I CESARONI - CAPITOLO IV

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  1. checca.68.9
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    :280: :280: :280: :280: :280: :280: :280: :280: :280: :280: :280:

    Come sempre Jhon fantastico!!!! Quanto ci fai aspettare per sapere di Martina ???? Marco tenerone poverino ha gli incubi,meno male che ci sono Eva e Marta a consolarlo...Cesare poveretto gli hai spostato la partita!!! :258: :258: :258: :258: :258: :258:
     
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  2. jameskirk88
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    Buon pomeriggio a tutti :253: :253: :51: :51: :51: ... seconda parte (sulle cinque totali) di questo ultimo episodio della nostra FF... capitoletto di transizione nel quale assisteremo tra l'altro al ritorno di Lucia a casa Cesaroni e il suo conseguente faccia a faccia con il re degli imbottigliati, che non sarà proprio semplice.... :huh: :huh: :huh: .... vabbè, bando alle chiacchiere, vi lascio alla lettura del capitolo, sperando che vi piaccia :B): :B): :B): :D :D


    Lungo Via Australia, nella zona dell'Eur, martedì 3 maggio 2011, ore 11....



    La macchina attraversò abbastanza velocemente il lungo Viale dell'Umanesimo, ben lontano dagli ingorghi e dal traffico che in quel momento stavano tormentando gli automobilisti che in quel momento si stavano avventurando nelle vie e viuzze del centro cettadino. Aveva sempre pensato che una delle poche cose apprezzabili dell'Eur, probabilmente l'unica, erano le strade e i viali ampi e spaziosi che rendevano molto meno difficoltoso lo scorrere del traffico, e molto meno probabile la formazione di code chilometriche simili a quella in cui era rimasto imbottigliato appena una settimana prima.
    Già, una settimana prima.
    Quante cose erano cambiate in quella settimana. Gli sembrava quasi che fosse passato un secolo. Una settimana prima si trovava seduto allo stesso posto di guida, con l'unica preoccupazione di dover sgridare Marta (cosa che non gli era mai riuscita particolarmente bene) per quello che aveva appena combinato alle povere maestre dell'asilo nido.
    Ora stava percorrendo le strade dell'Eur per andare a casa di una ragazza che sosteneva di essere sua sorella. E che in qualche modo aveva sicuramente bisogno del suo aiuto. Fosse o non fosse sua sorella, ma aveva bisogno di aiuto.
    Ne erano cambiate di cose, in una settimana. Da quando l'aveva incrociata per la prima volta sul marciapiede, avendone prima un'impressione assolutamente positiva e poi una assolutamente negativa, quando gli aveva mostrato quella foto di sua madre che lui non aveva mai visto e quando aveva cominciato a dirgli che era anche sua madre, cosa alla quale lui non aveva assolutamente creduto. Poi quella richiesta di aiuto, disperata. Sembrava sincera, ma come poteva essere sincera una che andava raccontando balle simili??
    Aveva concluso che non lo era e se n'era andato.
    Forse aveva fatto male.
    Osservò con attenzione tutte le case che sfilavano alla sua destra, e si fermò davanti a un grosso condominio, un edificio imponente ma decisamente brutto, come brutte erano quasi tutte le case che gli erano passate davanti mentre attraversava lentamente Via Australia. Accostò al marciapiede e spense il motore, rimanendo per qualche secondo immobile a fissare l'edificio che aveva davanti a se. Ricontrollò sul suo foglietto di carta il numero civico. Era sicuramente quello, e la casa era molto simile a come gliela avevano descritta.
    Scese dalla macchina e si fermò davanti a un cancelletto di metallo, che oltrepassò senza problemi quando si accorse che era appena socchiuso. Percorse poi un lungo vialetto pavimentato, reso un po' più piacevole dalle numerose piante e dai molti alberi che lo circondavano in tutte le direzioni.
    In effetti il condominio non era bellissimo, ma neanche così brutto come si era immaginato che fosse guardandolo da lontano.
    Si fermò davanti a un massiccio portone all'ingresso e scorse velocemente con lo sguardo i nomi che erano segnati nel campanello a parete alla sua destra. Stava per suonare alla porta quando un distinto signore vestito di tutto punto lo precedette uscendo dall'ingresso. Marco lo salutò con un cenno della testa ed entrò, richiudendo il portone dietro di se. C'era l'ascensore, ma aveva visto dal campanello a parete che l'appartamento di Martina Rovai era appena al secondo piano, quindi salì a passo svelto le poche scale che lo separavano dal primo dei nove pianerottoli del condominio.
    Esitò un attimo davanti alla porta di casa, pensando a quello che le avrebbe detto quando se la sarebbe trovata di nuovo davanti, se fosse stato meglio prendere il discorso che le voleva fare alla larga oppure arrivare subito, diritto al sodo. Alla fine scosse la testa, sospirando: "Come dice sempre Eva...?? Le parole ti verranno da sole... speriamo che abbia ragione...." pensò tra se e se, mentre suonava due volte alla porta.
    Aspettò per qualche secondo, senza ottenere risposta. Suonò di nuovo, ma con lo stesso risultato. Accostando l'orecchio alla porta gli sembrò di sentire il brusio di una televisione accesa cessare di colpo, e il rumore soffocato di passi che sembravano avvicinarsi molto lentamente dall'altra parte della porta.
    Aspettò ancora un po', poi diede tre colpetti sulla porta, parlando ad alta voce: "Martina.... Martina, ci sei...??"
    Nessuna risposta. Si accostò di nuovo alla porta, ripetendo ad alta voce: "Martina...?? Sono Marco... tranquilla, voglio solo parlarti... dai, apri la porta... per favore.... " Si fermò per qualche secondo, poi riprese a voce un po' più bassa: "... mi dispiace di averti mandata via in quel modo l'altro giorno... avrei dovuto ascoltarti, ma quando mi hai detto quella cosa ho pensato che tu mi stessi prendendo in giro... se avessi saputo che eri davvero in pericolo ti avrei ascoltata... e ti avrei aiutata... davvero.... ti prego, apri..."
    Si stava rassegnando all'idea che proprio non volesse parlare con lui, ma proprio mentre stava voltando le spalle per andarsene sentì il rumore della porta che, lentamente si apriva.
    Non del tutto, però. Appena uno spiraglio dal quale si intravedeva la sua faccia, ancora tumefatta di lividi e ricoperta di cerotti.
    Marco intravide i suoi occhi che lo guardavano titubanti, quasi impauriti. E la catena che, nonostante avesse ormai capito chi aveva davanti, non sembrava intenzionata a togliere dalla porta.
    Marco, cercando di sorriderle nel modo più rassicurante possibile: "Ciao..."
    Martina, con un filo di voce: "Ciao...."
    Marco, avvicinandosi a lei: "Pensavo che volessi lasciarmi fuori... ma ancora non mi sono proprio convinto del contrario... posso entrare...??"
    Martina, scuotendo la testa: "No... meglio di no..."
    Marco, annuendo: "Come vuoi... tranquilla, ti voglio solo parlare...."
    Martina annuì, piano, con un impercettibile movimento della testa, e poi abbassò lo sguardo per non incrociare quello di Marco.
    Marco: "Come stai...?? Va meglio...???"
    Martina, annuendo: "Un po' meglio... grazie...."
    Marco, sospirando: "Ho parlato con i dottori... mi hanno detto che proprio non vuoi saperne di dire quello che ti è successo veramente..."
    Martina: "Ma io gliel'ho detto...."
    Marco, annuendo: "Si... hai detto che... un marocchino voleva rapinarti davanti alla porta di casa... vero??"
    Martina, annuendo più a se stessa che a Marco: "Si... è... è andata così...."
    Marco, sospirando e alzando lo sguardo verso di lei: "Perchè sei venuta da me....?? Perchè mi hai cercato...???"
    Martina, cercando sempre di non incrociare il suo sguardo: "Io... senti, mi dispiace di averti detto tutte quelle bugie... io... io non ti volevo mentire, non ho niente contro di te... la tua voce in questi anni mi ha aiutato a sentirmi molto meno sola di quanto non sia in realtà... e di questo ti ringrazio tantissimo... io...."
    Marco: "... cosa....??"
    Martina: "... avevo bisogno di sentire il calore di una persona vicino a me... il calore di una famiglia.... perchè è tutto quello che io non ho mai avuto... e mi sono inventata quella storia... non so se speravo davvero che tu potessi credere a una cosa del genere... ma mi sarebbe bastato ascoltare la tua voce da vicino anche solo per qualche minuto... mi dispiace se ho offeso tua madre... credimi, io... io non volevo... mi dispiace tanto...."
    Marco: "Quindi ti sei inventata tutto??"
    Martina, sospirando: "Mi dispiace...."
    Marco, sorridendo: "Un po' come stai facendo adesso...."
    Martina: "Come...??"
    Marco: "Dove l'hai presa...??"
    Martina: "Che cosa...??"
    Marco: "Quella foto che mi hai fatto vedere.... chi te l'ha data...??"
    Martina esitò un attimo, come se stesse cercando frettolosamente la risposta più credibile a quella domanda. Poi alzò lo sguardo verso di lui, guardandolo negli occhi: "Io... io... l'ho trovata..."
    Marco, annuendo: "Dove...??"
    Martina: "A casa di un'amica di tua madre...."
    Marco: "Come si chiamava quest'amica...???"
    Martina, gesticolando: "Ma non me lo ricordo... è successo molto tempo fà...."
    Marco: "Quanto tempo...???"
    Martina: "Ma insomma, cosa vuoi da me???"
    Marco, avvicinandosi alla porta: "Sapere perchè mi stai prendendo in giro...."
    Martina: "Te l'ho già detto perchè...."
    Marco: "No... io voglio sapere perchè adesso stai cercando di prendermi in giro.... adesso... pensi davvero che sia uno stupido...??? Chi te l'ha dato il mio numero di cellulare...???"
    Martina: "Io non ho mai avuto il tuo numero di cellulare..."
    Marco, annuendo: "Ah ecco... quindi quel foglietto in tasca con scritto sopra il mio numero di cellulare ce l'ha messo il marocchino che cercava di rapinarti, giusto...???"
    Martina, sospirando con aria rassegnata: "Senti... io... ho sbattuto la testa e mi sono dimenticata un sacco di cose..."
    Marco, guardandola negli occhi: "Di cosa hai paura...???"
    Martina, scuotendo la testa: "Io non ho paura...."
    Marco, sorridendo: "Si vede... ci hai messo dieci minuti per venire ad aprire la porta...."
    Martina, alzando lo sguardo: "Ti sembra così strano che io sia diffidente dopo quello che mi è successo??"
    Marco, scuotendo la testa: "Lo sai perchè sono venuto qui...?? Un po' perchè volevo sapere come stavi... e un po' perchè l'ultima volta che avevo parlato con te avevo avuto la netta impressione che tu fossi sincera. Forse è per questo che mi sono arrabbiato così tanto. Non riuscivo ad accettare che quello che stavi dicendo poteva anche essere la verità. Ma ora non ho bisogno di sensazioni. Sono sicurissimo che stai mentendo...."
    Martina scosse la testa, cercando di assumere uno sguardo che fosse il più possibile convincente: "Ti sbagli...."
    Marco: "Non credo proprio... senti... ho sbagliato a non ascoltarti... probabilmente se l'avessi fatto tutto questo non ti sarebbe successo... però adesso sono qui... ti devi fidare... si vede benissimo che hai paura di qualcosa... cos'è che ti fà paura...??"
    Martina, scuotendo la testa e abbassando lo sguardo: "Niente...."
    Marco: "Chi ti ha ridotto così...???"
    Martina: "Te l'ho già detto...."
    Marco: "Non ci credo..."
    Martina, sospirando e richiudendo lentamente la porta: "Questo è un problema tuo...."
    Marco trattenne la porta con una mano, guardando negli occhi Martina, cosa che lei cercava sempre di evitare: "Aspetta... ti prego... voglio aiutarti, credimi...."
    Martina, con aria rassegnata: "Non cè niente che tu possa fare per me Marco... niente...."
    Marco: "Ti sbagli, non è così... so che avrei dovuto aiutarti una settimana fà, che non l'ho fatto e che adesso tu non ti fidi più di me... dammi un'altra possibilità... "
    Nella penombra del corridoio dietro la porta Marco intravide un sorriso che si dipingeva sul suo volto, poi alzò lo sguardo e allungò una mano verso di lui sfiorandogli la spalla: "Sono sicura che lo faresti.... ma io non posso chiedertelo... scusami... per tutto...." Ritrasse la mano e chiuse la porta davanti a se. In piedi sul pianerottolo davanti alla porta, Marco sentì i suoi passi che si allontanavano molto lentamente in corridoio, e poi più niente.
    Si appoggiò con entrambe le mani sulla porta, abbassando lo sguardo e scuotendo la testa. Rimase lì per qualche secondo, pensieroso. E deluso.
    Gli sembrava strano anche solo pensarlo, ma negli ultimi giorni si era quasi abituati all'idea che quello che gli aveva detto Martina fosse la verità. Pensava più a come avrebbe fatto a dare una notizia del genere a suo padre e a tutto il resto della famiglia, che non al fatto che potesse essere o non essere vera. Aveva ripensato tante volte a quei pochi minuti in cui lui e Martina si erano incrociati sul marciapiede. E pià ci ripensava, più aveva l'impressione che fosse stata sincera.
    Di tutte le cose che aveva immaginato gli potesse dire Martina ritrovandoselo davanti dopo una settimana, quelle che aveva appena sentito proprio non se le aspettava.
    Si accostò di nuovo alla porta, parlando ad alta voce: "Senti, non lo so perchè non mi vuoi dire la verità.... e non voglio insistere... però... se dovessi cambiare idea, se avessi voglia di parlarmi... io ci sono... lo sai dove trovarmi... ci conto eh...." Guardò lo spioncino sulla porta ancora per qualche secondo, poi si voltò percorrendo di nuovo il pianerottolo e scendendo le stesse scale sulle quali era salito pochi minuti prima.
    Con un po' di amaro in bocca, ma tutt'altro che rassegnato.
    Adesso, più che mai, era convinto che quella ragazza avesse davvero bisogno di aiuto.


