I CESARONI - CAPITOLO III

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  1. jameskirk88
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    CITAZIONE (marek @ 31/7/2010, 16:01)
    Jhon,spero che nella tua FF tratterai meglio Carlotta.Dopo che Simona e Marco si lasceranno,lei mica si fidanzerà con Walter?Altrimenti Carlotta che fine fa?Non vorrai trattarmela male anche tu?
    Posta presto.
    :280: :280: :280:

    Mah Francesco... ti dirò che ancora non ho pensato a cosa succederà dopo che Marco e Simona si lasceranno, anche perchè prima di quel momento ci sono ancora tre-quattro episodi da scrivere.... :lol: :lol: :lol: ... cmq tranquillo per Carlotta, ne uscirà sicuramente MOLTO meglio di quanto non sia successo l'anno scorso (non ci vuole poi molto, a dire il vero.... :106: :106: :106: :17: :17: )
     
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    CITAZIONE (jameskirk88 @ 31/7/2010, 19:17)
    Mah Francesco... ti dirò che ancora non ho pensato a cosa succederà dopo che Marco e Simona si lasceranno, anche perchè prima di quel momento ci sono ancora tre-quattro episodi da scrivere.... :lol: :lol: :lol: ... cmq tranquillo per Carlotta, ne uscirà sicuramente MOLTO meglio di quanto non sia successo l'anno scorso (non ci vuole poi molto, a dire il vero.... :106: :106: :106: :17: :17: )

    Qunidi posso stare tranquillo per Carlotta.Era quello che mi interessava. :101:
     
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  3. =manu=
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    Eccomi finalmente sono riuscita a leggere tutto...

    Bhe che dre molto bello il dialogo tra marco e il vecchio amico walterino...sempre pronto a dare la sua spalla
    per "piangere"..finalmente marcolino è riuscito a liberarsi..di quel peso della notta della maturità...
    Ma non parte vero????

    e poi i tre imbottigliati...sono sempre loro... :255: :255: :255: ...si fanno sempre riconoscere...!!!!!!!!!!!!!!!

    Al prossimo capitolo...e
     
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  4. jameskirk88
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    Buonasera a tutti :253: :253: ... bene bene imbottigliati... visto che il mio proposito di scrivere d'ora in poi capitoli corti è già andato a farsi benedire (ahimè, non ci sono proprio tagliato.... :106: :106: :17: :17: ) d'ora in poi i capitoli della FF ve li posterò a pezzi... in piccole parti di 4 pagine al massimo... e stasera voglio cominciare dal primo mini-capitolo conclusivo dell'episodio 1... quello in cui Marco confessa a Giulio e Lucia i motivi del suo turbamento degli ultimi giorni... bene, buona lettura a tutti....almeno spero..... :106: :106: :258: :258:


    Casa Cesaroni, un'ora dopo.....



