Cesaroni 5-Il ritorno di Eva

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  1. nanacy
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    Laura se riesco ancora ad appassionarmi e a sognare con questi due personaggi nonostante tutto quello che abbiamo visto in TV è grazie a te e agli altri scrittori di Fan fiction che con le vostre parole riuscite a farmi dimenticare tutto e a farmi immergere totalmente nelle vostre storie senza pensare ad altro... Nonostante l'obrobrio che ultimamente ci hanno propinato gli autori riesci a scrivere delle storie sempre diverse tra loro... Grazie davvero :wub: :wub: :wub: detto questo adesso passiamo al commento di questo episodio... Marco ed Eva che si fanno i dispetti sono favolosi ahahah adoro questo Marco ancora innamorato di Eva che trova ogni modo x farla stare lontana da Jean ricorrendo a modi poco cortesi e carini :258: :258: e mi è piaciuta anche Eva quando gli confessa la verità sull'intervista e in parte sui suoi sentimenti dicendo che un po' di fastidio ce l'ha nel vederlo con Maya...
    Spero che l'ispirazione non ti abbandoni e di poter leggere presto il continuo!!!
     
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  2. cristalamber
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    Laura, in questo capitolo hai dato il meglio di te stessa. Sarò anche pazza, ma a me Marco ed Eva piacciono di più quando litigano e si fanno i dispetti che non quando vanno d'amore e d'accordo. Li trovo più frizzanti, più vivi. Naturalmente sempre con l'amore celato. Jean è spassosissimo. Un personaggio come lui sarebbe stato una boccata d'aria fresca nella fiction. Ma lui sta aiutando Eva a riconquistare Marco? Mi sembra evidente che si sia accorto che Marco non lo vuole nella stanza con Eva, perchè è geloso di lei. Poveretto...certo che Marco ci è andato giù pesante. Addirittura 7 pastiglie per farlo dormire. E poi quella foto...che dolce. Ad Eva basta vedere Marco con la figlia per sbollire la rabbia, come è già successo. Sono contenta che, in questa ff, tu abbia restituito a Marco il suo ruolo di papà. E' così semplice...lo potevano fare benissimo anche gli autori, al di là di Eva, senza nulla togliere al nuovo amore di Marco.
    Ed ora che i nostri eroi hanno sotterrato l'ascia di guerra, cosa accadrà?
    Brava Laura...riuscirai a postare prima che il tuo nipotino prenda la laurea?
     
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  3. bella'mbriana
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    Ariciao, ragazzi, eccovi un altro capitolo.
    Sono lenta, però arrivo! Come la tartaruga! :17:
    Mi sto riposando sul lago, chissà che non riesca a scriverne qualcuno in più...vedremo.
    Buona lettura!


    Episodio 28
    (prima parte)



    Alla fine, Eva decise di non scrivere l’articolo e perse il lavoro.

    “La verità è che non avrei mai dovuto accettarlo” disse, parlando con sua madre e sua sorella, “Come mi è venuto in mente di poter fare addirittura la redattrice, quando neanche come giornalista avevo poi tutta questa esperienza?”

    Lucia e Alice si scambiarono un’occhiata significativa:

    “Cattive influenze…” disse sibillina Lucia

    “Hai passato troppo tempo con papà, l’anno scorso” fu invece più chiara Alice, “ed è rivenuto fuori il tuo lato megalomane”

    “Io non ho un lato megalomane!” sbottò Eva

    “Ce l’hai eccome!” rise Alice, “quando sei qui con noi, riusciamo a tenerlo sotto controllo, ma basta che ti avvicini a papà e…”

    “Zac!” concluse Lucia, battendo le mani e facendo sussultare Eva, “Super-Eva torna all’attacco!” e scoppiò a ridere insieme a sua figlia minore.

    “Sì, ridete voi due, intanto io sono disoccupata” sbuffò Eva, appoggiando la testa sulla mano.

    “Tesoro, non ti preoccupare” disse Lucia, accarezzandole la testa, “Dovrai darti un po’ da fare per cercarlo, ma sono sicura che troverai un lavoro adatto a te. E lo troverai qui, a Roma, così sarai vicina alla tua famiglia e noi potremo goderci un po’ Marta!”

