Tragedia in campo a Pescara, Campionati SOSPESI

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    Tragedia in campo a Pescara -- Morosini muore per arresto cardiaco


    Il centrocampista del Livorno crolla a terra al 31': ambulanza in campo dopo ripetuto massaggio cardiaco.

    PESCARA, 14 aprile 2012

    ore 17.16 — Giocatori e dirigenti del Livorno in lacrime stanno andando a rendere omaggio alla salma che è ancora al Pronto Soccorso. La salma poi sarà trasferita in obitorio.

    ore 17.14 — Un minuto di silenzio sarà osservato in campo prima di tutte le partite in programma questo fine settimana, dalla A alle serie minori, per la morte di Piermario Morosini. Lo ha disposto la Federcalcio. Il segno di lutto sarà osservato già da Milan-Genoa in programma alle 18.

    ore 17.11 — Il primario del reparto di Cardiologia, Leonardo Paloscia: "Abbiamo fatto tutto il possibile per rianimare il ragazzo. Ma non ha mai ripreso conoscenza".

    ore 17 — A dare l'annuncio ufficiale il dottor De Blasi, dell'ospedale di Pescara: "E' stato per arresto cardiaco: Purtroppo è arrivato già morto in ospedale. Non si è più ripreso"

    ore 16.56 — Le scene di disperazione dei compagni del Livorno in ospedale non lasciano dubbi: Morosini non ce l'ha fatta, è morto.

    ore 16.47 — Il ds del Pescara, Delli Carri, è entrato per parlare con i sanitari. Uscendo ha detto: "Non posso dire niente" scuotendo la testa.

    ore 16.40 — L'Udinese, proprietaria del cartellino di Morosini (ex nazionale Under 21), si è messa in contatto per seguire l'evoluzione della situazione.

    ore 16.29 — Arrivati in ospedale il ds del Pescara Delli Carri con il medico deglla società abruzzese, oltre ad alcuni dirigenti del Livorno.

    ore 16.26 — Al giocatore sono state praticate manovre di ventilazione e rianimazione, poi è stato intubato. Si apprende che a soccorrere per primo il giocatore allo stadio, dove stava seguendo la partita, scendendo dagli spalti e raggiungendo il campo, è stato Leonardo Paloscia, primario di Emodinamica all'ospedale di Pescara, che lo ha assistito fino all'arrivo al Pronto Soccorso. Sugli spalti contemporaneamente a Morosini c'è stato un malore anche di un tifoso, trasportato in ospedale anche lui.

    ore 16.22 — A Morosini è stato applicato un pacemaker provvisorio.

    ore 16.19 — Intanto il giocatore è in coma farmacologico.

    ore 16.12 — Piermario Morosini si trova ancora nella sala del Pronto Soccorso dell'ospedale Santo Spirito di Pescara. Insieme al giocatore e ai sanitari c'è anche il medico sociale del Livorno, Porcellini. Secondo una prima diagnosi il giocatore sarebbe stato colpito da una crisi cardiaca con successivo arresto cardiocircolatorio.

    Il momento in cui Morosini si accascia. Ansa
    Il momento in cui Morosini si accascia. Ansa

    ORE 16.07 — Dall'ospedale Santo Spirito di Pescara si apprende che il giocatore è sotto trattamento di rianimazione.

    ore 16.03 — La gara tra Pescara e Livorno è stata ufficialmente sospesa sullo 0-2 per gli ospiti e rinviata a data da destinarsi.

    ore 16 — Fonti ospedaliere dicono che il giocatore è arrivato in arresto cardiaco.