    Se in quel momento anzichè ridiscendere le scale avesse potuto entrare da quella porta che non era riuscito a farsi aprire, si sarebbe trovato in un corridoio quasi completamente immerso nell'oscurità, fatta eccezione per la poca luce che filtrava dalla finestre nelle varie stanza che erano solo accostate, e non sprangate come tutte le altre. Percorrendo quel corridoio fino in fondo sarebbe entrato in un ampio soggiorno, con due finestre sulle pareti, entrambe chiuse, un grosso divano e due poltrone intorno a un tavolino di vetro, o meglio, a quello che ne rimaneva. Il resto era finito in mille pezzi sul pavimento sottostante.
    Una sedia di legno completamente sfasciata, i cui segni erano ancora ben visibili sulla parete soprastante.
    E, rannicchiata in un angolo non molto distante dal punto in cui la sedia era stato sbattuta con violenza contro la parete, la sagoma di Martina che se ne stava immobile, con le braccia intorno alle ginocchia e il volto tristemente appoggiato sulle gambe.
    Di tanto in tanto alzava la testa, guardandosi intorno con un misto di sgomento e di rassegnazione. Gli occhi gonfi, e arrossati. Le guance solcate dalle lacrime che scendevano copiose. Il silenzio della stanza rotto di tanto in tanto dai suoi singhiozzi.
    Continuava a sentire le parole di Marco, anche se ormai lui era sicuramente lontano.
    E risentiva anche le risposte che lei gli aveva dato.
    Non la sorprendeva che Marco non avesse creduto a una parola di quello che lei gli aveva detto. Buffo, una settimana prima cercava di convincerlo di una verità, e non ci riusciva. Adesso cercava di convincerlo di una bugia, e non ci riusciva lo stesso.
    "Sei proprio una buona a nulla....", disse tra se e se, prima di appoggiare la testa sulle ginocchia e immergersi di nuovo nei suoi pensieri.
    Fra tutti i dubbi che aveva in quel momento, c'era una cosa di cui era assolutamente sicura e che la preoccupava moltissimo. Marco aveva capito benissimo che quello che gli aveva detto non era la verità.
    E aveva capito benissimo che aveva paura. Tanta.
    Gli sarebbero bastate le spiegazioni che gli aveva dato da quella porta mezza socchiusa? Forse, ma ne dubitava molto.
    E in fondo, anche se cercava di allontanare quest'idea dalla testa, ne era quasi soddisfatta.
    Lei non aveva il coraggio di affrontare quella situazione. Ci aveva provato, in tutti i modi, ma non ci era riuscita. E adesso il coraggio per riprovarci di nuovo dopo quello che le era successo, proprio non riusciva a trovarlo.
    Poteva solo sperare che l'unica persona che in quel momento si interessava a lei non si accontasse di tutte le stupidaggini che gli aveva appena detto e che decidesse di scoprire da solo la verità.
    Conosceva Marco solo da una settimana e ci aveva parlato appena due volte.
    Eppure, chissà perchè, era sicurissima che quella non sarebbe stata l'ultima occasione nella quale si sarebbero incontrati.



    Casa Cesaroni, quella stessa sera, ore 20.30...