    “Già, basta che non vai a Milano da papà, perché se no ti fai di venire nuovo strane idee” disse Alice, poi le prese il viso fra le mani “Guardami negli occhi!” disse, col tono di chi sta ipnotizzando qualcuno, “Ripeti con me: non posso fare la direttrice del Corriere della Sera!”

    “Alice…” sbuffò Eva

    “E neanche la conduttrice di Ballarò” disse la madre, con lo stesso tono ipnotico

    “Ma volete smetterla di prendermi in giro, voi due?!” urlò Eva.

    Dopo neanche due secondi, però, non poté fare a meno di unirsi alla risata generale.

    Era contenta di essere tornata a casa.

    Principesse a parte, si intende.



    Più complicato fu spiegare a Marco perché Jean partiva senza di lei.

    Non che Marco avesse chiesto spiegazioni, non gli sembrava vero che il francesino si togliesse dalle scatole, qualunque fosse il motivo. Con Jean fuori dai piedi, si era deciso a lasciare la mansarda ad Eva e Marta (tanto non c’era più pericolo che ci dormisse con lui) e lui e Maya si erano trasferiti nel palazzo della nonna di lei, visto che l’appartamento non l’avevano trovato.

    “Lì, potremo dormire insieme, qui ci tocca stare in stanze separate” aveva detto Marco e Maya era stata d’accordissimo con lui.

    Comunque, il fatto che Jean se ne fosse andato senza Eva era strano e se Marco non si faceva troppe domande, Maya e tutti gli altri se le sarebbero fatte.

    Così, Eva provò a mettere insieme una giustificazione convincente:

    “Abbiamo pensato che è stupido perdere tutti e due il lavoro. Così…abbiamo deciso che mentre io cerco qualcosa qui, lui continuerà a lavorare a Parigi e si licenzierà solo quando avrò trovato qualcosa”

    “E se non trovi niente?” chiese Mimmo

    Eva si era quasi scordata quanto era curioso Mimmo…accidenti!

    “Be’…se…se non trovo niente…tornerò io a Parigi” mentì spudoratamente.

    “Che ci torni a fare a Parigi senza lavoro?” chiese seccamente Marco, a cui l’idea, chissà perché, non piaceva per niente

    “È un’ipotesi molto remota…” cominciò a dire Eva

    “Praticamente impossibile” si intromise Lucia, che conosceva la verità

    Eva le lanciò un’occhiataccia, poi continuò:

    “Solo nel caso che non trovi un lavoro qui”

    “Be’, e cosa aspetti a cercarlo? Speri che qualcuno venga a bussare alla porta?” chiese Marco, che sembrava un po’ troppo interessato alla questione

    “Certo che no, ho già mandato il mio curriculum a destra e a manca” rispose Eva, un po’ risentita: che gliene fregava a lui se lei trovava lavoro oppure no?

    “Sì, certo, e adesso abbiamo più carta da riciclare” disse Marco, ironico, “Devi farti vedere, andare di persona, fargli leggere i tuoi articoli…domani, per esempio, che hai da fare? Fatti un giro, trova contatti…”

    “Che ho da fare? Io avrei anche una figlia, sai com’è!”

    “Ci penso io a Marta domani, tu va’ a cercare lavoro”

    Alla fine, Eva sorrise. Il discorso di Marco, in fondo, le aveva dato la grinta che le mancava

    “Sai che ti dico, hai proprio ragione! Vado subito a preparate una cartellina con gli articoli. Grazie!” e corse di sopra

    “E bravo Marcolino!” disse Giulio, dandogli una pacca sulla spalla, “La prima volta che la vedo sorridere, da quando ha perso il lavoro, bravo!”

    Marco fece un sorriso imbarazzato e abbassò gli occhi

    “Le manca troppo il francesino, non vede l’ora che torni!” rise Rudi

    Marco spalancò gli occhi. Cavoli, non ci aveva pensato! Se Eva trovava lavoro, Jean sarebbe tornato a Roma…se invece non lo trovava, sarebbe andata lei a Parigi.

    Non sapeva quale delle due prospettive fosse più spaventosa.

    Eva, intanto, scese di corsa le scale, con in mano una cartellina.

