I CESARONI - CAPITOLO III

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  1. jameskirk88
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    I CESARONI - CAPITOLO III


    Piccola premessa


    Dopo aver visto la scena finale dell'ultimo episodio della seconda stagione, quella scena che tutti noi ricordiamo TANTO bene, mi ero immaginato molti possibili sviluppi per la terza stagione che ancora doveva iniziare. In alcuni il Gamberone toglieva amabilmente il disturbo la mattina dopo la famosa notte della maturità, dopo aver capito una volta per tutte che Eva aveva tutt'altro per la testa che New York e la Columbia University... in altri, Eva partiva per New York, ma da sola, senza Gamberone al seguito, perchè quella notte aveva capito finalmente di non amarlo e di non averlo mai amato. In altri ancora, Eva andava a New York ma dopo due giorni dava il ben servito al suo "amatissimo" Gamberone, per poi tornare a Roma e trovare il suo Marcolino che nel frattempo si era già consolato con Simona... Ebbene, non si può dire che i nostri autori non mi abbiano sorpreso, perchè mai mi sarei immaginato che la terza serie iniziasse così come ce l'hanno fatta vedere... :huh: :huh: :huh: :huh: nè tantomeno avrei mai immaginato i successivi "sviluppi".. uno su tutti, il matrimonio sfasciatore con il Gamberone cornuto.... :angry: :angry: :angry:
    Questo "Capitolo III" è nato così.... ho raccolto grosso modo tutte quelle che erano le mie ipotesi, e quelle che due anni fa di questi tempi andavano per la maggiore tra tutti i fans dei Cesaroni, e ho cercato per quanto possibile di amalgamarle tutte in una FF che ripercorra tutti gli eventi della terza serie ma in modo leggermente diverso rispetto a quanto non abbia fatto l'originale... ahimè, il risultato non è proprio eccezionale... leggendola probabilmente storcerete la bocca così come spesso avete storto la bocca vedendo qualche puntata della terza serie... :blink: :blink: non riabilito gli autori, ma ammetto che scrivere una storia che soddisfi tutti non è proprio un'impresa semplice.... :lol: :lol: :lol: :lol:
    Vabbè ragazzi, sperando che questa storia riesca almeno a farvi fare qualche risata, così come quella che ho finito due mesi fa, vi lascio alla lettura del primo capitolo del primo episodio della FF... vi anticipo che ho in programma 10 episodi da quattro capitoli ciascuno... sulla lunghezza dei capitoli vedremo in seguito....che dire, buona lettura a tutti... e siate clementi con questo povero scribacchino...

    Episodio 1 - Lontani, troppo lontani



    Lungomare di Ostia, martedì 25 luglio 2008, ore 19.30...



    Se c'è una cosa della quale la famiglia Cesaroni non può proprio fare a meno, una volta arrivata l'estate, sono le giornate passate tutti insieme al mare. Ormai era una tradizione, al pari della grigliata di fine estate che doveva essere rigorosamente organizzata da zio Cesare, e almeno una volta l'anno i Cesaroni e i Masetti partivano dalla Garbatella alle prime luci dell'alba e rimanevano sulla spiaggia del grande lungomare di Ostia fino al tramonto del sole. E anche in quell'estate vollero mantenersi fedeli a questa consolidata tradizione. Un po' in ritardo rispetto al solito, perchè gli esami di maturità dei ragazzi che si erano appena conclusi avevano spostato un po' in avanti il consueto inizio delle vacanze. Ora che Marco, Eva e Walter erano riusciti a superare lo scoglio della maturità (e per Marco e Walter era stata un'impresa MOLTO faticosa) le tradizioni estive dei Cesaroni e dei Masetti potevano finalmente iniziare.
    Dopo una giornata passata in riva al mare, il sole iniziava ad abbassarsi lentamente all'orizzonte. I bagnanti tornavano lentamente verso le loro macchine per tornare a casa in tempo per la cena. La spiaggia ora era quasi deserta.
    Quasi.
    Eccetto due persone che erano sedute sulla scogliera che fiancheggiava il bagno, un gruppetto di ragazzi sulla riva del mare, e altri due che erano ancora in acqua e che si stavano sfidando alla quinta gara consecutiva. Walter era sdraiato con la schiena appoggiata ad uno degli scogli più grandi, mentre il piccolo Mimmo si era sistemato sullo scoglio accanto e guardava la gara che si stava svolgendo a poche decine di metri di distanza con un misto di interesse e sorpresa.
    Walter, voltandosi verso di lui: «Che dici... ce la fa??»
    Mimmo, aggrottando la fronte: «Mah... è la quarta volta....»
    Walter: «... la quinta....»
    Mimmo: «... ah.... io ne ho viste solo quattro....»
    Walter: «Sei arrivato a gara in corso....»
    Mimmo: «Ma che gli aveva fatto quello....???»
    Walter: «Chi...??»
    Mimmo: «Quello che ha sfidato a questa gara....»
    Walter: «Niente... l'ha fatto per amore della pura competizione sportiva... capisci??»
    Mimmo, scuotendo la testa: «No...»
    Walter: «Non è grave.. manco io....»
    I due gareggianti erano arrivati alla fine della gara. Uno di loro superò la boa bianca che delimitava la fine della gara con cinque secondi abbondanti di vantaggio rispetto al suo avversario, che smise di nuotare ancor prima di chiudere il percorso.
    Mentre il vincitore usciva lentamente dall'acqua, qualcuno da dietro appoggiò una mano sulla spalla di Mimmo, facendolo quasi sobbalzare. Quando si voltò incrociò lo sguardo di Giulio che era in piedi su uno degli scogli accanto a quello dove si era messo a sedere.
    Giulio: «Oh.. ma state sempre qua voi due..?? Guarda che tra cinque minuti se mangia eh...»
    Walter, voltandosi verso di lui: «... cinque minuti per gli altri.... immagino che papà abbia già cominciato la degustazione da mezz'ora...»
    Giulio: «Capirai, quello comincia a magnà tutte le volte che vede 'na tavola apparecchiata... figurati quando la tavola è apparecchiata in un ristorante sulla spiaggia per festeggià il compleanno suo...a proposito oh... ma Marco che fine ha fatto...??»
    Walter, ridendo: «... Marco...?? Vuoi dire il Mark Spitz della Garbatella, forse...»
    Giulio, dubbioso: «.. eh...??»
    Walter gli indicò il punto della riva del mare dove i due contendenti si stavano stringendo la mano e cominciavano a rivestirsi dopo la lunga maratona in acqua. Uno di loro aveva un profilo che Giulio avrebbe riconosciuto in mezzo a un altro milione di persone, se fosse stato necessario.
    Giulio: «... ma che sta a fa...?? All'otto de sera quello sta ancora in acqua..???»
    Walter: «... ci ha passato gli ultimi... quarantacinque minuti e trenta secondi.. secondo più, secondo meno... in compenso però ha battuto cinque volte su cinque Federico Bortolani...»
    Giulio: «... e chi è..??»
    Walter: «... l'avversario del Mark Spitz della Garbatella...»
    Giulio, passandosi una mano tra i capelli: «.. roba da matti... ma se po' sapè che glie prende a questo qui..?? E' una settimana che nun sta fermo manco un secondo oh... manco un secondo... pare che se voglia ammazzà de fatica... l'altro giorno è andato a correre a piedi al parco alle due e mezza del pomeriggio.. c'erano quaranta gradi all'ombra, 'ndo faceva freddo... tre ore c'è stato... tre ore... quand'è tornato pareva che l'avessero messo in lavatrice da quanto s'era ristretto.. avrà perso tre chili in tre ore.. che c'ha...?? Se po' sapè...??»
    Walter, stringendosi nelle spalle: «Ah non lo so.. quando avrò imparato a legge nel pensiero forse te lo dirò, perchè prima sarà difficile.. nun parla...nun dice niente... cioè, dice che tutto va bene e che nun c'ha niente...»
    Giulio, aggrottando la fronte: «Nun c'ha niente eh...??»
    Walter: «... dice di no....»
    Giulio: «Eh, dice de no ma pare de si.... a quello l'acqua non glie mai piaciuta... non s'è mai voluto iscrive a un corso de nuoto manco a volercelo infilà con la forza, perchè ha sempre detto che a nuotà se faceva troppa fatica per niente... e mò diventa un delfino dalla sera alla mattina...»
    Walter, annuendo: «... c'è una sola spiegazione a una serie di fenomeni tanto inspiegabili....»
    Giulio: «Ah si...?? E qual'è...??»
    Walter stava per rispondere, ma una voce alle spalle di Giulio lo precedette: «... l'amore....»
    Giulio e Walter si voltarono, incrociando lo sguardo di Marco che li guardava entrambi ridendo e scuotendo la testa.
    Giulio: «Marcolì.... finita la maratona dell'acqua, si...??»
    Marco, ridendo: «Si si... finita....»
    Giulio: «Ah... meno male va... qual'è che la cosa che hai detto tre secondi fa, scusa...??»
    Marco: «Perchè, non è quella a cui stavate pensando tutti e due...??»
    Walter: «Beh, in effetti un piccolissimo dubbio m'aveva sfiorato, eh...»
    Marco annuì e si sedette accanto a Mimmo, che gli andò subito incontro: «... l'hai stracciato proprio....»
    Marco, sorridendo e arruffandogli i capelli: «Vero eh...??»
    Walter, dandogli una pacca sulla spalla: «... ma che glie farai alle donne te... chissà che è... forse la chitarra tra le mani... ce voglio provà pure io per vedè che succede...»
    Marco, ridendo: «Se ti metti a suonare, sicuramente finisce l'estate...»
    Walter: «Si si, fai lo spiritoso... intanto non m'hai ancora detto chi è la fortunata... si insomma, fortunata se fa per dì...»
    Marco, annuendo: «Uhm... papà, lo vuoi sapere anche tu??»
    Giulio: «Beh, se me lo dici nun è che me tappo gli orecchi per nun sentì...»
    Marco: «Non avevo dubbi guarda...»
    Walter, mettendogli una mano sulla schiena: «.. su su... dettagli dettagli... e prima di tutto, il nome....»
    Marco: «Il nome...??»
    Walter: «Eh....»
    Marco, annuendo e sorridendo sotto i baffi: «Allora... mi sono innamorato....»
    Giulio, gesticolando: «E questo s'era capito... ma di chi...»
    Marco: «.. di una bellissima donna....»
    Giulio: «Donna...?? Ma che è più vecchia de te...??»
    Marco, annuendo grave: «... tanto....»
    Giulio, mettendosi le mani nei capelli: «Ah Marcolì, certo che te per le storie che nun se devono comincià sei proprio il massimo eh... mò che te salta in mente d'andà co' una de dieci anni più vecchia de te..?? Nun me dì che è pure sposata sennò...»
    Marco: «... c'ha già avuto un sacco di mariti....»
    Giulio, alzando gli occhi al cielo: «Eccolo la... lo sapevo io... lo sapevo... no no no... è colpa mia... è colpa mia... eh si perchè nun te sò stato dietro abbastanza... t'ho lasciato troppo andà da solo... e mò se vedono i risultati, se vedono.... ma dico, te sei impazzito, si...??»
    Marco, scrollando le spalle: «E perchè scusa...?? Io la amo....»
    Giulio, gesticolando: «Ma che ami... dopo du' settimane mò già la ama, lui... e dai Marcolì.. sarà 'na cottarella... 'na sbandata un po' più grossa del normale... ma poi tutto passa, no??»
    Marco, scuotendo la testa: «Mi sa di no....»
    Giulio: «Ma come te sa di no...??
    Marco, mettendogli una mano sulla spalla: «... ti devo confessare una cosa papà...»
    Giulio, asciugandosi il sudore: «... un'altra...???»
    Marco: «... io e lei....»
    Giulio: «.. cosa...?? Te e lei cosa...?? Parla...!!!»
    Marco: «... tra poco andremo a vivere insieme....»
    Erano cinque mesi che Marco non vedeva Giulio diventare tanto paonazzo davanti a lui. L'ultima volta era successo quando aveva avuto la grande fortuna di vedere lui e la sua amata «sorellastra» dormire uno sopra l'altra nel letto di camera sua, e dieci secondi dopo era stramazzato sul pavimento come se l'avesse colpito al cuore una pallottola calibro nove. Stavolta non stramazzò a terra, probabilmente perchè era già seduto. Ma poco ci mancò.
    Giulio: «.. eh...?? Ch'hai detto...??? Che fai...????»
    Marco: «... e dai papà... non prenderla così....»
    Giulio: «E come la devo prendere allora...?? Come...??? Ma te rendi conto de quello che me stai a dì...?? Ma che niente niente t'è entrato un po' de salmastro dalle orecchie e t'è arrivato fino al cervello...???»
    Marco: «Papà... lo sai che l'amore....»
    Giulio, gesticolando: «Ma che amore e amore.... nun c'è nessun amore... la conosci da du' settimane e mò ce voi pure andà a vive insieme...??? Oh madonna mia... ma che t'è successo Marcolì...?? Che t'è successo per farti diventà tanto deficiente, eh...???»
    Marco, sorridendo: «Beh, tutti gli innamorati lo sono un pochino....»
    Giulio, gesticolando: «Si, ma me sembra che te stai a esagerà... e no un pochino... parecchio....ma che c'hai in testa, se po' sapè...???»
    Marco, sospirando e alzando gli occhi al cielo: «... solo lei....»
    Giulio si alzò in piedi, gesticolando e bofonchiando tra se e se: «... no, nun c'hai solo lei... c'hai anche tanta ma tanta segatura.... ma che te sei impazzito...??? Uno dopo du' settimane che conosce 'na donna ha già deciso de....»
    Marco: «... guarda che non la conosco da due settimane....»
    Giulio: «.. vabbè, da quanto la potrai conosce... da tre...»
    Marco, scuotendo la testa: «E' più di un anno che ci frequentiamo....»
    Giulio, sgranando gli occhi sempre più scioccato: «... eh...???»
    Marco, annuendo: «... è così.... c'abbiamo messo un po' a capire che eravamo fatti l'uno per l'altra, ma alla fine ce l'abbiamo fatta....»
    Giulio, mettendosi le mani nei capelli: «Ma come... pure mentre stavi con....»
    Marco, annuendo: «.. si si....»
    Giulio, gesticolando: «Ma come si si...?? E me lo dici così, me lo dici...??? Ma te pare bello quello che hai fatto...??? Con due donne contemporaneamente... ma che sei, mandrake...????»
    Marco: «.. veramente per un periodo erano tre... c'era pure Rachele....»
    Giulio si slacciò il colletto della camicia passandosi una mano sulla fronte madida di sudore: «... oh Madonna mia... ma come te sei potuto travià fino a questo punto..???»
    Walter, alzando gli occhi al cielo: «... magari fossi pure io così traviato....»
    Giulio gli diede una pacca sulla testa che lo fece quasi sobbalzare.
    Walter: «.... ahi.....!!!!»
    Giulio, gesticolando: «Ma che te pare il momento de fa lo scemo...??? Lo senti questo che sta a dì...???»
    Marco: «Vabbè papà... non c'è mica niente di male... e poi lei lo sapeva....»
    Giulio, sgranando gli occhi: «Eva lo sapeva...????»
    Marco, annuendo: «Certo... l'ha sempre saputo... e anzi, me l'ha presentata lei....»
    Giulio si alzò in piedi mettendosi le mani sulle orecchie: «Basta basta... basta....!!! Nun voglio sentì più neanche una de queste sconcierie... basta....!!!! E te nun pensà che finisca così eh...!!! Stasera solo perchè è il compleanno de Ezio e nun me va de rovinargli la festa nun te butto a mare con tutti i vestiti... ma domani io e te lo riprendiamo questo discorso.. ce semo capiti, si...???»
    Marco, alzando le spalle: «.... non c'è più molto da dire....»
    Giulio, gesticolando: «Ah no... qui c'è MOLTO da dire... anzi, c'è tutto da dire.... ma guarda te che me doveva capità a me... un fijo degenere... ho messo al mondo un figlio degenere, questa è la verità....!!!» Saltò da uno scoglio all'altro bofonchiando e scuotendo la testa, mentre Marco e Walter non sapevano più come fare per non scoppiare a ridere. Dovevano trattenersi ancora per una decina di secondi.
    Marco, alzando lo sguardo: «Ehi papà...»
    Giulio, voltandosi indietro: «Che altro è successo mò...???»
    Marco: «Ma scusa, non vuoi neanche sapere il suo nome....???»
    Giulio: «Eh certo, così glie mando pure un bel mazzo de fiori con un bigliettino d'auguri per le nozze imminenti... ah Marcolì....!!!»
    Marco: «... guarda che la conosci pure te....»
    Giulio, sgranando gli occhi e avvicinandosi agli scogli: «La conosco...???»
    Marco e Walter annuirono all'unisono: «Eh si...»
    Giulio, additando Walter: «Ah ma allora te lo sapevi eh...?? Brutto traditore infame....!!!!»
    Walter, alzando le spalle: «... vabbè mister... il mister è il mister... ma l'amico e l'amico... eh....»
    Giulio: «.. con te faccio i conti dopo... chi sarebbe questa qui...???»
    Marco, alzando gli occhi al cielo con l'aria più sognante che riuscì a fingere: «Ah papà... se la vedessi.... una donna bellissima... magnifica... straordinaria... divina...»
    Giulio, gesticolando: «... e sarebbe meglio che nun la vedessi, sennò.... insomma, se po' sapè chi è questa qui...???»
    Marco: «Papà... promettimi che non ti intrometterai... promettimi che non andrai da lei a farle una scenata.....»
    Giulio si mise una mano sul cuore e l'altro dietro la schiena, incrociando le dita: «Promesso... allora??»
    Marco, ridendo: «Si chiama Musica....»
    Giulio, annuendo: «Ecco... mò che me l'hai detto posso pure andà....» Si fermò mentre si stava voltando, sgranando gli occhi: «Come...???»
    Marco, trattenendo a stento le risate: «Eh... sapessi che storia che c'è fra di noi....»
    Walter, ridendo: «... e quello che fanno quando stanno soli... sò sempre appiccicati oh... sempre... pensa che lui ogni tanto le tocca pure le corde.. capisci che roba...???»
    Fecero appena in tempo ad alzarsi e a tuffarsi in acqua dall'altra parte della scogliera per sfuggire a Giulio che era risalito sugli scogli tirandosi su le maniche della camicia con un aspetto alquanto minaccioso.
    Giulio, gesticolando: «... li mortacci vostri oh... du' ore sò stati qui a raccontarmi fregnacce... du' ore... a delinquenti....scappate scappate.. tanto 'ndo annate... prima o poi a cena ce dovete venì....»
    Walter, ridendo e facendogli segnò di tuffarsi: «... beh mister...?? Che c'è, l'acqua è troppo fredda....???»
    Giulio, sbottonandosi la camicia che aveva addosso: «... mò te faccio vedè io se è troppo fredda...!!!»
    Stava per gettarsi anche lui quando una voce proveniente dalla spiaggia lo fece sobbalzare: «Giulio...???!! Ma che stai facendo....???»
    Giulio, voltandosi indietro: «Ah Lucia.... niente niente... che devo fa.. prendevo 'na bocca d'aria sugli scogli...»
    Lucia, guardandolo dubbiosa: «... senza camicia...???»
    Giulio: «... vabbè oh... mica fa freddo....»
    Lucia, scuotendo la testa: «Dai vieni... stiamo per cominciare.... ma dove sono i ragazzi...??»
    Giulio: «Quali ragazzi...??»
    Lucia: «Marco e Walter, tanto per dirne due a caso....»
    Giulio, voltandosi verso di loro: «... ragazzi... quelli nun so ragazzi, so du' serpi sono.... vabbè, nun te preoccupà... mò arrivano pure loro... sò andati a fa un giro sul lungomare....»
    Lucia, annuendo e tornando indietro: «Va bene....»
    Giulio, voltandosi verso Marco e Walter che si stavano sbellicando dalle risate: «... pure fortuna c'hanno 'sti due... ve siete salvati in calcio d'angolo proprio... ma tanto ve ripiglio, state tranquilli.... annamo, uscite dall'acqua... che ce siete rimasti solo voi due a quest'ora...»
    Walter, annuendo: «... si ma passiamo dalla spiaggia... la scogliera me sa che in questo momento sia un posto un po' pericoloso... te che dici..??»
    Marco, ridendo: «... eh dico di si....»
    Giulio scosse la testa, cercando di non far vedere che in realtà stava ridendo pure lui. Si rivolse poi a Mimmo, aiutandolo ad alzarsi: «... annamo va... che è meglio... oh me raccomando te.. nun prende mai esempio da quei du' matti che stanno a annaspà nell'acqua, eh...??»
    Mimmo, ridendo: «Va bene papà....» Saltò uno scoglio dietro l'altro e atterrò sulla sabbia morbida che si trovava a poca distanza dalla riva del mare. Fece qualche passo dietro a Giulio che si stava avviando verso il ristorante posto al termine della spiaggia. Si fermò un attimo, voltandosi indietro verso la scogliera dalla quale era appena sceso, e sulla quale stava salendo di nuovo Marco e Walter dopo il loro impreviso tuffo in mare. Sorrise, pensando che quella era la prima volta da almeno quattro giorni nella quale gli capitava di vedere suo fratello che rideva a scherzava con qualcuno.