    Lucia aprì il cancello ed entrò in giardino, avvicinandosi a passo svelto alla porta di casa. Dietro di lei, Giulio sembrava molto meno deciso, e avanzava con un passo ben più esitante. Probabilmente perchè immaginava fin troppo bene la conversazione che sarebbe iniziata subito dopo il loro ingresso a casa. Ne aveva già avuto un assaggio mezz'ora prima, ma solo con le occhiataccie che gli aveva lanciato mentre con Stefania tentava di spiegare alla signora dell'albergo che quei tre che le erano piombati addosso, malgrado le apparenze potessero far pensare il contrario, non erano nè maniaci nè malfattori. La signora per fortuna aveva capito la situazione, anche se non era stato semplicissimo spiegargliela. Alla fine si era accontentata di rifilare un'altra borsettata in testa al povero Ezio, che al termine di quella serata si ritrovò con la faccia più rossa di un pomodoro maturo, prima di salire finalmente nella sua stanza d'albergo rinunciando al proposito di denunciarli tutti e tre per tentata aggressione.
    Bene, pensò Giulio. Siamo a metà dell'opera.
    Ora non resta che spiegare a Lucia per quale motivo io, Ezio e Cesare stavamo pedinando Marco.
    «Una cosa facile facile....», pensò Giulio tra se e se, passandosi una mano tra i capelli e oltrepassando finalmente la porta di casa. La richiuse dietro di se e si affacciò in soggiorno, incrociando lo sguardo di Lucia che si era messa a sedere sulla poltrona accanto al divano.
    Giulio, avvicinandosi a lei: «Lucia, senti....»
    Lucia, annuendo: «Ah beh.... non chiedo di meglio guarda....»
    Giulio: «... è stato un incidente... Ezio lo sai com'è... c'ha sempre la testa sulle nuvole... camminava guardando all'indietro, e non s'è accorto de quella signora... nun è che glie voleva andà addosso... proprio nun l'ha vista....»
    Lucia, alzando gli occhi al cielo: «... senti Giulio... non provare a fare il furbo....»
    Giulio: «Chi, io...??»
    Lucia: «Si, proprio te....!!!»
    Giulio: «Perchè...??»
    Lucia: «... come perchè...?? Lo so benissimo che Ezio c'è andato addosso per sbaglio a quella li... non è questo che voglio sapere... io voglio sapere per quale assurdo motivo tu, lui e tuo fratello stavate pedinando Marco...»
    Giulio, gesticolando: «.. vabbè, mò pedinando....»
    Lucia: «Perchè, che stavate facendo...??»
    Giulio: «... gli andavamo dietro....»
    Lucia, annuendo: «... ah ecco... così cambia tutto....»
    Giulio, sospirando: «... guarda, so che ti può sembrare strano....»
    Lucia: «... su questo siamo d'accordo... strano lo è di sicuro....»
    Giulio: «.. lo so, ma c'era un motivo per cui stavamo seguendo Marco... un motivo molto valido.... e grazie a quello scemo de Ezio mò nun so manco dove caspita è andato Marco dopo che è entrato in quell'albergo....»
    Lucia: «E quale sarebbero questo motivo MOLTO valido....??»
    Giulio, sospirando: «... Marco se vede co' una....»
    Lucia, sorpresa: «... Marco...??»
    Giulio, annuendo grave: «... eh....»
    Lucia, aggrottando la fronte: «.. strano... proprio non m'ero accorta di niente....»
    Giulio: «.. eh, io de qualcosa m'ero accorto... me sembrava che fosse strano in questi giorni, ma mai me sarei pensato 'na cosa del genere guarda.. mai....»
    Lucia, stringendosi nelle spalle: «Vabbè... Marco c'ha una ragazza... e che c'è di strano scusa...?? Guarda che se per caso non te ne fossi ancora accorto, Marco ha appena superato gli esami di maturità.. e quindi ha passato i diciotto... in altre parole, è grande...»
    Giulio, annuendo: «... pure lei....»
    Lucia: «Come...??»
    Giulio, passandosi una mano tra i capelli: «Quella lì... quella che esce con Marco....»
    Lucia: «... eh... allora??»
    Giulio: «... c'ha almeno quarantacinque anni....»
    Lucia, sgranando gli occhi: «... cosa...???»
    Giulio, annuendo: «... è così Lucia... nun ce potevo crede manco io, ma è proprio così... l'ho sentito io, con le orecchie mie, mentre ce parlava al telefono oggi pomeriggio... quando se sò dati appuntamento in quell'albergo...»
    Lucia, dubbiosa: «... hai capito l'età da come parlava Marco al telefono??»
    Giulio: «... ieri sera, mentre tornavamo dalla partita.. Ezio come al solito s'era dimenticato de comprà 'na cosa per Stefania, e allora ce semo fermati in uno dei locali che erano aperti a quell'ora... uno dalle parti del Trullo... è lì che gli ho visti....»
    Lucia: «... hai visto chi??»
    Giulio: «Come chi...?? Marco e la sua amica, no...?? L'ho vista, con gli occhi miei,... quella c'avrà al massimo du' anni meno di te... al massimo eh... per carità, bella donna... niente da dì.. ma mi figlio c'ha diciott'anni.. diciotto oh... ma che scherziamo... co' 'na donna che potrebbe esse su' madre...»
    Lucia, alzandosi in piedi: «.. ma dai Giulio... non penserai davvero che Marco... no no... non è possibile....»
    Giulio, gesticolando: «Ahò, te dico de si.. li ho visti....»
    Lucia: «Ho capito, ma forse ci sarà un'altra spiegazione...»
    Giulio: «.. se, che è la su' professoressa de scienze, come dice Ezio....»
    Lucia: «.. ma non lo so... ma mi riufiuto di credere a una cosa del genere guarda... non è possibile....»
    Giulio, scuotendo la testa: «... no no... ma non lo vedi com'è strano in questi giorni Marco...?? Sta sempre chiuso in camera sua.. nun dice niente.. nun parla con nessuno.. esce solo o per andà a correre sotto il sole alle due del pomeriggio, o la sera per andare chissà dove.. sta sempre zitto, ingrugnito... è lampante la cosa... sò io che me ne dovevo accorge prima... ora quello chissà che se sarà messo in testa.. penserà d'essersi innamorato... domani mattina come minimo viene in cucina per fa colazione e ce dice che da domani l'altro la colazione la va a fare a casa de qualcun altro.. anzi, de qualcun'altra....»
    Lucia, sospirando: «Giulio.....»
    Giulio, passandosi una mano tra i capelli: «... eh....??»
    Lucia: «Posso farti una domanda....??»
    Giulio: «... eh certo....»
    Lucia: «... con Marco.. ci hai parlato....???»
    Giulio, gesticolando: «... se, con Marco... che te pare 'na cosa facile... vado da lui, lo prendo da 'na parte... ciao Marco, come stai...?? Tutto bene...?? Bravo... senti, ma... così per curiosità... nun è che te sei innamorato d'una che c'ha du' anni meno de mì' moglie....?? Ma come si fa.... ho provato a toccà l'argomento, ma... è sempre evasivo.. dice ma non dice... a volte sembra che c'abbia qualcosa da dire, ma è come se se trattenesse... nun lo so guarda... sarà che io nun sò mai stato tanto bravo a capì che passa per la testa dei miei figli...»
    Lucia, avvicinandosi a lui: «.. senti, io capisco che anche solo il sospetto che Marco si possa essere innamorato di una donna della mia età un po' ti inquieti....»
    Giulio, passandosi una mano sulla fronte: «... te credo.....»
    Lucia: «.. eh, però non è così che si risolvono i problemi... e soprattutto non è così che lo puoi aiutare... se anche per assurdo.. e dico per assurdo.. dovessi avere ragione... non è pedinandolo come un investigatore privato che puoi dargli una mano....»
    Giulio: «.... e che devo fa Lucia...?? Io nun lo so... nun lo so più che gli passa per la testa a Marco... oddio, è un pezzo che nun lo so più... ma ora poi proprio... mi dispiace per prima.. ho fatto fa 'na figuraccia pure a voi....»
    Lucia, scuotendo la testa: «... ma figurati... non è questo il punto... il fatto è che di questa cosa dovevi parlarne subito con Marco... capito...?? Parlarne... se c'è una cosa che ho imparato ultimamente è che fare le cose di nascosto ai propri figli non serve assolutamente a niente... e soprattutto non serve ad aiutarli...»
    Giulio: «.. eh ho capito, ma.....» Si fermò, alzando lo sguardo verso di lei: «... cioè....??»
    Lucia: «.. eh.. cioè... hai presente Eva... quando c'ha detto che sarebbe andata a New York e si sarebbe iscritta alla Columbia University...??»
    Giulio: «Eh certo che me lo ricordo... nun dicesti più una parola per tutta la giornata...»
    Lucia, annuendo: «... già... era una notizia che proprio non mi aspettavo... tutto mi sarei aspettata... tutto... ma non che Eva avesse preso una decisione così importante e così fondamentale per il suo futuro... così, nel giro di pochi giorni... e soprattutto senza dire a niente a me... senza chiedermi niente... se ero d'accordo, se pensavo che la sua fosse una decisione giusta o no.... niente, venne da noi e ci disse che tra un mese se ne sarebbe andata da sola dall'altra parte del mondo.....»
    Giulio: «.. beh, sola sola... no....»
    Lucia, annuendo: «... guarda, per me saperla con lui era consolante così come per te sarebbe consolante sapere che Marco tra due giorni parte per la Russia insieme a quella donna... sarebbe consolante per te...??»
    Giulio: «.. in effetti no....»
    Lucia: «... appunto... io non ero affatto d'accordo con quello che stava facendo Eva... ma proprio per niente.... ma invece di dirglielo... di dirle quello che pensavo, di farle capire tutti i miei dubbi... io non le ho detto niente... sono stata zitta... e sai che ho fatto?? Ho pensato bene di prendere la sua domanda d'ammissione alll'Università e di nasconderla nella mia borsa....»
    Giulio, decisamente sorpreso: «... l'hai... l'hai nascosta...??»
    Lucia, annuendo: «... si... l'ho nascosta nella mia borsa... niente domanda d'ammissione, niente università... niente università, niente New York... tutto a posto, no...?? Tutto perfetto... meglio di così.... Poi per fortuna mia madre si è accorta di quello che stavo facendo... e mi ha fatto capire che quello era l'errore più grande e più grave che potessi fare... e che se l'avessi fatto, non avrei aiutato Eva.. le avrei soltanto fatto del male... e ovviamente le avrei mancato di rispetto.. così come tu hai mancato di rispetto a Marco, facendo quello che hai fatto.... sono nostri figli, è vero... e dobbiamo cercare di aiutarli in ogni modo possibile... però dobbiamo anche sforzarci di capire le loro scelte... altrimenti, in che modo li potremo aiutare...?? E' per questo che ci devi parlare con Marco... anzi, già lo avresti dovuto fare da un pezzo....»
    Giulio sospirò, annuendo. E stava per rispondere, ma fu preceduto da una voce che proveniva dalla porta di casa a pochi metri da loro: «... sono io che avrei dovuto parlare con voi da un pezzo....» Si voltarono entrambi, vedendo Marco richiudeva la porta dietro di se e si avvicinava a loro entrando in soggiorno.
    Giulio: «Marcolì... sei... sei già tornato....??»
    Marco, annuendo: «.... se vuoi posso tornare da lei....»
    Giulio, gesticolando: «... no no no... per carità... dicevo così... tanto.. tanto per dire...tutto bene si...??»
    Marco, sorridendo: «... benissimo....»
    Lucia, avvicinandosi a lui: «... e... da quant'è che sei arrivato....??»
    Marco, sospirando: «...abbastanza per capire che vi devo delle spiegazioni... e che probabilmente ho aspettato fin troppo prima di darvele.... mi dispiace... ma certe volte non è facile confidarsi, neanche con le persone che ti stanno più vicine...e che ti vogliono bene... certe volte è difficile, e pensi che è meglio tenersi tutto dentro... che l'aiuto degli altri non è necessario.... ma sbagliamo... non capiamo che per superarle e smettere di soffrire a volte è sufficiente parlare con qualcuno.... oggi l'ho già fatto con una persona.. ed è giusto che adesso lo sappiate anche voi...»
    Giulio, annuendo: «... lo sappiamo lo sappiamo... Marcolì, me dispiace... ma io ero preoccupato per te... capirai, vedere mio figlio accanto a 'na donna de quell'età... dopo il discorso che m'avete fatto l'altro giorno te e Walter... capisci che per me è stato 'no shock.. però c'ha ragione Lucia... ormai sei grande, la vita è tua... se hai fatto una scelta... anche se io non la condivido del tutto, nun farò niente per impedirti di portarla fino in fondo... e ricordati che se avrai bisogno de qualcosa, papà c'è sempre... basta che fai un fischio, e io vengo subito... lo sai vero...??»
    Marco, annuendo: «Certo che lo so....ma non penso che per il prossimo mese avrò tutto questo bisogno d'aiuto, papà....»
    Giulio: «Vabbè, nun se può mai dì.... come scusa...??»
    Marco, sforzandosi di non ridere: «... dicevo che la crociera dura soltanto un mese... e poi non è che abbia tutti questi compiti.. mi hanno assunto solo come cameriere....»
    Giulio, aggrottando la fronte: «... cameriere...??»
    Marco, annuendo: «... eh....»
    Giulio: «... Marcolì, in confidenza... io nun ce stò a capì più 'na mazza...»
    Marco, sorridendo e scuotendo la testa: «... hai presente quella donna con cui mi avete visto ieri sera in quel locale...??»
    Giulio: «... eh... come no.....»
    Marco: «... era Loredana... non te la ricordi....??»
    Giulio, dubbioso: «... Loredana... mah, veramente.....»
    Marco: «... stava a cento metri da casa nostra... ricordi che qualche anno fa si è imbarcata nella Costa Crociere...??»
    Giulio, annuendo: «Ah ecco.. si si, e come non me la ricordo... era pure 'na bella.....» L'occhiataccia di Lucia lo convinse a cambiare in corsa l'aggettivo che aveva in mente: «... 'na bella donna dico... carina insomma... ecco chi era... e me sembrava d'averla già vista da qualche parte, ma ieri sera da quella distanza, con tutta quella gente... e poi l'avemo vista solo de spalle... proprio nun l'avevo riconosciuta... ma pensa te... si però Marcolì... pure che è bella ma... porca miseria, te le cose normali mai, eh...??»
    Marco, ridendo: «Papà... lei è l'addetto al personale di una delle navi da crociera che è attraccata pochi giorni fa a Ostia... io le ho semplicemente chiesto di trovarmi un posto per un lavoro estivo sulla sua nave... solo questo....e lei me l'ha trovato....»
    Giulio: «... cioè, vuoi dire che tu e lei non....»
    Marco, ridendo e scuotendo la testa: «... no papà... tranquillo.....»
    Giulio, tirando un sospiro di sollievo: «...'tacci tua oh... m'hai fatto passà 'na giornata da incubo guarda.. da incubo... co' Cesare e Ezio in bottiglieria che per tutto il giorno me c'hanno pure messo il carico da novanta... mamma mia che spavento che m'hai fatto prende.. allora.. nun te trasferisci??»
    Marco: «Assolutamente no.....»
    Giulio: «.. e all'Accademia de Musica ce vai sempre, si....??»
    Marco, sorridendo: «... se a settembre mi vogliono ancora....»
    Lucia si avvicinò a Giulio, dandogli una pacca sulla testa che lo fece quasi sobbalzare: «... tre minuti... bastavano tre minuti oh... guarda che avete combinato per una sciocchezza del genere te e quegli altri due citrulli oh....»
    Giulio, gesticolando: «... eh... Lucì'... ho sbagliato, che te devo dì... la più grossa figuraccia della vita mia, ma sò contentissimo d'averla fatta guarda...contentissimo... bravo Marcolì.... « Si fermò un attimo, pensieroso: «.. si ma... se te e la Mainolfi non.. si insomma, ce semo capiti... allora... che è che ce dovevi dì', scusa...??»
    Lucia: «.. e cos'è che ti preoccupa tanto in questi giorni....??»
    Marco guardò prima Giulio, poi Lucia. Si avvicinò a una delle sedie attorno al tavolo accanto alla finestra e si mise a sedere, rimanendo in silenzio per qualche secondo. La cosa migliore per dire certe cose è non girarci troppo attorno. Come quando ci si toglie un cerotto da una ferita.. un colpo secco e via, e passa la paura.