    “Ecco fatto, è pronta! Domani parte la caccia!” esclamò, eccitata.

    “Ho…ho detto domani?” balbettò Marco, che all’improvviso non aveva tutta questa fretta che Eva trovasse un lavoro, “Domani non posso, d-devo…devo cenare con Maya!” si ricordò, improvvisamente, “Vero, amore, che domani sera avevamo programmato una cena romantica?” si rivolse a Maya, speranzoso.

    “Certo, ma la cena è di sera, Marco” rispose Maya, “Possiamo comunque tenere Marta durante il giorno” sorrise a Eva

    “Perfetto, grazie, Maya” sorrise Eva di rimando, poi si rivolse a Giulio e Lucia, “Vi prometto che troverò lavoro in meno di due settimane!”

    “Oh, brava, questo è lo spirito giusto!” approvò Giulio

    “Insomma, adesso non esagerare…d-due settimane sono un po’ poche, non…non c’è mica tutta questa fretta…” intervenne Marco, sorridendo a fatica

    “Ma non eri tu che dicevi che dovevo darmi una mossa?” chiese Eva, stringendo gli occhi stupita

    “S-sì, ma…devi anche valutare diverse possibilità, non accettare il primo lavoro che trovi” Marco si stava arrampicando sugli specchi, “In fondo, non crolla mica il mondo se invece di due settimane ci metti un mese, o anche due o tre…”

    “Sì, magari un anno!” rise Rudi e con lui, tutta la famiglia.

    Marco abbassò gli occhi e non parlò più. Ma dentro di sé, pensava che neanche un anno sarebbe stato abbastanza perché lui accettasse di vedere Jean accanto ad Eva.



    “Non era più semplice dire la verità?”

    Lucia aveva aspettato di rimanere sola con Eva a lavare i piatti, per farle la domanda che le era bruciata sulla lingua per tutta la sera.

    Eva sospirò. Se l’aspettava quella domanda e, quindi, non ebbe difficoltà a rispondere:

    “No mamma, non lo era. Non mi va che Marco sappia che fra me e Jean non c’è mai stato niente. Lui è felice e contento con la sua principessa e non mi va che pensi…“

    “Che sei ancora innamorata di lui?” la interruppe Lucia

    Eva lanciò alla madre un’occhiata assassina:

    “Non voglio che lo sappia e basta. Jean è…è una specie di protezione; se lui sapesse la verità, mi sentirei…nuda”

    “Perché sei ancora innamorata di lui” ribadì Lucia

    Eva sbuffò:

    “Anche se fosse, non cambia niente. Lui è innamorato di un’altra, fra noi è finita. Credimi, è meglio per tutti se crede che io stia con Jean”

    “E che farai, quando troverai un lavoro e Jean non tornerà a Roma?”

    “Mi inventerò qualcosa” sussurrò Eva, tornando ad occuparsi dei piatti “dirò che ci siamo lasciati, non lo so…ci penserò quando succederà”

    Lucia scosse la testa, ma non disse più niente.

    Conosceva troppo bene sua figlia: quando si era messa in testa una cosa, non c’era verso di farle cambiare idea.



    La sera dopo, Marco era in soggiorno con Marta e, dopo aver giocato con gli animali, aver fatto la battaglia coi cuscini e aver praticamente imbrattato tutto il pavimento coi colori, era riuscito a convincerla a stare ferma una mezz’oretta, con la promessa di leggerle la favola di Cenerentola.

    “È la mia peferita! Mamma me la legge sempre!”

    Marco sospirò, esausto. Con un po’ di fortuna, la bambina si sarebbe addormentata mentre lui leggeva e così, lui avrebbe potuto portarla di sopra. Non che non ci avesse già provato, ma la bambina si era rifiutata categoricamente di salire in mansarda e allontanarsi dall’allegria incasinata del salotto di casa Cesaroni. Anche quando tutti gli altri erano saliti di sopra, lei aveva voluto restare a giocare in salotto…in mansarda c’era il letto e il letto significava andare a nanna. Marta non ne voleva proprio sapere, non le capitava mica tutti i giorni di passare una giornata intera col suo papà.