    Mimmo: «....sicuramente per Marco questa giornata finirà molto, ma molto meglio di come era cominciata... stamattina papà lo ha quasi dovuto trascinare giù dal letto per convincerlo ad uscire di casa, e a venire al mare insieme a noi.. è una fortuna che ci sia riuscito, altrimenti Marco avrebbe passato un'altra giornata simile a quella che ha passato ieri, e due giorni fa.. e tr e giorni fa... sarebbe stato tutto il giorno in casa, a sentire la musica con le cuffiette alle orecchie e a suonare di tanto in tanto qualche vecchia canzone con la sua chitarra, uscendo solo in pieno pomeriggio per andare a correre sotto il sole cocente.. non so perchè sia così triste in questi giorni... e neanche papà e Rudy lo sanno, perchè in questi giorni non ha parlato praticamente con nessuno...»

    Marco e Walter ricomparirono salendo dall'altra parte della scogliera, assicurandosi che Giulio non fosse ancora in agguato per fargli pagare lo spavento che gli avevano fatto prendere prima con quella perfetta sceneggiata.
    Erano già le otto di sera, e il sole ormai era molto basso sull'orizzonte. Mimmo si incamminò sulla spiaggia e iniziò a percorrere i trecento metri scarsi che lo separavano dal bellissimo ristorante posto proprio sopra la sede dello stabilimento balneare che confinava con il tratto di spiaggia libera nel quale solitamente si fermavano ogni volta che venivano al mare da quelle parti. Bello si, ma non troppo caro, altrimenti sarebbe stato difficile convincere zio Cesare a venire.

    Mimmo: «... certo che negli ultimi giorni di cose strane ne sono successe fin troppe.. e quella di Marco non è certo l'unica, e neanche la più strana di tutte.. zio Cesare per esempio.. pochi giorni fa era partito per la Francia, perchè diceva di voler ritrovare Pamela ad ogni costo... ma un giorno dopo che era partito papà ed Ezio lo hanno visto rientrare dalla porta di bottiglieria, con un diavolo per capello e con pochissima voglia di parlare di quello che gli era successo in Francia... non che di solito zio Cesare abbia moltissima voglia di parlare.. diciamo che in quel caso ne aveva anche meno di quanta ne ha di solito... Alice passa quasi tutte le sue giornate con la testa tra le nuvole, tanto che Rudy la prende in giro molti più di quanto non faccia di solito... ma la cosa più strana, tra tutte quelle che ho visto in questi giorni, è successa ad Eva....»

    Eh si, quella era strana davvero. Almeno per Mimmo, perchè tutti gli altri sembravano non essersi accorti di niente.

    Mimmo, aggrottando la fronte: «... Eva quest'anno non verrà mai con noi al mare, come aveva fatto invece l'anno scorso... due giorni fa è partita per New York.. è andata a studiare in una importantissima scuola americana con il suo ragazzo... Lucia è triste per la sua partenza, anche se cerca in ogni modo di nasconderlo. Però dice sempre che il sogno di Eva è quello di diventare un giorno una grande giornalista.. e che andare a studiare in America la aiuterà a realizzare questo suo grande sogno... però è strano... ho sempre pensato che le persone siano contente e felici quando stanno per realizzare quello che hanno sempre sognato... ma la faccia che aveva Eva la mattina che è partita per New York insieme al suo ragazzo sembrava tutto tranne che felice... sembrava molto felice quando invece è dovuta tornare a casa perchè si era accorta di aver dimenticato nel cassetto i biglietti per l'aereo, e lei e il suo ragazzo sono stati costretti a rimandare la loro partenza di un giorno... era triste quando doveva essere felice, ed era felice quando doveva essere triste... ed è stata di nuovo triste la mattina dopo, quando è dovuta partire per l'aeroporto, e stavolta con tutti e due i biglietti in tasca... e meno male che dicono che sono i bambini a fare delle cose strane...»

    Arrivò davanti alla rampa di scale che portava sulla terrazza del ristorante, dove si sentivano già le voci, le chiacchiere e le risate della cena che stava iniziando.

    Mimmo: «.. ora sembra tutto tranquillo... le cose strane, così come erano arrivate, sembra che siano improvvisamente scomparse... zio Cesare ha dimenticato Pamela, Eva è a New York a studiare, Marco ha ricominciato a ridere e a combinarne di tutti i colori insieme a Walter.. tutto sembra tornato normale... ma se c'è una cosa che ho imparato in questi anni, è che niente, ma proprio niente di quello che riguarda la nostra famiglia è mai del tutto normale o del tutto tranquillo..... e credo proprio che anche questa volta non ci sarà un'eccezione a questa regola... mah... speriamo bene....» Si strinse nelle spalle e giunse finalmente sulla terrazza, avvicinandosi al posto che Giulio gli aveva lasciato libero tra lui e Lucia.



