I Cesaroni - Sesta stagione

Un'ipotetica sesta stagione su Marco&Eva e Rudi&Alice :)

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  1. Alexander 91
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    Buonasera a tutti imbottigliati :)

    Posto anche qui la mia long fic dedicata alla sesta stagione, incentrata sul mio pairing preferito, CesaronixCudicini :)
    Spero possa essere di vostro gradimento :)
    Buona lettura

    CAPITOLO 1 - RITORNO DALLE VACANZE


    Ore undici del mattino.
    Passarono due mesi dalla sua partenza per la Grecia per quella meravigliosa vacanza che stava volgendo a termine.
    Alice non vedeva l'ora di tornare a casa, riabbracciare tutti, la mamma, Giulio, Mimmo, Eva e Marta. Tutti tranne uno: il ragazzo che aspettò inutilmente al porto, sperando in suo ripensamento, e che invece non si presentò.
    "Tra un’oretta saremo a Ostia. Tra poco saremo a casa. Non sei contenta?" chiese Francesco.
    Alice annuì contenta: "Non vedo l'ora di riabbracciare tutti”.

    Anche Rudi rientrò lo stesso giorno dalle vacanze. Ricordò tutto ciò che accadde in quell'estate.
    Dopo la partenza di Alice fu convinto da Diego, Miriam, Budino e Regina per fare un secondo interrail.
    Un viaggio meraviglioso che gli fece visitare luoghi già conosciuti e allo stesso tempo nuovi.
    Andarono a trovare Marco in Lussemburgo, giacché si trasferì lì per vivere la sua storia con Maya.
    E proprio a palazzo reale conobbe la cugina di Maya, Sandra anche lei diciannovenne come Rudi; durante una festa organizzata in onore di Marco e Maya, ebbe l'occasione di conoscere meglio la ragazza, e aiutati da un bicchiere di vodka di troppo, finirono a letto insieme.
    Forse questa storia con Sandra poteva aiutarlo a dimenticare definitivamente il doloroso ricordo di Alice, così come aveva fatto con Lisa. Al solo pensiero di quella meravigliosa ragazza, gli occhi di Rudi si riempirono di nuovo di lacrime che stavolta trattenne.
    "Roma sei sempre ‘na meraviglia" la voce di Diego interruppe i pensieri di Rudi.
    "Beh non a caso è chiamata la città eterna" rispose.
    "Vedi che alla fine questa vacanza ti ha fatto bene”.
    "Già"
    "Hai dimenticato Alice, hai conosciuto una splendida ragazza”.
    "Anche a te e a Budino non è andata male. Tu e Miriam andrete a vivere insieme, mentre Budino... " guardò Budino e Regina mentre si scambiavano dolci effusioni.
    "Te lo saresti immaginato? La più bella della scuola con un nerd." continuò Rudi.
    Diego rise felice nel vederli.
    “Ragazzi, stiamo per entrare a Termini. Siamo tornati a casa.” Intervenne Miriam.
    “Rudi, sei sicuro che la mia presenza in casa non creerà problemi?” chiese Sandra.
    Lei partì con Rudi e gli amici. Voleva anche lei una vacanza; più che altro si era stancata della monotonia delle feste di corte. Convinse i genitori ad acconsentire al suo trasferimento a Roma, e studiare all’università La Sapienza.
    “Si Sandra. Ho già chiamato mio padre e Lucia. Anzi non vedono l’ora di conoscerti”
    La ragazza sorrise e baciò dolcemente Rudi.