    "Quando rimani davanti ad un testo per più di cinque minuti senza scrivere niente, la cosa migliore è posare penna e taccuino, sciacquarsi la faccia, prendersi un bicchiere d'acqua e riposarsi per un'oretta... e dopo, solo dopo, riprovare ad andare avanti..."
    Questo quello che gli aveva sempre detto Franco, un consiglio che gli era sempre stato molto utile tutte le volte che si era trovato a dover scrivere una canzone, anche quelle che lo mettevano più in difficoltà. Come quella Ninna Nanna, che lo fece penare per settimane, alla ricerca delle parole più giuste ed appropriate.
    E alla fine le aveva trovate.
    E adesso?? In tutto il pomeriggio aveva posato penna e taccuino sul divano almeno cinque volte, o forse di più. Aveva provato a sciacquarsi la faccia e a ricominciare dopo un'ora. Ma niente, quelle maledette parole proprio non ne volevano sapere di arrivare. Ripensò con un po' di nostalgia alle prime canzoni che aveva composto subito dopo aver ritrovato la sua chitarra nel ripostiglio di casa. Allora gli sembrava tutto facile.
    Adesso gli sembrava tutto tremendamente difficile.
    Certo, l'ambiente circostante non è che fosse molto favorevole alla scrittura: a un metro e mezzo da lui Rudy e Mimmo si stavano azzannando alla console della Play Station, con Marta che di tanto in tanto cominciava a saltare sulla poltrona accanto a loro tutte le volte che Mimmo metteva a segno qualche punto.
    Giulio e Cesare stavano parlando in cucina, anche se dal tono della voce gli sembravano più vicini di quanto non lo fossero Rudy e Mimmo. Parlavano (o meglio, urlavano) del matrimonio.
    Giulio: "Ah Cè, mamma mia.... visto che ce siamo togliamo direttamente la Chiesa, così te sposi nella piazzetta davanti..."
    Cesare: "Eh mica sarebbe 'na cattiva idea... ahò, ma 'ndo s'è mai visto che te chiedono li soldi pure per entrà in Chiesa... ma che semo impazziti..."
    Giulio: "Ma è possibile che tutte le volte ce dovemo sempre far riconosce, eh...???"
    Cesare: "Perchè, che vorresti dì, che sò tirchio...???"
    Giulio: "No mica... m'era parso...."
    Cesare, gesticolando: "Io nun sò tirchio... sò oculato... capito...???"
    Giulio: "Allora che famo, prenotamo la piazzetta con annessi altare e poltrona per il matrimonio???"
    Cesare: "Ma nun ce sarebbe verso d'avè uno sconto su 'sta tariffa...???"
    Giulio: "Guarda che è un matrimonio, mica un vestito a offerta ai grandi magazzini...."
    Cesare: "E allora...???"
    Giulio: "Se vabbè, bona notte... "
    Marco si decise finalmente a posare una volta per tutte il suo taccuino, persuaso che quella non era esattamente la serata giusta per cercare di buttar giù qualcosa di buono. Si alzò dal divano ed entrò in cucina, dirigendosi verso il frigorifero.
    Giulio, alzando lo sguardo e rivolgendosi a lui: "Ah Marcolì, digli qualche cosa te che io nun sò più che fare...."
    Cesare, gesticolando: "No, digliela a lui qualche cosa... che secondo lui per sposasse bisognerebbe accende un mutuo...."
    Marco, prendendo una bottiglia d'acqua dal frigorifero: "Qualcuno l'ha fatto..."
    Cesare: "Qualcuno se butta pure al mare il primo dell'anno, ma io mica glie vado dietro...."
    Giulio, scuotendo la testa: "Sei uno spilorcio Cè...."
    Cesare: "Oculato, prego... oculato...."
    Giulio: "Se vabbè...."
    Marco rise tra se e se mentre prendeva dal frigorifero una bottiglia d'acqua, poi andò a sedersi a tavola proprio davanti a Cesare, che si stava rigirando tra le mani un fogliettino che ormai sembrava più consumato di quanto non sarebbe stato se fosse stato messo in una lavatrice.
    Marco: "Cos'è quello...??"
    Cesare, alzando gli occhi al cielo: "E' 'na catastrofe... un cataclisma è...."
    Giulio, sospirando: "E' il preventivo del matrimonio...."
    Cesare, allargando le braccia: "Guarda qui... guarda che roba... da 'sta botta me rialzo nel 2030... se tutto va bene..."
    Marco, prendendo in mano il foglietto consumato: "Vabbè dai, non è una gran cifra... entro una decina d'anni ce la dovresti fare ad ammortizzare le perdite..."
    Cesare: "Ma che me stai a pija per il sedere, si...???"
    Marco: "Io...?? Come ti viene in mente...???"
    Cesare, rivolgendosi a lui: "Se potrebbe fà come fecero loro..."
    Giulio: "Loro chi...???"
    Cesare: "Come chi... loro due, no...?? Te ricordi come vennero in Chiesa?? In pantaloni e maglietta... lo potrei fà pure io...."
    Giulio, guardandolo dubbioso: "Te...??"
    Cesare: "Eh...."
    Giulio, squadrandolo da capo a piedi: "Si ma bisogna che ne trovi una bella larga, sennò ce sta che te scambino per un bagnante sulla spiaggia de Fregene..."
    Cesare: "Guarda che io sò un figurino... negli ultimi mesi sò pure dimagrito...."
    Giulio: "Ah davvero...?? E de quanto...??"
    Cesare: "Come de quanto...?? Che nun se vede... ho perso la bellezza de cinque etti e mezzo...."
    Giulio, annuendo: "Se nota a prima vista proprio...."
    Marco, ridendo e scuotendo la testa: "Vabbè zio, il vestito da sposo già ce l'hai, no..??"
    Cesare, scuotendo la testa: "No..."
    Marco: "Come no...?? Scusa, quello che c'avevi al matrimonio di papà e Lucia e al mio non era mica male...."
    Giulio: "Eh certo, c'ha ragione... te po mette quello..."
    Cesare: "A meno che nun resusciti, me pare un po' difficile...."
    Marco, dubbioso: "Perchè, che gli è successo...???"
    Cesare, gesticolando: "E che gli è successo.... gli è successo che tre mesi fà s'è fatto un bel giretto in lavatrice insieme al bucato, ecco che gli è successo... era rimasto nel mezzo tra due tovaglie, e...."
    Marco: ".... e...??"
    Cesare: "... e Pamela nun l'aveva visto...."
    Giulio: "Ecco...."
    Marco, passandosi le mani tra i capelli: "Non si può proprio recuperare, eh??"
    Cesare: "Ah non lo so.. magari se se incollano i pezzi col nastro adesivo...."
    Marco: "Potresti prendere quello di papà...."
    Giulio, voltandosi verso di lui: "Il mio...???"
    Marco: "Eh...."
    Giulio, annuendo: "Se te riesce allargarlo...."
    Cesare: "Guarda che nun c'è mica tutta 'sta differenza tra te e me...."
    Giulio: "No mica... che voi che siano 'na ventina de chili...."
    Marco, sospirando e scrollando le spalle: "Zio... mi sa che ti tocca...."
    Cesare: "Me tocca che...???"
    Marco, mettendogli una mano sulla spalla: "... comprarti uno smoking nuovo...."
    Cesare, sgranando gli occhi: "LO smoking nuovo...?? Ma che sei matto... costerà almeno cento euro...."
    Giulio: "Quanto...???"
    Cesare: "Vabbè, famo duecento...."
    Marco: "Sali sali zio....."
    Cesare: "... trecento....??"
    Marco: "Sali sali....."
    Cesare: ".... quattrocento....???"
    Marco: "Un altro po' ancora....."
    Cesare, gesticolando: "Li mortacci sua... ma che me vogliano vedè sul lastrico questi...???!!"
    Marco, sorridendo e alzandosi in piedi: "Vabbè dai zio, vedrai che alla fine spenderai molto meno di quello pensi...."
    Cesare: "Dici...??"
    Marco, annuendo: "Ma si... vedrai che alla fine dei conti, con quindicimila euro al massimo te la cavi...."
    Cesare: "Ah beh, meno ma..... " Si bloccò, sgranando gli occhi: ".... quindicimila che....???????"
    Marco: "Che vuoi che sia zio... i soldi vanno e vengono...."
    Cesare, passandosi una mano tra i capelli: "A me me pare che qui vanno... e basta..... mamma mia che botta... che botta povero me... sò rovinato... rovinato sò...."
    Marco uscì dalla cucina ridendo e scuotendo la testa, lasciando Giulio e Cesare alle loro complesse disquisizioni finanziarie. Aveva appena rimesso piede in soggiorno, quando sentì il campanello di casa suonare tre volte. Diede uno sguardo all'orologio, vedendo che erano appena le nove meno dieci. Eva stava lavorando a uno speciale agli studi di TeleTua, e non sarebbe dovuta rientrare prima delle undici e mezza di sera.
    E poi ovviamente Eva aveva le chiavi di casa.
    Giulio, parlando dalla cucina: "Ma chi è a quest'ora...??"
    Marco, alzando le spalle: "Boh, non lo so... Eva sicuramente no... ha le chiavi...."
    Giulio: "Vai te ad aprire....??"
    Marco: "Si si, vado io...."
    Si avvicinò alla porta, sorridendo tra se e se: "Stà a vedere che è Walter...."
    Giulio: "Walter....??"
    Marco: "Eh... in una settimana ha già trovato cinque volte la casa giusta per lui e Simona...."
    Cesare, alzando gli occhi al cielo: "Ma che c'avranno tutti quanti... tutti c'hanno voglia de spende... de spende...."
    Giulio: "Eh certo... mica sò tutti spilorci come te...."
    Cesare: "Oculato....."
    Giulio: "Ah già, me n'ero scordato...."
    Marco , ridendo e aprendo la porta: "Walter... non ti sembra un po' tardi per...." Si bloccò quasi subito quando si accorse che la persona che aveva davanti non somigliava certo a quella che si aspettava di vedere.
    Anzi, era quella che proprio non si aspettava di vedere. Almeno non così presto. Dopo qualche secondo di stupore, Marco sorrise andando incontro all'inaspettato visitatore che aveva davanti.
    O meglio, all'inaspettata visitatrice.
    Marco: "Lucia... che bello rivederti.... ma sei un po'...."
    Lucia, sorridendogli e abbracciandolo forte: "... in anticipo...??"
    Marco: "Eh infatti... non ti aspettavamo prima di giovedì...."
    Lucia, annuendo: "Eh lo so.... ma per fortuna il preside ha accettato di darmi qualche giorno di ferie in più... ho dovuto penare un po' per convincerlo, ma alla fine ci sono riuscita... la verità è che avevo una gran voglia di rivedervi...."
    Marco, sorridendo: "Beh, anche noi.... erano cinque mesi che non ti vedevamo...."
    Lucia, annuendo: "Si, hai ragione... ma sai com'è... è stato già abbastanza difficile così, a centinaia di chilometri di distanza... se fossimo stati più vicini...."
    Marco: "Lo so lo so... dai entra... che vuoi rimanere sulla porta...??"
    Lucia, guardandolo negli occhi: "Lui... è in casa...??"
    Marco, annuendo: "Vabbè dai, non ti preoccupare... è troppo impegnato per arrabbiarsi con te..."
    Lucia: "Perchè, che sta facendo...??"
    Marco: "Sta ricontrollando il preventivo del matrimonio insieme a zio Cesare...."
    Lucia, sorridendo: "Un impegno lungo...." Entrò in casa, quasi in punta di piedi, seguita da Marco che richiuse la porta dietro di loro.
    Marco la vide sorridere mentre passava lo sguardo da un particolare all'altro di quella casa nella quale aveva passato quattro anni della sua vita.
    Guardò le scale sulle quali era salita tante e tante volte prima di andare a letto, o quando doveva andare in camera dei ragazzi o delle ragazze per fare quattro chiacchiere con loro. E nei primi tre o quattro mesi dopo il suo arrivo in quella casa aveva dovuto farlo molte volte.
    Guardò il soggiorno, e quel divano dove aveva passato decine, centinaia di serate. Il tavolo sulla destra dove Eva e Alice si mettevano sempre a fare i compiti, e accanto al quale Eva due anni prima le aveva detto di essere incinta.
    Entrò lentamente in soggiorno, dove Rudy e Mimmo continuavano il loro serratissimo duello alla Play Station.
    Rudy: "Ah ah... non c'è niente fare nano... sei sempre la solita schiappa...."
    Mimmo: "Cosa...?? Ma se ti ho battuto cinque volte.... cinque....."
    Rudy: "Solo due volte... e perchè ti ho fatto vincere io...."
    Mimmo: "Due volte...?? Ma chi credi di prendere in giro...???"
    Rudy: "Perchè nelle altre tre hai barato...."
    Mimmo: "Io ho barato...??? Guarda che sei te quello che bara sempre...."
    Rudy: "Io...?? Ma se siete due contro uno...???"
    Marta, in piedi sulla poltrona: "Io guardo e basta....!!"
    Rudy: "Tu non fai altro che distrarmi... ti sei messa d'accordo col nano...."
    Mimmo: "Non ho bisogno di mettermi d'accordo con qualcuno per farti mangiare la polvere...."
    Rudy: "Ah si eh..?? Allora facciamone un'altra se ne sei tanto convinto...."
    Mimmo: "Quando vuoi...."
    Rudy: "OK... allora facciamo lo spareggio... ma niente trucchi...."
    Mimmo, sorridendo verso di lui: "Non ho bisogno di trucchi...."
    Lucia sorrise scuotendo la testa, e poi si avvicinò lentamente al divano: "Quante fodere di divano avete distrutto così da quando sono andata via...?? Una decina per lo meno..."
    Rudy, scuotendo la testa: "Si, al mese...." Lui e Mimmo si scambiarono un'occhiata perplessa, poi si voltarono insieme e incrociarono lo sguardo di Lucia.
    Mimmo, sgranando gli occhi: "Lucia....!!!"
    Rudy, stupito: "E... e tu che ci fai qui??"
    Marta, saltando sulla poltrona e agitando le manine: "Evviva evviva.... è tornata zia Lucia.... è tornata zia Lucia....!!!"
    Lucia, ridendo e voltandosi verso Marco: "Zia eh...?? Mi fa sempre sentire qualche anno di meno addosso...."
    Marco, ridendo: "E a me a volte ne fa sentire qualcuno di più, te lo garantisco..."
    Rudy e Mimmo si alzarono dal divano e andarono ad abbracciare Lucia, mentre Alice scese proprio in quel momento dal piano di sopra per vedere cosa stesse succedendo in soggiorno con tutto quel trambusto.
    Giulio e Cesare, presi com'erano dalla loro conversazione, ci misero qualche secondo per capire che in realtà non era entrato Walter dalla porta, ma qualcun altro. Poi Giulio sentì quella voce. Una voce che conosceva fin troppo bene, anche se sperò fino all'ultimo che a fargliela sentire fosse soltanto la sua immaginazione. Si alzò dal tavolo e si diresse fuori dalla cucina, fermandosi proprio all'entrata del soggiorno quando vide tutti i ragazzi intenti a salutare e ad abbracciare qualcuno.
    Cesare, raggiungendo Giulio all'entrata del soggiorno: "Ahò... ma che c'è, 'na festa a sorpresa..???"
    Giulio, annuendo: "E che sorpresa...."
    Lucia si voltò verso di loro.
    E incrociò di nuovo lo sguardo di Giulio.
    Quanto tempo era passato dall'ultima volta che era successo...?? Più o meno cinque mesi. E, a cinque mesi di distanza, notò in quello sguardo la stessa tristezza e la stessa delusione che aveva visto quella sera. Si avvicinò a lui di qualche passo, tenendo in braccio la piccola Marta che nel frattempo si stava divertendo un mondo a giocare con le ciocche di capelli di Lucia.
    E in quel momento, di tutti i Cesaroni presenti in soggiorno, sembrava l'unica a non essere in imbarazzo.
    Lucia, guardandolo negli occhi: "Ciao...."
    Giulio, annuendo: "Buonasera.... non t'aspettavamo così presto...."
    Lucia, sospirando: "Si, lo so... ma mi sono presa qualche giorno in più per stare un po' con i ragazzi... non ti dispiace, vero??"
    Giulio, scuotendo la testa e stringendo i pugni: "Certo che....."
    Marco, che aveva intuito la piega che stava per prendere quella conversazione, si sbrigò ad intervenire precedendo la risposta di Giulio: "... certo che no Lucia... ma scherzi??"
    Lucia: "Posso anche restare in albergo per questi quattro giorni... non c'è problema...."
    Giulio, annuendo: "Me sembra...."
    Marco, andando verso di lui: "... una pessima idea... ma dai, quale albergo?? Siamo stati cinque mesi senza vederti mai..."
    Giulio, borbottando tra se e se: "... e potevamo stà pure altri cinque..."
    Lucia, sorridendo e annuendo: "Guarda che t'ho sentito, sai... "
    Giulio, gesticolando: "Vabbè, tanto pure se nun me sentivi lo sapevi già come la pensavo, no...??"
    Lucia, annuendo: "Lo so lo so... tranquillo, solo pochi giorni... il tempo di stare un po' con i ragazzi, le ragazze, la mia nipotina... e di vedere Cesare e Pamela che si sposano, e poi me ne vado... non ti accorgerai neanche della mia presenza, te l'assicuro..."
    Giulio: "Questo me pare difficile...."
    Marco, dandogli una pacca sulla spalla: "Papà.....!!!"
    Lucia, sorridendo: "No, ha ragione.... avrei dovuto avvertire prima di arrivare...."
    Giulio: "Ecco...."
    Marco, lanciandogli un'occhiataccia: "Ma non diciamo sciocchezze, per favore.... vieni, ti aiuto a portare la valigia al piano di sopra..."
    Giulio: "Come al piano de sopra, oh...???"
    Marco: "Eh papà... al piano di sopra, si...."
    Giulio: "Ma al piano di sopra ce sto io...!!!"
    Marco, alzando gli occhi al cielo: "In camera delle ragazze, papà...."
    Giulio, sospirando: "Ah... in camera delle ragazze...."
    Marco: "Vabbè, se vuoi Rudy o Mimmo possono dormire sul divano per una notte e cedere uno dei loro letti a Lucia...."
    Giulio, gesticolando: "No no no no.... ah Marcolì, che stai a scherzà???"
    Lucia, ridendo e scuotendo la testa: "Non mi incontrerai... parola d'onore...."
    Giulio, annuendo e tornando in cucina: "Speriamo...."
    Lucia, rivolgendosi a Cesare: "Allora Cesare... ci siamo finalmente, eh...??"
    Cesare, annuendo: "Eh eh... me sa de si..."
    Lucia: "Ma quand'è che avete deciso...??"
    Cesare: "Ma guarda, è stata.... come dire.... 'na decisione presa dopo lunga e ponderata riflessione...."
    Rudy, ridendo: "Si, dopo una lunga corsa più che altro..."
    Lucia, dubbiosa: "Come...???"
    Cesare, lanciandogli un'occhiataccia: "No niente... un piccolissimo malinteso che abbiamo avuto qualche giorno prima che decidessimo de sposarci... niente de che, s'è risolto tutto...."
    Rudy: "... con un bel bagno...."
    Lucia, aggrottando la fronte: "Un... bagno...??"
    Marco, sorridendo e scuotendo la testa: "E' un po' lunga da raccontare...."
    Rudy, annuendo e sorridendo malizioso: "Parecchio lunga.... se vuoi te la racconto io...."
    Marco, lanciandogli un'occhiataccia: "Meglio di no...."
    Cesare, annuendo: "Ecco...."
    Lucia, ridendo e rivolgendosi a Cesare: "Pamela...?? Sarà raggiante immagino... non aspettavo altro da un bel po' di tempo..."
    Cesare: "Ah quello senz'altro... pure un po' troppo...."
    Lucia: "Troppo...?? Perchè troppo...???"
    Cesare: "No niente, è che sta aggiungendo qualche voce de troppo all'elenco delle spese..."
    Lucia, gesticolando: "Ma dai Cesare, e che ti preoccupi per questo...?? Pensa al grande passo che stai per compiere... queste sono cose che non hanno prezzo..."
    Cesare, annuendo mesto: "Fidati... ce l'hanno...."
    Marco, ridendo: "Vabbè, andiamo và..."
    Lucia, avvicinandosi ad Alice: "Allora....?? Tutto bene... il liceo, gli amici, i fratelli... Matteo...."
    Alice, sorridendo imbarazzata: "Matteo...?? Che c'entra Matteo...???"
    Lucia: "Beh, qualcuno mi ha detto che tra di voi le cose vanno a meraviglia...."
    Alice, sorridendo e scuotendo la testa: "Eva.... "
    Lucia, allargando le braccia: "Eh beh, non sarebbero sorelle maggiori se non fossero impiccione...."
    Alice, annuendo: "Comunque la spia ha lavorato bene... è vero, va benissimo...."
    Lucia, sorridendo verso di lei: ".... e il resto??"
    Alice: "Quale resto??"
    Lucia, sorridendo: "La scuola, gli amici, i fratelli...."
    Alice, annuendo: "Uhm... gli amici sono quelli di sempre... Rudy non è peggiore di come è sempre stato.. e la scuola va abbastanza bene..."
    Lucia: "A parte l'ultimo compito...."
    Alice, facendo finta di niente: "Compito...?? Che compito....???"
    Lucia, scuotendo la testa: "Non negare... tanto lo so che è così... "
    Alice, sbuffando: "La stessa spia di prima...??"
    Lucia: "No, la preside della tua scuola... è sempre meglio avere più di una spia, non si sa mai...."
    Alice, indicando Rudy con un cenno della testa: "Se vuoi sapere dell'insufficienza, chiedi a lui..."
    Lucia: "A lui...?? E che c'entra Rudy, scusa...??"
    Rudy, gesticolando: "Ecco, che c'entro io se le serate prima dei compiti le passi tutte a casa di un certo Matteo....???"
    Alice, andandogli davanti: "Io avevo studiato.... e il mio compito era perfetto.... solo che quella là si è convinta che siccome sono sua sorella e passo un sacco di tempo in compagnia dei suoi amici, allora dovevo essere in loro compagnia anche quando si divertirono a far saltare in aria quel prato durante la gita in campagna... capirai, quella poveretta si trovò proprio sulla stessa strada di quella mandria di pecore mentre se la davano a gambe dal prato... s'è dovuta lavare dieci volte prima di tornare ad avere un odore simile a quello di un essere umano..."
    Rudy, gesticolando: "Ma come facevo a sapere che avrebbero portato le pecore proprio su quel prato...???"
    Alice: "Volevi che venissero a pascolare nel giardino di casa nostra...???"
    Lucia, annuendo: "Va bene va bene, ho capito... vedrò di parlarci in questi giorni... se nel frattempo voi evitate di far saltare in aria tutta la scuola mi facilitereste di molto il compito..."
    Rudy, pensieroso: "Uhm... ci proverò, ma non prometto niente...."
    Lucia: "Grazie... ora si che mi sento più tranquilla...." Si rivolse a Marco che dopo aver riposto la sua valigia nella camera delle ragazze era tornato al piano di sotto: "Eva...??"
    Marco: "E' al lavoro.... ha dovuto fare gli straordinari... "
    Lucia: "Torna tardi...??"
    Marco: "Non prima delle undici... mi ha detto che era un lavoro piuttosto lungo..."
    Lucia, annuendo: "Ho capito... allora mi sa che la saluterò domani... stasera sono stanchissima... non sono sicura di reggere neanche fino alle dieci...."
    Mimmo, avvicinandosi a lei: "Perchè non ci fai compagnia mentre giochiamo alla Play Station...??"
    Lucia, aggrottando la fronte: "Io non ci so giocare, lo sai..."
    Mimmo: "Certo... ma stai tranquilla che se stai vicina a noi la voglia di dormire ti passerà subito...."
    Marco, annuendo: "Garantisco... è la verità...."
    Lucia, scoppiando a ridere: "Non ne dubito... vabbè, ci penso... intanto vado a disfare i bagagli... " Mentre Mimmo e Rudy rientravano in soggiorno, ansiosi di cominciare il loro spareggio, Marco si rivolse di nuovo a Lucia: "Posso darti una mano??"
    Lucia: "Non c'è bisogno... torna pure a scrivere... ho visto il tuo taccuino sul divano...."
    Marco, sorridendo: "Si, infatti... sul divano...."
    Lucia: "Cioè...??"
    Marco: "Diciamo che ultimamente non sono particolarmente ispirato...."
    Lucia, sorridendo: "Vabbè dai, capita...."
    Marco, annuendo: "Si, sicuramente.... senti....."
    Lucia: "Si...??"
    Marco: "So che non sono affari miei e che non devo immischiarmi, anche perchè in questo periodo ho già abbastanza problemi per conto mio, però.... tu e papà.... avete mai... provato a parlarvi, a chiarirvi....ci avete mai provato??"
    Lucia, sorridendo: "... e tu pensi che questa sia una buona occasione per farlo, giusto??"
    Marco, ridendo: "Io penso che non mi hai risposto...."
    Lucia, annuendo: "Ci abbiamo provato...."
    Marco: "...e??"
    Lucia: "... e non ci siamo chiariti...."
    Marco, annuendo e guardandola negli occhi: "... e non c'è proprio speranza che uno di voi... ci riprovi...??"
    Lucia: "Marco... l'hai visto come stiamo io e tuo padre... non riusciamo più neanche a guardarci in faccia senza cominciare a litigare... come pensi che possiamo cominciare una conversazione degna di questo nome...?? Sarà già tanto se in questi quattro giorni riusciremo a convivere e a ignorarci il più tranquillamente possibile sotto lo stesso tetto... mi dispiace, ma penso che di più proprio non si possa fare..."
    Marco, annuendo: "Senti... l'ultima cosa e poi ti lascio andare a disfare i bagagli... quello che vide a Torino in quel ristorante.... era vero...??"
    Lucia, sospirando: "Mi ha visto.... quindi è successo...."
    Marco, sorridendo: "Lo sai, sei diventata molto brava...."
    Lucia: "In cosa...??"
    Marco: "A svicolare dalle domande più insidiose senza rispondere...."
    Lucia, sorridendo: "... e tu sei diventato molto più bravo di prima ad accorgerti quando lo faccio.... come mai??"
    Marco: "Diciamo che ultimamente mi sono allenato molto... papà, tu, Olga, Martina...."
    Lucia: "Chi è Martina??"
    Marco, sorridendo: "Una lunga storia...."
    Lucia: "Un'altra..?? Caspita, ne avrete di storie da raccontarmi in questi giorni... ce la farete a raccontarmele tutte??"
    Marco: "Io si... e tu ce la farai....??"
    Lucia: "A fare cosa...??"
    Marco: "A rispondermi a una domanda senza svicolare...."
    Lucia, sorridendo e annuendo: "Ci proverò... ma non adesso per favore... sono troppo stanca...."
    Marco, annuendo: "Va bene... ti lascio andare... però mi devi qualche risposta... non sperare di cavartela così..."
    Lucia, scuotendo la testa: "Non ci penso nemmeno...."
    Marco, sorridendo: "Ecco brava..."
    La vide salire lentamente le scale e sparire al piano di sopra, e pensò che probabilmente aveva ragione lei. Gli sguardi che si erano lanciati in quei pochi minuti nei quali si erano incrociati davanti alla porta parlavano più di mille discorsi. Ormai era finita, e cercare di rimettere insieme i cocci sarebbe stata soltanto fatica sprecata. E lo sarebbe stata ancora di più cercare di capire come si erano rotti quei cocci.
    Si erano rotti, punto.
    Tornò in soggiorno a riprendersi il suo taccuino e la sua penna e poi se ne andò al piano di sopra, sperando di trovare finalmente le parole giuste per riempire quella paginetta che era rimasta ancora mestamente vuota.
    E soprattutto, sperando che la ricerca di quelle parole lo distraesse almeno per un po' di tempo da tutti i pensieri che gli stavano affollando la mente.
    Anche se, in realtà, sapeva che molto probabilmente non sarebbe successo.