    Eva era in ritardo. Aveva telefonato per dire che era riuscita a farsi invitare ad una specie di cocktail a casa dei genitori di Carlotta, dove avrebbe “casualmente” conosciuto il direttore di una rivista e chissà…magari, con un po’ di fortuna…

    Intanto, la nonna di Maya l’aveva chiamata, dicendole che doveva parlarle con urgenza, così Maya aveva lasciato casa Cesaroni ed era andata al Palazzo, non prima di aver dato un bacio a Marco, dicendogli:

    “La cena è saltata, ma possiamo sempre avere un dopocena romantico…Ti aspetto”

    Marco aveva risposto con un sorriso nervoso, rendendosi conto, terrorizzato, di essere sollevato nel vederla andare via.

    Passare una giornata intera con sua figlia era stato meraviglioso: l’aveva portata al parco dei gonfiabili e si erano proprio divertiti. Solo che, a volte, avrebbe voluto che invece di Maya ci fosse stata…no, non doveva neanche pensarla una cosa del genere, come gli veniva in mente!

    Lui era contento che Maya e Marta avessero legato, non gli era mancata Eva, non gli era mancata…certo, un paio di volte si era voltato verso di lei per ridere di una delle trovate di Marta e aveva sentito una specie di stupore doloroso nel vedere Maya invece di Eva. Ma era solo perché non era ancora abituato a stare con Maya e Marta, ci aveva sempre giocato insieme ad Eva e a volte…a volte era così preso da sua figlia da dimenticare che…che lei non era più accanto a lui.

    “Papà? Me la leggi o no la favola?”

    La voce di sua figlia lo riscosse dai suoi pensieri. Marco sorrise e cominciò a leggere.

    Era arrivato alla scena del ballo, quando sua figlia lo interruppe:

    “Papà, ma ti sei scoddato una patte! Quando inconta Robin Hood nella foresta!”

    “Che?!” Marta doveva essere proprio stanca, anche se non lo dava a vedere. Cominciava pure a confondere le favole!

    “Marta” cominciò a spiegare, paziente, “questa è Cenerentola, non Robin Hood”

    “Lo so che è Cenneventola!” esclamò la bambina, “Cenneventola incontra Robin hood nella foresta, si innamorano e poi va al ballo pecché lo deve agliutare a rubbare tutti i gioelli, per dalli ai poveri! E poi, pima di scappare insieme, con un colpo di fusta toggono le scappe alle sorellaste e alla matrigna, e loro cadono a terra, tutti i nobili ridono e Cenneventola si vendica!”

    Marco fissò sua figlia sconcertato e, dopo un po’, scoppiò a ridere:

    “Be’, papà se la ricordava un po’ diversa la favola di Cenerentola, però pure così non è male” e continuò a ridere.

    In quel momento, la porta di ingresso si aprì per fare entrare una demoralizzatissima Eva.

    “Ehi, “ la salutò Marco, ancora ridendo, “Vieni un po’ a sentire che si è inventata tua figlia”

    “Bene, mi ci vuole una bella risata, perché la serata è stata un disastro!”

    Marco la guardò, preoccupato, mentre Eva si accovacciava a terra accanto a loro:

    “Che è successo?” le chiese

    “Niente” sospirò Eva, “Ho conosciuto il direttore, abbiamo parlato, ha detto che sono una persona molto interessante e intelligente, ma al momento non è in cerca di personale”

    “Mi dispiace” disse Marco, a cui in realtà non dispiaceva affatto che l’arrivo di Jean fosse rimandato

    “Vabbe’, era solo il primo tentativo” cercò di tirarsi su Eva, “Allora, che si è inventata Marta?”

    Marco cominciò a spiegarglielo, ma Eva lo interruppe quasi subito:

    “Ah, la favola di Cenerentola! Be’, in realtà, non se l’è proprio inventata lei, sono stata io a…a modificarla leggermente”

    “Leggermente?!” rise Marco “Hai fatto scappare Cenerentola con Robin Hood, invece di farle sposare il principe!”

    “E allora?” disse Eva, “I principi sono noiosi, vero, Marta?”