    E era davvero tempo di toglierselo, quel cerotto, da quella ferita che continuava ancora a fargli un male cane.
    Marco, sospirando: «... è successo tutta la sera in cui ci avete lasciato campo libero per fare la nostra festa.. la festa per la nostra maturità...oddio, probabilmente quello è stata soltanto l'ultima parte di una cosa che era già iniziata molto tempo prima.... che pensavo fosse finita, ma che invece... non era finita per niente....anzi, era più viva che mai... me ne sono accorto quella sera.... eravamo uno accanto all'altra... in giardino... parlavamo degli anni della scuola, di quando lei si era trasferita qui da noi e di quanto le ci fosse voluto per ambientarsi in un posto così diverso da quello in cui lei era cresciuta... e parlavamo anche di quello che pensavamo di fare ora che la scuola finalmente era finita... era tutto perfetto... oddio, proprio tutto no... c'era anche lui... ma era l'unica nota stonata... e poi lui in quel momento non esisteva... nè per me, nè per lei.... eravamo soltanto noi... un'altra volta... era un sacco di tempo che non provavo più questa sensazione.. e lei era... bellissima... come sempre.... e quella sera la vedevo ancora più bella del solito... forse era solo una mia impressione... poi sono entrato in casa... lei è venuta poco dopo... le ho fatto leggere la lettera che era arrivata da Milano, perchè io come al solito non avevo il coraggio di sapere se ce l'avevo fatta o no... e lei... mi guardò per qualche secondo, e poi mi disse che ce l'avevo fatta... che il mio sogno si era avverato.. l'Accademia di Musica.... il mio sogno.... ma che cavolo me ne facevo io dell'Accademia di Musica senza di lei...??? Che me ne facevo...??? Tutto quello ho scritto parla di lei... tutto quello che ho cantato, parla di lei... di noi.... è stata lei che mi ha fatto riprendere la chitarra in mano, che mi ha incitato quando pensavo che non ce l'avrei mai fatta... avevo raggiunto quello che volevo, ma mi sembrava vuoto... mi sembrava niente... senza di lei non aveva alcun senso... papà....»
    Giulio: «... si...??»
    Marco: «.. te lo ricordi qualche mese fa, quando tornando a casa vidi Eva e Alex che si baciavano....?? Ricordi che ti dissi...??»
    Giulio: «Certo che me lo ricordo... che eri stanco di soffrire....»
    Marco, sorridendo amaramente: «... evidentemente, non ero abbastanza stanco....»
    Giulio non si era mai reputato un tipo particolarmente sveglio, ma dopo aver ascoltato solo pochissime frasi aveva già capito di cosa stesse parlando di Marco.
    E di chi, soprattutto.
    Quell'ultima frase, se mai ce ne fosse stato bisogno, gliene aveva dato la conferma definitiva.
    Giulio, avvicinandosi a lui: «... Marcolì... che... che è successo quella sera...??»
    Marco, sorridendo e alzando lo sguardo: «... non te lo immagini....??»
    Giulio, sospirando e annuendo: «... eh mi sa di si... mi sa... ma perchè...??»
    Marco, stringendosi nelle spalle: «Perchè...?? Perchè anche adesso... anche ora che se n'è andata salutandomi a malapena, partendo per New York con un altro... facendo finta che niente fosse successo... anche adesso.... io la amo più di quanto non la amassi l'anno scorso di questi tempi... ecco perchè.... è così papà... niente lo può cambiare.... neanche quello che è successo a Londra... neanche quello che è successo quando sono tornato... neanche quello che è successo la settimana scorsa... niente.... anche se adesso so che è finita... per sempre.... piano piano riuscirò a dimenticare, a lasciarmi alle spalle tutto questo... e riuscirò pure ad essere di nuovo felice... ma non penso che smetterò mai di amarla... tu lo sai, vero papà...?? Il primo amore.... non si scorda mai....»
    Giulio, annuendo ancora un po' scosso: «... eh.... proprio mai....»
    Marco si voltò verso Lucia, che ancora non aveva detto niente. Si era seduta sul divano e lo aveva guardato negli occhi per tutta la durata del suo racconto. Attendeva la sua reazione, immaginando che non sarebbe stata molto positiva. E invece le parole che disse poco dopo riuscirono decisamente a sorprenderlo.
    Lucia, scuotendo la testa: «.. e se n'è andata lo stesso....»
    Marco, annuendo: «... già.... se n'è andata lo stesso.... forse per lei non è stato così importante... forse si è fatta trascinare dalla situazione.. dall'emozione del momento... non lo so... se n'è andata senza dire niente... ci siamo.... ci siamo a malapena salutati...» Si fermò un attimo, sospirando: «... ecco.... ora sapete cos'è che avevo per la testa in questi giorni... avrei anche potuto continuare a non dirvi niente, ma non voglio che vi preoccupiate per me... non ce n'è motivo.... soprattutto tu, papà... credimi, io sto bene... certo, sono un po' deluso.... un po' triste.... un po' a terra... ma è solo questione di tempo.. passerà... ho solo bisogno di staccare un po' la spina... di starmene un po' per conto mio... di cambiare aria... è per questo che ho chiesto a Loredana di trovarmi un posto sulla sua nave...»
    Giulio, avvicinandosi a lui: «... quindi... te ne vai...??»
    Marco, annuendo: «.. si... parto tra due giorni....»
    Giulio, sgranando gli occhi: «.. due giorni...???»
    Marco: «... un mese papà.. si tratta solo di un mese.... non di più...»
    Giulio: «.. ho capito ma....»
    Lucia intervenne prima che potesse finire la sua frase: «.... mi raccomando eh.. non fare come Eva... che non chiama più da quando è arrivata... fatti... fatti sentire, eh...»
    Marco, sorridendo e annuendo: «.. certo.... non preoccupatevi....»
    Giulio, alzando gli occhi al cielo: «... è 'na parola....»
    Marco, sorridendo tra se e se: «... papà.... se sei preoccupato che quello che è successo qualche giorno fa possa avere un seguito... puoi stare tranquillo... non ce l'avrà.... nè ora, nè mai...contento...??»
    Giulio, aggrottando la fronte: «... beh Marcolì.. se dicessi che l'idea de vedè te e Eva insieme nun m'ha mai preoccupato, te direi 'na bugia grossa come 'na casa.. me preoccupava certo... e pure parecchio... però questo era prima... prima che ve vedessi a letto insieme.. prima che me se prendesse un colpo... prima de tornà a casa dopo esse stato all'ospedale... la sai 'na cosa...?? Io quando tornai a casa quella sera, dopo che m'avevano dimesso dall'ospedale... m'ero già preparato il discorso che dovevo fa a te.. e pure a lei... pensa te oh.. c'avevo messo tutto il pomeriggio per cercà le parole giuste, me l'ero ripassato a memoria trecento volte... ancora nun lo sapevo che avevi deciso d'andà a Londra... poi Lucia mi disse tutto.... e io non è che fossi proprio tanto d'accordo.. anzi, diciamo pure che nun ero d'accordo per niente... però mi disse che era la cosa giusta.. che stavi a fa la cosa giusta... e allora quel discorso nun te l'ho più fatto... magari se te l'avessi fatto quella mattina... mah, non lo so... lo sai che te volevo dì...?? Anzi, che vi volevo dire...??»
    Marco: «... cosa...??»
    Giulio, alzando lo sguardo: «... che avevo sbagliato... che avevo fatto un sacco de stronzate con voi due... ma no poche eh... tante... tante che manco le sto più a contà, pensa te... che m'ero comportato come un deficiente, e che se avevate sbagliato a fa quello che avevate fatto, gran parte della colpa era proprio nostra... mia, soprattutto.... avevo rotto le scatole a te.. poi le avevo rotte a Eva... io pensavo al matrimonio mio.. alla nostra felicità.. e nun ho mai pensato alla vostra, di felicità... Però volevo rimediare: avevo capito di avere sbagliato con voi due.. e da quel momento in poi non avrei più fatto o detto niente per darvi fastidio... perchè noi possiamo essere felici solo se voi due siete felici.. sennò è una felicità a metà... come adesso... noi due stiamo insieme, ci amiamo... siamo contenti.. però guarda qui... te stai.. così, basta guardarti per capirlo... Eva... pure lei tanto bene nun sta, visto che nun se sente più da quando è partita... me chiedi se sò contento, Marco...?? No... nun sò contento... nun sò contento per niente... Me chiedi se sò contento de vederti partire per un mese...?? No... nun sò contento manco de questo... Ma non perchè parti... tanto quello lo dovevi fa, prima o poi... tra un po' te ne vai all'Accademia della Musica a Milano... nun è per quello....»
    Marco: «... e allora perchè...??»
    Giulio: «.. perchè lo stai a rifà Marco... stai a rifà la stessa identica cazzata che facesti qualche mese fa quando sei partito per Londra de mattino presto.. la stessa e identica fesseria stai a fare.. nun te ne rendi conto..?? Te stai a scappà... questo stai facendo.. pensi de stà meglio dopo che avrai finito de scappà...?? Nun starai meglio... credi a me... nun starai meglio....»
    Marco: «... no papà... questa volta non sono io che sono scappato...»
    Giulio: «.. lo so... dù testoni siete... uguali proprio... forse è per questo che ve piacete tanto... siete identici...»
    Marco, sospirando: «... se n'è andata papà.... ha altro per la testa... anzi... un altro....»
    Giulio: «... te l'ha detto lei...??»
    Marco: «C'era bisogno di precisarlo dopo che se n'era andata salutandomi a malapena...??»
    Giulio: «... ho capito, ma può darsi che fosse un po' scossa.. un po' confusa... capirai che la cosa che è successa nun è stata proprio 'na cosa.. come dire... normale... separati da quattro mesi, du' mesi a fa a momenti v'ammazzavate a vicenda se nun entravamo in bagno al momento giusto... quella già s'era fatta un sacco de progetti in testa.. e all'improvviso nel giro d'una notte saltano tutti per aria.. insomma.. può non essere una cosa semplicissima da accettare, nun credi...??»
    Marco, scuotendo la testa: «.... forse, ma....»
    Giulio: «... hai provato a parlarci...?? Nun lo so.. le hai chiesto almeno perchè partiva...???»
    Marco abbassò lo sguardo, senza parlare.
    Giulio, sospirando: «... tale padre tale figlio oh.. è proprio vero...»
    Lucia si alzò dal divano e si avvicinò a Marco. Lo guardò per qualche secondo, e poi si rivolse a lui: «... ci siamo già immischiati troppo nei vostri problemi... sarebbe assurdo continuare a ripetere gli stessi errori che già abbiamo fatto.. per cui, se hai deciso così... se pensi che non si possa proprio fare niente per aggiustare le cose... noi rispetteremo la tua scelta... però saremo molto più contenti se tu ed Eva...»
    Marco, annuendo: «.. anch'io... ma purtroppo non è possibile....»
    Giulio, mettendogli una mano sulla spalla: «... Marcolì.. pensaci... pensaci bene questa volta, prima de fa 'na cosa di cui poi te potresti pentì molto presto.... sei proprio sicuro de quello che stai a fa...?? Sicuro sicuro...??»
    Marco, sorridendo amaramente: «... sicuro... è una parola grossa....diciamo che in questo momento non vedo altre alternative... però... grazie... grazie davvero, papà... grazie per aver capito....»
    Giulio: «.. co' un po' de ritardo, magari... un po' troppo....»
    Marco, sorridendo: «... beh, io vado a letto.... domani devo sbrigare un po' di cose prima della partenza...»
    Giulio: «... dopo vai direttamente... si insomma, vai direttamente a Milano...?? Nun torni qui...??»
    Marco: «.. penso di no... già mi hanno fatto un grosso favore a posticipare il mio ingresso a scuola di due settimane... non vorrei che si stancassero di me ancora prima di avermi sentito cantare...»
    Giulio: «No no, per carità....»
    Marco, sorridendo verso di lui: «.. papà, non comincerai a commuoverti adesso, vero..?? Manca ancora più di un giorno alla mia partenza.. sennò da qui a giovedì allagherai il salotto a forza di lacrime...»
    Giulio, dandogli una pacca sulla testa: «.. 'sto scemo.... e poi chi si commuove, oh...?? Che me sò mai commosso, io...??»
    Marco, sorridendo e scuotendo la testa: «.. assolutamente no....»
    Giulio, passandosi una mano sugli occhi che già cominciavano a farsi lucidi: «... ecco....» Alzò lo sguardo verso di lui: «... Marcolì, che te devo dì...?? Se sei contento così... io nun lo farei, fossi in te.. però... nun sono te, per cui... fai quello che credi più giusto...e comunque sia.. qualunque cosa tu decida di fare, qualunque decisione tu possa prendere... ricordati che io.. Lucia... tutti noi.. saremo sempre con te.. sempre... e quando c'avrai bisogno di qualcosa.. o magari se le cose nun dovessero andà come pensi.. ricordati che ce sta sempre il letto tuo nella camera dei ragazzi...»
    Marco, ridendo: «... se Rudy nel frattempo non lo distrugge usandolo come tappeto elastico...»
    Giulio, scuotendo la testa: «.. no, tranquillo... e poi c'ha ragione Lucia.. in fondo pure lui sta crescendo.. sò sicuro che 'ste cose d'ora in poi nun le farà più....» Non aveva ancora finito di parlare quando sentì qualcosa di bello grosso che si scontrava contro la sua testa. Per fortuna, oltre a essere bello grosso non era anche bello duro, e non gli fece troppo male. Quando si voltò vide un pallone di cuoio rotolare sul pavimento, e poco distante dalla porta aperta, la sagoma di Rudy che si stava mettendo le mani nei capelli.
    Rudy: «... eh... ciao papà....»
    Giulio, voltandosi verso di lui con una mano sulla nuca: «... RUDY....!!!!»
    Rudy, indicando col dito Budino che stava accanto a lui: «... non è colpa mia, è stato lui che mi ha distratto.... sennò il pallone non ti sarebbe certo venuto addosso...!!»
    Giulio: «... ah no...?? E dov'è che sarebbe finito...???»
    Rudy: «.. non avrebbe fatto alcun danno.. al massimo sarebbe finito contro la finestra di camera vostra, ma era un pallone tanto leggero... non si sarebbe rotto niente guarda... niente....»
    Quando Giulio si mosse verso di lui con un'aria alquanto minacciosa, Rudy si era già dileguato fuori dal cancello. Budino fu un po' meno fortunato, e Giulio lo prese per la collottola dopo pochi metri.
    Budino, agitando il panino che aveva in mano: «.. ehi ehi.. io nun c'entro niente... stavo a magnà....»
    Giulio: «... tanto per fa qualche cosa di diverso... vai vai... dì a quel cretino de Rudy che se nun torna tra mezz'ora, lo vengo a cercà io con un elicottero.. ce semo capiti, si...??»
    Budino, annuendo: «.. si si... assolutamente....»
    Giulio, lasciandolo andare: «... vai vai.... e nun fate danni....»
    Budino, uscendo di corsa dal cancello: «.. non si preoccupi... si fidi di noi....»
    Giulio: «Che fai, stai a sfotte...???»
    Marco, avvicinandosi a lui e ridendo tra se e se: «.. cos'è che stavi dicendo...??»
    Giulio: «.. eh....??»
    Marco: «.. a proposito di Rudy....»
    Giulio, gesticolando: «.. e che dovevo dì... che quanto torni lo ritroverai sicuramente tale e quale a come quando sei partito... 'na bestia ammaestrata.. anzi, non ammaestrata.. 'na bestia e basta... ahi ahi.... la testa.. 'sto disgraziato delinquente... manco a prende la mira oh...» Rientrò in casa gesticolando e bofonchiando tra se e se, mentre Marco rimase per qualche secondo davanti alla porta, in giardino.
    Sorrideva. Era abituato a vedere quelle scene.
    E pensava a quanto quelle scene, d'ora in poi, gli sarebbero mancate...