    Qualche ora dopo....


    Per diverse settimane, dopo che si era trasferita a Torino aveva fatto l'abitudine a non dormire la notte, a rigirarsi nel letto cercando inutilmente di trovare la posizione giusta.
    Però, in quella casa, non le era mai successo. Certo in quel letto piccolo e un po' stretto non c'aveva mai dormito prima, ma sapeva bene che non era colpa del letto se proprio non riusciva a prendere sonno.
    Dopo un'ora e mezza di tentativi andati a vuoto pensò che forse fare due passi, bere un bicchiere d'acqua e sciacquarsi un po' la faccia l'avrebbero aiutata a rilassarsi un po'.
    Passò davanti alla sveglia del comò di Alice, notando che erano appena le due del mattino. Uscì dalla camera e percorse il piccolo pianerottolo del piano di sopra, ricordandosi della promessa solenne che aveva fatto a Giulio: "Tranquillo, non ci incontreremo..."
    Lucia, pensando tra se e se: "Speriamo bene... una litigata alle due del mattino non sarebbe certo il modo migliore per salutare il mio ritorno a casa, anche se provvisorio..."
    Scese lentamente le scale ed entrò in cucina. Senza badare al fatto che, in realtà, la luce della cucina era già accesa e che qualcun altro aveva avuto la sua stessa idea per cercare di riprendere sonno.
    Giulio stava trafficando con le bottiglie del frigorifero, prendendo prima quella dell'acqua, poi quella della birra, poi la caraffa del succo di frutta.
    Lucia, stropicciandosi gli occhi: "Meglio l'acqua..."
    Giulio si voltò di scatto, trovandosi davanti la persona che proprio non avrebbe voluto trovarsi davanti. Si passò una mano tra i capelli, sospirando: "Ahò... ma che sei impazzita...?? Che s'arriva così alle spalle della gente... me stavi a fà piglià un altro infarto, me stavi a fa piglià...."
    Lucia: "Scusa... ero venuta solo a prendere un bicchiere d'acqua...."
    Giulio, richiudendo il frigorifero: "Com'è che nun dormi...?? Eppure de pensieri ce ne dovresti avè pochi...."
    Lucia, sorridendo e scuotendo la testa: "Devo ancora abituarmi al letto...."
    Giulio: "Si, ma nun ti ci abituà troppo... sennò poi quando torni a Torino te devi riabituà un'altra volta a quell'altro..."
    Lucia, sospirando: "Ti da proprio fastidio, vero??"
    Giulio: "Cosa...??"
    Lucia: "Che sia tornata...."
    Giulio, alzando le spalle: "No... perchè dovrebbe darmi fastidio...?? Tanto sarà solo per pochi giorni... poi tu tornerai alla tua vita e io tornerò alla mia... che problema c'è...."
    Lucia, annuendo: "Nessuno infatti...."
    Giulio: "Bene... ora se permetti, me ne torno a letto.... e cerco di dormì... se ce riesco....."
    Lucia, scuotendo la testa: "Giulio.... per favore... almeno in questi quattro giorni cerchiamo di comportarci da persone civili... non ti chiedo tanto, ma solo di comportarci da persone civili... pensi che ce la possiamo fare senza continuare a scornarci tutte le volte che per caso ci incrociamo per le scale, in cucina o in soggiorno...??"
    Giulio: "Perchè, che ho detto de male...??"
    Lucia: "Lo sai benissimo cos'hai detto...."
    Giulio, scrollando le spalle: "Ho detto la verità..."
    Lucia: "No, hai detto la tua verità.... come sempre.... e come sempre non ti va di ascoltare quella degli altri...."
    Giulio, avvicinandosi a lei: "Scusa se ho pensato che in questo periodo tu non possa avere problemi che ti tengano sveglia la notte... hai un lavoro stabile, una bella carriera davanti... e un compagno di tutto rispetto...."
    Lucia, alzando gli occhi al cielo: "Giulio...."
    Giulio: "Perchè, nun è vero forse...???"
    Lucia: "No, non è vero...."
    Giulio, annuendo: "Ammazza... che il ritorno de fiamma è già finito...?? E' durato poco...."
    Lucia: "Ma quale ritorno di fiamma...."
    Giulio: "Ah ecco... quindi nun c'è stato neanche quello, vero...???"
    Lucia: "So che per te sarà difficile da credere... ma no, non c'è stato....."
    Giulio, sorridendo e annuendo: "Va bene... prima de sentirmi dire che devo farme fa un'operazione alla cataratta perchè me s'è abbassata la vista e ho visto 'na cosa per un'altra, me ne torno a letto.... buonanotte...."
    Lucia: "Giulio, per favore... ma ti costerebbe tanto ascoltarmi anche solo per cinque minuti... cinque minuti, non di più...."
    Giulio: "Sinceramente si... e lo sai perchè...?? Perchè c'ho messo cinque mesi... cinque... per dimenticarme la figura da deficiente che ho fatto in quello stramaledetto ristorante, davanti a tutta quella gente in doppio petto e smoking che me guardava come se fossi stato un alieno... hai capito....??? C'ho messo cinque mesi... tutte le volte che provavo a dormì me rivedevo lì, in piedi come un pesce lesso, e te che te ne stavi appiccicata a quel verme viscido del tuo ex marito... anzi, di tuo marito.... "
    Lucia: "Si lo so, lo capisco...."
    Giulio: "No... tu non capisci Lucia... nun puoi capire.... quindi nun ce provà... e per favore.... te lo chiedo per favore... cerca di evitarmi il più possibile... anzi, fai proprio finta che io non ci sia... tanto quello che se dovevamo dì ce lo siamo già detti cinque mesi fa... de che dobbiamo parlare ancora, Lucì...?? Nun ha funzionato... è stato bello, bellissimo finchè è durato... e credimi, io nun rimpiango neanche un giorno de quelli che ho passato con te in questi cinque anni... però è finita... basta... bisogna voltà pagina... tanto sennò continuiamo a stà male tutti e due per niente... meglio così, damme retta..."
    Lucia, sospirando: "Va bene... però...."
    Giulio: "... te prometto che nun faccio più battutacce nei tuoi confronti... te lo prometto.... e te prometto che cercherò de non fa più qualche osservazione a sproposito come ho fatto prima quando sei arrivata... è che ancora nun ero preparato, t'aspettavo fra due giorni... non succederà più...."
    Lucia: "Non importa... non fa niente...."
    Giulio: "No no... importa invece... c'hai ragione, ce dobbiamo comportà da adulti... specie davanti ai ragazzi... per cui, niente più battute... niente più frecciatine... niente più allusioni... però... lasciamo le cose come stanno... ce siamo già fatti male abbastanza in questi mesi, nun te pare...???"
    Lucia, annuendo: "Certo.... certo....."
    Giulio: "Bene...."
    Lucia, guardandosi intorno nervosamente: "E... tu... come... come va??"
    Giulio, sorridendo altrettanto nervosamente: "Eh eh... e come vuoi che vada.... così... come è sempre andata... come andava prima che venissi te... sò stato solo tanti anni, e posso starci anche per altrettanti... e poi casa nostra è così piena che nun te lascia il tempo de pensà a chi nun c'è...."
    Lucia: "Ma che ha fatto Marco...??"
    Giulio: "Perchè...??"
    Lucia: "Niente, è che mi è sembrato di vederlo molto preoccupato... e non solo per noi...."
    Giulio, annuendo: "E' che in questi giorni ha conosciuto una persona.... anzi, abbiamo conosciuto 'na persona... io nun l'ho mai vista ma ormai è come se la conoscessi pure io..."
    Lucia: "Quale persona??"
    Giulio, annuendo: "Senti...per ora siamo soltanto in tre in questa casa a saperlo... e vorrei che rimanessimo al massimo in quattro... va bene...??"
    Lucia, incuriosita: "E' così grave...??"
    Giulio: "Se è grave nun lo so... certo è strano... molto strano.... "
    Lucia: "Questa persona è una certa Martina...??"
    Giulio: "Te l'ha detto Marco...??"
    Lucia: "Si, ma non mi ha detto altro... perchè è così preoccupato...??"
    Giulio, passandosi una mano tra i capelli: "E' un po' lunga da spiegare... casomai ne riparliamo domani... ora voglio andà a letto e provà a dormì almeno quattro ore..."
    Lucia: "Spero di non essere io la causa della tua insonnia...."
    Giulio, uscendo dalla cucina: "Beh, di certo non l'ha aiutata... comunque no, non è tutta colpa tua... a domani...."
    Lucia, annuendo: "A domani...."
    Giulio risalì al piano di sopra, mentre Lucia rimase un altro po' in cucina, ripensando a quello che Giulio gli aveva detto su Marco e sul suo problema. E a quello che aveva detto su loro due. Esattamente quello che pensava anche a lei. Che fosse finita, una volta per tutte.
    Eppure erano riusciti a parlare per più di tre minuti senza litigare e senza azzannarsi a vicenda. Era già un progresso, rispetto solo a poche ore prima.
    Chissà, forse in quei quattro giorni ne avrebbero fatti anche degli altri.


    .... sabato pomeriggio o domenica mattina il terzo capitolo dell'ultimo episodio.... a presto :253: :253: :253: :51: :51: :D :D




     
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  3. delia_73
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    CITAZIONE (jameskirk88 @ 11/5/2010, 14:05)
    Buon pomeriggio a tutti :253: :253: :51: :51: :51: ... seconda parte (sulle cinque totali) di questo ultimo episodio della nostra FF... capitoletto di transizione nel quale assisteremo tra l'altro al ritorno di Lucia a casa Cesaroni e il suo conseguente faccia a faccia con il re degli imbottigliati, che non sarà proprio semplice.... :huh: :huh: :huh: .... vabbè, bando alle chiacchiere, vi lascio alla lettura del capitolo, sperando che vi piaccia :B): :B): :B): :D :D

    .... sabato pomeriggio o domenica mattina il terzo capitolo dell'ultimo episodio.... a presto :253: :253: :253: :51: :51: :D :D

    Mamma mia ci metto sempre delle ore a leggere tutto, certo che non sei dotato del dono della sintesi :17: :17:

    :280: bel capitolo, Marco che non riesce a scrivere perchè preoccupato per Martina e il ritorno di Lucia ha lasciato Giulio non poco frastornato. :106: :106: :106:

    Aspettiamo il seguito :100: :100:
     
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  4. bella'mbriana
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    John, ma quanto sei bravo? :uhm: :uhm:
    Giulio e Lucia li hai descritti benissimo, mi sento un magone che non hai idea...fagli fare pace, ti prego! :108: :108: :108:
    E la ragazza, Martina, e' davvero in guai grossi a quanto pare...cosa fara' Marco per riuscire ad aiutarla? E poi devo dirti che mi stai mettendo una curiosita' pazzesca sulla prossima canzone di Marco...hai detto che ne scrivera' una, ma non hai detto di cosa parlera'...cosa sara' che alla fine gli sblocchera' l'ispirazione? E comunque Marcolino e' sempre meraviglioso...si preoccupa di tutti, anche del padre e di Lucia, com'e' carino! :102: :102:
    Quest'ultimo episodio si fa sempre piu' interessante, prevedo risate per il matrimonio, emozioni con Giulio e Lucia e la giusta dose di suspense con la storia di Martina (la suspense nei tuoi episodi non manca mai, niente da invidiare ai nostri autori :261: )...insomma, l'unica cosa negativa e' che e' l'ultimo! :( ...dovrai continuare a deliziarci con altri capolavori, John, perche' ormai abbiamo tutti la johnatite e non ne possiamo fare a meno!
     