    Due ore dopo....



    La spiaggia era immersa nel buio, All'orizzonte iniziava a spuntare una bellissima luna piena che si rifletteva sull'acqua del mare creando uno spettacolare gioco di luce. Gli era sempre piaciuto guardare il cielo stellato in una splendida notte senza nuvole e senza foschia.
    No, non era vero. In realtà non gli era sempre piaciuto.
    Gli piaceva soltanto da poco più di un anno e mezzo. Da quando lo aveva fatto per la prima volta, quasi per gioco, con una certa persona che adesso era molto, ma molto lontana. Marco sospirò, nervosamente, mentre all'altro capo della terrazza erano ancora tutti seduti a tavola, chi a parlare, come le donne, chi a improvvisare una partita a poker, rigorosamente senza soldi in palio, l'unica alla quale Stefania poteva lasciar partecipare Ezio senza temere che potesse includere nelle puntate anche la macchina per tornare a casa. Si tirò su con entrambe le braccia e si sedette sul muretto della terrazza, mentre il vento della sera gli sferzava la faccia. Avrebbe tanto voluto partecipare con più entusiasmo alla cena, ai battibecchi tra Ezio e zio Cesare, al casino che stavano combinando Rudy e Walter a pochi metri di distanza sulla spiaggia. C'aveva provato per tutto il giorno, ma alla fine era sempre stato costretto a rinunciare. Per quanto si sforzasse, non riusciva proprio a fingersi più allegro e più sollevato di quanto non fosse in realtà. D'altronde sarebbe stato difficile per chiunque essere allegri e sollevati dopo quello che gli era appena successo.
    «E dai Marco... basta... non ci pensare più... ormai è finita.. è andata così... che ti frega...??? Che gli vuoi dare la soddisfazione di restare a piangerti addosso per tutta l'estate come facesti l'anno scorso..??? E andiamo... lascia perdere... mettici una pietra sopra.. fa finita che non sia mai successo niente e pensa ad altro....!!!!» Erano giorni che se lo ripeteva. Se lo era ripetuto anche quella mattina quando l'aveva vista partire per l'aeroporto senza battere ciglio. Lei faceva finta che niente fosse successo.
    Se ci riesce lei, perchè non devo riuscirsi anch'io...???
    Niente da fare. Era tutto inutile. Ripensava sempre a quella sera.
    E anche a quello che si erano detti pochi minuti prima che Eva uscisse dalla porta di casa con le valigie in mano per la seconda volta in due giorni, e stavolta per andarsene sul serio....


    Flashback - Sabato 22 luglio, mattina....


    Un saluto a Lucia, un bacio ad Alice. Perfino un cenno di saluto e un abbraccio a Rudy. Un bacetto sulla fronte di Mimmo. Eva se ne stava andando così. Tornò un attimo al piano di sopra per controllare di non aver dimenticato niente, stavolta. Marco era in piedi davanti alla porta della camera dei ragazzi, e l'accolse al piano di sopra con un sorriso ironico e amaro dipinto sul volto.
    Marco: «.. buon viaggio...»
    Eva rimase ferma, immobile. davanti all'ingresso della camera delle ragazze. Marco aspettò che dicesse qualcosa, per una trentina di secondi, poi si rivolse di nuovo a lei: «... hai salutato perfino Barilon... a me non ti sei presa la briga di dirmi neanche una parola... neanche una...»
    Eva cercò di parlare, ma proprio non ci riusciva,. D'altronde, cosa c'era da dire...?? Quello che stava succedendo non aveva bisogno di moltissime spiegazioni.
    Marco, sorridendo e annuendo: «... va bene... ho capito... solo sesso, eh...?? Come due tizi che si incontrano una sera per caso e per un motivo o per un altro finiscono a letto... però poi tutto finisce lì... lei torna dal fidanzato, o dal marito... e lui si mette l'animo in pace... è così, vero..??»
    Parole dure. Che ferivano. Eva avrebbe voluto rispondere con parole altrettanto dure e altrettanto taglienti. Buffo, pochi mesi prima, sulle scale a pochi metri da dove erano adesso, non aveva avuto difficoltà a sputargli addosso tutta la sua rabbia e tutto il suo risentimento per come se n'era andato lasciandola sola e senza darle alcuna spiegazione che lei considerasse convincente.
    Forse perchè allora sentiva di aver ragione da vendere, e questo le rendeva le cose molto più facili.
    Mentre adesso sapeva benissimo di avere torto.
    Marco: «Perchè sei tornata indietro...??»
    Eva, sforzandosi di trattenere le lacrime: «... come....??»
    Marco, con gli occhi lucidi: «... l'altra sera.. ti ho baciata... tu ti sei scostata e te ne sei andata... eri quasi in fondo alle scale, poi ti sei fermata e sei tornata indietro... perchè...?? Eva... spiegami perchè... io ti avevo già chiesto scusa.. si, ci sarei rimasto un po' male.. ma poi me ne sarei fatto una ragione.. in fondo non stavamo più insieme da un sacco di tempo... tu avevi un ragazzo.. la tua vita... i tuoi progetti.. e i miei progetti invece erano a Milano.... ci saremmo tenuti un po' il broncio per qualche giorno, ma alla fine non avremmo fatto molto fatica a dimenticarlo... in fondo, non era successo niente... e invece no... sei voluta tornare indietro... sei voluta andare fino in fondo... io pensavo che volessi farlo davvero... non solo in camera o su quella scrivania... ma anche dopo... ma tu a questo non ci pensavi nemmeno... a cosa pensavi allora...?? Dimmi solo questo.... perchè l'hai fatto se poi sapevi benissimo che saresti partita lo stesso...??? Perchè...????»
    Era delle domande legittime, alle quali avrebbe voluto rispondere altrettanto bene. Ma l'unica cosa che riuscì a balbettare, mentre entrava nella camera delle ragazze, furono due sole parole, dette abbassando lo sguardo per evitare che Marco si accorgesse delle lacrime sempre più copiose che scendevano sulle sue guance: «... mi dispiace.....»
    Marco, annuendo: «... anche a me... non sai quanto....»
    Eva aprì lentamente la porta della cameretta delle ragazze, mentre Marco rientrava scuotendo la testa in quella dei ragazzi. Quella dove pochi giorni prima erano entrati tutti e due. Insieme.
    Eva, voltandosi verso di lui: «Marco....»
    Marco rispose senza voltarsi: «... cosa...??»
    Eva, scuotendo la testa: «... il sesso non c'entra niente con quello che è successo tra noi ....»
    Marco sorrise tra se e se, e poi si voltò verso di lei: «... evidentemente non c'entrava molto neanche l'amore... Buona fortuna Eva... ne avrai più bisogno di me....» Si voltò di nuovo e non disse più niente, rientrando in camera sua e sbattendo la porta dietro di se....