    Momenti drammatici allo stadio Adriatico di Pescara: al 31' del primo tempo Piermario Morosini, giocatore del Livorno, ha iniziato a barcollare cadendo a terra, da solo, per due volte dopo essersi rialzato in stato confusionale e poi è rimasto esanime sul terreno di gioco. Immediatamente la partita è stata sospesa e i sanitari sono entrati in campo per soccorrere il giocatore privo di sensi fra la dsperazione dei giocatori. Al giocatore è stato praticato un massaggio cardiaco prolungato. In campo dopo qualche minuto è entrata un'ambulanza, che ha avuto difficoltà a entrare perché incredibilmente bloccata da un'auto dei vigili urbani che bloccava il passaggio, per il trasporto in ospedale. Scene di disperazione in campo fra i giocatori. Partita sospesa nello stesso stadio in cui appena due settimane fa si era vissuto un momento di grande commozione per il ricordo di Francesco Mancini, preparatore dei portieri del Pescara morto d'infarto.




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    Come si può morire a soli 26 anni per arresto cardiaco?
    Non si capisce più nulla,ultimamente tanti calciatori stanno morendo per problemi cardiaci.
    In genere tragedie simili si verificano all'estero perchè in Italia le visite mediche per chi fa sport sono molto accurate.

    Non ce l’ha fatta. Piermario Morosini, 26 anni, centrocampista del Livorno ma di proprietà dell’Udinese, è morto. Fatale, per lui, l’attacco cardiaco di cui è stato vittima al trentunesimo minuto del primo tempo di Pescara-Livorno. Scene drammatiche allo stadio Adriatico di Pescara. Dopo aver iniziato a barcollare, Morosini si è accasciato al suolo mentre la palla era lontana. Subito le due panchine hanno capito la gravità della situazione, richiamando l’attenzione dell’arbitro, che ha prontamente sospeso la partita, con i livornesi in vantaggio per 2 a 0.

    Il personale medico presente allo stadio abruzzese ha subito praticato il massaggio cardiaco al centrocampista, utilizzando anche il defibrillatore. Poi corsa all’ospedale in ambulanza, all’interno della quale, secondo fonti mediche, Morosini era ancora in arresto cardiaco. Il centrocampista è stato portato al Pronto Soccorso dell’ospedale civile di Pescara; insieme a lui e ai sanitari, anche il medico sociale del Livorno, Porcellini. Secondo una prima diagnosi, Morosini sarebbe stato colpito da una crisi cardiaca con successivo arresto cardiocircolatorio. Sin da subito le condizioni del calciatore sono sembrate gravissime, tanto che un primo bollettino parlava di coma farmacologico. All’atleta, inoltre, era stato applicato un pacemaker provvisorio. I medici hanno provato a lungo a rianimare il calciatore anche attraverso la somministrazione di adrenalina. Ma non c’è stato nulla da fare. Poco prima delle 17 è arrivata la terribile notizia della morte del centrocampista. A comunicarla è stato il cardiologo dell’ospedale di Pescara, Edoardo De Blasio. Subito dopo scene di dolore straziante tra i giocatori del Livorno che hanno saputo in diretta la morte del loro compagno di squadra.

    ”Quando sono sceso in campo, Morosini era in arresto cardiaco e respiratorio: abbiamo praticato il massaggio cardiaco per un’ora e mezza prima solo manualmente e poi con diversi strumenti, ma non c’è stato nulla da fare. Non si può dire se la causa sia cerebrale o cardiaca, questo può stabilirlo solo una eventuale autopsia”: è quanto comunicato dal dottor Paloscia, responsabile dell’Unità Coronarica dell’Ospedale di Pescara, che era allo stadio come tifoso e che per primo ha tentato di rianimare il giocatore.






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    Più informazioni su: Arresto Cardiaco, Livorno, Morosini, Pacemaker, Pescara, Pronto Soccorso, Santo Spirito, Zeman Arresto cardiaco durante Pescara-Livorno: è morto in ospedale Piermario Morosini Il centrocampista della squadra toscana si è accasciato al suolo al 31' del primo tempo. Dopo un primo soccorso, è stato portato d'urgenza in ospedale, dove è deceduto poco dopoL'auto dei vigili urbani che ostruiva l'ingresso allo stadio dell'ambulanza Non ce l’ha fatta. Piermario Morosini, 26 anni, centrocampista del Livorno ma di proprietà dell’Udinese, è morto. Fatale, per lui, l’attacco cardiaco di cui è stato vittima al trentunesimo minuto del primo tempo di Pescara-Livorno. Scene drammatiche allo stadio Adriatico di Pescara. Dopo aver iniziato a barcollare, Morosini si è accasciato al suolo mentre la palla era lontana. Subito le due panchine hanno capito la gravità della situazione, richiamando l’attenzione dell’arbitro, che ha prontamente sospeso la partita, con i livornesi in vantaggio per 2 a 0.