    La barca di Alice e Francesco attraccò al porto di Ostia. La loro vacanza finì ufficialmente in quel momento.
    Tolsero tutti i bagagli dalla barca e si diressero verso la zona con i taxi.
    “Buongiorno. Ci può accompagnare in via Filippo Tolli 2?” chiese Francesco.
    “Certamente. Vi aiuto a caricare le valigie e andiamo” rispose il taxista.
    “Perfetto”
    Il taxi si mosse velocemente tra il raccordo di Roma e le vie della Garbatella.
    “Eccoci. Via Filippo Tolli 2. Sono 110€.”
    Francesco pagò e scese dall’auto.
    “Bene eccoti a casa”
    Alice frugò nella sua borsa alla ricerca delle chiavi, e quando le trovò, aprì il cancelletto di casa.
    Suonarono al campanello della porta.
    “Mimmo, puoi andare ad aprire tu per favore?” gridò Lucia dalla cucina.
    Controvoglia il ragazzo si alzò dal divano e aprì la porta: rimase piacevolmente sorpreso quando vide Alice.
    “Alice!” urlò.
    “Ciao Mimmo”
    “Lucia è tornata Alice”
    La donna corse ad abbracciare la figlia.
    “Alice tesoro. Che bello riaverti a casa. Perché non ci avete detto che tornavate oggi?”.
    “Beh volevamo farvi una sorpresa.”
    “Mannaggia a voi mannaggia. Siete tornati giusto in tempo per il pranzo. Vi unite a noi vero?”
    “Se non è un problema volentieri” rispose Francesco.
    “Ma quale problema. Dai, lasciate i bagagli. Mimmo puoi aggiungere due posti per favore?”.
    “Va bene Lucia” rispose sbuffando il ragazzo.
    “Vedo che c’è il tavolo delle grandi occasioni. Ci sono ospiti oggi?” chiese Alice notando il tavolo del soggiorno imbandito.
    “Effettivamente sì. Oggi torna anche Rudi. Sai, ha fatto un interrail con gli altri, e ha conosciuto una ragazza. Oggi ce la presenta.”
    Alice ebbe una strana sensazione. Come una pugnalata al cuore.
    “Ecco perché non è venuto al porto due mesi fa. Lui non ha mai provato nulla per me. Sono io che mi sono immaginata tutto” pensò Alice.
    In quel momento la porta si aprì. Era Giulio appena tornato dalla bottiglieria.
    “Buongiorno a tutti. Alice! Francesco! Che sorpresa. Siete tornati finalmente” disse l’uomo sorridendo.
    “Buongiorno signor Cesaroni” rispose Francesco porgendogli la mano.
    “Ancora con questo signor Cesaroni. Per favore, chiamami Giulio, mi fai sentire vecchio altrimenti”
    “Va bene, Giulio”
    “Sono passati due mesi. Non ti ricordavo tanto bella, sai Alice? Dai fatti abbracciare”
    “Grazie Giulio”
    Il campanello suonò di nuovo.
    “Ecco chi è che rompe ora?” disse Giulio che andò ad aprire.
    “Rudi!”
    “Ecco l’eroe dei due mondi” disse il ragazzo appena entrò in casa.
    “Ah Garibaldi, hai detto la stessa frase anche l’anno scorso” rispose sarcastico Mimmo.
    “Siamo simpatici oggi. Però lo scorso anno non c’era Anita con me. Dai Sandra vieni” disse Rudi.
    “Buongiorno a tutti” esordì la ragazza.
    “Ciao, tu sei la famosissima Sandra immagino. Rudi ci ha parlato tanto di te” rispose Giulio
    “Ne sono felice.”
    “Io sono Giulio, il padre di questo pazzoide.”
    “Piacere Sandra d'Oil Aldemburger”
    “Possiamo entrare o rimaniamo qui sulla porta per tutto il tempo?” chiese Rudi.
    “Si scusate. Prego”
    Entrarono in casa e Rudi notò immediatamente la presenza di Alice e Francesco. Si stava avvicinando a loro quando fu bloccato da Lucia.
    “Beh Rudi non si saluta? E soprattutto non mi presenti questa splendida ragazza?” chiese la donna.
    “Perdonami Lucia” il ragazzo abbracciò Lucia. “Lei è Sandra, la cugina di Maya”
    “Piacere signora Cesaroni”
    “Piacere mio Sandra. Per favore chiamami Lucia”
    “Dai ti presento il resto della famiglia. Lui è mio fratello minore Domenico”
    “Rodolfo quante volte devo dirti che mi chiamo Mimmo?” rispose il più piccolo dei Cesaroni.
    “Ciao Mimmo.” Disse Sandra gentilmente.
    “Mentre loro sono la mia sorellastra Alice e il suo fidanzato Francesco”.
    “Molto lieta di conoscervi. Rudi mi ha parlato tanto di voi.”
    “Spero che abbia speso belle parole” rispose acidamente Alice.
    Sandra non capì ma il loro discorso fu interrotto da Lucia che stava per servire il pranzo.
    “Bene ragazzi è pronto. Dai andatevi a sedere”
    “Amore io vado in bagno a lavarmi le mani e torno.” Disse Francesco.
    “Si ti aspetto giù.”
    Sandra intanto andò a sedersi lasciando Rudi e Alice temporaneamente soli.
    “Ciao Alice.”
    “Ciao Rudi”
    “Sono contento che tu sia tornata”
    “Anch’io. Ti sarai divertito parecchio questa estate”.
    “Come ti sei divertita tu in Grecia.”
    “Oh volete rimanere lì tutto il tempo?” intervenne Giulio.
    I ragazzi obbedirono. Il pranzo passò velocemente e ognuno dei presenti raccontò delle proprie vacanze.
    “Bene direi che si è fatta una certa. Amore che ne dici, andiamo a casa?” chiese Francesco ad Alice.
    “Sì. Mamma, Giulio grazie di tutto, per il pranzo e il resto.”
    “Grazie a voi della vostra compagnia. Ah Alice, Francesco promettetemi una cosa però” disse Giulio.
    I due annuirono.
    “La domenica venite a pranzo qua”
    Francesco e Alice sorrisero.
    “Ok Giulio, lo promettiamo.” Rispose la ragazza.
    I due uscirono diretti verso la loro casa, verso un nuovo capitolo della loro vita.
     