    Il tocco di una mano sulla schiena interruppe il flusso dei suoi pensieri. Si voltò indietro e incrociò lo sguardo di Giulio che si era momentaneamente staccato dall'intensa partita di poker che si stava svolgendo al tavolo poco distante.
    Marco, sorridendo: «Chi vince...??»
    Giulio, ridendo: «.. il festeggiato no de sicuro....»
    Marco, ridendo: «... non avevo dubbi....»
    Giulio: «Che stai a fa Marcolì...??»
    Marco, stringendosi nelle spalle: «... niente.... guardavo il mare... di notte è più bello... se guardi l'orizzonte sembra che faccia tutt'uno con il cielo.. che siano una cosa sola...»
    Giulio, sorridendo: «... lo diceva sempe anche tua madre....»
    Marco, sorpreso: «Davvero...??»
    Giulio, annuendo: «... davvero... anche lei d'estate si fermava ore e ore su una spiaggia deserta a guardare il mare e l'orizzonte... me toccava andà a prenderla perchè sennò era capace de dormirci pure tutta la notte eh....»
    Marco, sorridendo: «... beh, aveva ragione... quale miglior tetto sotto cui dormire di questo cielo stellato...??»
    Giulio, annuendo: «... ah sicuramente... però c'è 'na cosa che nun sai...»
    Marco: «.. cioè...??»
    Giulio: «... tua madre lo faceva molto, ma molto più spesso ogni volta che c'aveva qualcosa che la preoccupava... o quando aveva qualche grosso problema da risolvere...»
    Marco voltandosi verso di lui: «Si eh...??»
    Giulio: «... eh si.... nun è che ve somigliate pure in questa cosa qui, no..??»
    Marco sorrise scuotendo la testa: «... non ti arrendi mai eh....???»
    Giulio, gesticolando: «Che c'entra... io me preoccupo... sei mio figlio.. è normale che me preoccupi per te, no...??»
    Marco, sorridendo: «.. è normale si... ma non hai motivi di preoccuparti... va tutto bene....»
    Giulio, annuendo: «... se.. tutto bene... sò quattro giorni che nun esci mai de camera tua tranne che quando devi bere, mangiare o andare al bagno.. stai tutto il giorno a sentì la musica sdraiato sul letto come un moribondo con le cuffiette alle orecchie... c'hai sempre 'na faccia appesa che me sembri come zio Cesare quando deve andà in banca a versà l'iva... nun va tutto bene...»
    Marco, sospirando: «... papà.... ho appena finito gli esami di maturità... sono stati lunghi, noiosi e pure un po' faticosi... è normale essere un po' stanchi no..?? Neanche Eva mi sembrava il ritratto della freschezza quando è partita due giorni fa....»
    Giulio: «.. si ma lei se n'è andata a New York... e te invece sò quattro giorni che nun te muovi de camera... se non per andà a corre sotto quaranta gradi de sole alle due del pomeriggio e tornà dopo tre ore con cinque chili de meno....»
    Marco: «... oggi mi sono mosso, mi sembra.....»
    Giulio, dandogli una pacca sulla schiena: «... te sei mosso... t'abbiamo mosso... per portarti fino alla macchina c'è voluto un montacarichi.. a momenti pensavo de portarti via de peso con tutto il letto dietro... l'unico problema era che nun c'entrava nel portabagagli....»
    Marco, ridendo: «... papà... mi fa piacere che ti preoccupi per me.. davvero... ma ti assicuro che non c'è nessun problema.... c'era fino a qualche giorno fa... ma adesso non c'è più... e non tornerà più....»
    Giulio: «.. e che era 'sto problema nun se po' sapè....»
    Marco: «... preferirei non parlarne....»
    Giulio, alzando le braccia: «... vabbè... come vuoi.... se nun ne voi parlà... però me raccomando eh... cerca de stà un po' su... e se per caso dovessi cambià idea....»
    Marco, annuendo: «... sarai il primo a saperlo.....»
    Giulio, dandogli uno scappellotto sulla testa: «...bravo testone.... almeno 'na cosa da me l'hai presa....»
    Marco: «Quale...??»
    Giulio: «... la testaccia dura....»
    Marco, ridendo: «... mi sa che questa l'ho ereditata da tutti e due....»
    Giulio, annuendo: «Eh, me sa de si...» Lo guardò negli occhi: «... oh... prima te e quell'altro deficiente me stavate solo a pija per il culo, vero..?? Nun c'era niente de vero in quella storia...??»
    Marco, sorridendo: «... certo che no....»
    Giulio: «... sicuro si....???»
    Marco: «Papà... pensi davvero che potrei innamorarmi di una donna che ha vent'anni più di me..??»
    GIulio: «... penserei de no....»
    Marco: «.. ecco...»
    Giulio, annuendo: «... però pensavo pure che nun te potessi innamorà della tua sorellastra... e poi invece....»
    Marco, sorridendo: «Vabbè, che c'entra... è una cosa diversa... e poi è durata poco....»
    Giulio, aggrottando la fronte: «Insomma....»
    Marco: «Comunque è finita... no...??»
    Giulio, annuendo: «Si... è finita male.. c'hai sofferto come un cane per mesi... quindi me raccomando eh.. occhio....»
    Marco, sorridendo leggermente: «... tranquillo papà... certi errori si fanno una volta sola....»
    Giulio gli diede una pacca sulla schiena e poi tornò lentamente verso il tavolo dall'altra parte della terrazza, mentre Marco rimase ancora per qualche secondo a guardare la spiaggia e il mare sotto di loro. L'ultima cosa che voleva era che qualcuno in famiglia sapesse di quello che era successo qualche giorno prima. Non sapeva esattamente come l'avrebbero presa, o come l'avrebbe presa suo padre. Chissà, forse non avrebbero detto niente nè si sarebbero sorpresi più di tanto, ormai. Ma il precedente di qualche mese prima non lo induceva certo all'ottimismo.
    «Lasciamo perdere...», pensò Marco tra se e se: «... già ho abbastanza problemi a convincere me che quello che è successo non ha avuto nessun significato... figuriamoci se dovessi convincere pure loro....»
    IN quel momento Rudy, Walter e Lorenzo Barilon risalirono rapidamente le scale che portavano alla terrazza, fermandosi solo davanti alla tavola dove c'era ad attendergli Giulio che gli guardava in un modo molto poco rassicurante.
    Giulio: «... ah bene... avete finito de bombardà la spiaggia...?? Rudy... t'avevo detto o nun t'avevo detto de lascià l'arsenale de petardi che c'hai a casa sotto il letto de camera tua...???»
    Rudy, gesticolando: «... e dai papà... ne ho portati solo una decina.... giusto per provare la nuova marca che vendevano l'altro giorno al negozio...»
    Giulio: «.. se... 'na decina moltiplicata per dieci.... me pareva de 'sta a Fort Apache, me pareva... mancavano li cavalli e gli indiani e poi eravamo al completo...»
    Walter: «Ma di che si preoccupa mister...?? Ce stavo io a guardà i ragazzi...»
    Giulio, annuendo: «... appunto.....Rudy, fa sparire quelli che te sò rimasti, va bene...?? Nun li voglio più nè vedere e nè sentire, ce siamo capiti, si...???»
    Rudy: «Ma si papà... pensi che mi metterei a farli esplodere qui sulla tavola...??»
    Giulio, guardandolo in cagnesco: «... senza pensarci due volte....»
    Rudy, sospirando: «... ah... che bassa considerazione che si ha di me da queste parti....»
    Giulio, dandogli una pacca sulla testa: «.. e domandati perchè....» La pacca non arrivò mai a destinazione perchè Rudy ovviamente si era già scansato ed era sgattaiolato via verso la tavola.
    Oltre ai Cesaroni e ai Masetti, alla cena per il compleanno del buon Masetti erano stati invitati anche i Barilon (ovviamente all'invito avevano risposto soltanto il marito e il figlio.. la moglie tremava al pensiero di una serata intera in compagnia dei suoi amati vicini romani), Nando e un altro paio di amici della bottiglieria. Dopo aver finito di mangiare gli uomini si erano spostati a un capo del tavolo e avevano cominciato la loro partita a poker, alla quale di tanto in tanto interveniva anche Stefania per assicurarsi che tutto filasse liscio e che Ezio non si fosse lanciato in una delle sue proverbiali scommesse. Che ovviamente avrebbe perso.
    In realtà la posta non era proprio nulla. Ogni mano che vinceva un cliente della bottiglieria corrispondeva a un bicchiere di frascati gratis. Ogni mano che vincevano zio Cesare e Giulio corrispondeva a un bicchiere di frascati pagato al doppio del prezzo. Per Ezio chiaramente corrispondeva solo a un bicchiere pagato a prezzo normale, già questo per lui rappresentava un grosso cambiamento rispetto al solito. Giulio tornò a sedersi quando l'ultima partita a quattro ormai era praticamente finita.
    Cesare, gesticolando: «Ah, te sei deciso a tornà, imboscato che nun sei altro... solo con tre a difende l'onore della bottiglieria m'hai lasciato.. solo contro tre....»
    Giulio: «... ah Cè... dovevo parlà un attimo co' Marco.. lo vedi come sta pure stasera...??»
    Cesare, annuendo: «.. eh lo vedo... ma che c'ha...??»
    Giulio, stringendosi nelle spalle: «Boh, nun lo so... dice che è stanco dopo la maturità, che nell'ultimo periodo ha studiato tanto.. e che mò c'ha solo bisogno de staccà un po' la spina...»
    Ezio: «... beh, può esse... pure Walter me dice sempre che è stanco morto dopo tutta la fatica che ha fatto per passà alla maturità....»
    Giulio, dando uno sguardo a Walter che stava approfittando dell'assenza dei camerieri per ballare su uno dei tavoli vuoti in fondo alla terrazza: «... se vede...»
    Ezio, gesticolando: «... vabbè che c'entra.... Walter è fatto così... lui quando è stanco, ma proprio stanco...»
    Giulio: «... fa più casino de quando è riposato...»
    Ezio: «... ecco.....»
    Giulio, aggrottando la fronte: «.. comunque a me nun me convince... secondo me c'è sotto qualche cosa....»
    Cesare: «... e dai Giulio... è un ragazzo, c'ha vent'anni... è normale che passi qualche momento un po' così... che te sei dimenticato di tutti quelli che passavi te quando c'avevi la su' età..??»
    Giulio: «No... però nun me convince lo stesso... e poi quel discorso de prima...»
    Cesare: «... te stavano a pija in giro... e nun è neanche tanto difficile....»
    Ezio: «.. ma c'ha ragione.... te credi a tutto quello che senti dì...»
    Cesare, guardando Ezio: «... chi va con lo zoppo, impara a zoppicare...»
    Ezio: «... eh certo.. chi va con lo zoppo....ma che c'entra mò 'sto proverbio...??»
    Cesare: «... lascia perde che è meglio....»
    Giulio: «.. e se invece me l'hanno detto in quel modo solo per vedè come reagivo alla notizia...?? Guarda che è già successo 'na volta che Marco perdesse la testa per una più grande de lui... chi me dice che nun se sia ricacciato un'altra volta in quella situazine...?? Guardalo là... se nun sembra uno innamorato perso che c'ha sempre la testa da qualche altra parte....»
    Ezio: «Beh, in effetti.. i sintomi ce sò tutti....»
    Cesare, gesticolando: «... ahò, che te ce metti pure te...???»
    Ezio: «Che c'entra, era un'osservazione...»
    Cesare: «... ecco appunto... lasciale perde che de solito quando cominci co' un'osservazione succede sempre qualche catastrofe...»
    Giulio, guardando di nuovo Marco «... a me nun me la racconta giusta...»
    Cesare, stringendosi nelle spalle: «Secondo me te stai a fa troppi problemi, poi....»
    Giulio: «Ma te rendi conto che stasera s'è messo pure a fa le gare de nuoto in mare...???»
    Cesare: «.. eh vabbè... vorrà dì che avrà presto tutto dallo zio...»
    Giulio: «... speriamo de no, sennò quando ci riprova toccherà andarlo a recuperà in fondo al mare....»
    Cesare: «.. guarda che io galleggio che è 'na meraviglia...»
    Ezio, annuendo: «... te credo... con la panza che c'ha nun serve manco il salvagente... ce l'ha già incorporato... basta che se metta fermo sull'acqua e sta apposto....» Fece appena in tempo a finire la frase prima di sentire il calcione sulla caviglia che gli aveva rifilato zio Cesare facendolo quasi sobbalzare sulla sedia.
    Ezio, gesticolando: «... ahò, ma che sei impazzito...!! A momenti m'azzoppi... poi come faccio a lavorà in officina....»
    Cesare: «Eh certo... se t'azzoppo sei rovinato... nun poi più fà avanti e indietro dall'officina alla bottiglieria... più avanti che indietro, a dì la verità...»
    Ezio stava per rispondere ma si fermò quando vide che uno dei camerieri del locale stava portando in tavolta l'ultima portata della serata, la torta alle fragole con panna che per il Masetti era appuntamento immancabile di ogni compleanno così come lo era la grigliata di fine estate per i Cesaroni.
    Ezio: «Oh... finalmente.... ce l'avete messe le candeline, si...??»
    Il cameriere, annuendo: «Si signore... come aveva richiesto....»
    Giulio, voltandosi verso di lui: «.. pure le candeline..?? Ma che stamo, al compleanno de Mimmo..???»
    Ezio, stringendosi le spalle: «... ahò, io ho sempre fatto così... in tutti i miei compleanni... sò trent'anni che faccio così...»
    Cesare: «.. quanti..??»
    Ezio: «... vabbè oh... trentacinque.....»
    Giulio: «... eh...??»
    Ezio: «.... quaranta.....»
    Nando: «... alza un po' de più.....»
    Ezio, gesticolando: «... vabbè oh... quarantacinque....»
    Stefania, annuendo e venendo verso di lui: «Tombola....»
    Ezio, gesticolando: «Ma che c'entra... uno l'età è quella che se sente dentro... e io dentro sò ancora un ragazzino oh....»
    Stefania, annuendo: «... guarda su questo te dò ragione in pieno proprio....»
    Ezio, sorridendo: «Grazie amore... sei sempre piena de parole gentili per Ezio tuo....»
    Cesare, annuendo: «... gentili soprattutto....»
    Ezio, chiamando a raccolta tutti intorno al tavolo: «.... dai dai... avvicinateve tutti, che mò famo il brindisi...» Il cameriere intanto appoggiò la grossa torta sul tavolo e porse a Ezio la bustina con dentro le candeline. La strappò senza accorgersi che la stava rompendo del tutto, e ovviamente tutte le candeline all'interno si rovesciarono sparpagliandosi sul tavolo.
    Stefania: «... e te pareva... sennò se rompeva la tradizione... venticinque volte in venticinque anni... ma nun te riesce aprì le confezioni come fanno tutti i cristiani de questo mondo...???»
    Ezio, gesticolando: «Ahò, mica è colpa mia se fanno le confezioni troppo leggere, oh...»
    Mentre tutti gli altri scoppiavano a ridere Ezio radunò tutte le candeline sul tavolo e le sistemò una ad una sulla torta. Arrivato alla fine della sua maratona, si accorse che sul tavolo c'era ancora una candelina nonostante ne avesse già sistemate sulla torta quarantacinque precise.
    Ezio: «Oh hai visto... pure la candelina de scorta danno a 'sto ristorante... che volemo de più...??»
    Stefania, dubbiosa: «... strano però... gli avevo detto quarantacinque al cameriere... boh, forse avrà sentito male...»
    Tutti si radunarono attorno al posto di Ezio che accendeva ad una ad una le candeline. Marco si avvicinò al tavolo attraversando tutta la terrazza e raggiungendo il resto degli invitati. Barilon gli fece un cenno poco prima che si mettesse a sedere «... beh signori, mi sembra che l'occasione meriti per lo meno una gran bella foto... siete d'accordo...??» Tutti i presenti annuirono e Giulio si rivolse a Marco: «.... Marcolì, te lo sei portato dietro pure qui che l'ordigno nero... come se chiama....il phon...»
    Walter, ridendo: «.. si, quello dei capelli....»
    Giulio, cercando inutilmente di dargli una pacca sulla testa: «.. deficiente....»
    Marco, ridendo: «.. l'Iphone....»
    Giulio: «.. eh, quello... tiralo fuori dai...» Si rivolse al cameriere che aveva portato la torta: «... le dispiacerebbe scattarci 'na foto de gruppo..?? Tanto è questione di cinque secondi proprio....»
    Il cameriere, annuendo: «Ma certo... si figuri....» Marco gli porse l'Iphone dicendogli due parole su come usare la fotocamera digitale, e poi si unì al gruppo tutto radunato attorno a Ezio, che intanto aveva finito di accendere tutte le candeline.
    Ezio, voltandosi verso il cameriere: «.. oh me raccomando, scatta solo quando ho finito de metterme in posa, eh....»
    Cesare, gesticolando: «... ma de che te preoccupi... tanto pure che nun fossi in posa, peggio dell'originale la foto nun potrà venì di certo...»
    Ezio, accendendo l'ultima candelina e posando l'accendino sul tavolo: «.. ecco fatto... me raccomando eh... un bel profilo frontale....»
    Giulio, dubbioso: «... un che...??»
    Ezio, alzando le spalle: «... e che ne so, l'ho letto l'altro giorno sulla rivista fotografica che ce stava col giornale....»
    IL cameriere, sorridendo: «Stringetevi un po'... sennò non riesco a prendervi tutti....»
    Mentre si stavano avvicinando gli uni agli altri, Giulio notò una cosa piuttosto strana che stava sulla torta. A prima vista sembrava una delle quarantacinque candeline che Ezio ci aveva messo sopra, ma rispetto alle altre che aveva accanto era leggermente diversa. Anzi, a ben guardare era proprio tutta un'altra cosa.
    Giulio, avvicinandosi a lui: «Ezio.....»
    Ezio: «Eh...??»
    Giulio: «... quella candelina lì....»
    Ezio: «... che candelina....??»
    Giulio: «... quella nel mezzo.... quella rossa... che l'hai trovata nel pacchetto...??»
    Ezio, stringendosi nelle spalle: «... eh certo... dove la dovevo trovà sennò...??»
    Giulio: «.. boh... ma nun te sembra diversa...??? E' pure d'un altro colore....»
    Ezio: «... forse quelle blu l'avevano finite, che ne so...»
    Giulio: «Ma se ce n'era pure una de più....» Non fece neanche in tempo a ricordarsi che quella peste di Rudy era passato correndo dietro la tavola, ci aveva sbattuto contro e dalla tasca poteva essergli caduto uno dei suoi amatissimi petardi, che poi Ezio aveva mischiato alle candeline che gli erano cadute sul tavolo quando aveva rotto la confezione di carta. Non fece in tempo perchè mentre il cameriere stava scattando la foto, la torta davanti a Ezio scoppiò come un fuoco di capodanno e si sparse praticamente su tutti gli invitati che stavano attorno alla tavola, soprattutto in faccia a Ezio che era quello che ci stava più vicino. Gabriella urlò come un'ossessa pensando che qualcuno avesse messo una bomba nel ristorante, con Stefania e Lucia che cercavano di tranquilizzarla per evitare che le venisse un collasso, zio Cesare fece un tale salto all'indietro che ci volle la collaborazione di Giulio, Nando, Barilon e di altri due invitati per evitare che rompesse la staccionata e facesse un capitombolo nella piscina che stava proprio sotto di loro. Marco, Walter e gli altri ragazzi riportarono i danni minori, visto che stavano ai margini del gruppo e furono appena raggiunti da qualche goccia di panna qua e la, anche se più che spaventarli la scena che avevano davanti li stava facendo ridere a crepapelle.
    Cesare, gesticolando: «... li mortacci vostri... ma che ce mettete nelle torte al posto della panna... du' etti de dinamite...??? Va a sapè che c'avranno messo nel vino al posto dell'alcol....!!!»
    Gabriella, urlando a squarciagola: «.. aiuto... aiuto.... aiuto....!!! Oddio una bomba... una bomba c'hanno messo... una bomba... !!!»
    Giulio era in piedi accanto a Cesare e Ezio, con la faccia piena di panna. Si era asciugato soltanto gli occhi e si stava guardando intorno cercando di capire dove fosse finito Rudy. Che ovviamente stava approfittando della confusione per uscire silenziosamente e coraggiosamente di scena.
    Giulio, urlando: «Rudy....!!!!!!!!»
    Stefania lo prese per la collottola mentre se la stava svignando per le scale.
    Rudy, gesticolando: «... ma che c'entro io...??? Se la tavola non era così vicina alla staccionata forse non ci sbattevo, no...???»
    Giulio: «... vabbè... allora dopo me la prendo con la tavola....»
    Rudy: «... mi sembra un'ottima idea....»
    Giulio, scattando verso di lui: «... però prima me la prendo con te, me la prendo...!!! Vieni qui....!!!!!»
    Rudy, liberandosi dalla presa di Stefania e scappando per le scale: «.. ecco, questa invece non mi sembra un'ottima idea...!!!»
    Giulio, correndogli dietro: «... vieni qui... a dinamitardo.. vieni qui... nun scappà, che tanto te ripiglio.... te ripiglio da qualche parte.. vieni qui... vieni qui...!!!!»
    Rudy, scappando sulla spiaggia: «... ma non possiamo parlarne con calma....»
    Giulio: «... e io mica te voglio fa niente... te voglio solo spezzà un paio de costole...!!!!»
    Rudy, col fiatone: «... ah ecco.., chissà che me credevo....»

