimmo: "Io non ho mai fatto niente del genere..."
    Bernardo: "Ah no??"
    Mimmo: "No..."
    Bernardo: "E' quello che le hai detto l'altro giorno?? Abbiamo litigato due ore prima che riuscissi a convincerla che era tutte cazzate!!"
    Mimmo, stringendosi nelle spalle: "Guarda che non ho detto niente di male, io.. mi sono limitato a dire semplicemente la verità... e cioè che ogni volta che Matilde non ha il permesso di uscire la sera dopo cena, vale a dire quattro o cinque volte la settimana, tu ne approfitti per spupazzarti tutte le battone che riesci a rimediare nelle discoteche che frequenti.. e da quanto mi hanno detto, sono pure tante.. ah ah, queste cose non si fanno.. non è mica colpa mia se tu sei un gran bastardo"
    Si pentì di quella frase due millesimi di secondo dopo averla terminata. Difficile dire di quanti colori fosse diventata la faccia di Romoli.
    Non ci fu tempo ne per pensare ne per rendersi precisamente conto di quello che stava succedendo. L'unica cosa che riuscì a notare perfettamente fu il pugno di Romoli che si avvicinava come un razzo alla sua faccia. Per sua fortuna, uno dei più grossi difetti di Romoli era la sua lentezza. Riuscì a spostare la faccia di quel tanto che bastava per far infrangere il pugno di Romoli direttamente sul vetro della finestra, che andò in frantumi all'istante. Mimmo approfittò del dolore tremendo alla mano che aveva il suo avversario per liberarsi dalla sua stretta e sgusciare via.
    Proprio in quel momento, per fortuna di Mimmo, uno dei custodi stava passando dal corridoio e notò la scena, andando immediatamente su tutte le furie: "Ehi.. ma che stai facendo, sei matto!!!"
    Il rumore del vetro infranto e l'urlo di dolore di Romoli avevano fatto accorere anche altri ragazzi e due professori dalle altre classi nelle vicinanze.
    Il custode, avvicinandosi a loro: "Ma che sta succedendo qui, eh??"
    Mimmo si scambiò un'occhiata con Stefano, e poi allargò le braccia: "Ah non chiederlo a me..all'improvviso si è scatenato e ha tirato un pugno alla finestra.. boh, dev'essere impazzito, poverino.. forse ha bisogno di una camomilla calda"
    Romoli, che si teneva ancora la mano ferita dai vetri della finestra, si voltò verso di lui con gli occhi talmente rossi di rabbia che sembravano quasi prendere fuoco.
    Romoli: "Maledetto.. piccola stupida pulce, se ti prendo ti faccio a fettine!!!" Fece per lanciarsi verso di lui, e dovettero intervenire in cinque per impedirgli di arrivare a destinazione.
    Mimmo: "Ve l'ho detto, è fuori di testa... cercate di aiutarlo, poveretto.. non vorrei che si facesse male"
    Romoli, voltandosi verso di lui mentre lo portavano via: "Cesaroni, questa me la paghi.. hai capito?? Me la paghi.. domenica mattina ti faccio a pezzi, sei avvertito!!!"
    Stefano, passandosi una mano tra i capelli: "Mimmo.. posso dirti una cosa??"
    Mimmo: "Come no... dimmi"
    Stefano: "Sei da manicomio"
    Mimmo, sospirando: "Sto cominciando a pensarlo anch'io...."



    .. spero non vi siate annoiati troppo, ma bisognava per occuparsi anche degli altri Cesaroni... :255: ... nel capitolo di sabato, vedremo il ritorno di Marcolino, il suo discorso con Giulio... e anche un'altra cosa, che avrà sempre per protagonista Marco.. a presto con il prossimo capitolo :253: :253:

     
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  13. delia_73
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    Jhon bel capitolo Rudy che pensa ancora a Miriam :wub: :wub: :wub:

    Mimmo perso per Matilde al punto di prendersi un pugno sul muso pur di proteggerla :111: :111: :111:

    :280: posta presto.
     
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  14.     +1   -1
     
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    Proprietario della bottiglieria

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    Jhon,ho letto la prima parte del primo capitolo.
    Finalmente abbiamo saputo cosa è successo dopo il ritorno di Lucia,il tutto è molto credibile.Dopo un pò di tempo i due sono tornati insieme,peccato che gli autori non la pensano come te ed abbiano inserito un terzo incomodo di cui non se ne sentiva il bisogno.
    Emma mi piaceva nella 4^ serie e mi piace nella tua FF,riesce a capire subito che Giulio ama ancora Lucia.
    Dopo mi leggerò la seconda parte però mi è parso di capire che dovremo ancora aspettare per sapere le rivelazioni di Marco.
    Ci tieni sulle spine come fa Delia? :258: :258: :258:
    :280: :280: :280: :280: :280:
     
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  15. bella'mbriana
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    Io i complimenti non te li faccio, perché mi hai fatto incazzare :angry: :angry:
    Ma mi vuoi proprio tenere sulle spine???? Che ha da dire Marcolino a Giulio???? :108: :108:

    Vabbe', a parte gli scherzi, sei bravissimo a occuparti degli altri Cesaroni. In realtà sei bravissimo anche ad occuparti di Marco&Eva...diciamo che sei bravissimo sempre. :P

    Mi hai fatto quasi commuovere per la sorpresa di Miriam a Rudi...poi si scopre che era un'idea di Alice. Sembra quasi una riedizione di Marco che dà la scatola ad Alex, oppure di Cirano de Bergerac che suggerisce le parole d'amore a Cristiano :love: :love: ...certo che tutta sta poesia per Rudi :wacko: :wacko: :255: :255: Sto scherzando, è stato bello. Ma dimmi un po', questo ragazzo che nessuno conosce, avrà una storia con Alice? E Rudi sarà geloso di lui e capirà che è innamorato di Alice? È lì che vuoi andare a parare, dì la verità :B):

    E Mimmo ha un rivale in amore...che è più forte di lui, ma non mi pare molto sveglio, mi sa che non ha speranze contro il genietto di casa Cesaroni ^_^

    Vabbe', in segreto, non lo diciamo a nessuno, però
    :280: ...però sono incazzata lo stesso <_<
     
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385 replies since 16/1/2012, 18:32   14493 views
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