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    Proprietario della bottiglieria

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    CITAZIONE (jameskirk88 @ 11/5/2010, 14:05)
    Buon pomeriggio a tutti :253: :253: :51: :51: :51: ... seconda parte (sulle cinque totali) di questo ultimo episodio della nostra FF... capitoletto di transizione nel quale assisteremo tra l'altro al ritorno di Lucia a casa Cesaroni e il suo conseguente faccia a faccia con il re degli imbottigliati, che non sarà proprio semplice.... :huh: :huh: :huh: .... vabbè, bando alle chiacchiere, vi lascio alla lettura del capitolo, sperando che vi piaccia :B): :B): :B): :D :D



    .... sabato pomeriggio o domenica mattina il terzo capitolo dell'ultimo episodio.... a presto :253: :253: :253: :51: :51: :D :D

    Jhon.
    La storia di Martina ce la stai raccontando a piccole dosi,muoio dalla curiosità di sapere tutto.
    Il ritorno di Lucia ce l'hai raccontato proprio in stile serie madre:quante volte in questi 3 anni abbiamo sentito un campanello che suonava quando nessuno se l'aspettava?Una volta era Christian,la volta successiva il Gamberone.Per fortuna questa volta si trattava di una persona gradita per tutti tranne che per Giulio.Leggendo la tua FF mi è salita ancora di più la nostalgia per l'assenza di Lucia nella 4^ serie.
    Posta presto!
    :280: :280: :280:
     
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  6. checca.68.9
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    :253: :253: :253: Ciao Jhon, ho appena finito di leggere!! Giulio e Lucia che fanno fatica a parlarsi nun se po' vede'...vedi di farli fare pace...!!! In quanto a Martina..penso che stia subendo una violenza domestica o dal suo compagno o da suo padre..insomma da uno di famiglia e lei nn ha il coraggio di denunciarlo...ho visto giusto???
    Sono molto curiosa di leggere il seguito..e come sempre bravissimo!!!!! :280: :280: :280: :280: :280: :280: :280: :280:
     
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    I will go down with this ship!

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    CITAZIONE (jameskirk88 @ 11/5/2010, 14:05)
    Buon pomeriggio a tutti :253: :253: :51: :51: :51: ... seconda parte (sulle cinque totali) di questo ultimo episodio della nostra FF... capitoletto di transizione nel quale assisteremo tra l'altro al ritorno di Lucia a casa Cesaroni e il suo conseguente faccia a faccia con il re degli imbottigliati, che non sarà proprio semplice.... :huh: :huh: :huh: .... vabbè, bando alle chiacchiere, vi lascio alla lettura del capitolo, sperando che vi piaccia :B): :B): :B): :D :D

    .... sabato pomeriggio o domenica mattina il terzo capitolo dell'ultimo episodio.... a presto :253: :253: :253: :51: :51: :D :D

    :280: :280: :280: :280: ....mi sembra abbastanza chiaro cosa sia successo a Martina.....ha subito qualche violenza :blink: :blink: :unsure: :unsure: ........però sono curioso di sapere da chi...se da qualche familiare.....e perchè la casa è ridotta cosi.... :286: :286: :286:

    Poi il paragrafo a casa divertente.......Giulio e Cesare mi sembrava di vederli in cucina a discutere molto animatamente sulle spese del matrimonio :258: :258: ...ci credo che Marco non trova l'ispirazione.....oltre al problema di Martina non è che l'ambiente sia tranquillo :17: :17: ....proprio raggiante Giulio quando ha visto Lucia :255: :255: :255: :255: .....Marco ha dovuto provvedere lui per non farla sentire più a disagio di quanto non si sentisse......però già è un passo avanti che in cucina alle 2 di notte sono riusciti a parlare senza litigare...e Giulio gli ha anche raccontato il più grosso dei problemi del momenti.......li farai fare pace nei successivi 3 capitoli?? :286: :286:
     
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  8. =manu=
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    ecco anche io sono riuscita a leggere la tua FF...bravo molto bella....!!!!!!!!!!!!!!!..
    troppo forte il dialogo tra marco giulio e cesare... :17: ..

    e poi il ritorno di lucia....ma faranno pace?!
     
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  9. jameskirk88
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    CITAZIONE (=manu= @ 13/5/2010, 23:32)
    ecco anche io sono riuscita a leggere la tua FF...

    E non è una cosa semplice, vista la lunghezza.... :106: :106: :106: :255: :255: :255: :255: .... Giulio e Lucia per far pace avranno bisogno di qualcuno.... e sarà un aiuto abbastanza inaspettato, specie per Giulio.... :B): :B): :B): :286: :286: :286:
     
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  10. jameskirk88
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    Buonasera a tutti!! :253: :253: :51: :51: :51: ... scusate il ritardo ma questo episodio si sta rivelando MOLTO complicato (tanto per cambiare.... :106: :106: :255: :255: :255: ) e di tempo in questi giorni ne ho pochissimo... cmq, ora vi posto la terza parte dell'ultimo episodio... non preoccupatevi se invece delle solite dieci pagine ne trovate stavolta sei o sette... il capitolo era MOLTO corposo, quindi l'ho diviso in ulteriori due parti... oggi posto la prima, domani l'altro la seconda... :D :D :D ... buona lettura a tutti!! :B): :B): :lol: :lol:


    Bar Federici, Via della Tecnica all'Eur, mercoledì 4 maggio ore 16.30


    IL giovane cameriere uscì dal bar, oltrepassò tutti i tavolini che erano già pieni di clienti e si diresse verso uno degli ultimi, proprio accanto al marciapiede. Servì le tazzine di caffè nero che i due turisti stranieri avevano ordinato, e mentre ritornava verso il bar notò che proprio in quel momento un ragazzo si era appena seduto, ad un tavolino non troppo distante da quello che aveva appena servito. Visto che non stava nè bevendo nè mangiando, si avvicinò a lui per chiedergli se voleva ordinare qualcosa.
    Anche se, a prima vista, non sembrava dell'umore giusto per parlare con qualcuno.
    E in effetti il giovane cameriere non aveva sbagliato.
    A poca distanza da lui, Marco, che si era appena seduto al primo tavolino vuoto che aveva trovato davanti a se, a tutto pensava tranne che a cosa ordinare. Era appena passato da casa di Martina, deciso stavolta a farsi aprire, a parlare con lei e a capire finalmente cosa le stesse succedendo.
    Era salito al primo piano, proprio come il giorno prima, e aveva suonato alla porta, ma stavolta senza risultato. Aveva aspettato diversi minuti, ci aveva riprovato, aveva provato a chiamarla e poi a bussare alla porta, ma sempre con lo stesso risultato.
    Non era in casa. O forse non voleva aprire.
    Comunque sia, un viaggio a vuoto.
    Deciso a non mollare tanto facilmente, aveva suonato alla porta dei suoi vicini di casa, quelli che stavano al suo stesso pianerottolo. Gli aveva aperto una donna, sulla quarantina. Una casalinga molto simpatica. Ma che di Martina sapeva poco o niente. La conosceva solo di vista, ogni tanto la incrociava davanti alla porta, per le scale, al massimo sul marciapiede. Ci aveva scambiato si e no qualche parole, perchè la ragazza (a detta sua) era un tipo molto taciturno e molto riservato.
    L'aveva sentita uscire poche ore prima, e ancora non era rientrata. Quindi in casa non c'era davvero nessuno. L'aveva salutata e ringraziata per l'informazione, ed era sceso di nuovo al pianterreno.
    Incrociò prima di uscire lo stesso signore che aveva incrociato la mattina precedente quando era andato a trovare Martina, il signore distinto e ben vestito, di mezz'età. Abitava al quinto piano del grande condominio. Lui si, la conosceva un po' meglio, ma solo perchè qualche settimana prima era stato nel suo appartamento per ripararle un rubinetto che perdeva. Aveva dovuto lavorare un paio di giorni prima di riuscire a ripararlo.
    "Non so che dirti... abita qui da cinque anni, ed è sempre stata una ragazza molto tranquilla... non ha mai dato nè fastidio nè problemi a nessuno... non c'è un inquilino che si sia mai lamentato di lei per qualche motivo... non è una che parla tanto.. giusto l'indispensabile... buongiorno... buonasera... la trovo bene.... tutto qui.. niente di che insomma... in cinque anni non si sono mai sentiti nè schiamazzi, nè rumori di altro genere... assolutamente niente... tranne una volta... solo una... sarà stato un mesetto fa..."
    Marco: "E che è successo un mese fa??"
    "Mah niente... però, per la prima volta da quando è venuta ad abitare qui, passando davanti alla porta di casa sua ho sentito che stava parlando con qualcuno...."
    Marco: "Un'amica...??"
    "No, era un uomo...."
    Marco: "Vabbè, un amico allora... o forse il suo ragazzo...."
    "Ah, può essere... d'altronde litigano spesso anche i fidanzati..."
    Marco: "Perchè, litigavano...??"
    "E pure di brutto... certe urla... si sentivano fino sulla strada..."
    Marco: "Urlavano... e basta...??"
    "Io non ho sentito altro... però magari può essere successo qualcos'altro prima che arrivassi io.. come faccio a saperlo..."
    Marco: "Ho capito...."
    "Oh, ma non è che te sei l'altro pretendente e stai a cercà quell'altro per gonfiarlo de botte, no...??"
    Marco: "No no.. stia tranquillo... sono solo... un suo amico... ha saputo quello che le è successo, vero??"
    "E come no... non sai quanto m'è dispiaciuto... 'na ragazza tanto per bene.... certo che oggi nun siamo più sicuri da nessuna parte..."
    Marco: "Lei l'ha incontrata quella sera...??"
    "Quando...??"
    Marco: "Quando l'hanno picchiata... non l'ha vista??"
    "Mah... quella sera... famme pensà... si, la vidi quel giorno... però de pomeriggio, no de sera... de sera nun ero a casa..."
    Marco: "Ah... e in questo palazzo non ha altri.. amici...??"
    "No, nun me risulta... comunque se anche ce li avesse avuti, quella sera lì nun la poteva vedè..."
    Marco: "Perchè...??"
    "Eh perchè quella sera c'era la cena del condominio... eravamo tutti a un ristorante in centro... più de cinquanta persone oh, tra inquilini, parenti degli inquilini e amici degli inquilini...."
    Marco: "C'eravate proprio tutti....???"
    "No, tutti no...."
    Marco: "E chi mancava....??"
    "Eh... mancava lei... Martina... era l'unica che nun c'era, ma già ce l'aveva detto... aveva detto che nun poteva venì perchè c'aveva un impegno improrogabile... che fosse 'st'impegno, io nun lo so... però lei nun ce stava.... e poi la mattina dopo ho incontrato qui per la strada Luca e Roberta, due che stanno dall'altra parte della strada... e m'hanno detto che l'avevano trovata che barcollava per strada, a mezzo chilometro da qui.... tutta ferita, tutta lividi... poraccia.... m'è dispiaciuto tantissimo, guarda..."
    Marco gli sorrise e gli strinse la mano: "Grazie mille... mi scusi tanto per il disturbo..."
    "Ma che disturbo.... io per fà du' chiacchiere ce sto sempre... nun c'ho niente da fa tutto il giorno, sò pensionato...."