    “Sì, noiosi!” approvò la bambina

    “E poi, con quel vestito azzurro…secondo me, è pure gay”

    “Eva!” esclamò Marco

    “Vuoi mettere Robin Hood?” continuò Eva, con occhi sognanti, “Il principe dei ladri, che ruba ai ricchi per dare ai poveri…quale donna può resistere?” terminò, con un sospiro.

    Marco sorrise, scuotendo la testa:

    “Sei incredibile” sussurrò

    “Che hai detto?” chiese Eva, che non aveva sentito

    Lui la guardò negli occhi:

    “Niente, è che... mi ero quasi dimenticato di quanto…” si fermò, cercando le parole, “Di quanto sei diversa da tutte le altre” concluse, con un tono rauco nella voce e con una luce nei suoi occhi, che indicavano quanto quella semplice frase nascondesse molto di più.

    “Sei unica” continuò Marco, non riuscendo a fermarsi. Gli era mancata. Gli era mancata terribilmente, per tutto il giorno e, adesso che ce l’aveva di fronte, le parole venivano fuori da sole, senza che lui potesse fare niente per controllarle, “Sei…sei Eva” concluse, quasi con lo stesso tono sognante con cui Eva aveva parlato di Robin Hood.

    Eva rimase immobile per quella che sembrò essere un’eternità, incapace di staccare gli occhi da quelli di Marco, dimenticando per un attimo che tra loro era finita, che lui aveva un’altra, volendo credere per un minuto, solo per un minuto, che tutto fosse ancora possibile.

    Poi, con un grandissimo sforzo, distolse lo sguardo e provò a ritrovare la voce:

    “Be’” cominciò, a fatica, “Lo credo bene. È tutta la vita che non faccio altro: sforzarmi di essere speciale, di distinguermi dal resto del mondo, di…di trovare qualcosa di più, qualcosa…”sorrise, “Mi sono persino messa con Christian, per trovare qualcosa di diverso”

    Marco scoppiò a ridere:

    “Be’, lui diverso lo era di sicuro!”

    “Già, è facile ridere per te, tu non hai mai avuto di questi problemi!”

    “Di che problemi parli?”

    Eva lo guardò, sorridendo:

    “Tu non hai bisogno di sforzarti, per essere diverso dagli altri. Anzi, per tutta la vita hai fatto esattamente il contrario di quello che ho fatto io: ti sei messo d’impegno per far credere a tutti di essere come loro, di non avere niente di speciale…quando invece, basta scuotere solo un po’ di polvere per scoprire che sei un diamante”

    Se possibile, Marco era rimasto ancora più sconcertato di quanto non fosse rimasta Eva prima.

    “Ma…ma cosa dici? Io…io ho sempre pensato di…di non essere abbastanza per te…”mormorò

    Eva sorrise ancora e gli arruffò i capelli con la mano:

    “Be’, ti sei sempre sbagliato” e fece per alzarsi, quando lui le afferrò il braccio con la mano.

    “Tu…tu pensi davvero questo di me?” le chiese, fissandola con uno sguardo di fuoco, quasi come se la sua vita dipendesse dalla risposta di Eva.

    Eva non riusciva a capire se lui voleva che lei rispondesse di sì oppure di no, così, optò per la sincerità:

    “Certo che lo penso, l’ho sempre pensato” disse

    E allora perché mi hai lasciato? avrebbe voluto urlare lui, ma, forse temendo la riposta, l’urlo gli si fermò in gola. Marco abbassò gli occhi e la lasciò andare.

    Eva prese Marta in braccio, che nel frattempo, si era addormentata, e si alzò.

    “Scusami ancora per il ritardo, ma potresti farmi un ultimo favore? Io sono stanchissima, ti scoccia di mettere tu a posto qui?”

    “Ma no, figurati, in fondo siamo stati io e Marta a combinare questo macello. Va’ pure a dormire, io metto a posto e poi vado”

    “Grazie” sorrise Eva e sparì su per le scale.

    Marco restò due minuti fermo, prima di cominciare a mettere a posto. Lui lo sapeva perché lei lo aveva lasciato, ecco perché non gliel’aveva chiesto: lui l’aveva delusa, si era rivelato per quello che era davvero (Un coglione! Altro che diamante!) e lei aveva capito di meritare molto di più.