    Ezio, che era rimasto in piedi davanti al tavolo durante il parapiglia, si voltò verso Cesare dandogli una pacca sulla spalla: «... ammazza oh... e io mica lo sapevo che era prevista pure l'esplosione della torta... certo che sò proprio forti in 'sto ristorante.. quasi quasi ce ripasso pure per l'onomastico, guarda un po'... te che dici...??»
    Cesare, alzando gli occhi al cielo e allargando le braccia: «... e che devo dì.... che amarezza....!!!!!»

    .... fine primo capitolo... spero non vi siate annoiati troppo... vi chiedete che fine abbia fatto Eva in tutto questo, vero..?? Lo scopriremo nel prossimo capitolo..., :286: :286: :lol: :lol: .. a presto :253: :253: :253:
     
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  2. delia_73
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    CITAZIONE (jameskirk88 @ 22/7/2010, 19:31)

    I CESARONI - CAPITOLO III


    Piccola premessa


    .... fine primo capitolo... spero non vi siate annoiati troppo... vi chiedete che fine abbia fatto Eva in tutto questo, vero..?? Lo scopriremo nel prossimo capitolo..., :286: :286: :lol: :lol: .. a presto :253: :253: :253:

    Collegaaaaa e cosi questo è l'inizio della tua terza serie? A parte la lunghezza del pezzo :280:

    Forte Marco che fa credere a suo padre di essersi innamorato di una molto più vecchia di lui :17: :17: quando invece si riferisce alla musica. Però povero passa le giornate in camera sul letto esce solo per andare a correre sta proprio male :cry: :cry: :cry:

    Ezio e la torta: il petardo che gli ho scoppiato in faccia :255: :255:

    Aspettiamo il seguito
     
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  3. checca.68.9
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    :17: :17: :17: :17: :17: Bravissimo Jhon!!! Hai descritto benissimo lo stato d'animo di Marco dopo la famosa sera della festa della maturità ed anche il colloquoi tra Marco e Eva prima della partenza per N.Y. colooquoi che avrvamo sempre immaginato ma che i ns. amati autori nn si sono mai sognati di farci vedere..Poi Marco che fa credere Giulio dell'amante... :305: :305: :305: :305: :305: :305: e poi come sempre ci fai sorridere con tutti i casini che combinano gli imbottigliati..povero Ezio ne facesse mai una buona !!! aspettiamo il secondo capitolo prestissimo !!!! :66: :66: :66: :66: :66: :66:
     
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  4. bella'mbriana
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    E finalmente hai iniziato il nuovo capolavoro!!! :66: :66: :66:

    Sono la prima a commentare (credo) ed è giusto dopo che ti ho dato il tormento per mesi!!! :17: :17:

    Non posso dire di essere soddisfatta, perchè la curiosità non si è affatto affievolita, anzi è aumentata! :o: :o: :o:
    Quindi, da quello che ho capito, gli eventi del libro non sono mai successi, niente viaggio a NY, niente dollaro, Eva è stata un giorno in più a Roma...e lui non ci ha neanche provato a dirle non partire? Marcolino Marcolino.... <_< <_<

    Non ti chiedo che fine ha fatto Eva, che tanto già lo so che non me lo dirai :103: :103:...però l'altra volta hai detto che i tempi della gravidanza sarebbero stati diversi...significa che rimarrà incinta quando torna a Roma, vero? Così non ci saranno dubbi sulla paternità ^_^ Il primo incontro evidentemente non litigheranno soltanto :286: :286: :286:

    Per quanto riguarda la storia, non devi asolutamente accontentare tutti e neanche agli autori della terza serie chiedevamo questo...dovevano scrivere la storia che volevano loro, ma con dei bei dialoghi e una caratterizzazione convincente dei personaggi...almeno per me, non è stata tanto la trama a disturbarmi, ma il modo in cui è stata portata avanti :106: :106: :106:

    Inutile dirti che, qualunque sia la storia che hai in mente, finora è coinvolgente, è facile immedesimarsi nei tuoi personaggi (sia in Marcolino che in Giulio che si preoccupa per lui pur non capendolo)...e gli imbottigliati? Sei sempre il maestro! :258: :258: :258:

    Non so perchè, ma l'esplosione della torta l'avevo presentita....ah, dimenticavo, complimenti a Giulio, è andato a scuola! Ora conosce pure Fort Apache e ha imparato a dire salmastro! :17: :17:

    Insomma, vedi di fare presto a postare, perchè la curiosità è forte e naturalmente


    Ritratto: non sono stata affatto la prima a commentare, ma la terza! :17: :17: Si vede che non ero l'unica a morire di curiosità :P :P
     
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  5. Bunny88
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    CITAZIONE (jameskirk88 @ 22/7/2010, 19:31)

    I CESARONI - CAPITOLO III


    Piccola premessa



    .... fine primo capitolo... spero non vi siate annoiati troppo... vi chiedete che fine abbia fatto Eva in tutto questo, vero..?? Lo scopriremo nel prossimo capitolo..., :286: :286: :lol: :lol: .. a presto :253: :253: :253:

    Eccomi! Ho letto anche io!
    :280: :280: :280: :280: :280:
    Mi piace molto questo tuo inizio di Terza serie! Gli imbottigliati sempre più imbottigliati!!!!! :258: :258: :258: :258:
    Il dialogo tra Marco ed Eva prima che lei partisse per New York mi è proprio piaciuto e ci stava tutto! Non vedo l'ora di leggere di Eva!
    L'esplosione della torta è il top! :258: :258: :258: :258:
    e quando prendono in giro Giulio facendogli credere che Marco si è innamorato di una più grande di lui? Troppo divertente! :255: :255: :255: :255: :255:

    Non vedo l'ora di leggere il seguito! :101:
     
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    CITAZIONE (jameskirk88 @ 22/7/2010, 19:31)

    I CESARONI - CAPITOLO III


    Piccola premessa


    .... fine primo capitolo... spero non vi siate annoiati troppo... vi chiedete che fine abbia fatto Eva in tutto questo, vero..?? Lo scopriremo nel prossimo capitolo..., :286: :286: :lol: :lol: .. a presto :253: :253: :253:

    Davvero divertente quest'episodio :280: :280: :280: .......Walter e Marco che prendono in giro Giulio troppo forti.....gli dicono che aveva una storia con una donna più grande...la Musica :255: :255: :255: :255: :255: :17: ....e poi bello anche il flashback.....tu almeno hai fatto incontrare Marco ed Eva prima della partenza x NY.....hanno parlato poco, cosa comprensibile data la situazione......ma meglio di quanto scritto nel libro...e cioè che non si sono proprio incontrati :huh: :huh: .....E poi Rudy con i petardi troppo forte.....Walter lo controlla....si può stare tranquilli :17: :17: :17: ......e poi Ezio non ha perso occasione di giocare a poker.....e dato che ha perso dovrà pagare i bicchieri di vino..diversamente dal solito :lol: :lol: :lol: :lol: ......e poi la scena finale della torta troppo forte.....Ezio apre le candeline facendole cadere tutte a terra...e x sbaglio prende un petardi di Rudy e lo mette sulla torta......e dopo un pò si ritrovano tutti con la torta in faccia :258: :258: :258: :258: ......e Rudy subito scappa....con Giulio che lo insegue x tutta la spiaggia :17: :17: ....e poi Ezio sempre il solito.....suggerisce a Giulio le idee sulle possibili cause dell'umore di Marco :lol: :lol: :17: ...x non parlare di quando crede che l'esplosione dell'effetto era compresa nel prezzo :17: :17:

    Posta presto il prossimo capitolo!! ;) ;) ;)
     
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  7. jameskirk88
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    CITAZIONE (bella'mbriana @ 22/7/2010, 21:33)
    ah, dimenticavo, complimenti a Giulio, è andato a scuola! Ora conosce pure Fort Apache e ha imparato a dire salmastro! :17: :17:

    :17: :17: ... scivoloni che capitano quando si scrive una FF in piena estate e con un occhio alla tappa del Tour de France... :258: :258: :258: .. la prossima volta starò un po' più attento... :255: :255:
     
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  8. ulquiorra84
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    Davvero molto bello come inizio! ottimo il dialogo tra Marco ed Eva prima che lei partisse e così che sarebbero dovuto andare le cose.

    Gli imbottigliati non si smentiscono mai!!! :258: :258: :17:

    Gli sceneggiatori dovrebbero essere licenziati ed al loro posto saresti dovuto essere tu! posta presto il seguito
     
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    Jhon sei
    Povero Marco,è triste per come è stato rtrattato da Eva.Mi è piaciuto molto come hai descritto le sue emozioni.Molto bello il dialogo tra Marco ed Eva prima della parteza.Questa volta Marco ha pienamente ragione.
    Bella anche la scena in cui Walter e Marco prendono in giro Giulio.Le scene degli imbottigliati sono sempre stupefacenti,gli autori della serie dovrebbero farle scrivere a te per non cadere nel ridicolo.
    Già mi immagino tutti gli imbottigliati ricoperti di panna. :258: :258: :258:
    Nel prossimo capitolo mi è parso di capire che ci sarà la scena delle melanzane,preparo il bicarbonato.
    Posta presto.
    :280: :280: :280:
     
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  10. =manu=
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    Bene bene jhon....hai postato la nuova FF??.... :280: :280: :280: :280: :280: :280: :280: :280: :280:

    Bhe marco che prende in giro suo padre con walterino è davvero esilarante... :17: e Giulio che ci crede anche... :255: :255: :255: :255:
    Cmq povero marcolino...è davvero con il morale a terra per la partenza di eva....

    I tre imbottgliati sono sempregli stessi caciaroni.... :17: :17: :17:

    Aspetto il prossimo capito per sapere che fine ha fatto eva....

    Ah dimenticavo ti sei mantenuto con un capitolo corto corto :255: :255: :255: :255:
    Ancora :280: :280:
     
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  11. jameskirk88
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    Ciao ragazzi :253: :253: ... allora, nel primo capitolo dell'episodio 1 abbiamo visto come se la passa Marco dopo quello che è successo la notte della maturità... nel secondo capitolo di oggi, vediamo cosa sta combinando Eva a New York... inutile anticiparvi che ci sarà anche una piccola comparsata del nostro amato Gamberone... contenti vero?? :17: :17: ... il capitolo inizia a New York ma finisce a Roma, e finisce con un piccolo colpo di scena... :286: :286: :286: .. buona lettura a tutti :B): :B): :lol: :lol: :lol:

    Zona di Bayonne all'estrema periferia di New York, 28 luglio 2008, ore 17.30...