    .... domani il secondo mini capitolo... su Eva.... più corto di questo qui, che però doveva essere necessariamente un po' particolareggiato... a domani :253: :253: :253:
     
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  5. Giadina ( Eva Cudicini)
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    Bellissimo come sempre..kiss :101:
     
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  6. bella'mbriana
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    Mamma mia John che bello! :uhm: :uhm: :uhm:

    Certo, io sono una fan di Giulio, lo sai, ma così comprensivo proprio non lo avevo mai visto! :258: :258: :258:

    Continuo a pensare che Eva potrebbe anche arrabbiarsi con Marcolino per aver spifferato tutto, però si sa che il nostro eroe non è bravo a mentire! E poi c'è stato così poco dialogo nella serie originale, almeno ci prendiamo un po' di soddisfazioni nelle FF! :100:
    Bellissimo dialogo, Lucia è la Lucia che tutti amiamo, le parole che Marco usa per ricordare la notte della maturità sembrano uscirgli direttamente al cuore, sei stato proprio bravo a farlo mettere a nudo in questo modo :uhm: :uhm:
    E Giulio è addirittura da applausi!

    Solo una cosa, lo sai che mi piace trovare il pelo nell'uovo: ma c'era lo sconto sui puntini sospensivi? :262:

    Domani ci sarà la parte di Eva, già me la sto pregustando :P
     
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  7. delia_73
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    CITAZIONE (jameskirk88 @ 5/8/2010, 22:31)
    Buonasera a tutti :253: :253: ... bene bene imbottigliati... visto che il mio proposito di scrivere d'ora in poi capitoli corti è già andato a farsi benedire (ahimè, non ci sono proprio tagliato.... :106: :106: :17: :17: ) d'ora in poi i capitoli della FF ve li posterò a pezzi... in piccole parti di 4 pagine al massimo... e stasera voglio cominciare dal primo mini-capitolo conclusivo dell'episodio 1... quello in cui Marco confessa a Giulio e Lucia i motivi del suo turbamento degli ultimi giorni... bene, buona lettura a tutti....almeno spero..... :106: :106: :258: :258:

    .... domani il secondo mini capitolo... su Eva.... più corto di questo qui, che però doveva essere necessariamente un po' particolareggiato... a domani :253: :253: :253:

    Collega :280: :280: che bel dialogo tra Marco e il suo papà peccato che di scene simili ne abbiamo viste davvero poche :unsure: :unsure: :unsure:

    Posta presto il seguito :D :D :D
     
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  8. jameskirk88
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    CITAZIONE (bella'mbriana @ 5/8/2010, 23:17)
    Solo una cosa, lo sai che mi piace trovare il pelo nell'uovo: ma c'era lo sconto sui puntini sospensivi? :262:

    Ne uso sempre troppi, lo so.... :17: :17: ... è per dare l'idea di un discorso o di un dialogo che non si esaurisce con la frase specifica ma che continua anche in quelle successive... :lol: :lol: :lol: :lol:
     
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  9. checca.68.9
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    Che bello Jhon questo capitolo!!! Giulio è il massimo...sono i dialoghi che avremmo voluto sentire e che purtroppo i nostri autori ci hanno fatto mancare..Giulio e Lucia sono i genitori che sognavamo di vedere,nn vedo l'ora di leggee il capitolo su Eva....
     
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    CITAZIONE (jameskirk88 @ 5/8/2010, 22:31)
    Buonasera a tutti :253: :253: ... bene bene imbottigliati... visto che il mio proposito di scrivere d'ora in poi capitoli corti è già andato a farsi benedire (ahimè, non ci sono proprio tagliato.... :106: :106: :17: :17: ) d'ora in poi i capitoli della FF ve li posterò a pezzi... in piccole parti di 4 pagine al massimo... e stasera voglio cominciare dal primo mini-capitolo conclusivo dell'episodio 1... quello in cui Marco confessa a Giulio e Lucia i motivi del suo turbamento degli ultimi giorni... bene, buona lettura a tutti....almeno spero..... :106: :106: :258: :258:

    .... domani il secondo mini capitolo... su Eva.... più corto di questo qui, che però doveva essere necessariamente un po' particolareggiato... a domani :253: :253: :253:

    :280: :280: :280: :280: :280: .....in questa tua FF stiamo avendo quei dialoghi che erano mancati nella serie!! ;) ;) ;) ....molto bello il dialogo tra Giulio e Lucia.....questa è la Lucia che avevamo conosciuto nelle prime 2 stagioni....non quel clone di gran parte della 3 serie :huh: :huh: :lol: :lol: :lol: ....e poi molto bello anche il dialogo con Marco.....confessa tutto....bellissime le parole che gli hai fatto usare :uhm: :uhm: :uhm: ....e molto bello anche che Giulio gli ha detto quello che avrebbe dovuto dirgli quando aveva deciso di partire x Londra.....chiedendogli scusa x come si era comportati nei confronti suoi e di Eva....sono curioso di vedere Eva come prenderà questo fatto che Marco ha detto tutto......ed anche se già nel capitolo di oggi la farai tornare a Roma :lol: :lol: :lol:
     
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    Jhon come sempre :280: :280: :280: :280: :280:
    Mi sono piaciuti tutti i dialoghi.Molto bene Lucia,mi è piaciuto ciò che ha detto a Giulio,ha fatto bene a consigliarli di affrontare la siutazione direttamente con Marco.Il tuo Marco,a differenza di quello della serie,è stato molto coraggioso nell'affrontare questo argomento con Lucia e Giulio senza sentirsi in imbarazzo.In genere non si confidano queste cose ai genitori.Giulio ha dimostrato una sensibilità che non mi aspettavo,ha lasciato il figlio libero di decidere di fare ciò che vuole dicendogli che le porte di casa Cesaroni sono sempre aperte per lui.Ho apprezzato che si sia scusato con Marco per il comportamento che h tenuto quando ha scoperto della storia tra il figlio ed Eva.Bello che Giulio abbia detto al figlio che quando tornoò dall'ospedale avrebbe voluto dare il proprio benestare alla relaziobe tra lui ed Eva.
    Non vedo l'ora di leggere il seguito.
     
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  12. Bunny88
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    CITAZIONE (jameskirk88 @ 5/8/2010, 22:31)
    Buonasera a tutti :253: :253: ... bene bene imbottigliati... visto che il mio proposito di scrivere d'ora in poi capitoli corti è già andato a farsi benedire (ahimè, non ci sono proprio tagliato.... :106: :106: :17: :17: ) d'ora in poi i capitoli della FF ve li posterò a pezzi... in piccole parti di 4 pagine al massimo... e stasera voglio cominciare dal primo mini-capitolo conclusivo dell'episodio 1... quello in cui Marco confessa a Giulio e Lucia i motivi del suo turbamento degli ultimi giorni... bene, buona lettura a tutti....almeno spero..... :106: :106: :258: :258:



    .... domani il secondo mini capitolo... su Eva.... più corto di questo qui, che però doveva essere necessariamente un po' particolareggiato... a domani :253: :253: :253:

    Eccomi ho letto anche io! :101:
    :280: :280: :280:
    Molto bello questo capitolo John! Mi piace l'idea dei minicapitoli! Così leggiamo più spesso! :100:
    Molto bello il dialogo tra Giulio Lucia e Marco! :uhm: :uhm: :uhm: Un Giulio così comprensivo avremmo dovuto vederlo nella serie! Se l'avessimo visto nella serie di sicuro ci saremmo risparmiati il gambero! :286: :286: :286:
    ORa non vedo l'ora di leggere la parte di eva! :101:
    :280: :280: :280:
     
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  13. =manu=
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    CITAZIONE (jameskirk88 @ 5/8/2010, 22:31)
    Buonasera a tutti :253: :253: ... bene bene imbottigliati... visto che il mio proposito di scrivere d'ora in poi capitoli corti è già andato a farsi benedire (ahimè, non ci sono proprio tagliato.... :106: :106: :17: :17: ) d'ora in poi i capitoli della FF ve li posterò a pezzi... in piccole parti di 4 pagine al massimo... e stasera voglio cominciare dal primo mini-capitolo conclusivo dell'episodio 1... quello in cui Marco confessa a Giulio e Lucia i motivi del suo turbamento degli ultimi giorni... bene, buona lettura a tutti....almeno spero..... :106: :106: :258: :258:


    Casa Cesaroni, un'ora dopo.....