    Marco, io non ti amo più. Mi sono innamorata di Jean…

    Marco ricordava bene il dolore al petto che aveva sentito quando lei gli aveva detto quelle parole…era stato tremendo, ma, in fondo, non era stato inaspettato.

    Lui aveva sempre saputo che quel giorno sarebbe arrivato, che lei non poteva restare innamorata a lungo di uno come lui. Così, non aveva detto una parola e se ne era andato…a cosa serviva lottare contro l’inevitabile?

    Lei poteva anche dire che lui era un diamante…ma Marco sapeva che non ci credeva neppure lei, o meglio, non ci credeva più. Una volta l’aveva creduto…ma ci aveva pensato lui a farla tornare coi piedi per terra e vedere le cose come stavano.

    Quando ebbe finito di mettere a posto, Marco sentì una tristezza infinita. La giornata con sua figlia era finita, doveva tornare da Maya, lo stava aspettando…indossò la giacca, ma invece di uscire, si avviò su per le scale.

    Voglio solo darle il bacio della buona notte, si disse, solo questo.

    Quando entrò in mansarda, dormivano entrambe. Marco sentì il cuore fermarsi e le lacrime inondargli gli occhi…com’erano belle! Era la cosa più bella che avesse visto in vita sua!

    Si avvicinò, in silenzio, per non svegliarle. Si chinò piano per dare il bacio della buona notte a sua figlia, una lievissima carezza a fil di labbra, sempre per non svegliarla.

    Ma Marta era troppo vicino ad Eva. Il profumo della sua pelle gli inondò le narici e Marco non capì più niente.

    Non più padrone del suo corpo e neanche dei suoi pensieri, Marco si coricò accanto a loro e le abbracciò.

    Solo un attimo, solo un attimo, si disse.

    Ma più respirava il profumo dei capelli di Eva, più sentiva sotto le sue mani quelle minuscole di sua figlia, più si sentiva incatenato a loro e incapace di lasciarle andare.

    Marco si dimenticò di Maya, si dimenticò che lo stava aspettando, con le candele accese, per il loro dopocena romantico, si dimenticò persino della sua esistenza.

    Esistevano soltanto Eva e Marta.

    Marco si addormentò, abbracciato alle donne che amava.

    Per una notte, solo per una notte, si illuse di riavere la sua famiglia.

    Ecco fatto, vi avevo detto che i giochi erano finiti e si cominciava a fare sul serio! :wub:
    Vi sarete accorti che ho "preso spunto" da scene che si sono viste nella fiction, ma le ho "leggermente" modificate" come Eva ha fatto con Cenerentola! :255:
    Alla prossima! (chissà quando,,,)
     
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  4. iaia1992
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    Woooow :D;)
     
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  5. Ylenia84
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    Eccomi Laura, avevo già letto ieri ma poi ho avuto da fare e riesco a commentare solo oggi. E fu cosi che jean si levò finalmente dai piedi per la gioia di Marcolino, certo che le sue gaffes fanno davero sorridere, tipiche di Marco :17: :17: :17: , prima convince Eva a trovarsi un lavoro e poi fa dietro front rendendosi conto che se lei trova presto un lavoro il suo "spasimamante" potrebbe tornare alla carica :17: :17: che tenero però :wub: Come modifica le favole Eva non le modifica nessuno :258: :258: :258: :258: La scena che Marco si ritrova davanti salendo in mansarda si commenta da sola :wub: :wub: :wub: ed è stato proprio bello che per un attimo si sia dimeticato di Maya, della cena, delle candele e dell'amore finto che prova nei suoi confronti, perchè sappiamo tutti che quello che lui prova per Maya non è amore, ma soltanto un modo per cercare di dimenticarsi di Eva, ma è impossibile dimenticarsela dopo tutto quello che hanno passato e condiviso, e questo la sa benissimo anche lui. Su quel letto c'era la sua famiglia quella VERA, quella che lui, per quanti sforzi faccia non può e non vuole dimenticare (per fortuna :101: ) tutto il resto del mondo fuori in quel momento non c'era e va benissimo cosi :101: Ora vediamo quanto dura Maya :17: :17: :17: Tranquilla per il seguito, noi siamo qua :101: tanti :280: intanto per questo bel capitolo :101:
     