    Tante piccole case di uno, due, massimo tre piani sistemate una accanto all'altra lungo le varie strade che si dipanavano all'interno del quartiere. Piccoli spazi verdi che circondavano quasi tutte le case, qualche albero, qualche pianta che spuntava qua e la. Un po' di traffico e qualche macchina che passava, ma niente di che.
    Era difficile credere che un posto del genere si trovasse più o meno nella stessa città dalla quale era appena uscita. Lì era tutto diverso. Ma era un «diverso» che non la disturbava affatto. Anzi.
    Probabilmente si sentiva più a casa di quanto non si fosse mai sentita da quando aveva messo piede in quel continente.
    «Eva...?? Tutto bene...??»
    Eva si scosse e si voltò di nuovo verso lui. Aveva approfittato dei pochi secondi in cui lui era impegnato ad aprire una porta resa particolarmente resistente dalla ruggine che ne ne aveva intaccato la toppa per dare un'occhiata a quello che la circondava.
    «I grattacieli non mi mancheranno di certo» sorrise Eva tra se e se, pensando che la sua «fuga» era iniziata proprio dall'appartamento posto in cima a un grande grattacielo nella zona più esclusiva di Manhattan.
    Si sforzò di sorridere verso di lui, anche se ne aveva pochissima voglia, e annuì con la testa: «... si si... scusa, mi ero distratta un attimo...»
    Lui le sorrise e le fece segno di seguirla: «.. vieni... è per di qua....»
    Eva, oltrepassando la soglia del portone: «... è al primo piano...??»
    James scosse la testa: «... no, è all'ultimo... sono tre piani... le scale non sono molte... purtroppo l'ascensore non è uno dei comfort previsti nel servizio...»
    Eva, sorridendo: «Fa niente... un po' di movimento non può farmi che del bene....»
    James afferrò entrambe le valigie che Eva aveva appoggiato davanti al portone e le fece strada su per una stretta rampa di scale che portava ai piani superiori. Scale di legno, apparentemente piuttosto vecchie. Intonate d'altronde con tutto il resto della casa e con quel poco che era riuscita a vedere di quel quartiere dal finestrino della macchina di James.
    Oltrepassarono due pianerottoli e arrivarono finalmente al terzo piano.
    James, sorridendo e voltandosi verso di lei: «Non ci crederai, ma io sono nato e cresciuto proprio su questo pianerottolo... anzi, dietro a questa porta...»
    Eva, un po' sorpresa: «... davvero...??»
    James, annuendo: «Già... era la casa dei miei... appena ho potuto me ne sono andato... allora mi sembrò la cosa migliore che potessi fare.. ma non sai quante volte poi me ne sono pentito nel corso degli anni....»
    Eva sorrise tra se e se, abbassando lo sguardo senza rispondere: «Non immagini quanto ti capisca.....», pensò mentre James apriva la porta di casa ed entrava nel piccolo appartamento con le valigie in mano.
    Eva lo seguì, fermandosi sulla porta per qualche secondo e guardando all'interno dell'appartamento.
    Era la seconda volta nel giro di due giorni che viveva una scena del genere. Certo, le circostanze erano MOLTO diverse rispetto a due giorni prima.
    Per fortuna, pensò Eva mentre camminava lentamente nel piccolo ma elegante corridoio dell'appartamento. Una camera con un letto matrimoniale ancora ben tenuto, una cucina piccola ma funzionale, un mini salotto, un piccolo ripostiglio.
    Era molto più di quello che le serviva.
    Eva, guardandosi intorno: «... e la tua cameretta...??»
    James: «Come...??»
    Eva: «Hai detto che abitavi qui....»
    James: «... ah si.... beh, i miei quando me ne sono andato l'hanno trasformata in un piccolo ripostiglio... dicevano che così era più.. funzionale...»
    Eva: «.. funzionale...??»
    James, sorridendo e annuendo: «Già...»
    Eva, annuendo: «.. non la presero molto bene, vero...??»
    James: «Che cosa...??»
    Eva, sospirando: «... la tua partenza....»
    James, sorridendo e scuotendo la testa: «... in effetti no... ma c'era da capirli....»
    Eva, sospirando e annuendo: «... già.. c'era da capirli....» Scosse la testa, cercando di pensare ad altro, per quanto le fosse possibile in quelle circostanze: «.. è molto bello qui....»
    James, sorridendo: «.. si, è vero... è molto....»
    Eva: «... familiare....»
    James, annuendo: «Si infatti... ormai sono talmente abituato agli appartamenti della quinta strada... una stanza è più grande di tutto questo appartamento messo insieme... eppure, tutta questa polvere e tutto questo legno è molto più accogliente di qualunque grattacielo nel quale mi sia capitato di alloggiare...»
    Eva, sorridendo: «Beh, per quel poco che sono stata in un grattacielo, non posso non darti ragione....»
    James, guardandosi intorno: «... forse è un po' piccolino come spazio... tu eri abituata a....»
    Eva, ridendo: «.. alla mia cameretta di Roma, che dividevo con mia sorella... e ti assicuro che qui c'è molto più spazio....»
    James, sorridendo: «Ah sicuramente....»
    Eva sospirò e si strinse nelle spalle: «.. c'è molto più spazio di quello che mi occorre... davvero... e poi ricorda che... deve bastare soltanto per me...»
    James, annuendo: «Già....»
    Eva, avvicinandosi a lui: «Senti, io... non so come ringraziarti per tutto l'aiuto che mi hai dato... capisco che per te non deve essere stata una cosa semplicissima perchè io... ho tradito il tuo migliore amico...»
    James, stringendosi nelle spalle: «Eva.... queste sono cose che a me non riguardano....e che casomai dovete risolvere tra di voi... io non ho nessun diritto di intromettermi... tu avevi bisogno di aiuto, e io non avevo nessunissima ragione per non dartelo... mia madre diceva sempre che quando tra un uomo e una donna succedono queste cose, di solito la colpa non è mai da una parte sola...»
    Eva, sorridendo: «... era una persona saggia, tua madre....»
    James, sorridendo e annuendo: «Sicuramente... è probabile che abbiate sbagliato entrambi... tu a fare quello che hai fatto...» e mentre lo diceva Eva abbassavo lo sguardo: «... e lui a non capire che in realtà aveva visto in te una cosa che non esisteva....»
    Eva, scuotendo la testa: «... mi dispiace tanto... sono riuscita a far star male tre persone... tre.... Alex, Marco... ed io....sono proprio brava eh...?? La prima della classe....»
    James, sospirando: «Sono cose che si superano.. magari ci vorrà un po' di tempo, ma alla fine la supererete tutti e due....»
    Eva, annuendo: «.. già, è probabile... è il terzo che mi preoccupa....»
    James, sorridendo: «... ma certo che la supererà.... se prova almeno la metà di quello che tu dici di provare per lui, non potrà fare altro che superarla...»
    Eva, sospirando: «Speriamo....»
    James: «Hai fatto bene a dirglielo subito... davvero... andare avanti a forza di bugie avrebbe solo peggiorato le cose.. pensa cosa sarebbe successo se invece che dirglielo due giorni fa glielo avessi detto tra un mese... due mesi, tre mesi... vi sareste fatti del male a vicenda.. e male per davvero.... se avesse saputo che non lo amavai davanti alla culla di un bambino o in una sala parto all'ospedale.... sarebbe stato sicuramente molto ma molto peggio... per lui, per te.. per tutti... non ti pare...??»
    Eva, annuendo: «Certo che si.. è per questo che me sono andata... lo aveva già preso in giro abbastanza.. ed avevo preso abbastanza in giro anche me stessa....»
    James: «.. ovviamente se lui mi chiedesse di te....»
    Eva, sorridendo e scuotendo la testa: «... non lo farà... credimi...»
    James, annuendo: «Lo penso anch'io...»
    Eva: «.. comunque se per caro lo dovesse fare....»
    James, annuendo: «Tranquilla... non lo saprà....»
    Eva: «Grazie davvero....»
    James: «Figurati....»
    Eva, sospirando: «Quanto posso rimanere..??»
    James, alzando le spalle: «... quanto vuoi.. la casa è completamente sfitta.... i miei purtroppo non ci sono più da molti anni... la tengo un po' in ordine io, quasi per abitudine.. e perchè mi dispiacerebbe vederla cadere a pezzi.. e non riesco a trovare il coraggio per venderla.. proprio non ci riesco....»
    Eva, sedendosi sul letto matrimoniale e parlando quasi a se stessa: «... la tua casa non la scordi mai....»
    James, annuendo: «... mai.... sai, qualche anno dopo essermene andato mi pentii di quello che avevo fatto... non avevo fatto niente di quello che speravo di fare una volta che fossi rimasto da solo... pensai di tornare a casa, abbracciare i miei... chiederli scusa per tutto quello che gli avevo fatto passare... però quando decisi di tornare, la casa era già vuota... sapessi quante cose avrei voluto dir loro..... non tutti purtroppo hanno questa opportunità... posso darti un consiglio da amico...??»
    Eva: «Certo....»
    James, sorridendo: «... pensaci... prima di sprecare questa possibilità....»
    Eva, sospirando: «... non è così semplice....»
    James: «Non ho detto che è semplice... ho detto solo che ci devi pensare... tutto qui.... la palla è nelle tue mani, ora... puoi farne quello che vuoi... cerca di non sbagliare canestro, questa volta...»
    Eva, ridendo amaramente: «.. sarà dura.. sembra che non sappia fare altro.... sbagliare sempre....»
    James, sorridendo: «.. tutti sbagliamo.. l'importante è imparare dagli errori e cercare di non fare sempre gli stessi... e tu, te l'ho detto... hai un'opportunità che non tutti hanno... puoi rimediare....»
    Eva, annuendo lentamente: «... grazie....»
    James, tornando verso la porta: «... me l'hai già detto.....»
    Eva: «... si, per la casa... l'ultimo era per tutto il resto...»
    James le sorrise e aprì la porta di casa: «... ciao... e in bocca al lupo.... ah, fammi solo sapere quando te ne torni a Roma, così passo a sistemare la casa....»
    Eva, dubbiosa: «... ma io non ho ancora deciso se tornare a Roma oppure no...»
    James, annuendo: «Va bene... allora quando avrai deciso di tornare, fammi uno squillo prima di salire sull'aereo, ok??»
    Eva, ridendo: «..ok.. a presto....»
    James uscì richiudendo la porta dietro di se, mentre Eva rimase per qualche secondo seduta sul letto, in silenzio
    Seduta da sola in una stanza di vuota.
    Anche quello era un altro dejavoux.
    ERa la terza volta che lo faceva nel giro di quattro giorni.
    La prima a Roma, a casa. Quando cercava di capire quale fosse la cosa più giusta da fare. E prendeva, come spesso le succedeva negli ultimi tempi, la decisione sbagliata.
    La seconda, a New York. Manhattan. Un grattacielo alto. Un appartamento lussuoso e ben tenuto. Una tavola più grande di quella che avevano a casa Cesaroni e che doveva servire soltanto a due persone. Luci soffuse. Candele sul tavolo.
    I rumori di New York che arrivavano attutiti nella stanza.
    La persona che aveva davanti, che la guardava e parlava, dicendo cose che lei non capiva e non si disturbava neanche di ascoltare, perchè la sua testa non era certo lì, a quella stanza, a quella cena. A quella persona.
    Lui le sorrise. Poi, una volta finito di mangiare, si alzò dalla sedia e si avvicinò a lei. Senza parlare, ma non era difficile capire cosa era che volesse da lei in quel momento. Lo sguardo che aveva diceva più di mille parole.
    Si avvicinò a lei, accarezzandola e baciandola sulle labbra. Lei si alzò e lui la spinse delicatamente in camera da letto, richiudendo con un calcio la porta dietro di loro.
    Un'altra sensazione e un altro dejavoux. Lei quella scena l'aveva già vissuta, pochi giorni prima.
    In un'altra stanza, in un'altra casa, in un'altra città. Accanto ad un'altra persona.
    Con una piccola differenza. Che quattro giorni prima, su quella scrivania piena dei giocattoli di Mimmo e delle cianfruaglie di Rudy. lei quella scena la stava vivendo. Adesso, in quella camera da letto sormontata da un bizzarro quadro che raffigurava un gruppo di melanzane su un tavolo, non la stava vivendo. La stava subendo.
    Quattro giorni prima si sentiva la persona più felice del mondo.
    Adesso, si sentiva la più sola e la più la malinconica.
    Era a New York. Si era iscritta alla Columbia University. Viveva in uno splendido appartamento di Manatthan.
    Non era esattamente quello che voleva??
    Fino a due giorni prima non avrebbe avuto dubbi a rispondere che si, era quello che voleva e che sognava.
    Neanche adesso aveva dubbi. Ma in un senso completamente diverso.
    Li aveva avuti dopo aver rivisto Alex sulla porta di casa Cesaroni. Li aveva avuti su quella sedia, quando cercava di capire quale fosse la cosa più giusta per lei. Li aveva avuti mentre guardava fuori dai finestroni dell'aereo che la stava portando in America, con lo sguardo perso nel vuoto. E quando rispondeva ad Alex che le chiedeva che cosa avesse, dicendogli che era solo un po' stanca e che si sarebbe sentita molto meglio una volta che il viaggio fosse finito. Allora aveva dei dubbi.
    In quel momento, mentre Alex la spingeva sul letto sotto il suo quadro preferito, non aveva più dubbi. Solo una certezza.
    E continuare a far finta di niente sarebbe servito solo a peggiorare la situazione.
    Si scostò da lui, scuotendo la testa: «... no Alex... per favore....»
    Alex era sembrato stupito da quella reazione: «... ehi... che ti succede...??»
    Eva, scuotendo la testa: «Mi dispiace....»
    Alex, avvicinandosi a lei: «... vabbè dai... non sono mica un orco... se sei stanca possiamo anche andare a dormire... tanto avremo tutto il tempo che vogliamo per....»
    Eva, sospirando: «Non ci sarà nessun tempo Alex.... nessuno....»
    Alex, sgranando gli occhi e avvicinandosi a lei: «.... ma che dici....?? Ora siamo qui, siamo a casa nostra....»
    Eva, sorridendo amaramente: «No Alex... questa è casa tua.. qui non c'è assolutamente niente di mio.... neanche il mio cuore....»
    Alex, scuotendo la testa: «... giuro che non ti capisco....»
    Eva, mettendogli una mano sulla spalla: «... lo so... ed è colpa mia... è tutta colpa mia.....» Uscì dalla camera da letto rientrando in soggiorno, e avvicinandosi a piccoli passi alla vetrata che dava sulla quinta strada.
    Alex, fermandosi sulla porta: «... vuoi spiegarmi, per favore...??»
    Eva annuì tristemente. Inutile girarci troppo intorno. Tanto adesso glielo doveva dire. Era la cosa giusta. E una volta tanto, la voleva fare. Fino in fondo. Prese fiato, e iniziò a parlare.
    Eva: «... io non posso restare qui Alex.... non posso... non sarei neanche dovuta venire....»
    Alex, sgranando gli occhi: «... cosa...????»
    Eva, scuotendo la stesta: «... non posso.... io... io ho sbagliato.....però non posso continuare a prendere in giro sia me che te....»
    Alex, sempre più attonito: «... ma perchè prenderci in giro...?? Noi ci amiamo....»
    Eva, senza voltarsi: «... tu forse mi ami... o magari pensi di amarmi... perchè di me non sai assolutamente niente.... ma io... io non ti amo... e non potrò mai farlo....»
    Alex, scuotendo la testa incredulo: «... no no... tu non ti senti bene.... probabilmente è colpa del viaggio, della stanchezza... o dello stress... la nuova casa.. la nuova città... dai, andiamo a letto... e vedrai che domattina....»
    Eva: «... starò ancora peggio di adesso... Alex, non lo capisci che continuare a far finta di niente potrà solo peggiorare le cose... noi due ci siamo incontrati... ci siamo trovati... tu eri completamente solo, e io.... io avevo appena visto morire sotto i miei occhi quello che consideravo il mio futuro.. la mia vita... la mia felicità.... non capisci...?? E' come se avessimo cercato di consolarci a vicenda, di riempire il vuoto che si era creato nelle nostre vite... questa può essere amicizia.... può essere anche affetto.... ma non c'entra nulla con l'amore.... quello che ti fa sudare freddo quando la persona che ami non è con te... quello che ti fa andare al settimo cielo per una sua parola gentile, e ti fa sprofondare dieci metri sotto terra quando lui ti guarda male... quello che ti fa battere il cuore forte nel petto ogni volta che ci pensi.... io le provo queste cose Alex... lo provo anche adesso....»
    Alex: «.. e allora...???»
    Eva, scuotendo la testa: «... ma non per te... Alex, tu prima mi hai chiesto una cosa che io non ti potevo più dare.... non dopo quello che è successo due giorni fa....»
    Alex: «... di che parli....??»
    Eva, sospirando e socchiudendo gli occhi: «... sono stata con l'unica persona che abbia mai amato in tutta la mia vita... io volevo dimenticarla... c'ho provato in tutti i modi... volevo fargliela pagare per quanto mi aveva fatto soffrire... ma ho sbagliato... ho sbagliato tutto.... ho fatto soltanto una cosa giusta, negli ultimi cinque mesi.... anzi, due... quello che ho fatto due giorni fa... e parlare con te, adesso....»
    Alex abbassò lo sguardo, come se una tonnellata di mattoni l'avesse appena colpito sulla testa. Poi alzò la testa. Come se si fosse improvvisamente ricordato di qualcosa.
    Alex: «... Marco.....»
    Eva, annuendo lentamente: «.... si......»
    Alex, sgranando gli occhi: «... tuo... tuo fratello....!!!»
    Eva: «... lo sai che non è così'.....»
    Alex, annuendo: «... ecco perchè... eravate insieme... siete scesi insieme... non ci posso credere......» Scosse la testa, passandosi una mano tra i capelli e poi rivolgendosi di nuovo a lei alzando la voce: «....mentre io stavo fuori.... voi... voi eravate di sopra a scopare alla faccia mia....!!! E' così, vero...????!!!»
    Eva, passandosi una mano sulla fronte: «... senti, lo so che ti sto facendo del male e che già te ne ho fatto tanto... ma se fossimo andati avanti così te ne avrei fatto molto, molto di più...»
    Alex, sorridendo ironico: «... ma come sei gentile....»
    Eva si voltò verso di lui: «... Alex, ti prego....»
    Alex scosse la testa, guardandosi attorno. Afferrò il telecomando che era appoggiata sul mobile accanto a lui. Lo tenne tra le mani per qualche secondo e poi si voltò di nuovo verso di lei: «... vuoi andare da lui...??»
    Eva non rispose. Incrociò il suo sguardo. Era carico di rabbia, di rancore. Quasi di odio. Non sapeva perchè ma si sentiva vagamente inquieta, minacciata. Cercò di mantenere la calma. Ma quello che successe subito dopo gliela fece perdere del tutto.
    Con un gesto fulmineo, quello che fino a cinque minuti prima urlava al mondo il suo amore per lei, le scagliò contro con tutta la forza che aveva in copo il telecomando che aveva preso in mano poco prima. Eva sentì soltanto il rumore della scultura di vetro accanto a lei che andava in mille pezzi, e la voce di Alex che urlava con disprezzo: «... e allora vattene... vattene!!!»
    Si era rannicchiata su se stessa, con le mani a coprirsi il volto, immobile. Non aveva neanche il coraggio di voltarsi, per quella rabbia feroce proprio non se la sarebbe mai immaginata. Non si aspettava che le rispondesse sorridendo, ma certo nemmeno quello che aveva appena visto. Alzò gli occhi solo quando sentì la porta di casa sbattere e i passi di Alex fuori dall'appartamento.
    Si guardò intorno. Era sola. Ma si sentiva molto più sollevata di quanto non fosse quando in quell'appartamento erano in due.