    .... domani il secondo mini capitolo... su Eva.... più corto di questo qui, che però doveva essere necessariamente un po' particolareggiato... a domani :253: :253: :253:

    Ecco ho appena finito di leggere il tuo ultimo capito corto... :17: :17:
    ..bello il dialogo tra Marco Giulio e Lucia...ci sono mancat questi dialoghi nella serie...
    E cosi per curiosità ma eva?..che fine ha fatto..... :unsure: :unsure: :unsure: :unsure:
     
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  14. jameskirk88
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    CITAZIONE (=manu= @ 7/8/2010, 12:52)
    E cosi per curiosità ma eva?..che fine ha fatto..... :unsure: :unsure: :unsure: :unsure:

    Eccola che arriva manu.... :17: :17: ... ultimo capitolo del primo episodio.... sono cinque pagine... se ce la fate, leggetelo tutto insieme... sennò, leggetelo a rate... a piccole dosi, così non fa male.... :258: :258: :258: :258: ... Eva a New York, la partenza di Marco... e pure quella di Eva.... buona lettura a tutti :B): :B): :lol: :lol: :lol:


    Intanto a New York, poche ore dopo... quando a Roma è già notte fonda....



    Dal retro del locale sentì soltanto la porta sbattere, e gli strepiti dei ragazzi che a mano a mano diventavano sempre più lontani. Si affacciò nella sala principale, e tirò un sospiro di sollievo nel vedere che ormai fosse assolutamente deserta. Anche gli ultimi clienti si erano alzati e se n'erano andati.
    Erano almeno tre ore che non vedeva una sedia neanche da lontano. O meglio, vedeva soltanto quelle sulle quali si sedevano i vari clienti che si succedevano ai tavolini.
    Non si era resa conto, quando aveva accettato quel lavoretto part time, di quanto quel locale fosse frequentato durante il giorno. Soprattutto non aveva prestato attezione al fatto che fosse straordinariamente vicino a una delle scuole superiori della zona, e che dunque fosse molto conosciuto alla maggior parte degli studenti. Che ci andavano durante il giorno, e spesso ci tornavano anche durante la sera.
    Non che non lo piacessero i posti pieni di gente e un po' chiassosi.
    Anzi, in un certo senso la facevano sentire piuttosto a casa.
    Ma forse in quel momento avrebbe avuto bisogno di un posto più tranquillo.
    Pazienza, pensò Eva. Finchè non decideva cosa fare, e dove andare, quella era l'unica soluzione possibile. Per sua fortuna James le metteva a disposizione il suo vecchio appartamento, e gratis per giunta. Ma in qualche modo doveva pur mantenersi. Aveva cercato per due giorni negli annunci sul Times qualcosa che facesse al caso suo, ma non riusciva a decidersi.
    Poi, il pomeriggio precedente, mentre passeggiava senza meta per la decima strada, dalle parti di Little Italy, aveva notato quel locale, e il cartello affisso alla vetrina nel quale si annunciava a tutti i passanti che la direzione del locale stava cercando nuovo personale da assumere. Possibilmente, personale giovane.
    Si era offerta subito, perchè tra tutti gli annunci che aveva letto sui giornali, quello le sembrava il più indicato per lei, almeno in quel momento. Un lavoro semplice, che non richiedesse eccessiva applicazione. E che la facesse faticare un po', cosa che non disdegnava affatto. L'avrebbe aiutata a tenere la mente un po' più occupata e a non pensare troppo a quello che le era appena successo.
    Però tutto questo lavoro proprio non se lo aspettava.
    Si voltò verso l'unica collega che l'aveva aiutata a servire ai tavoli durante tutta la sera, passandosi una mano tra i capelli: «... per favore, dimmi che non c'è più niente da fare.. che la serata è finita...»
    Lei si voltò, sorridendo: «... ok.... la serata è finita....»
    Eva: «.. sicura si...??»
    Lei, ridendo: «... mah si... stiamo aperti altre due ore, ma su queste ore non c'è mai troppo affollamento... qualche cliente qua e la.. ma niente di che.. tranquilla....»
    Eva, sospirando: «... meno male va... non ce la faccio più... avrò fatto venti chilometri andando su e giu per il locale tutta la sera... venti chilometri....»
    L'altra ragazza: «Quanti sono venti chilometri...??»
    Eva, sorridendo: «... una quindicina di miglia... tanti....»
    La ragazza, stringendosi nelle spalle: «... qui è sempre così... tutti i giorni....e tutte le sere....»
    Eva: «... tutte le sere...??»
    La ragazza, annuendo: «... già... tutte le sere.....»
    Eva, annuendo: «... andiamo bene....»
    La ragazza, posando la sua divisa da cameriera all'attaccapanni dietro la porta: «... sai una cosa..??»
    Eva: «... cosa...??»
    La ragazza: «... è tutta la sera che ci incrociamo, e ancora non ci siamo presentate....»
    Eva: «.. e come facevamo... non c'era tempo... prima di tendere le mani per stringercele, erano già arrivati almeno dieci clienti....»
    La ragazza, ridendo e avvicinandosi a lei: «Vabbè dai.. rimediamo subito... Katy... Katy Hornet.....»
    Eva, stringendole la mano: «... Eva Cudicini....»
    Katy, sorridendo: «.. ah ah.... hai un accento praticamente perfetto... quasi senza inflessioni... ma l'avevo capito subito che eri italiana... sarà perchè ormai mi sono abituata al vostro accento.. lavorando qui a Little Italy...come mai sei da queste parti??»
    Eva, sospirando: «E' una storia lunga... complicata... e che proprio non mi va di raccontare...»
    Katy, aggrottando la fronte: «... uhm... cuori infranti in vista... ho indovinato, eh...??»
    Eva, ridendo: «Non ti sei allontanata di molto dalla verità...»
    Katy, uscendo dal locale: «Vabbè, il mio turno è finito... tu ne hai ancora qui...??»
    Eva, annuendo: «... fino alla chiusura....»
    Katy: «... tornerai a casa riposata stasera, eh...??»
    Eva: «Onestamente non pensavo che questo locale fosse così... così... frequentato.....»
    Katy: «Eh lo so.. non gli daresti niente, e invece... piace a tutti da queste parti... sarà per i prezzi... comunque te l'ho detto... da qui alle due non viene praticamente nessuno... i clienti o sono a letto, o sono a ballare in discoteca.. sono pochi quello che vengono da queste parti... non dovresti avere problemi....»
    Eva, annuendo: «.. speriamo.... allora a domani.....»
    Katy, salutandola con un cenno della mano: «... turno di mattina domani??»
    Eva, sorridendo: «... si, mancherebbe solo questa... a letto alle due, e in piedi alle sei... no no... turno di pomeriggio....»
    Katy, annuendo: «.. allora ci incrociamo sicuramente... buona notte.....»
    Eva, salutandola: «Notte.....» Dopo che ebbe richiusa la porta, il locale tornò di nuovo silenzioso. In lontananza si sentiva soltanto il rumore delle auto che passavano avanti e indietro sulla vicina strada, ormai con pochissimi clacson che suonavano qua e la.
    Eva si avvicinò senza perdere tempo all'ultimo tavolo che le era rimasto da pulire. Prima iniziava, e prima finiva. Aveva appena cominciato a mettere i piatti lasciati dai ragazzi uno sopra l'altro, che sentì di nuovo la porta all'ingresso del locale che si apriva. Si voltò, pensando di incrociare di nuovo lo sguardo di Katy che tornava indietro dopo che si era dimenticata qualcosa.
    Invece no, non era Katy. Era un altro cliente. Anzi, un'altra cliente.
    Nota positiva, il fatto che fosse sola, sulla trentina e forse più, e apparentemente piuttosto tranquilla. Non ci sarebbe voluto molto per ripulire il suo tavolo e portar via i suoi piatti e i suoi bicchieri. Prese in mano la pila di piatti dal tavolo dei ragazzi e si diresse verso il bancone, voltandosi a metà strada verso la ragazza che era appena entrata: «... salve... arrivo subito eh....»
    Lei annuì, mettendosi a sedere sul tavolo accanto a quello che stava sparecchiando: «... tranquilla... non c'è fretta....»
    Eva finì di ripulire il tavolo lasciato vuoto dai ragazzi e poi tornò verso la cliente che era appena entrata, che nel frattempo si era seduta e aveva cominciato a sfogliare la voluminosa cartellina che aveva per le mani. Alzò lo sguardo quando si accorse che Eva si era appena avvicinata al suo tavolo: «... ah scusa... mi ero.. distratta un attimo....»
    Eva, sorridendo: «.. si figuri... prende qualcosa..??»
    La ragazza, annuendo: «... portami la cosa più forte che avete da bere... portamene poca, ma portamela...»
    Eva: «... non mangia niente....??»
    La ragazza, scuotendo la testa: «... no no, per carità.... non ho appetito... portami solo da bere....»
    Eva, annuendo: «... va bene... arriva subito....» Si diresse di nuovo verso il bancone, cercando come le aveva chiesto la cosa più forte che avevano disponibile. Poi prese un bicchiere e tornò verso il suo tavolo, riempiendone la metà con la bottiglia che aveva scelto.
    Eva: «... va bene questo...??»
    La ragazza, annuendo: «... benissimo grazie....»
    Eva, avvicinandosi a lei: «... parlo contro il mio interesse, e sarà meglio che lo faccia sottovoce... ma prendine poca, di questa roba... ti assicuro che non aiuta a risolvere niente, guarda...»
    La ragazza, sorridendo verso di lei: «... si, hai ragione.... tranquilla, ne prendo solo mezzo bicchiere... ho bisogno di qualcosa che mi tiri un po' su di morale...» La guardò un attimo, mentre finiva di bere il suo bicchiere: «... sei italiana, vero??»
    Eva, sorridendo: «... si vede...??»
    La ragazza: «... no... però per un'italiana non è difficile distringuere un'altra italiana a New York....»
    Eva, annuendo: «... mi sembrava di aver riconosciuto l'accento....»
    La ragazza, sorridendo: «... eh si... anche se ho passato gli ultimi sette anni lontana dall'Italia, quello non l'ho ancora perso... tu è da molto che sei qui...??»
    Eva, dando uno sguardo alla panca dall'altra parte del tavolo: «... ti dispiace se....»
    La ragazza: «.. no no... anzi.... siediti pure.. tanto non aspetto ospiti...»
    Eva, mettendosi a sedere: «Grazie... scusa ma ho passato le ultime tre ore in piedi a fare lo slaloom tra tavoli e clienti...»
    La ragazza: «Figurati.. anzi, mi fa piacere.... era un bel po' di tempo che non mi capitava di iniziare una conversazione e portarla avanti per più di cinque minuti senza litigare... ne sentivo proprio la mancanza....»
    Eva diede uno sguardo a tutti i fogli che aveva per le mani, alla borsetta piena di scartoffie, al cellulare che guardava di tanto in tanto e che aveva appoggiato sul tavolo, al taccuino sul quale stava scrivendo a una velocità supersonica e senza badare troppo alla caligrafia.
    Sorrise verso di lei: «Sei una giornalista, vero??»
    La ragazza, alzando lo sguardo: «Come...??»
    Eva: «... no, mi chiedevo se eri una giornalista....»
    La ragazza, ridendo un po' sorpresa: «... perchè, si vede...??»
    Eva, ridendo: «Beh, solo una professoressa o una giornalista potrebbero bere o mangiare con una mano e scrivere con l'altra... però una professoressa non scriverebbe così male neanche se stesse completando la lista della spesa... quindi sei una giornalista.. ho indovinato??»
    La ragazza, sorridendo e scuotendo la testa: «Eh si... e se avessi la metà del tuo spirito di osservazione, probabilmente a quest'ora mi sarei già sbarazzata di quel cretino del mio capo da un bel pezzo... se ne hai troppo, potresti prestarne un po' a me.. sicuramente mi farebbe comodo...»
    Eva, sorridendo: «Volentieri.. tanto a me adesso serve a poco....»
    La ragazza: «Perchè?»
    Eva, guardandosi intorno: «.. qui non c'è bisogno di molto intuito... basta avere un buon udito...»
    La ragazza: «... l'udito...??»
    Eva, annuendo: «Per ascoltare l'ordinazione dei clienti... ti dicono tutto loro... non c'è bisogno di intuire niente....»