    "Incredibile", pensò tra se e se mentre guardava distrattamente i clienti ai tavoli davanti al suo. "Una ragazza di ventiquattro anni che non parla con nessuno, che non conosce nessuno... che a casa sua non si vede mai con nessuno... mah, è assurdo... davvero assurdo... se io abitassi nel suo appartamento i vicini sentirebbero gente che vanno e che vengono tutti i giorni... da lei invece non arriva mai nessuno... tranne una volta... un mese fa... si, ma chi un mese fa...???" Scosse la testa passandosi una mano tra i capelli, e solo allora si accorse del giovane cameriere che aveva davanti.
    Il cameriere: "Salve...."
    Marco: "Ciao...."
    Il camieriere: "Prendi qualcosa...??"
    Marco: "Boh... non lo so... portami un caffè, va...."
    Il cameriere, annuendo: "Va bene, arriva subito...."
    Mentre il cameriere si allontanava, Marco si accorse che al tavolo dietro al suo c'erano tre ragazze che stavano parlando e ridendo tra loro. Era veramente difficile non accorgersi della loro presenza, anche perchè facevano più rumore loro tre di tutti gli altri clienti messi insieme.
    Marco, ridendo tra se e se: "E' ufficiale: sei proprio fuso...."
    Aspettò l'arrivo del suo caffè senza prestare troppa attenzione a quello che dicevano le sue vicine di tavolo. Però, nonostante tutte le cose che gli passavano per la testa, non potè farea meno di ascoltare qualche parola della conversazione che si stava svolgendo a poca distanza da lui, anche perchè non farlo sarebbe stata un'impresa difficile.
    E, proprio mentre il cameriere tornava al suo tavolo per portargli la sua tazzina di caffè, si accorse che le tre ragazze dietro di lui stavano parlando di un argomento che lui conosceva fin troppo bene.
    Forse quello che negli ultimi giorni conosceva meglio di tutti gli altri.
    Prese al volo il caffè che gli portò il cameriere e si alzò subito avvicinandosi al tavolino delle sue "vicini", cercando di richiamare la loro attenzione: "Ciao ragazze.... posso disturbarvi un attimo...??"
    Non dovette fare molta fatica per attirare la loro attenzione. Una delle ragazze si alzò subito dal tavolino, rivolgendosi stupita alle altre due: "Ehi... ma tu sei... Marco Cesaroni....!!!"
    Marco, annuendo: "Temo proprio di si... posso rubarvi cinque minuti??"
    La ragazza che si era alzata gli porse subito la sedia: "Certo che puoi... lo sai che ero al tuo ultimo concerto...??? Quello al Circo Massimo..."
    Le due ragazze che erano rimaste a sedere risposero quasi all'unisono: "Anche noi c'eravamo...."
    Marco, sorridendo: "Veramente quello era il concerto di Miley... io ero solo un ospite...."
    La ragazza, sorridendo: "Sei stato la star della serata... il pubblico era in delirio.... è stato un concerto fantastico...!!"
    Marco: "Grazie mille... troppo buone...."
    La ragazza: "Stai organizzando un altro concerto...?? Magari che ne so... con Laura Pausini o Max Pezzali..."
    Marco, ridendo: "No no, per carità... ultimamente non faccio bella figura neanche quando canto da solo... figuriamoci con quella compagnia... "
    La ragazza, porgendogli la mano entusiasta: "Sono Lisa, piacere di conoscerti.... loro sono Chiara e Veronica... "
    Marco, stringendo la mano a entrambe: "Ehm... non volevo ascoltare la vostra conversazione...."
    Lisa: "... ma sarebbe stato difficile non farlo...."
    Marco, ridendo: "In effetti... senza volere ho sentito che stavate parlando di Martina..."
    Chiara: "La conosci...??"
    Marco, annuendo: "Si... voi siete sue amiche...??"
    Lisa: "Beh si... direi di si, anche se negli ultimi tempi non è che ci vediamo molto spesso..."
    Veronica, annuendo: "Infatti... prima stavamo quasi sempre insieme... ora invece se ne sta quasi sempre per conto suo... saranno due anni che non facciamo più qualcosa insieme... una festa, una serata in discoteca.. una vacanza.. niente di niente... per noi è diventata quasi...."
    Chiara, precedendola: "... un fantasma..."
    Lisa, annuendo: "Già... proprio così... un fantasma.... non la vediamo quasi mai...."
    Marco: "Voi lo sapete perchè??"
    Lisa: "Perchè se ne sta sempre per conto suo??"
    Marco: "Si...."
    Lisa: "Boh... non lo so davvero...."
    Chiara: "Noi pensavamo che avesse qualcosa di meglio da fare... che si fosse trovata un ragazzo e che passasse gran parte del suo tempo con lui..."
    Marco: "Può essere...."
    Lisa: "Se è così, è bravissimo a nascondersi...."
    Marco: "Perchè??"
    Veronica: "Perchè non l'abbiamo mai visto... nessuno lo ha mai visto... e nessuno l'ha mai vista in compagnia di un essere umano di sesso maschile... almeno non che io sappia..."
    Marco: "A quanto ne so lei è un tipo molto riservato..."
    Chiara: "Ora è un tipo molto riservato... quando andavamo al liceo era una delle più estroverse della nostra classe... anzi, della nostra scuola..."
    Marco, annuendo: "Quindi è... cambiata da allora??"
    Lisa, annuendo: "Puoi dirlo forte che è cambiata... e tanto.... ne stavamo parlando proprio adesso... insomma, se fosse stata con qualcuno invece di essere sola, probabilmente non sarebbe successo quello che è successo, giusto...??"
    Marco: "Forse no... ci avete parlato in questi ultimi giorni??"
    Lisa: "Con Martina...??"
    Marco: "Si...."
    Chiara: "Eh... per parlare con qualcuno bisogna anche vederlo...."
    Veronica: "... già, e lei non si è fatta vedere..."
    Lisa: "Penso sia rimasta molto scioccata da quello che le è successo... ed è compensibile.... io ho provato a telefonarle, ma non mi ha mai risposto...."
    Marco: "Eppure non si è quasi mai mossa di casa..."
    Lisa, alzando le spalle: "Evidentemente non aveva voglia di parlare...."
    Marco, sorridendo: "Ah, questo di sicuro... se è per questo non apre neanche alla porta..."
    Lisa, scuotendo la testa: "Mah... povera Martina... era tanto allegra... tanto solare... faccio quasi fatica a riconoscerla a volte... vorrei tanto sapere che le è successo per farla diventare così... così chiusa, così introversa...."
    Marco, annuendo: "Mi piacerebbe saperlo anche a me...."
    Chiara: "Tu come l'hai conosciuta...?? Non mi sembra di ricordarti tra i suoi vecchi amici...."
    Marco: "No infatti... l'ho conosciuta da poco... da due settimane... lei... lei venne da me per chiedermi di aiutarla, per dirmi che si era cacciata nei guai... ma io non le ho creduto... quella sera stessa l'hanno aggredita e ridotta in quel modo..."
    Lisa, voltandosi verso di lui: "Ma non è stato un ladro marocchino...???"
    Marco: "Non credo proprio... io.... io mi sento in colpa per quello che le è successo.... voglio aiutarla.... ma non so proprio come fare, lei non me lo permette..."
    Lisa: "Te l'ho detto... ultimamente è molto strana...."
    Marco, scuotendo la testa: "Non è strana... ha paura.... hai detto che non l'avete mai vista con un uomo...."
    Lisa: "No assolutamente...."
    Chiara, scuotendo la testa: "Mai...."
    Veronica: "Per lo meno non negli ultimi anni.... da quando ha cominciato a comportarsi in modo strano... prima si vedeva con qualche ragazzo... con qualche compagno di scuola... come tutti, insomma... però non mi risulta che sia rimasta in contatto con qualcuno di loro..."
    Marco ci pensò un attimo prima di rivolgerle la domanda che aveva in mente, poi si rivolse di nuovo a loro: "Ma... la sua famiglia...?? Suo padre... sua madre... non sono riuscito a sapere niente di loro... voi ne sapete qualcosa...??"
    Lisa, sospirando: "Beh lo credo... non ci sono...."
    Marco, dubbioso: "Che vuol dire che non ci sono...?? Sono morti....??"
    Lisa: "No... vuol dire proprio che non ci sono.... ventiquattro anni fa un prete sentì suonare alla sua porta, e quando andò ad aprire non trovò nessuno... a parte un cestino di vimini con dentro un piccolo fagottino infreddolito che stava piangendo... nessuno sa chi fosse la madre... nè tanto meno chi fosse il padre... Martina è rimasta in istituto fino a cinque anni, quando una coppia l'ha adottata... erano due bravissime persone, non ci misero molto a farsi accettare come genitori adottivi.... "
    Marco, molto sorpreso: "Non... non lo sapevo...."
    Lisa: "Non mi sorprende... non è una cosa di cui parla molto volentieri... lo sappiamo noi perchè siamo sue amiche da una vita..."
    Marco: "Beh certo... e con loro è in buoni rapporti??"
    Lisa, annuendo: "Si.. o almeno, a quanto mi ricordo io sono sempre andati d'amore e d'accordo... però un paio d'anni fa si sono dovuti trasferire in Germania, per motivi di lavoro... stanno fuori praticamente tutto l'anno.... tornano a casa qualche settimana solo durante le vacanze, in estate..."
    Chiara: "E' vero... le chiesero di venire con loro ma lei non se la sentì di lasciare Roma, i suoi amici e la sua vita per trasferirsi in un posto dove non aveva nessun legame... era grande, e decise di rimanere a casa, da sola..."
    Marco: "Capisco... quindi, qui è praticamente sola... "
    Lisa: "Beh si... però sola ci è voluta rimanere... è stata lei che ha tagliato tutti i ponti e che ha smesso di vedersi con tutti i suoi amici..."
    Marco, sorridendo e annuendo: "Ho capito... beh ragazze, scusate ancora se vi ho disturbate... "
    Chiara, sorridendo verso di lui: "Ma figurati... che disturbo...."
    Lisa: "Non capita tutti i giorni di avere al proprio tavolo una vera star...."
    Veronica, sorridendo entusiasta: "Infatti...!!"
    Marco, ridendo e alzandosi in piedi: "E mi sa che non è successo neanche oggi..."
    Lisa: "A quando il prossimo concerto??"
    Marco, sospirando: "Quando riuscirò a finire la canzone che sto cercando di scrivere adesso... e mi sa che non sarà una cosa tanto veloce..."
    Veronica, sorridendo verso di lui: "Sono sicura che sarà un vero capolavoro....!!"
    Marco, ridendo: "Beata te..."
    Avevano appena finito di salutarlo, e lui si stava giusto rientrando all'interno del bar per pagare il conto, quando Lisa sembrò ricordarsi improvvisamente di qualcosa.
    Qualcosa che fino a quel momento, incredibilmente, non le era tornata in mente. Eppure se la ricordava bene, benissimo.
    Lisa, battendosi una mano sulla fronte: "Che scema... come ho fatto a non ricordarmelo subito...."
    Veronica, ridendo insieme a Chiara: "E che ti volevi ricordare...?? Se ti avesse chiesto il tuo nome non ti saresti ricordata neanche di quello... avevi ben altro per la testa..."
    Lisa, dandole una pacca sulla spalla: "Ah ah... senti chi parla...." Si alzò dal tavolino ed entrò anche lei nel bar, avvicinandosi al bancone dove Marco stava giusto finendo di pagare il conto al barista.
    Lisa: "Ehi Marco...."
    Marco, voltandosi verso di lei: "Si...??"
    Lisa: "Scusa sai... lì per lì non m'è venuto in mente..."
    Marco: "Cosa non ti è venuto in mente...??"
    Lisa: "Poco fa ci hai chiesto se avevamo mai visto Martina in compagnia di un uomo, e io ti ho detto di no, che non l'avevamo mai vista..."
    Marco, annuendo: "... e invece...??"
    Lisa: "E invece un uomo l'ho visto... una volta sola, ma l'ho visto.... "
    Marco: "Sei sicura...??"
    Lisa: "Sicurissima... anche perchè una faccia come quella è difficile dimenticarsela..."
    Marco: "L'hai vista insieme a lui...??"
    Lisa, aggrottando la fronte: "No... proprio insieme no... però un paio di mesi fa lo incrociai mentre scendevo dalle scale del suo condominio... anzi, diciamo che ci sono proprio andata a sbattere... io stavo scendendo, avevo la testa fra le nuvole come mi succede quasi sempre... e proprio non mi accorsi di questo qui che stava salendo le scale... "
    Marco: "E vi siete scontrati...."
    Lisa: "Io mi ci sono scontrata e sono quasi caduta all'indietro... mi sono ripresa per miracolo... e quando ho alzato lo sguardo su di lui mi sono quasi spaventata... avresti dovuto vedere che faccia aveva.... e arrabbiato com'era sembrava ancora più brutto... io sono sgattaiolata via all'istante, prima che cominciasse a sputarmi addosso tutte le offese e gli insulti che si possono trovare sul vocabolario della lingua italiana.. mai vista tanta rabbia in una persona, e per giunta per una sciocchezza come quella... quando mi sono fermata avevo il cuore in gola..."
    Marco: "Ma come fai a dire che sia andato da Martina...??"
    Lisa: "Perchè l'ho visto... mi sono fermata a metà strada per essere sicura che quel matto non stesse scendendo giù per le scale per inseguirmi... quando ho visto che aveva proseguito per la sua strada mi sono affacciata dalle scale per vedere dove diavolo fosse entrato... e l'ho visto bussare alla porta dell'appartamento di Martina... e poco dopo ho visto lei che gli apriva la porta e lo invitava ad entrare..."
    Marco: "Non l'avevi mai visto prima??"
    Lisa: "Assolutamente no... credimi, se l'avessi visto me lo ricorderei... è difficile dimenticarsi una faccia come quella...."
    Marco: "Perchè, che faccia aveva??"
    Lisa, con una smorfia: "Beh, o era uno che gli anni che ha se li portava malissimo... oppure doveva averne davvero un bel po'..."
    Marco, aggrottando la fronte: "Quanti più o meno... quaranta...??"
    Lisa: "Beh, potrei sbagliarmi ma secondo me ne aveva almeno una cinquantina... forse anche di più..."
    Marco: "Una cinquantina e forse anche di più...??"
    Lisa: "Si...."
    Marco, sorpreso: "E che ci faceva un tizio dell'età di mio padre in casa di una ragazza che ha tre anni più di me...??"
    Lisa si strinse nelle spalle, perplessa: "Ah non lo so davvero...."
    Marco: "Sicura che non fosse un parente, o un amico di famiglia... magari un amico dei suoi genitori, che ne so..."
    Lisa, scuotendo la testa: "No no... assolutamente... conosco tutta la sua famiglia... a meno che quello non fosse uno zio o un nonno sbucato dal nulla, lui non ne fa parte..."
    Marco, sospirando: "Strano...."
    Lisa, annuendo: "Già.... ma da un po' di tempo a questa parte tutto quello che riguarda Martina è sempre... molto strano..."
    Marco: "Si ho capito... ma tutti parlano di lei come di una ragazza seria... riservata...."
    Lisa: "... e infatti lo è...."
    Marco: "Uhm.. e dovrei credere che una ragazza così si veda con un uomo di mezza età...???"
    Lisa: "Dì piuttosto con un orco di mezza età..."
    Marco prese il resto dalle mani del barista e poi rimase per qualche secondo appoggiato al bancone, grattandosi la fronte pensieroso: "L'hai visto proprio bene questo simpaticone...??"
    Lisa, annuendo: "Altrochè... benissimo...."
    Marco: "E com'era di preciso...??"
    Lisa, rabbrividendo al solo pensiero: "Brutto come uno spaventapasseri..."
    Marco, ridendo: "Ho capito... dicevo com'era... alto, basso... coi capelli biondi, neri... "
    Lisa, annuendo: "Beh vediamo... era alto... si, molto alto... una spanna più di te.... e era anche più grosso.... quanto sei alto tu...??"
    Marco: "Un metro e settantacinque, più o meno...."
    Lisa: "... e lui doveva essere almeno uno e ottantacinque.... e pesare sicuramente più di ottanta chil... forse ottantacinque..."
    Marco: "Un tipo atletico...."
    Lisa: "No... oddio, forse da giovane lo sarà anche stato, non dico di no, ma adesso... più che grosso era.... grasso..."
    Marco: "L'hai incrociato solo quella volta...??"
    Lisa, annuendo: "Si... ma è stata anche l'ultima volta che sono andata a casa sua.... non lo so, magari ci è tornato chissà quante volte... sono due mesi che non ci vado più..."
    Marco sospirò, passandosi una mano sulla fronte e cercando di mettere insieme tutto quello che gli aveva appena detto Lisa: "Un gigante di cinquant'anni e passa, particolarmente nervoso, va a casa sua... lei è strana, nervosa, scostante... poi viene da me a chiedermi aiuto e la sera stessa la aggrediscono e la pestano a sangue.... che vuol dire...?? Quanto vorrei essere Eva... "
    Lisa: "Come scusa...??"
    Marco, ridendo e scuotendo la testa: "Niente niente... cose mie... grazie ancora, sei stata gentilissima...."
    Lisa: "Figurati... Marco..."
    Marco si voltò verso di lei mentre se ne stava andando: "Si...??"
    Lisa, sospirando: "Aiutala Martina.... io ci ho provato in tutti i modi e un sacco di volte, ma purtroppo non ci sono mai riuscita..."
    Marco, sorridendo: "Spero di avere più fortuna...."
    Lisa, annuendo: "Lo spero anch'io... anche se ultimamente non è più molto socievole e si comporta sempre in modo molto strano, è sempre una delle mie più care amiche... ci conosciamo da una vita, da quando andavamo a scuola insieme... da quando andavamo all'asilo insieme... se si è cacciata in qualche brutto pasticcio...."
    Marco, annuendo: "... noi cercheremo di tirarla fuori...."
    Lisa, sorridendo: "Grazie... se ancora lei non te l'ha detto, te lo dico io per lei...."
    Marco le strinse la mano, la salutò e poi uscì dal bar, ripensando alle parole che gli aveva detto Lisa.
    E a quell'episodio che gli aveva raccontato.
    Un uomo alto, grosso, attempato e un po' strano. E a quanto pare con una faccia molto poco raccomandabile.
    Per quanto ormai non si sorprendesse più di niente (perchè ne aveva viste davvero di tutti i colori negli ultimi anni), proprio non riusciva ad immaginarsi Martina in rapporti intimi con un personaggio come quello che Lisa gli aveva descritto.
    Certo la conosceva solo da poco tempo, ma proprio non ce la vedeva.
    Rientrò in macchina scuotendo la testa, e pensando a cosa avrebbe potuto fare adesso, dopo quello che era riuscito a sapere. Perchè di cose ne aveva sapute tante, ma le domande che aveva in testa adesso erano molte più di quelle che aveva in testa quella stessa mattina quando si era alzato.
    Che le era successo quella sera??
    Perchè aveva tanta paura??
    Le sue amiche gli avevano detto che un tempo era allegra e solare, ma negli ultimi mesi era cambiata... perchè...?? Che le era successo per cambiarla così tanto e farla allontanare da tutti i suoi amici??
    C'entrava forse quella specie di orco che era entrato in casa sua??
    E poi l'ultima, la più importante. Chi diavolo era Martina?? Era davvero sua sorella, come gli aveva detto la prima volta che si erano incontrati, oppure era vero quello che gli aveva detto nel loro secondo incontro??
    Mentre se ne andava pensò che per rispondere a quella domanda che lo incuriosiva più delle altre c'era una sola cosa che gli era rimasta da fare.
    E che non era il caso di rimandarla ancora per molto se davvero aveva intenzione di scoprire la verità.
    E lui quell'intenzione ce l'aveva.
    Questa, fra tante domande, era l'unica cosa di cui era assolutamente certo.