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  6. fufetta1
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    Sembra che Marco stia tornando sui suoi passi...Eva asi vede che è stracotta di lui......Il racconto della piccola Marta di Cenerentola e Robin Hood è la storia migliore per raccontare quello che Marco ha fatto.......Marco rivuole la sua famiglia....e cosa aspetta a decidersi a fare quello che avrebbe già dovuto fare da un pezzo?
    Con Eva prova delle emozioni incredibili......e ora anche con Marta dopo aver passato una giornata con lei


    Posta al più presto Laura
     
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  7. jameskirk88
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    CITAZIONE (bella'mbriana @ 30/6/2013, 16:03) 
    Eccoci qua, finalmente è finito l'episodio 27! Che dite, sarebbe stato un bell'episodio da vedere, oppure no?
    comunque, adesso, abbiamo finito con gli scherzi e cominciamo a fare sul serio!

    Alla prossima! (ispirazione permettendo :P)

    Solo bello?? :wub: :wub: :wub: :uhm: :uhm: :uhm: :uhm: :uhm: ... emozioni, risate, sentimenti, scene belle, scene comiche, scene tristi... insomma, i Cesaroni.. i vecchi Cesaroni, quelli veri, quelli di una volta... eh ormai li rivediamo solo nelle repliche e in queste FF :263: :263: :263: che dire? Marco che chiude Eva nel capanno degli attrezzi... guarda l'avrei girata io con una macchina da presa in mano pur di vederla in tv, una scena del genere :258: :258: :258: :258: :258: :258: e Eva che vede Marco e Marta mentre dormono?? :uhm: :uhm: :uhm: :uhm: :uhm: Tutto molto, molto, molto bello. Tutto quello che gli autori purtroppo non sono stati capaci di scrivere -_- -_- domani mi rileggo anche l'ultimo capitolo, così' mi rimetto in pari.. intanto Lauretta, complimenti per questo, che è veramente bello :280: :280: :280: :280: :280: :280:
     
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  8. cristalamber
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    Leggermente modificate le scene Laura? Le hai completamente capovolte! E ne è uscito fuori un capolavoro (lasciami esagerare). Non credevo fosse così semplice modificare una situazione. Le tue scene sono commoventi e piene di sentimento, quelle degli autori sono aride e fredde.
    Marco geloso è divertente e ho rivisto la Lucia di una volta. Cenerentola e Robin Hood sarebbero una bellissima coppia.
    La cosa più bella è che a Marco piace stare con la figlia.
    Naturalmente sappiamo già che la principessa si arrabbierà ma sono curiosa di sapere se si sveglierà prima Eva...
    Complimenti Laura, non vedo l'ora di leggere il seguito.

    P.S. Quando ero piccola credevo che il Principe Azzurro fosse solo uno, sempre quello e che se ne andasse in giro a resuscitare principesse morte e a misurare scarpette. Non parliamo poi del principe della Sirenetta, non quello della Disney, quello della fiaba originale. La brutta fine che fa la povera Ariel per amore suo.
     
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  9. nanacy
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    Laura non passavo da qualche giorno in bottiglieria e ho letto soltanto adesso questo splendido capitolo... Marco ed Eva che dichiarano ciò che pensano l'uno dell'altra :uhm: :uhm:, hai usato le parole giuste senza risultare troppo sdolcinata ma romantica al punto giusto, x questo mi piace quello che scrivi ;) ;)
    Complimenti!!
     
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  10. Pierina :)
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    Bellissimo Capitolo continua non lasciarla a metà, sono curiosa di sapere cosa succederà
     
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    Ma questa FF è un sogno ad occhi aperti per i fan di Marco ed Eva.
    Jean gay.
    Marco si rende conto che la sua storia con Maya è la brutta copia della storia con Eva.
    Spero anche se dopo tanto tempo continuerai questa storia, perchè leggendo mi sembra di vedere i loro sguardi e dopo quel traumatico finale è un'impresa non da poco. Ma tu ci sei riuscita e ti ringrazio per questo.
    Aggiorna presto sarebbe un peccato.
    Baci Elisa😚😚😚
     
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