    La ragazza le sorrise, appoggiò le carte che aveva in mano sul tavolo e poi le porse la mano: «Io sono Alice... piacere...??»
    Eva, stringendole la mano e sorridendo: «.. Eva... piacere... sai che mia sorella si chiama come te..??»
    Alice, sorridendo: «Si...??»
    Eva: «.. eh si....»
    Alice: «Beh... Eva... questo qui sarà sicuramente un lavoretto part time per pagarsi le vacanze... sicuramente da settembre in poi il tuo intuito ti tornerà molto utile...»
    Eva, sospirando: «Non ne sono più tanto sicura....»
    Alice, guardandola negli occhi: «... problemi...??»
    Eva, annuendo: «Abbastanza, grazie...»
    Alice, sorridendo: «... benvenuta nel club.. anch'io ne ho parecchi, di questi tempi....»
    Eva: «Il lavoro...??»
    Alice, scuotendo la testa: «... quello sarebbe il meno... sai, c'è stato un periodo in cui la gente mi considerava una bravissima giornalista... anzi, secondo alcuni ero anche una delle migliori.... nella mia vita privata invece ho sempre fatto una cosa sola...»
    Eva: «Cosa..??»
    Alice: «... un sacco di casini....»
    Eva, sorridendo: «... allora da stasera mi sento un pochino meno sola....»
    Alice, ridendo e annuendo: «... però allora riuscivo a separare il lavoro dai casini che combinavo nella mia vita....ora invece non ci riesco più... se ho un problema, o se qualcosa mi preoccupa, non riesco a... metterlo in un angolino e far finta che non ci sia... sarò che sto diventando un po' vecchia... certe volte mi sembra quasi di parlare come mia madre...meno male che non è qui.. non sai quanto sarebbe contenta se me lo sentisse dire guarda....»
    Eva, ridendo: «... beh. trent'anni mi sembrano pochi per sentirsi vecchi....»
    Alice: «... trentasette forse no...»
    Eva: «Avrei giurato che non avevi più di trent'anni....»
    Alice, sorridendo: «... ne porto meno...??»
    Eva: «Già....»
    Alice: «... meno male... peccato che io me ne senta addosso molti di più.... se almeno non fossi sola... essere in due cambia tutto. I problemi, i timori, le preoccupazioni... si dividono tutte per due... è più facile sopportarle... ma quando si è soli, tutto ti sembra troppo grande... troppo pesante...»
    Eva, abbassando lo sguardo: «.. beh si... però dipende da chi si ha accanto....»
    Alice, annuendo: «Ah sicuramente.... e sapessi quante ne ho sbagliate io, di persone... non sono aggiornata su quello che è successo a Roma negli ultimi anni, ma penso di avere ancora il record assoluto di fidanzamenti rotti a cinque mesi dal matrimonio... avevo la straordinaria capacità di sbagliare sempre... sempre oh... mai che ne azzeccassi uno giusto... una volta però... una volta l'avevo trovato, quello giusto... eh si, ma c'era un piccolo problema...»
    Eva: «.. quale...??»
    Alice: «... che delle due sorelle Solari... lui era interessato a quella con i capelli biondi, e non a quella con i capelli marroni....»
    Eva: «Ah.... capisco....»
    Alice, sospirando: «.. già... poi quando è morta Elena, io ho proprio smesso di pensare a lui per moltissimo tempo... per anni... l'idea stessa di poterla in qualche modo sostituire ora che non c'era più, mi faceva stare male... così male come non avrei mai pensato di potermi sentire... mi imposi di dimenticarlo e di andare avanti... Poi siccome non ci riuscivo, cercai qualcuno che mi aiutasse a farlo.. che mi aiutasse a.. consolarmi... e le trovai... lo trovati quasi subito... però ovviamente, come al solito, avevo fatto l'ennesima, maledetta scelta sbagliata... Mi c'è voluto parecchio per accorgermene... me ne sono accorta quando l'ho trovato ubriaco in salotto e mi ha riempito di botte mandandomi quasi all'ospedale... beh, meglio tardi che mai...» Sospirò, alzando lo sguardo: «... e poi... poi è successo... sai, io non volevo proprio che succedesse... ma che ci potevo fare... anzi, che ci potevamo fare... sono cose che si possono solo rimandare, ma difficilmente si possono evitare...»
    Eva: «Vi siete sposati?»
    Alice: «Si... lo siamo stati per... sei anni... i sei anni più belli della mia vita... e abbiamo anche avuto... due splendidi regali....»
    Eva, sorridendo: «... davvero...?? Complimenti... sei mamma allora??»
    Alice, annuendo: «... si... di due bellissime pesti... ora sono a Parigi, con il papà.. staranno con lui per tutta l'estate, e poi a settembre torneranno da me... bello vero...?? Pensi possa esistere un finale più triste per un matrimonio...?? E per una storia d'amore...»
    Eva: «Mi dispiace....»
    Alice: «Si, anche a me.... e lo sai perchè...?? Perchè la nostra storia è finita per... per niente.... assolutamente per niente... o meglio, per niente di importante... niente che non si potesse risolvere se avessimo avuto il coraggio di parlarci e di confidarci... forse eravamo troppo orgogliosi tutti e due per poterlo fare... per fare un passo indietro... abbiamo cominciato a litigare per i motivi più assurdi, più banali... Io una sera in cui ero più nervosa del solito ho fatto una scenata pazzesca... non mi ricordo neanche come era cominciata la discussione, pensa un po'.. ma sicuramente era una cazzata... una parola tira l'altra, e gli dissi che ero stufa di lui, di quella vita, di quella casa... e che non ci avrei mai più messo piede.. presi la mia valigia e me ne andai di casa....pensa che perfino mentre percorrevo il corridoio della nostra casa di Parigi, dentro di me, speravo con tutto il cuore di sentire i suoi passi dietro i miei.. e di sentire le sue mani che mi trattenevano e che mi riportavano in casa... e che mi impedivano di fare quella cazzata che stavo facendo.. Forse lo avevo ferito troppo. O forse anche lui era stanco di tutti quei litigi e di tutte quelle incomprensioni. E lui non mi corse dietro. Anzi. Il giorno dopo mi fece portare in albergo tutto quello che mi ero dimenticata di portar via da casa. Non sono più tornata sui miei passi. E neanche lui del resto. Ogni volta che ci siamo rivisti dopo quella sera non abbiamo saputo far altro che litigare e rinfacciarci a vicenda la colpa di quello che era successo.
    Così adesso i nostri figli cresceranno vedendo a turno i loro genitori... un mese con me, un mese con lui... il brutto è che adesso io mi sento dieci volte più sola di quanto non mi sentissi la sera quando decisi di andarme di casa... ho fatto tutto questo per poi sentirmi peggio di quanto non mi sentissi prima di farlo... un bel capolavoro, non c'è che dire....»
    Eva: «Capisco quello che provi... i miei genitori si sono separati tre anni fa... è stata dura... per loro e anche per me e mia sorella... poi per fortuna mia madre ha ritrovato il suo.. primo amore... ed è cambiato tutto....»
    Alice, sorridendo amaramente: «.. a me non potrà toccare la stessa fortuna... visto che il primo amore l'ho appena perso...» Si fermò un attimo, guardandola negli occhi: «... è tanto che sei qui??»
    Eva: «..beh vediamo...sono esattamente cinque giorni, sedici ore, e una manciata di minuti... più o meno....»
    Alice: «Ah, sei appena arrivata... ti trattieni molto??»
    Eva, sospirando: «... non lo so...»
    Alice: «Ti è successo qualcosa...??»
    Eva, passandosi una mano tra i capelli: «.. si... ho scelto la persona sbagliata... e ho lasciato a Roma quella giusta.. è grave...??»
    Alice, ridendo: «Abbastanza... ma si può rimediare....»
    Eva: «... più facile dirlo che farlo....»
    Alice: «Avete litigato...??»
    Eva, sorridendo e scuotendo la testa: «... no no... anzi... tutt'altro....»
    Alice, aggrottando la fronte: «.. e allora qual'è il problema...??»
    Eva: «Il problema è che sono qui... che ho scelto un altro anzichè scegliere lui... e che quando mi sono accorta che stavo facendo una stupidaggine, non ho avuto il coraggio di ammetterlo e ho continuato a fare la stupidaggine che già avevo programmato...»
    Alice, sorridendo: «... neanche tu sei tornata sui tuoi passi....??»
    Eva, scuotendo la testa: «Purtroppo no....»
    Alice, sorridendo: «Dev'essere una prerogativa tutta femminile....»
    Eva, ridendo tra se e se: «... si... delle più testarde di noi, però....e io faccio sicuramente parte di quel gruppo....»
    Alice, annuendo: «.. allora siamo almeno in due... ma sicuramente saremo molte di più.... però c'è una piccola differenza tra me e te..»
    Eva: «Quale...??»
    Alice: «... io non sono mai tornata sui miei passi e ho rovinato tutto... ma tu... tu ancora sei in tempo a tornare indietro... in fondo sei via solo da meno di una settimana, no...?? Niente è perduto....»
    Eva, sospirando: «.. e se mi manda al diavolo...??»
    Alice, guardandola negli occhi: «Lui ti ama...??»
    Eva sorrise tra se e se. Negli ultimi mesi aveva avuto pochissime certezze. Praticamente nessuna. E anche adesso ne aveva ben poche.
    Ma su questo non aveva mai avuto dubbi.
    Tanto meno li aveva dopo quello che era successo.
    Eva, annuendo: «.. si....»
    Alice: «... e tu??»
    Eva: «.. moltissimo....»
    Alice, sorridendo: «E allora farete pace.. magari vi azzannerete per un po', ma se riuscirete a parlarvi veramente.... a parlavi, Eva... non potrete che fare pace... però lo dovete fare.... parlarvi, intendo.. e per farlo, dovrete essere un po' più vicini di quanto non lo siete ora..»
    Turò fuori dalla borsetta il suo cellulare e diede un'occhiata allo schermo: «.. cavolo, è già tardi....»
    Eva: «.. tardi...?? Lavori anche a quest'ora...???»
    Alice, sorridendo verso di lei: «E a quanto pare, non sono l'unica....»
    Eva, sbuffando: «.. già...»
    Alice radunò tutte le sue carte, riponendole nelle varie cartelline di plastica e infilandole nella sua borsa, poi si alzò in piedi e sorrise verso Eva: «... mi ha fatto piacere parlare con te... davvero.... era un pezzo che non scambiavo due parole amichevoli con qualcuno... dovrei farlo più spesso.. ma anche per questo, servono le persone giuste....»
    Eva, sorridendo: «Grazie... anche a me ha fatto piacere....»
    Alice prese tutta la sua roba e si diresse verso la porta d'ingresso: «... domani devo andare fuori città per un servizio... starò fuori un paio di giorni....» La guardò un attimo sorridendo: «....ci sarai ancora o dovrò rassegnarmi a farmi versare il prossimo bicchiere da qualche altra cameriera...??»
    Eva, stringendosi nelle spalle: «... non lo so....»
    Alice, annuendo: «Ho capito.... speriamo che la prossima cameriera sia altrettanto simpatica.... ma ne dubito molto....»
    Eva, sorridendo verso di lei: «Abitavi a Roma prima di andare a Parigi...??»
    Alice: «... prima di andare a Parigi abitavo a Sidney... ma prima di allora si... ero sempre stata a Roma....»
    Eva: «Hai intenzione di tornare...??»
    Alice, sospirando: «Per il momento penso proprio di no.. ma in futuro chissà... e comunque, potrò sempre rivederti alla conferenza stampa di qualche pezzo grosso... quando tra qualche anno il direttore del tuo giornale ti ci manderà...»
    Eva, alzando lo sguardo: «Come...??»
    Alice, sorridendo: «Vedrai se non sarà così... in bocca al lupo....»
    Eva, salutandola con un cenno della mano: «... crepi... e grazie...»
    Alice, uscendo dal locale: «Figurati...»
    Richiuse la porta d'ingresso dietro di se e si incamminò sul marciapiede, lasciando Eva di nuovo da sola nel locale. A pensare che forse l'ultima previsione che le aveva fatto non si sarebbe mai avverata.
    Ma che almeno sulla prima, molto probabilmente, non aveva affatto sbagliato. Anzi, ci aveva visto fin troppo giusto.
    Si alzò dal tavolo, prendendo in mano il bicchiere e la bottiglieria che aveva portato prima per riportarli dietro al bancone. Altre due ore e il suo turno sarebbe finito.
    E difficilmente ce ne sarebbe stato un altro, dopo di quello....