    Via Filippo Tolli alla Garbatella, vicino alla Bottiglieria Cesaroni, giovedì 5 maggio ore 8.00


    Per la prima volta da cinque mesi a questa parte, passando davanti al bellissimo giardino che circondava il villino dove abitavano gli ultimi arrivati del quartiere, cioè Olga, sua sorella e i suoi due figli che tanto d'accordo andavano con Rudy e Alice (e non stentava a capire perchè), l'idea di trovare Olga che lo aspettava e che casualmente lo incontrava davanti alle sue siepi mentre le stava potanto e sistemando (cosa che succedeva praticamente tutte le mattine da cinque mesi a questa parte, ormai quelle siepi erano diventate più calve della testa di Collina), non lo disturbava affatto.
    Perchè??
    Perchè forse l'idea di rifarsi una vita e voltare pagina dopo che era successo con Lucia cominciava davvero a piacergli??" Forse perchè rivedendo Lucia aveva capito che quel capitolo della sua vita ormai era definitivamente concluso??
    O forse perchè, rivedendola, si era reso conto che in realtà quel capitolo non era mai finito??
    E quest'ultima possibilità era quella che lo disturbava di più.
    "Ma come Giulio, quella te tradisce, te prende in giro come un cretino, te lascia da solo per cinque mesi... e te nonostante tutto ce continui a pensà...??? C'aveva proprio ragione Sabrina... sò proprio un fesso oh...", pensò tra se e se quando ormai era arrivato in vista della bottiglieria.
    Stranamente, senza incontrare Olga.
    Scese la breve scalinata che portava alla piccola piazzola davanti alla bottiglieria, e quando alzò lo sguardo rimase un attimo interdetto quando vide che davanti a lui non c'era Cesare, come si aspettava, ma un'altra persona che si strava stringendo nel suo giaccone per difendersi dall'aria fresca del mattino.
    Giulio, sorpreso: "Lucia... che è successo??"
    Lucia, sorridendo: "Niente niente..."
    Giulio: "E' successo qualcosa a casa...?? Rudy ne ha combinata un'altra delle sue come al solito...???"
    Lucia: "No no, tranquillo.... nessun problema...."
    Giulio: "Ah... e allora che ce fai davanti alla bottiglieria a quest'ora della mattina...??"
    Lucia, guardandosi intorno: "Stamani mi sono alzata un'ora prima e sono andata a fare un giro per le vie della città... quando ancora non è soffocata dal traffico e dallo smog come succede di giorno..."
    Giulio: ".... e pure senza la gente che ce sta de giorno... guarda che nun è mica tanto sano uscì e andarsene in giro da sola quando ancora nun s'è fatto giorno... nun se sa mai la gente che se pò trovà in giro... "
    Lucia: "Che è, ti preoccupi per me??"
    Giulio si strinse nelle spalle, evitando di incrociare il suo sguardo: "No che c'entra... se fa così per dire eh... mica per altro...."
    Lucia, annuendo: "Ah certo..."
    Giulio: "Che per caso hai visto Cesare per strada...??"
    Lucia: "No, non mi pare..."
    Giulio, alzando gli occhi al cielo: "E te pareva... sta un'altra volta in ritardo..."
    Lucia: "Vabbè dai, visto il momento mi sembra abbastanza comprensibile..."
    Giulio: "Ma che hai capito?? Quello nun se sveglia la mattina perchè la notte la passa a cercà il sistema migliore per velocizzà il matrimonio... l'altro giorno è stato sveglio fino alle due de notte per scrive un programma alternativo per il matrimonio... ha tagliato tutto... la marcia nuziale, l'organo, il coro, l'omelia.. ce mancava solo de taglià il prete e poi eravamo a posto...."
    Lucia, ridendo: "E questo programma gliel'ha fatto vedere??"
    Giulio: "A chi??"
    Lucia: "A Don Saverio...."
    Giulio: "E come no... quand'è venuto in bottiglieria ieri mattina...."
    Lucia: "Ah, e come gli è sembrato??"
    Giulio: "Il programma??"
    Lucia: "Eh...."
    GIulio: "E come vuoi che gli sia sembrato... gliel'ha tirato dietro.... e ha beccato pure le bottiglie sullo scaffale davanti al bancone, se nun le reggevo in tempo venivano tutte giù come un castello de carte.. capirai, venti bottiglie de frascati che finivano sul pavimento... così Cesare ce lo giocavamo prima d'entrà in Chiesa...." Sollevò lentamente la saracinesca, controllando con la coda dell'occhio se Lucia stesse tornando a casa oppure se avesse intenzione di proseguire la conversazione in bottiglieria.
    E a pensarci bene non sapeva proprio quale delle due eventualità augurarsi.
    Si voltò verso di lei quando ebbe finito di tirar su la saracinesca, senza sapere esattamente cosa dire. Per sua fortuna, Lucia lo anticipò togliendolo dall'imbarazzo: "Posso entrare a prendere un caffè...?? Ancora non ho fatto colazione... stamattina non ci ho proprio pensato...."
    Giulio, annuendo: "Eh certo, che domande... stamo qui per questo... vieni vieni.... " Le fece strada in bottiglieria, sempre più convinto che Lucia non fosse passata di lì a quell'ora soltanto perchè aveva voglia di una tazzina di caffè.
    "Beh, che è 'st'agitazione...?? Che è la prima volta che te trovi da solo con una donna...?? pensava tra se e se mentre oltrepassava il bancone avvicinandosi alla macchineta del caffè.
    No, non era la prima volta che rimaneva da solo con una donna, men che mai con quella donna.
    Eppure, in quella circostanza e in quel momento, la cosa lo metteva particolarmente in imbarazzo. Scosse la testa, cercando inutilmente di non pensarci.
    Lucia: "Ci sarai domani sera??"
    Giulio, voltandosi verso di lei: "Dove??"
    Lucia: "Alla cena di Cesare e Pamela..."
    Giulio: "Eh eh... certo... sennò chi lo sente mì fratello... già è abbastanza nervoso de suo in 'sto periodo...." La guardò con la coda dell'occhio, cercando di non far notare il suo interesse: "Perchè, te invece...???"
    Lucia: "Io cosa...??"
    Giulio: "No dicevo.... alla cena de Cesare e Pamela... ce sarai pure te...??"
    Lucia, sorridendo: "Ti dispiace, eh...??"
    Giulio, scuotendo la testa: "A me?? No... come te vengono certe idee...."
    Lucia: "Beh, diciamo che lunedì sera non eri proprio felice di vedermi.... per non parlare poi degli ultimi giorni...."
    Giulio, finendo di preparare il caffè per Lucia: "Perchè, che è successo negli ultimi due giorni??"
    Lucia: "Beh niente... a parte ovviamente due buongiorno e due buonasera, quando per caso ci siamo incrociati in cucina e in corridoio...."
    Giulio, mettendo la tazzina sul bancone: "No, veramente è successo pure al piano de sopra, ieri sera prima de cena...."
    Lucia, ridendo: "Ah beh, questo cambia tutto...."
    Giulio, gesticolando: "Ah LUcì... devi ammette che la situazione nun è proprio... normale...."
    Lucia: "Perchè??"
    Giulio: "Come perchè...?? Che te lo devo pure ricordà perchè...???"
    Lucia, sorridendo e prendendo in mano la tazzina di caffè: "Giulio, quello che è successo non significa che dobbiamo passare ignorandoci tutto il resto della nostra vita...."
    Giulio: "Ah no...??"
    Lucia: "No...."
    Giulio: "Lucì, perchè dovemo complicà ancora de più la situazione?? Mò sei qui per il matrimonio de Cesare e Pamela... poi fra tre giorni prendi e te ne vai un'altra volta..."
    Lucia: "Non sta scritto da nessuna parte...."
    Giulio: "Lucia... nun funzionerebbe, lo sai..."
    Lucia: "Una volta ha funzionato... mi sembra...."
    Giulio: "Una volta... quello che è successo, nun sarebbe mai successo... mai... specialmente con.... " Si morse la lingua, cercando di non pronunciare quel nome che lo mandava sempre su tutte le furie: "... ce semo capiti, no??"
    Lucia, annuendo: "Si va bene... hai ragione.... hai perfettamente ragione.... ho sbagliato, e se a me fosse successa la stessa cosa, avrei reagito esattamente allo stesso modo..."
    Giulio: "Ecco... lo vedi...."
    Lucia: ".... io ho sbagliato ma tu non mi hai mai lasciato spiegare...."
    Giulio, gesticolando: "Ah, c'è pure bisogno de spiegarla 'na cosa del genere...???"
    Lucia, sospirando: "Si, c'è bisogno... perchè se ho sbagliato... e ho sbagliato... l'ho fatto solo per un motivo, e...."
    Stava faticosamente cercando di completare la frase e di trovare le parole giuste, ma prima che potesse farlo la porta della bottiglieria si aprì, ed entrò l'ultima persona che Giulio avrebbe voluto veder entrare proprio in quel momento. D'altra parte non l'aveva incontrata per strada, e da qualche parte doveva pure risbucare. Alzò gli occhi al cielo, preparandosi al peggio che difficilmente avrebbe potuto evitare, e salutando con un cenno della testa Olga che ormai era davanti al bancone, e molto vicina a Lucia.
    Olga, sorridendo verso di lui: "Eccomi qua...."
    Giulio, alzando gli occhi al cielo: "Eccola qua...."
    Olga, guardandolo sorpresa: "Giulio... ma che ti è successo....?? Di colpo sei diventato più pallido di un panno lavato... ma che hai, ti senti male..?? C'hai la febbre??"
    Giulio, asciugandosi la fronte madida di sudore: "IO...?? No... mai stato meglio guarda... c'ho una forma... "
    Avvicinandosi al bancone Olga notò finalmente di non essere la sola donna presente in bottiglieria. GUardò per un attimo Lucia, seduta sullo sgabello solitamente destinato a Ezio. Era sicura di aver già visto quella faccia da qualche parte, anche se non riusciva proprio a ricordarsi dove.
    Olga, avvicinandosi a lei: "Salve...."
    Lucia, voltandosi e incrociando il suo sguardo: "Buongiorno..."
    Olga, dubbiosa: "Mi scusi ma... lei è nuova del quartiere...??"
    Giulio, gesticolando: "No guarda... veramente lei sarebbe...."
    Lucia, interrompendolo e rivolgendosi a lei: "... eh si, sono nuova... sono appena arrivata in città...."
    Giulio, annuendo e alzando gli occhi al cielo: "Ecco... appena arrivata...."
    Olga, sorridendole: "Ah bene... piacere di conoscerla, sono Olga Veneziani..."
    Lucia, stringendole la mano: "Lucia Liguori... il piacere è tutto mio..."
    Olga la guardò ancora per qualche secondo, grattandosi la fronte: "Eppure... mah, ero proprio sicura di averla già vista da qualche parte... e non è passato neanche molto tempo, me lo ricordo bene... per caso è mai stata a Venezia...??"
    Lucia: "A Venezia...??"
    Olga: "Si..."
    Lucia, sorridendo: "Perchè, lei è di Venezia...???"
    Olga: "No... cioè sono di Treviso, però sono stata a Venezia un paio di mesi fa, per un week end... tu che dici Giulio...??"
    Giulio, sgranando gli occhi: "Io...?? E... e che c'entro io...??"
    Olga: "No, dicevo se tu te la ricordavi..."
    Lucia si voltò verso Giulio, annuendo, e poi si rivolse di nuovo a Olga: "Ah perchè... ci siete andati insieme??"
    Olga, sorridendo: "Si... un bellissimo week end romantico...."
    Giulio, gesticolando: "Eh eh eh.... scherza Olga... no, è che io l'ho... ho...."
    Lucia: "... cosa??"
    Giulio: "... accompagnata... si si, l'ho accompagnata a Venezia, perchè c'aveva un problemino da risolve col suo ex marito..."
    LUcia, sorridendo verso Olga: "Eh... su via, non faccia il modesto... si vede che siete una gran bella coppia..."
    Olga, sospirando: "Eh si, ha proprio ragione...."
    Lucia, voltandosi verso Giulio: "VIsto? Lo dice pure lei..."
    Giulio, gesticolando e sudando sempre più freddo: "No no no... che coppia oh... io e la signora Veneziani qui presente siamo solo amici e vicini di casa... amici e vicini... e basta...."
    Olga: "Che mi dai di nuovo del lei?? Dopo tutto quello che abbiamo passato insieme..."
    Giulio, scuotendo la testa verso Lucia: "E... e che avemo passato insieme...?? Il Canal Grande...??"
    Olga, ridendo: "Ah ah ah.... non ci faccia caso signora.... Giulio è un gran mattacchione...."
    Lucia, annuendo: "Eh lo so..."
    Olga, dubbiosa: "Lo sa...??"
    Lucia, ridendo: "No, volevo dire... si nota a prima vista...."
    Olga, sorridendo: "Ah sicuramente..."
    Giulio rise nervosamente, sforzandosi di apparire il più possibile tranquillo, anche se con risultati piuttosto scarsi, e poi cercò di interrompere l'imbarazzante conversazione: "Eh... un caffè Olga...??"
    Olga, annuendo: "E perchè no??"
    Mentre Giulio tornava verso la macchinetta del caffè, Lucia si avvicinò ad Olga parlandole a bassa voce: "Il signor Cesaroni qui è un tipo molto riservato, eh...??"
    Olga, rispondendole pure lei a bassa voce: "Ah si... non parla volentieri della sua vita privata..."
    Lucia, sorridendole nel modo più amabile possibile: "Posso darti del tu...??"
    Olga: "Certo..."
    Lucia, ridendo: "Dì la verità... " indicò Giulio con la testa: "... matrimonio in vista, eh...??"
    Olga, sospirando: "Eh... magari... purtroppo c'è un problema...."
    Lucia: "Che problema...??"
    Olga: "La moglie... c'ha ancora la moglie... si insomma, è separato ma ancora non ha divorziato... chissà quando si deciderà a togliersi finalmente dai piedi, quell'arpia..."
    Lucia, ridendo tra se e se e alzandosi lentamente dallo sgabello: "Uhm... secondo me, non dovrai aspettare molto..."
    Olga: "Dici...??"
    Lucia, annuendo: "Ne sono sicura guarda... bene, ora vado... ho un mucchio di cose da fare oggi..."
    Olga, sorridendole: "Arrivederci... mi ha fatto molto piacere conoscerti..."
    Lucia, annuendo: "Anche a me.... spero sia solo il primo incontro di una lungua serie...."
    Olga: "Ah, se vieni ad abitare qui lo sarà senz'altro..."
    La salutò con un cenno della mano, e poi si diresse verso la porta della bottiglieria. Aspettò che Olga si voltasse di nuovo verso Giulio e poi si fermò, tornando indietro quasi in punta di piedi. Si frugò nella tasca del suo giaccone, ritrovandosi per le mani la piccola boccetta di attaccatutto che aveva ricevuto in omaggio insieme a una copia della sua rivista settimanale preferita. Mai come in quella occasione avrebbe fatto un monumento al direttore della rivista che le aveva ispirato quella brillante idea che le avrebbe rallegrato la mattinata.
    Lucia si avvicinò di nuovo al bancone, fingendo di osservare con molta attenzione lo sgabello e il pavimento sottostante: "Scusa..."
    Olga: "Si...??"
    Lucia: "Non è che per caso hai visto il mio cellulare...?? Pensavo di averlo lasciato qui...."
    Olga, alzandosi in piedi e dando uno sguardo al pavimento e al bancone: "Veramente no... qui non lo vedo... sicura di averlo lasciato qui...??"
    Lucia approfittò del momento di distrazione per versare sullo sgabello di Olga un po' del regalo di cui il direttore della sua rivista preferita le aveva fatto gentilmente omaggio, e poi le rivolse di nuovo il suo splendido sorriso, e stavolta non dovette faticare molto per mostrarsi sorridente: "Vabbè, non importa.. l'avrò lasciato a casa, o da qualche altra parte... non ti preoccupare..." Si incamminò di nuovo verso l'uscita della bottiglieria, guardando con la coda dell'occhio Olga che rivolgeva il solito sorriso da gatta morta a Giulio per poi riaccomodarsi lentamente sullo sgabello.
    Si accorse subito che lo sgabello sul quale si era seduta non era proprio uguale a come lo aveva lasciato, ma proprio in quel momento riuscì a ricordarsi dove aveva già visto la faccia di Lucia. Non era a Venezia, e neanche a Treviso.
    In quella foto che Giulio teneva ancora incorniciata nel soggiorno di casa sua. In un posto in cui la sua faccia non ci sarebbe proprio dovuta essere.
    A meno che quella donna non fosse un'estranea ma... l'ultima persona che avrebbe voluto incontrare da quelle parti. Si voltò verso la porta e alzò lo sguardo verso di lei, sgranando gli occhi: "Ehi un momento... ora si che mi ricordo... tu sei...." Purtroppo per lei ebbe l'infelice idea di alzarsi dallo sgabello per completare la sua frase. Lei riuscì ad alzarsi, ma la gonna che aveva addosso rimase incollata allo sgabello, lasciandola quasi completamente nuda dalla cintola in giù.
    Nello stesso istante, la porta della bottiglieria si aprì e fecero la loro irruzione Ezio e zio Cesare che stavano discutendo animatamente.
    Ezio: "Ma te dico de si, damme retta...."
    Cesare: "Ahò, la voi piantà... il matrimonio è mio e decido io...." Non ci misero molto tempo a notare lo strano cliente che vedevano davanti al bancone.
    Ezio, sgranando gli occhi e spalancando la bocca: "Anvedi oh... l'hanno spostato... l'hanno spostato stanotte...."
    Cesare, sgranando gli occhi: "Ma che...??"
    Ezio: "... hanno spostato il porno bar alla Garbatella... guarda che roba guarda.... oh ma ce l'avete messo il cartello...?? Bisogna sostituì il cartello fuori, sennò se entra qualcuno..."
    Cesare: "...gli pija un ictus, come minimo..."
    Ezio: "Ecco...."
    Non riuscì a dire altro, perchè a quel punto Olga cacciò un urlo talmente forte che probabilmente riuscirono a sentire fino al quartiere Laurentino, e poi stramazzò a terra travolgendo un paio di sgabelli.
    Giulio, mettendosi le mani nei capelli: "Oddio... ma che è successo...???"
    Ezio, richiudendo la porta: "E che è successo... è tutta colpa de Cesare... è rimasto imbambolato e ha lasciato la porta aperta... oh, guarda che con gli spifferi nun se scherza mica eh... se po' pure piglià la polmonite fulminea... "
    Giulio, gesticolando e facendo il giro del bancone: "Invece de sparà fregnacce venite a damme 'na mano... oh Madonna mia, che ce fa questa qui mezza nuda in mezzo alla bottiglieria...????"
    Cesare: "E che me lo domandi a me?? Sò appena entrato...."
    Ezio, aggrottando la fronte: "C'avrà i calori.. che ne voi sapè..."
    Mentre cercava di tirarla su Giulio diede uno sguardo allo sgabello, a quello che c'era sopra. Gli tornò alla mente uno degli scherzi più infami partoriti dalla testa di Rudy e dei suoi compagni di disastri negli ultimi anni. E poi alzò lo sguardo verso Lucia, che era rimasta in piedi davanti alla porta.
    Giulio: "Lucì... te ovviamente nun ne sai niente, vero...??"
    Lucia, stringendosi nelle spalle: "Io...?? Perchè guardi me....?? Pensi che avrei potuto fare una cosa simile...???"
    Giulio le lanciò un'altra occhiataccia mentre Olga si stava lentamente riprendendo dallo shock, e Lucia, nonostante si sforzasse, proprio non riusciva a smettere di ridere.