    Il personale medico presente allo stadio abruzzese ha subito praticato il massaggio cardiaco al centrocampista, utilizzando anche il defibrillatore. Poi corsa all’ospedale in ambulanza, all’interno della quale, secondo fonti mediche, Morosini era ancora in arresto cardiaco. Il centrocampista è stato portato al Pronto Soccorso dell’ospedale civile di Pescara; insieme a lui e ai sanitari, anche il medico sociale del Livorno, Porcellini. Secondo una prima diagnosi, Morosini sarebbe stato colpito da una crisi cardiaca con successivo arresto cardiocircolatorio. Sin da subito le condizioni del calciatore sono sembrate gravissime, tanto che un primo bollettino parlava di coma farmacologico. All’atleta, inoltre, era stato applicato un pacemaker provvisorio. I medici hanno provato a lungo a rianimare il calciatore anche attraverso la somministrazione di adrenalina. Ma non c’è stato nulla da fare. Poco prima delle 17 è arrivata la terribile notizia della morte del centrocampista. A comunicarla è stato il cardiologo dell’ospedale di Pescara, Edoardo De Blasio. Subito dopo scene di dolore straziante tra i giocatori del Livorno che hanno saputo in diretta la morte del loro compagno di squadra.

    ”Quando sono sceso in campo, Morosini era in arresto cardiaco e respiratorio: abbiamo praticato il massaggio cardiaco per un’ora e mezza prima solo manualmente e poi con diversi strumenti, ma non c’è stato nulla da fare. Non si può dire se la causa sia cerebrale o cardiaca, questo può stabilirlo solo una eventuale autopsia”: è quanto comunicato dal dottor Paloscia, responsabile dell’Unità Coronarica dell’Ospedale di Pescara, che era allo stadio come tifoso e che per primo ha tentato di rianimare il giocatore.




    Allo stadio, invece, sgomento e le lacrime degli atleti in campo. E polemiche. Secondo alcune testimonianze, infatti, l’arrivo dell’autoambulanza sul terreno di gioco è stato ritardato perché l’ingresso allo stadio era ostruito da un’auto dei vigili urbani. Si è perso tempo preziosissimo fino a quando la situazione non è stata sbloccata dall’intervento dei vigili del fuoco, che hanno liberato il passaggio e permesso ai soccorritori di fare il loro lavoro. Versione confermata anche dal portiere del Pescara, Luca Anania, che ha raccontato anche come alcuni suoi compagni di squadra abbiano aiutato a trasportare la barella a mano sino all’ambulanza.

    Il calciatore, nato a Bergamo il 5 luglio 1986, era cresciuto nel settore giovanile dell’Atalanta. Nel 2004 era passato all’Udinese e con la maglia bianconera aveva esordito in Serie A nella stagione 2005-2006. Successivamente aveva indossato le casacche di Vicenza, Reggina e Padova prima del trasferimento al Livorno nel gennaio di quest’anno. Morosini era entrato nel giro delle Nazionali azzurre nel 2001 con le prime apparizioni nell’Under 17. Nel biennio 2007-2009 aveva collezionato 18 presenze con l’Under 21, partecipando all’Europeo di categoria. La sua vita era stata già segnata dal dolore: Morosini, infatti, aveva perso entrambi i genitori e un fratello.

    Episodi simili non si verificavano dal malore occorso a Lionello Manfredonia. Era il 30 dicembre del 1989 quando il giocatore della Roma si sentì male sul campo di Bologna. La diagnosi fu la stessa: arresto cardiaco. Il giocatore per fortuna si riprese, ma fu costretto ad appendere le scarpette al chiodo. Molto più sfortunato fu Renato Curi, del Perugia. Il 30 ottobre 1977, l’atleta umbro accusò un malore e morì in campo durante la partita contro la Juve.