    Porto di Ostia, 1 agosto 2008, ore 9.30...


    Il furgone della bottiglieria si fermò in mezzo alla bancine, che come al solito in quel periodo era affollata di turisti e passanti. Giulio scese dal furgoncino dopo aver spento il motore a non molta distanza da una delle navi più grandi che erano attraccate al porto e rimase per qualche secondo a guardarla, in silenzio. Si voltò poi verrso Marco che stava appena scendendo dal sedile del passeggero: «E' questa...??»
    Marco, chiudendo lo sportello e tirando fuori il suo borsone da viaggio: «Si papà.... è questa qui... bella eh...??»
    Giulio, annuendo: «Bella è bella...»
    Marco, sorridendo e voltandosi verso di lui: «... ma....??»
    Giulio, scrollando le spalle: «Niente niente... dicevo così per dire....» Dai sedili posteriori scesero uno dopo l'altro Rudy, Mimmo e Walter, non senza sgomitarsi a vicenda per decidere chi doveva scendere per primo dalla macchina.
    Giulio, voltandosi verso di loro: «Uscire usando tutte e due le porte no, eh..??»
    Walter, rifilando una pacca sulla testa di Rudy: «... è stato lui a cominciare....»
    Rudy, restituendogli lo scappellotto: «... non è vero, è stato lui....»
    Giulio, passandosi una mano tra i capelli: «Ma perchè nun hai chiesto a Loredana se c'era disponibili altri due posti sulla nave...?? Così te portavi dietro pure loro due... certo, la nave avrebbe rischiato de fà la fine del Titanic, ma almeno io sarei stato in pace per un mese intero.. meglio de niente...»
    Marco, ridendo: «E' già un miracolo se ho trovato un posto libero.. figuriamoci tre...»
    Giulio, sospirando: «.. che peccato....»
    Mimmo, avvicinandosi a Marco: «Dov'è che vi fermate con la nave...??»
    Marco: «La prima fermata è a Malta... poi Creta, la Grecia, Istambul, il Cairo.... Marocco, Algeria, le Baleari.. e di nuovo Ostia....»
    In quel momento si avvicinò a loro una donna alta, coi capelli biondi che le ricadevano sulla fronte e sulle spalle e vestita con abiti molto eleganti. Si accostò a Giulio, guardandolo per qualche secondo come se stesse cercando di ricordarsi qualcosa: «... ti ricordavo con i capelli più lunghi, sai...??»
    Giulio, voltandosi indietro: «.. Loredà... che piacere rivederti... eh, te ricordavi i capelli più lunghi perchè allora pure loro c'avevano cinque anni de meno.. mica sò pochi...come va...??»
    Loredana, annuendo: «... bene bene.... non mi posso lamentare.... e il nostro nuovo marinaio, come sta...??»
    Marco, sorridendo: «Tutto ok....»
    Loredana: «Bene.. partiamo tra due ore, ma il comandante vorrebbe fare quattro chiacchiere con te prima di partire...»
    Marco, un po' sorpreso: «.. il... il comandante...??»
    Loredana: «Si.. perchè...?? Non mi dire che ti vergogni....»
    Marco: «Io..?? Assolutamente no.... solo che sono... un po' sorpreso... perchè vuole vedere me..?? Non credevo che l'assunzione di un nuovo cameriere fosse un fatto così...»
    Loredana: «.. importante...??»
    Marco: «Già...»
    Loredana: «Infatti non lo è... ma vedi, l'ultimo cameriere che c'era prima di te....»
    Marco: «Quello che si è rotto una gamba?»
    Loredana: «Lui... beh, ti ho detto che si era rotto una gamba, ma non come se l'era rotta... una passeggera lo ha preso a schiaffi mentre stavano parlando sulle scalette del ponte dei passeggeri... lui ha perso l'equilibrio, è caduto e si è fratturato tibia e perone...»
    Marco, annuendo: «Capisco....»
    Loredana: «Ecco, siccome quell'incidente ha fatto chiacchierare moltissimo tutti i passeggeri, e non è proprio una bellissima pubblicità per la compagnia... il comandante si vuole assicurare che tu non sia un tipo.. diciamo così... troppo vivace....»
    Walter, ridendo: «Ammazza oh... è cascato proprio bene il comandante vostro....»
    Loredana: «Come...??»
    Walter stava per rispondere ma il calcione che Giulio gli rifilò negli stinchi arrivò prima della sua risposta.
    Giulio, ridendo nervosamente: «.. eh eh... niente niente... lo sai com'è Walter.. è sempre lo stesso d'allora.. sta sempre a scherzà...»
    Walter, massaggiandosi la caviglia dolorante: «... eh si... proprio sempre... ahia.....!!»
    Loredana, voltandosi verso Marco: «.. ti aspetto sul ponte, ok...??»
    Marco, annuendo: «Va bene... arrivo subito....»
    Loredana, salutando Giulio: «.. ciao Cesaroni... è stato bello rivederti.....»
    Walter, annuendo: «... pure per me eh... bellissimo....»
    Giulio, dandogli una pacca sulla testa: «... ciao Loredà... buon viaggio....» Si voltò poi verso Walter mentre Loredana si avviava sulla passerella: «... senti un po'....»
    Walter, gesticolando: «... oh io nun ho fatto niente eh.. niente....!!!»
    Giulio, alzando gli occhi al cielo: «... te volevo dì d'andà a spostà la macchina... così è troppo vicina alla passerella, magari da fastidio....»
    Walter, sospirando:»... ah si.. la macchina... vabbè va... t'aspetto d'entro....» Si avvicinò a Marco: «.. oh me raccomando... torna presto... sennò io chi tormento dalla mattina alla sera...???»
    Marco, ridendo: «.. non avrai difficoltà a trovare un altro bersaglio...»
    Walter, annuendo: «Eh lo so.... un bersaglio lo trovi dappertutto... ma un altro miglior amico mica se trova a tutti gli angoli eh....» Si abbracciarono scompigliandosi a vicenda i capelli, mentre Giulio li guardava sorridendo tra se e se.
    Salutò poi Rudy e Mimmo, che lo abbracciò forte: «... torna presto....»
    Marco, sorridendo verso di lui: «... tranquillo....» I ragazzi si avviarono verso la macchina, mentre Giulio si voltò di nuovo verso Marco prima di seguirli: «... Marcolì.. sei sicuro....??»
    Marco, annuendo: «Per ora è meglio così....»
    Giulio, sospirando: «Vabbè.... me raccomando....»
    Marco: «.. si.. torno presto...»
    Giulio: «...e...»
    Marco, sorridendo: «E telefono spesso.....»
    Giulio, annuendo: «... bravo.... non tanto per me eh, ma per Lucia.. sai, lei se preoccupa sempre per tutto.....»
    Marco, ridendo: «Lei eh...??»
    Giulio: «.. senti... no dicevo.. se per caso dovesse telefonare.. lei....»
    Marco, stringendosi nelle spalle: «Tanto non chiederà di me....»
    Giulio: «Vabbè, se per caso dovesse, noi....»
    Marco: «.. ditele la verità....»
    Giulio: «Marcolì, te l'ho già detto 'na volta però te lo devo ridì un'altra volta...secondo me stai a fa 'na cazzata....»
    Marco, mettendogli una mano sulla spalla: «Ora devo andare... sennò sai che figura faccio col comandante...?? Primo giorno, primo ritardo.. è capace che mi lasciano a terra sennò...»
    Giulio, annuendo: «... buon viaggio Marcolì....»
    Marco, dirigendosi verso la passerella: «A presto papà.....»
    Giulio, annuendo e salutandolo con un cenno della mano: «A presto....»
    Mentre Marco percorreva la passerella, voltandosi di tanto in tanto verso Giulio per salutarlo, si sforzava di non pensare alle parole che gli aveva detto due giorni prima, e che gli aveva ripetuto anche adesso: «Come quando sei andato a Londra... stai a scappà come facesti allora....»
    Ma lui sapeva che non era così. Che stavolta era diverso.
    E che non stava scappando. Stava semplicemente partendo per un breve viaggio. Tutto qui.
    Continuava a ripeterselo, mentre arrivava in fondo alla passerella dove Loredana lo stava aspettando.
    Continuava a ripeterselo, ma in quel momento scoprì di non esserne affatto convinto.
    Poco male, pensò Marco. Ho ancora un mese di tempo. Riuscirò a convincermi.
    Speriamo...