    ... giovedì posto le ultime quattro pagine di questo capitolo, con Marco che finalmente riuscirà a venire a capo del mistero di Martina con una scoperta alquanto sorprendente... :286: :286: :286: ... alla prossima :253: :253: :253:






     
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    Proprietario della bottiglieria

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    CITAZIONE (jameskirk88 @ 18/5/2010, 19:35)
    Buonasera a tutti!! :253: :253: :51: :51: :51: ... scusate il ritardo ma questo episodio si sta rivelando MOLTO complicato (tanto per cambiare.... :106: :106: :255: :255: :255: ) e di tempo in questi giorni ne ho pochissimo... cmq, ora vi posto la terza parte dell'ultimo episodio... non preoccupatevi se invece delle solite dieci pagine ne trovate stavolta sei o sette... il capitolo era MOLTO corposo, quindi l'ho diviso in ulteriori due parti... oggi posto la prima, domani l'altro la seconda... :D :D :D ... buona lettura a tutti!! :B): :B): :lol: :lol:


    ... giovedì posto le ultime quattro pagine di questo capitolo, con Marco che finalmente riuscirà a venire a capo del mistero di Martina con una scoperta alquanto sorprendente... :286: :286: :286: ... alla prossima :253: :253: :253:

    Jhon sei
    Però stai diventando come gli autori dei Cesaroni:la storia di Martina la stai centellinando,lo fai per farci aumentare la curiosità a livelli inverosimili?Voglio sapere chi è Martina,cosa le è successo,chi sono i suoi genitori(quelli adottivi e quelli naturali) e perchè ha detto di essere la sorellastra di Marco.
    Grande Lucia. :napoli: :napoli: :napoli:
    Olga ha avuto quello che si merita,è propprio una gatta morta.Sei stato super nel scrivere questa scena,ho notato che lentamente Giulio e Lucia si stanno avvicinando.Ma cosa è successo veramente quella sera al ristorante?
    :280: :280: :280: :280: :280: :280: :280: :280:
    Posta presto.
     
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  12. delia_73
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    CITAZIONE (jameskirk88 @ 18/5/2010, 19:35)
    Buonasera a tutti!! :253: :253: :51: :51: :51: ... scusate il ritardo ma questo episodio si sta rivelando MOLTO complicato (tanto per cambiare.... :106: :106: :255: :255: :255: ) e di tempo in questi giorni ne ho pochissimo... cmq, ora vi posto la terza parte dell'ultimo episodio... non preoccupatevi se invece delle solite dieci pagine ne trovate stavolta sei o sette... il capitolo era MOLTO corposo, quindi l'ho diviso in ulteriori due parti... oggi posto la prima, domani l'altro la seconda... :D :D :D ... buona lettura a tutti!! :B): :B): :lol: :lol:


    ... giovedì posto le ultime quattro pagine di questo capitolo, con Marco che finalmente riuscirà a venire a capo del mistero di Martina con una scoperta alquanto sorprendente... :286: :286: :286: ... alla prossima :253: :253: :253:

    Come al solito mi ci è voluta un'ora e mezza per leggere tutto :17: :17: comunque :280: :280: come sempre però ci hai lasciato in sospeso :cry: :cry: chi è il cinquantenne grasso e pelato che ha aggredito Martina? E Lucia, che ha messo la colla sullo sgabello di Olga :258: :258: :258: troppo forte: chissà da chi avrà imparato certe tattiche :286: :286: :286:

    Aspettiamo il prossimo episodio :100: :100:
     
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  13. bella'mbriana
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    Grande Lucia! :66: :66: :66:
    Stamattina, il primo pensiero e' stato leggere la tua FF, non ho neanche ancora iniziato a lavorare...e sono curiosissima, peggio di Marek...meno male che posti gia' domani, cosi' sapremo finalmente chi e' questa Martina e che guaio ha passato :asd:

    La scena in bottiglieria e' meravigliosa :258: :258: :258:

    Lucia for President! :66: :66: :66:
     
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    I will go down with this ship!

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    CITAZIONE (jameskirk88 @ 18/5/2010, 19:35)
    Buonasera a tutti!! :253: :253: :51: :51: :51: ... scusate il ritardo ma questo episodio si sta rivelando MOLTO complicato (tanto per cambiare.... :106: :106: :255: :255: :255: ) e di tempo in questi giorni ne ho pochissimo... cmq, ora vi posto la terza parte dell'ultimo episodio... non preoccupatevi se invece delle solite dieci pagine ne trovate stavolta sei o sette... il capitolo era MOLTO corposo, quindi l'ho diviso in ulteriori due parti... oggi posto la prima, domani l'altro la seconda... :D :D :D ... buona lettura a tutti!! :B): :B): :lol: :lol:


    ... giovedì posto le ultime quattro pagine di questo capitolo, con Marco che finalmente riuscirà a venire a capo del mistero di Martina con una scoperta alquanto sorprendente... :286: :286: :286: ... alla prossima :253: :253: :253:

    :280: :280: :280: :280: .....finalmente si sta scoprendo cosa sia successo a Martina......e penso proprio che c'entra quell'uomo che le amiche hanno visto entrare a casa sua....sono curioso di sapere Marco come riuscirà a scoprire la verità :286: :286:

    E finalmente Giulio e Lucia si stanno riavvicinando......lei va in bottiglieria con la scusa del caffè.......cerca di fargli capire che sarebbe disposta a restare a Roma x lui..........e gli stava anche dicendo del motivo che l'aveva spinta ad andare a cena con Sergio.........solo che in quel momento è entrata Olga che ha rovinato tutto :angry: :angry: :angry: :angry: .........e si è anche fatta passare come una con cui Giulio stava insieme.... :blink: :blink: :wacko: :286: ........ben gli sta che è rimasta incollata allo sgabello....grande Lucia....ha usato il metodo Cesaroni.......che usava spesso Rudy a scuola!! :266: :266: :266: ....troppo forte quando entrano Ezio e Cesare....Ezio pensa che hanno spostato in bottiglieria il porno-bar :17: :17: ......e Lucia che ride sulla porta :255: :255: :255: :255: ......quanto mi piacerebbe vedere nella 4^serie una scena del genere :17:

    Aspetto con ansia il seguito...sono curioso di sapere sia cosa è successo a Martina....sia cosa sia successo al ristorante a Torino :286:
     
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  15. checca.68.9
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    :280: :280: :280: :280: :280: :280: :280: :280: :280: :280:

    Ho letto il capitolo tutto di un fiato,speravo di sapere che cosa è accaduto a Martina ma ci hai lasciato in sospeso!!! :wacko: :wacko: :wacko: :wacko: :wacko: Lucia ha adottato il metodo Cesaroni per vendicarsi :258: :258: :258: :258: :258: Bravo Jhon spero che almeno tu faccia far pace a Giulio e Lucia.....
     
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299 replies since 4/11/2009, 22:51   14893 views
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