    Diversi, invece, i casi di malori in campo negli altri campionati; l’ultimo, eclatante, per Muamba, che però si è ripreso e potrà anche ritornare a calcare i campi di calcio. Piermario Morosini purtroppo non ha avuto la stessa fortuna. Aveva 26 anni, è morto mentre faceva ciò che gli piaceva di più: giocare a pallone.

    Con il decesso del calciatore, inoltre, è destinata a riesplodere inevitabilmente la polemica sui controlli clinici agli atleti. In tal senso, da sottolineare la presa di posizione di Antonio Rebuzzi, responsabile dell’Unità per la diagnosi del dolore toracico. “In Italia – ha detto il professore – i controlli sugli sportivi sono regolari e approfonditi, mediamente più seri che in altri Paesi. E’ difficile che possa sfuggire una patologia cardiaca”. Per casi come quello del giovane calciatore del Livorno, “è ipotizzabile un’infiammazione come un’infezione cardiaca, che ha generato un’aritmia“. Per Rebuzzi, inoltre, “i calciatori vengono controllati a fondo, con test sotto sforzo, ecocardiogramma. E’ difficile che in presenza di una patologia, questa possa sfuggire agli esami. Come è difficile che possa sfuggire ai test antidoping l’eventuale uso di sostanze dannose per il cuore”. Per il cardiologo, inoltre, “può essersi trattato di un episodio infiammatorio, come una miocardite o un’endocardite, che si è manifestato dopo l’ultimo controllo effettuato. Un fatto accidentale, doloroso, che però non può mettere in discussione l’efficacia del controlli eseguiti”. Rebuzzi, tuttavia, ha ammesso che casi di malore in campo per motivi cardiaci “cominciano a diventare non pochi, ma è difficile pensare che i calciatori possano essere più controllati di quanto non lo siano già”.

    Per ricordare Morosini il calcio ha deciso di fermarsi: la Figc in un primo momento ha comunicato il classico minuto di silenzio prima delle partite (dalla Serie A alle categorie inferiori, scelta allargata dal Coni a tutte le manifestazioni sportive), poi ha deciso di sospendere tutti i campionati. Per una volta, lo spettacolo non deve continuare.

    Fonte:ilfattoquotidiano.it
     
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  3. jameskirk88
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    Una volta tanto il calcio ha preso la decisione giusta, e l'ha presa rapidamente. Che senso avrebbe avuto ritrovarsi oggi a giocare, a parlare di scudetto, di gol, di rigori, quando solo poche ore prima questo povero ragazzo di 25 anni era morto proprio su un campo di calcio?? Meglio fermarsi, per una volta, e rispettare il dolore degli amici, dei compagni, della giovane fidanzata, dei tifosi di tutta Italia.

    Un pensiero al povero Piermario, ragazzo che tanto poco ha avuto dalla vita e che purtroppo ci ha lasciati in un modo tanto assurdo... riposa in pace Moro.

    Ovviamente si parlerà molto del fatto che questa morte potesse essere evitata: beh nel caso in cui la causa del malore sia stato un problema cardiaco, sarebbe dubbi leciti. Nelle ultime ore però ho letto diversi articoli nei quali si accenna alla possibilità cocnreta che il povero Morosini sia morto a causa di un problema di tipo cerebrale, come la rottura di un aneurisma. In quel caso, niente e nessuno poteva prevedere quello che sarebbe successo: a nessuno si possono prescrivere esami accurati del cervello se non in presenza di sintomi che indichino qualche possibile rischio. Purtroppo casi del genere si ripetono, raramente ma non così tanto come si potrebbe pensare: tra atleti e anche tra persone normali, ed è veramente difficile, per non dire impossibile, riuscire a prevederli.
     
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2 replies since 14/4/2012, 16:57   108 views
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