    Immobile, in silenzio. Così come lo era quella sera davanti alla finestra della casa di Alex. Seduta sul letto della camera nella quale James l'aveva lasciata, Eva ripensava a quella sera. Alla reazione di Alex. Ai suoi errori. Ai suoi dubbi e alle sue incertezze. Allo sguardo di ghiaccio che le aveva lanciato Marco la mattina in cui era partita per la seconda volta da casa Cesaroni. Alle sue parole, che le facevano male come tanti coltelli conficcati nel cuore.
    Si era imposta di non tornare sui suoi passi per inseguire il proprio futuro. Aveva finito per perdere tutto. Il suo futuro e anche la sua felicità.
    E ora...?? Che avrebbe fatto ora...??
    Sarebbe tornata a Roma... a casa.... avrebbe implorato Marco di dimenticarsi di tutto quello che era successo, e del fatto che non più tardi di pochi giorni prima aveva scelto di stare con qualcuno che non fosse lui.... e magari di riportare indietro le lancette del tempo a prima che Giulio entrasse in camera e gli vedesse a letto insieme, cinque mesi prima??
    E soprattutto, sarebbe stato davvero possibile far finta che niente fosse successo...??
    E mentre stava seduta su quel letto guardandosi intorno, pensò che due giorni, alzandosi da quella sedia, aveva preso la decisione peggiore che potesse prendere. Per lei, e non solo per lei.
    E sperò che invece, alzandosi dal letto sul quale era seduta in quel momento, stavolta sarebbe riuscita a prendere la decisione giusta. Per lei, e per la persona che nonostante in quel momento fosse a migliaia di chilometri di distanza, sentiva più vicina che mai.


    Nel frattempo, a Roma, dalle parti di San Paolo, ore 23.30.....