    Centro commerciale all'Eur, poco dopo....


    Lucia scostò l'ennesimo vestito che il commesso le aveva fatto vedere. Sotto gli occhi di Stefania e Gabriella, che la guardavano sospirando e scuotendo la testa, ridendo di tanto in tanto tra loro.
    Stefania: «... vabbè Lucia... a saperlo te potevi comprà tutto il reparto e portartelo a casa... poi te mettevi a cercà con calma e forse.. dico forse.. entro la giornata ce la potevi fa a deciderti... senza bisogno de sequestrare il commesso....»
    Gabriella, annuendo: «Guarda che il sequestro di persona è ancora un reato.. e piuttosto grave anche....»
    Lucia, gesticolando: «... quando avete finito di dire scemenze, poi mi avvertite eh....»
    Stefania, scuotendo la testa: «... e io che pensavo che l'altro fosse nervosa.... stava a fa i salti di gioia in confronto a oggi.. ma che t'è successo, se po' sapè...??»
    Lucia, alzando le spalle: «.. niente, che deve essere successo... assolutamente niente....»
    Gabriella: «Si vede....»
    Lucia stava per rispondere ma fu preceduta dal suono di un cellulare. Stefania controllò il suo, scuotendo la testa verso Lucia: «... non è il mio.. dev'essere il tuo, guarda un po'...»
    Lucia, tirando fuori il suo cellulare dalla borsetta: «Si, è il mio....» Diede uno sguardo al numero che compariva sullo schermo, e a momenti sobbalzò sul pavimento del centro commerciale. Si voltò verso Stefania e Gabriella che la guardavano incuriosite: «... Eva.. è Eva....!!»
    Stefania, sorridendo: «Oh.. visto che era solo questione di tempo... ora ce parli e te dice che è tutto a posto... e che va tutto bene.. finalmente....»
    Lucia, annuendo: «.. uh... come no.. proprio tutto bene... scusatemi un attimo eh....» Si allontanò di qualche passo, e poi accostò il cellulare all'orecchio: «Pronto...?? Eva, sei tu...???»
    Eva: «Ciao mamma... si, sono io.... scusa se in questi giorni non mi sono fatta sentire... è che... non avevo voglia di parlare, ecco....»
    Lucia: «Eh lo credo...»
    Eva: «Come??»
    Lucia: «No niente... allora...?? Si può sapere che stai combinando con Alex...?? Ma ti pare bello quello che hai fatto...????»
    Eva: «Ma perchè.. tu già lo sai??»
    Lucia, gesticolando e cercando di non alzare la voce: «.. si... e non certo grazie a te guarda... ma dico, sei impazzita...?? Guarda che i sentimenti delle persone non sono giocattoli che si usano e poi si gettano via... se non eri sicuro di quello che stavi facendo, ci dovevi pensare prima... prima, non dopo.... guarda, non mi sarei mai aspettata un comportamento del genere da parte tua.. mai....»
    Eva, dopo un attimo d'esitazione: «...si lo so...ho sbagliato... però appena sono arrivata ho messo subito le cose in chiaro con lui... è il minimo che potessi fare, a questo punto.. lo so, è poco... però....»
    Lucia: «Con chi hai messo le cose in chiaro??»
    Eva: «Con Alex.. con chi sennò??»
    Lucia: «Cioè, vi siete lasciati??»
    Eva: «Si....»
    Lucia: «Ah... meno male va.. allora non sei del tutto impazzita....»
    Eva, un po' sorpresa: «Come meno male??»
    Lucia: «Lascia stare.... e allora che ci fai ancora a New York...?? Che aspetti a tornare??»
    Eva: «.. il prossimo volo... questo qui ormai l'ho perso....»
    Lucia: «Cioè vuoi dire che.....»
    Eva: «.. si, sto tornando....»
    Lucia, alzando gli occhi al cielo: «... porca miseria, ma non ti potevi decidere prima...????»
    Eva, dubbiosa: «... ma... sei sicura di sentirti bene, si?? Sei strana oggi, lo sai??»
    Lucia, gesticolando: «Ah, io sono strana eh.....»
    Eva, dopo un attimo di esitazione: «... aspetta ma... cioè, tu sai che... che io e... l'altra sera....»
    Lucia: «Si....»
    Eva, balbettando: «.. e... come.. voi eravate fuori.....»
    Lucia: «Si, e voi due stavate dentro... mannaggia a voi oh....»
    Eva, sospirando: «... Marco... ve l'ha detto...??»
    Lucia: «Eh certo.....»
    Eva: «.. ah... buono a sapersi.... sempre il solito oh.... mai che riuscisse a dire una bugia per più di due giorni consecutivi....»
    Lucia: «Vabbè, in compenso ci sei tu che ci riesci benissimo per tutti e due, guarda....»
    Eva: «.. ti dispiacerebbe passarmelo...??»
    Lucia: «Chi..??»
    Eva: «Come chi... Marco, no??»
    Lucia, gesticolando: «Si, lancio il telefonino in mezzo al mare....»
    Eva: «Come...??»
    Lucia, scuotendo la testa: «E' partito....»
    Eva, sgranando gli occhi: «... partito...????»
    Lucia: «Si.. accidenti a te... lo credo.. andarsene in quel modo... che pensavi, che rimanesse tutta l'estate a piangere sotto un albero...???»
    Eva, dopo qualche secondo di silenzio: «Dove... dov'è andato??»
    Lucia: «In crociera.....»
    Eva, alzando la voce: «Come in crociera...?? Con chi...????»
    Lucia: «Con nessuno.... testona... si è fatto assumere come cameriere in una delle navi della Costa Crociere....»
    Eva, sospirando: «... ah.. ho capito..... sneti, per caso sai che percorso farà quella nave...??»
    Lucia: «Si... la prima fermata la dovrebbero fare a Malta....»
    Eva: «Ho capito mamma... grazie....»
    Lucia: «Come grazie... allora che fai, torni a casa..??»
    Eva: «Si, torno... ma farò un giro un po' più lungo....»
    Lucia, alzando gli occhi al cielo: «Eva, mi raccomando.... non farmi preoccupare.... e non sparire un'altra volta....»
    Eva: «Va bene mamma... ora scusa ma devo scappare... devo vedere quando parte il prossimo aereo....»
    Lucia: «Ma.. non lo stavi già aspettando, il prossimo aereo...??»
    Eva: «... non quello per l'Italia... il primo aereo per Malta... ciao mamma....»
    Lucia: «No Eva, aspetta un attimo.... Eva... Eva... ci sei ancora...?? Eva....!!!» La chiamò un'altra volta, ma inutilmente. Ormai aveva attaccato.
    Lucia, gesticolando: «.. eccoci... e ora...?? Mah... speriamo bene, speriamo.... io sento già una gran puzza di guai...» Scostò con le mani i vestiti che aveva davanti, e si ritrovò davanti le facce di Stefania e Gabriella che da dietro i vestiti stavano ascoltando con molta attenzione la sua conversazione telefonica.
    Lucia: «Oh.... ma che stavate origliando???»
    Stefania: «Noi...?? Origliando noi...?? Ma come ti viene in mente....??»
    Gabriella: «... certo... stavamo controllando il prezzo di questi vestiti... mica altro oh....»
    Lucia: «Si eh...?? Secondo te quanto ci mette ad arrivare..??»
    Gabriella: «Mah, per arrivare a Malta con l'aereo... più o meno quanto ci vorrebbe a venire direttamente qua....»
    Lucia, annuendo: «Meno male che non stavate origliando....»
    Gabriella: «Vabbè, giusto qualche parola... ma così per caso eh...»
    Stefania: «Certo.. per caso....»
    Gabriella, avvicinandosi a Lucia: «Ma ecco.. così', per curiosità....cosa è successo a....»
    Lucia, gesticolando: «Mamma, per favore.. non adesso... non adesso.....» Si allontanò a passo svelto dal reparto vestiti, mentre Gabriella e Stefania si guardavano un po' perplesse.
    Stefania: «... ma che cavolo sta succedendo...?? Oh io nun ce sto' a capì più niente, guarda....»
    Gabriella: «Non lo so... ma qui gatta ce cova....»
    Stefania: «Dici eh...??»
    Gabriella, sospirando: «.. dico dico... eccome se dico....»

    ... capitolo finito..... se siete riusciti ad arrivare fino in fondo senza addormentarvi è già di per se un miracolo..... :17: :17: .... nel prossimo episodio se vorrete potrete leggere del primo incontro-scontro tra Marco ed Eva... più scontro che incontro, a dire il vero.... :17: :17: ... alla prossima settimana :253: :253: :253:
     
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  15. checca.68.9
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    :280: :280: :280: :280: :280: Jhon vedo l'ora di leggere il seguito.la prossima volta ci sarà l'incontro tra Marco e Eva.....posta presto...meno male che Eva grazie all'incontro con la giornalista Alice ha cominciato a ragionare di nuovo..chissa' con Marco..fuoco e fiamme..
     
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261 replies since 22/7/2010, 18:31   9392 views
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