    Essere notati in un locale stracolmo di gente che balla e di clienti che stanno mangiando e bevendo ai loro rispettivi tavoli non è proprio un'impresa semplice.
    Giulio, Cesare ed Ezio però riuscirono anche in quell'impresa.
    Dopo essersi scontrato con almeno cinque clienti e averli rovesciato addosso tutto il contenuto dei bicchieri che avevano in mano, Ezio raggiunse Cesare e Giulio che erano già arrivati al bancone.
    Cesare: «Hai finito de fà l'autoscontro...???»
    Ezio, gesticolando: «... ahò, ma questi sò matti... vanno avanti e indietro come le trottole.... ma nun ce stanno mai fermi...??»
    Giulio, gesticolando: «... eh certo, se fermano per fa passà te... che t'aspettavi de vedè... siamo in un locale da ballo.. ce stà la gente che balla, no??»
    Ezio, scuotendo la testa: «... ma che ballo e ballo... questi stanno a saltellà sulla pista come i canguri, ecco che fanno.... quando c'andavo io a ballà mica me mettevo a saltellà sulla pista....»
    Cesare, annuendo: «... su questo c'hai ragione...»
    Ezio: «.. ecco.....»
    Cesare: «... te saltellavi direttamente sui piedi de tu' moglie....»
    Ezio, gesticolando: «.. ma che stai a dì.... guarda che io ero un ballerino provetto, caro mio... tutte le volte che andavamo a ballà...»
    Cesare: «.... Stefania tornava a casa co' un paio de calli sui piedi....»
    Giulio: «Che poi oh... con tutti i locali che c'erano per la strada te sei voluto fermà proprio qui... in questa scatola de sardine sempre piena de gente e co 'na musica a palla che te manda nei matti dopo cinque secondi che stai dentro....»
    Ezio, gesticolando: «... eh ho capito... ma me ne sò ricordato solo ora.... che ce posso fa...?? C'ho troppe cose per la testa... troppi grattacapi....»
    Cesare: «... c'hai troppe cose per la testa...??»
    Ezio: «.. eh certo....»
    Cesare, aggrottando la fronte: «... nun sarà invece che il problema è l'esatto contrario...???»
    Ezio, dubbioso: «.. dici eh...??»
    Cesare, annuendo: «.. eh me sa de si....»
    Giulio, passandosi una mano sulla fronte: «.. annamo forza.... compra quello che c'hai da comprà e poi annamo via, che me se stà a sfonnà la testa....»
    Ezio: «... nun è che c'ho da comprà io... glie serve a Stefania perchè c'ha da preparà un dolce per un'amica che sta per partì.... è stata tutto il pomeriggio a ripeterme che glie dovevo comprà 'sta bottiglia di liquore prima d'andà a vedè la partita.. se torno senza stanotte me manda a dormì in officina...»
    Cesare: «... ma scusa, perchè nun ce metti dentro un bel letto a 'na piazza...?? Tanto stai tranquillo che almeno un giorno si e uno no te tocca d'andarci a dormire...»
    Ezio, annuendo: «E che nun c'ho pensato... nun c'entra....»
    Cesare: «... eh certo... ce stanno troppe macchine....»
    Il barman del locale si avvicinò al bancone e si rivolse a loro: «Salve....»
    Giulio: «... buonasera....»
    Il barman: «.. prendete qualcosa...??»
    Giulio, scuotendo la testa: «... per me niente....»
    Cesare: «... un bicchierino de frascati 2003... mezzo però eh, no tutto intero....»
    Il barman, dubbioso: «... come...???»
    Giulio, dandogli una pacca sulla schiena: «... niente niente... nun prendi niente manco lui....» Si rivolse a Cesare: «... se dovemo sempre fà riconosce, eh..??»
    Cesare, gesticolando: «... embè..?? Io un bicchiere intero nun lo prendo mai... è troppo, me fa acidità....»
    Giulio: «.. si, alle tasche te fa acidità....»
    Ezio: «... le vendete le bottiglie intere...??»
    Il barman: «.. certo.. cosa le serve..??»
    Ezio, aggrottando la fronte: «... e niente, me serve quel liquore rosso... che se mette sempre nei dolci... mò nun me ricordo come se chiama, c'ha un nome strano.. ah ecco, mò me sò ricordato.... l'alchimista....»
    Il barman aggrottò la fronte dubbioso: «... come dice scusi...??»
    Ezio: «Come...?? Nun c'avete l'alchimista...??»
    Giulio: «.. si, e il mago merlino... l'alchermes Ezio....»
    Ezio: «Perchè, che ho detto..??»
    Giulio, sospirando e rivolgendosi al barman: «... ne porti 'na bottiglia, per favore....»
    Il barman sorrise e annuì: «.. arriva subito....»
    Ezio, frugandosi nelle tasche: «... eccolo la.....»
    Giulio: «Che hai fatto...??»
    Ezio: «.... me sa che sò rimasto a secco....»
    Giulio: «.. ma sei sicuro...?? Hai guardato bene nel portafoglio??»
    Ezio, aggrottando la fronte: «... e me sa che è difficile.... prima lo dovrei ritrovà....»
    Giulio: «Cosa...??»
    Ezio: «... il portafoglio....»
    Giulio, gesticolando: «... ma che te lo sei perso??»
    Ezio: «... sarà stato prima mentre entravo qua dentro... me sò venuti addosso in venti, me sò venuti....»
    Giulio: «Ah, loro te sò venuti addosso...»
    Ezio: «Eh certo, mica io oh....»
    Cesare, dando uno sguardo ai soggetti che stavano saltellando alla pista poco distante da loro: «.... secondo me qua dentro ce ne ritrovi due... de portafogli...»
    Giulio: «... si, perchè l'hanno rotto in due mentre se lo tiravano uno da una parte e uno da un'altra....»
    Cesare: «.. ecco....»
    Ezio, alzando le spalle: «.. vabbè oh.. anticipa te, che dovemo fa....»
    Giulio, tirando fuori il portafoglio: «... eh me sò rimasti solo cinque euro.... gli altri l'ho spesi tutti allo stadio...»
    Cesare, sgranando gli occhi: «... ma nun eri partito co' cinquanta euri...???»
    Giulio: «... eh lo so, ma tra il biglietto, 'na bottiglia d'aranciata... un pacchetto de patatine....»
    Ezio: «... due de pop corn....»
    Cesare: «... te li sei magnati tutti...???»
    Giulio: «... me sa de si....» Lui e Ezio si voltarono verso Cesare guardandolo per qualche secondo.
    Cesare, gesticolando: «... beh...?? Che v'è preso a tutti e due...?? 'na paralisi facciale...???»
    Giulio: «.. ah Cè... lui l'ha perso... io ce l'ho vuoto....quindi....»
    Cesare, annuendo e alzando gli occhi al cielo: «... e te pareva... tanto gira che ti rigira chi è che deve caccià li soldi...???»
    Il barman tornò con la bottiglia in mano: «... ecco qua.... la migliore che avevamo in magazzino....»
    Giulio: «.. grazie.. quant'è..??»
    Il barman: «.. dieci euro....»
    Giulio, dando una pacca sulla spalla a Cesare: «.... lo vedi...?? 'na sciocchezza....»
    Ezio: «Eh certo... 'na sciocchezza....»
    Cesare, voltandosi verso di lui: «... per me era meglio se passavi 'na bella nottata a dormì in officina.... hai visto mai che se te ce svegli dentro forse te viene la voglia de starci per più de cinque minuti consecutivi la mattina dopo... avresti fatto il record personale....»
    Mentre Ezio e Cesare bisticciavano tra loro sotto gli occhi divertiti del barman, Giulio si voltò un attimo verso la pista. E quando posò gli occhi su un tavolo che stava proprio dall'altra parte della sala, per un momento si sentì mancare il pavimento sotto i piedi.
    «Eccolo la... questa è la volta buona che ce rimango secco per davvero....» pensò Giulio tra se e se mentre guardava attonito la scena che vedeva a poche decine di metri di distanza.
    Giulio, passandosi una mano tra i capelli: «.... oddio... ma quello... quello è....»
    Ezio, voltandosi verso di lui: «... ahò.. che t'è successo??»
    Cesare, guardandolo un po' stupito: «.... oh... pare che hai visto un fantasma pare... che per caso hai visto Gabriella che balla a tempo de rock..?? No perchè in quel caso c'hai tutta la mia comprensione....»
    Giulio, gesticolando: «... ma che Gabriella... che rock...!!! Guarda là... guarda.....!!!»
    Cesare: «... ma dove...??»
    Giulio, indicando con il dito l'altra parte del locale: «... laggiù... l'ultimo tavolo accanto alla parete....oh lo sapevo io.. lo sapevo che qui gatta ce covava... l'avevo detto... ma porca miseria porca...!!!»
    Ezio, voltandosi dubbioso verso Cesare: «... dice che c'è 'na gatta che sta a covà... boh, io nun la vedo....»
    Cesare, guardando dove gli stava indicando Giulio: «... che cova no... ma 'na gatta morta che se struschia su qualcuno la stò a vedè pure io....»
    Ezio: «.. eh...??»
    Cesare, indicando con la testa: «... guarda là....» Gli ci volle qualche secondo prima di riuscire a vedere quello che Giulio e Cesare già stavano guardando. Dall'altra parte del locale c'era una coppia che stava seduta attorno a un tavolino. Lui da una parte, lei dall'altra, proprio di fronte a lui. Parlavano, si guardavano negli occhi. E ridevano. Niente di strano, visto il posto in cui si trovavano.
    Niente, se non fosse per il fatto che il «lui» della situazione era Marco. E l'altra una donna, che a occhio e croce non doveva essere tanto più giovane di Lucia.
    Giulio, gesticolando: «... ma che stà a fa mi fijo laggiù...????»
    Cesare, alzando le spalle: «... eh... che stanno a fa....»
    Ezio, scambiandosi un cenno d'assenso con Cesare: «... bevono... che stanno a fa....»
    Cesare, guardando Giulio che stava sgranando sempre di più gli occhi: «... e se fanno du' risate....»
    Ezio: «Vabbè oh... che te preoccupi.... sarà 'na professoressa della scuola... magari lui era venuto a fà quattro salti... questa è un tipo bello giovanile.. se sò trovati,,, lui l'ha invitata a prende qualcosa... s'è comportato da gentiluomo... che te lamenti...??»
    Non aveva ancora finito di parlare che Marco e la sua amica si alzarono dal tavolino, si abbracciarono e si scambiarono due baci sulle guance.
    Ezio, aggrottando la fronte: «... parecchio gentiluomo....»
    Giulio, voltandosi verso di lui: «...'na professoressa eh.... te l'ha mai baciata 'na professoressa quando c'avevi vent'anni???»
    Ezio: «... beh, veramente 'na volta è successo....»
    Giulio, sorpreso: «... è successo...??»
    Ezio: «... eh certo....»
    Giulio: «.. e com'è finita...??»
    Ezio, stringendosi nelle spalle: «.. e com'è finita... me la sò sposata... era Stefania quella... la mia ciu ciu....»
    Giulio si mise una mano sulla fronte, sempre più scioccato: «... ah Cè... metteme sotto 'no sgabello perchè me sa che tra un po' me se pija un collasso....»
    Cesare, dando una pacca sulla schiena di Ezio: «Ma che sei scemo...??? Quello sta già moribondo per conto suo e te je metti pure il carico da novanta sulla schiena...???»
    Ezio, scuotendo la testa: «... ammazza oh che brutto mondo.... uno nun po' manco dì 'na parola de conforto a un amico in difficoltà che subito glie saltano tutti addosso... eh.. che tempi.....»

    ...visto?? E poi non dite che scrivo capitoli troppo lunghi... questo era più corto di un post it..... :17: :17: .... chi sarà la misteriosa amica che era in compagnia di Marco..?? Avrà ragione Ezio (sarebbe la prima volta :258: :258: )? Alla prossima settimana per il terzo capitolo..... :253: :253: :253:
     
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  12. checca.68.9
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    E bravo Jhon...finalmente Eva ha fatto quello che doveva fare e che noi ci aspettavamo che facesse anche nella fiction..naturalmente i ns. autori nn ci erano arrivati... :286: :286: :286: :286:
    il nostro Gamberone che va in bianco sotto le melanzane..che soddisfazione... :66: :66: :66: :66: :66: :66: :66: e poi lo sai che con il suo comportamento mi hai reso simpatico anche James ??? Ed ho detto tutto !!!! :262: :262: :262: :262: Ma veniamo ai nostri imbottigliati...nn è da credere che vanno in una discoteca a comprare il liquore per i dolci a Stefania... :258: :258: :258: :258: :258: e Cesare che chiede mezzo bicchiere di Frascati per spendere meno.... :255: :255: :255: :255: :255: senti un po' ma Marcolino nn è che si è rivisto con Rachele ??? Visto che è stato fatto allusione ad una prof...o forse è un incontro occasionale di una sera ??? Jhon nn ci fare aspettare molto...sono curiosissima di leggere il seguito !!!! :17: :17: :17: :17: :17: :17: :17: :280: :280: :280: :280: :280: :280:
     
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  13. bella'mbriana
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    E così abbiamo visto la mitica scena delle melanzane! :17:
    Comunque, che dirti se non
    Hai descritto Eva e le sue emozioni così bene che mi sembrava quasi di essere lì con lei :uhm: :uhm: , la reazione da pazzo del gamberone almeno è "semi" - giustificata nella tua FF...semrpe un pazzo violento è, ma stavolta c'era un pretesto a scatenare la violenza :106: :106:
    Eva è ritornata in sè ha lasciato il gambero :66: :66: :66: ...ma perchè non torna subito a Roma? Perchè altrimenti finirebbe la FF? :258: Vabbè, ce lo dirai tu nel prossimo capitolo, spero ^_^
    Ah, dimenticavo: bellino il riferimento a "se lo avesse saputo in sala parto che non lo amavi, sarebbe stato peggio" :258: :258:...sei proprio un marpione! :B):
    Povero Giulio, stavolta ci resta secco sul serio! :17: Ma chi è sta signora? :unsure: :unsure: Non ne ho proprio la più pallida idea...mannaggia a te e alla suspense! :angry: :angry:

    Chiudo con una riflessione che non c'entra niente, ma il discorso di James non mi è piaciuto tanto, andarsene da casa per inseguire i propri sogni non è una scelta sbagliata e non significa abbandonare la propria famiglia...nel caso di Eva era sbagliato, ma il modo in cui l'ha messa James sembrava quasi un discorso generale..scusami, ma è una cosa a cui tengo molto ^_^

    Per il resto, :280: :280: come sempre e muoviti a scrivere, che la curiosità, qua...già sai! :uhm:

    Edited by bella'mbriana - 25/7/2010, 19:54
     
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  14. jameskirk88
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    CITAZIONE (bella'mbriana @ 25/7/2010, 19:37)
    Chiudo con una riflessione che non c'entra niente, ma il discorso di James non mi è piaciuto tanto, andarsene da casa per inseguire i propri sogni non è una scelta sbagliata e non significa abbandonare la propria famiglia...nel caso di Eva era sbagliato, ma il modo in cui l'ha messa James sembrava quasi un discorso generale..scusami, ma è una cosa a cui tengo molto ^_^

    Evidente che James se n'è andato di casa per un motivo che poi si è rivelato sbagliato, così come ha fatto Eva... era in questo il parallelismo... non ho approfondito la storia di James perchè mi sembrava più appropriato puntare i riflettori su Eva, viste le circostanze.... già i capitoli vengono lunghi così, sennò alla fine di questo episodio ci saranno già una cinquantina di pagine da contare..... :258: :258: :258: :258: :258:
     
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  15.     +1   -1
     
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    I will go down with this ship!

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    CITAZIONE (jameskirk88 @ 25/7/2010, 18:40)
    Ciao ragazzi :253: :253: ... allora, nel primo capitolo dell'episodio 1 abbiamo visto come se la passa Marco dopo quello che è successo la notte della maturità... nel secondo capitolo di oggi, vediamo cosa sta combinando Eva a New York... inutile anticiparvi che ci sarà anche una piccola comparsata del nostro amato Gamberone... contenti vero?? :17: :17: ... il capitolo inizia a New York ma finisce a Roma, e finisce con un piccolo colpo di scena... :286: :286: :286: .. buona lettura a tutti :B): :B): :lol: :lol: :lol:

    ...visto?? E poi non dite che scrivo capitoli troppo lunghi... questo era più corto di un post it..... :17: :17: .... chi sarà la misteriosa amica che era in compagnia di Marco..?? Avrà ragione Ezio (sarebbe la prima volta :258: :258: )? Alla prossima settimana per il terzo capitolo..... :253: :253: :253:

    :280: :280: :280: ...hai scritto quello che mi sarebbe piaciuto vedere ad inizio 3^stagione...o leggere nel libro...e cioè di Eva che poco dopo essere arrivata a NY avrebbe detto al Gamberone di non averlo mai amato....e che pochi giorni prima gli erano cresciute un paio di corna :lol: :lol: :lol: :lol: .....poi la statua di vetro la rompe lo stesso...xò in questo caso un motivo x quella reazione la teneva....non come in tv....non si capisce per che motivo ha quella reazione da pazzo, dopo che Eva dice di essere incinta :huh: :huh: :huh: ...bello anche che James, amico di Alex, aiuta Eva, dandole la possibilità di stare nella casa dove è cresciuto! ;) ;) ;)

    Nel paragrafo successivo troppo forti gli Imbottigliati...sempre i soliti :17: :17: ...Cesare che voleva "mezzo" bicchiere di frascati 2003.....ed Ezio che chiede l'alchimista :258: :258: :258: :258: :258: ...e x la gioia di zio Cesare ha dovuto pagare lui il conto :lol: :lol: :lol: :17: :17: :17: ,..sono curioso di sapere chi è quella donna che stava con Marco...posta presto il seguito!
     
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261 replies since 22/7/2010, 18:31   9392 views
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