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  2. Maria871901
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    ho riletto il capitolo.... fantastico
     
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  3. jameskirk88
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    Beh Alessandro, è un inizio, molto, molto, molto interessante, spero che continuerai presto la storia. A quanto pare i Cesaroni si trovano bene anche con le Oil Aldemburger oltre che con le Cudicini :255: :255: :255: Mi sembra di capire che tra Alice e Francesco sia andato tutto bene, in vacanza... ora sono curioso di vedere come li farai interagire insieme, lei e Rudy... dopo quello che è successo a fine stagione sarà difficile far finta di niente per entrambi ^_^ Comunque, :280: :280: :280: :280: :280: , aggiorna presto
     
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  4. cristalamber
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    E' molto carina questa ff...però una Oil bastava e avanzava. Scusate, ma perchè anche voi vi ostinate con la nobiltà? Capisco gli autori che sono pagati per farlo ma a voi non vi paga nessuno. Almeno noi eliminiamo la monarchia dalla Garbatella!
    Sono curiosa di sapere come se la cavano Rudi e Alice...speriamo meglio dei fratelli maggiori.
    Bravo!
     
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  5. Alexander 91
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    CITAZIONE (Maria871901 @ 11/3/2013, 20:09) 
    ho riletto il capitolo.... fantastico

    Grazie mille Maria ^_^

    CITAZIONE (jameskirk88 @ 11/3/2013, 21:57) 
    Beh Alessandro, è un inizio, molto, molto, molto interessante, spero che continuerai presto la storia. A quanto pare i Cesaroni si trovano bene anche con le Oil Aldemburger oltre che con le Cudicini :255: :255: :255: Mi sembra di capire che tra Alice e Francesco sia andato tutto bene, in vacanza... ora sono curioso di vedere come li farai interagire insieme, lei e Rudy... dopo quello che è successo a fine stagione sarà difficile far finta di niente per entrambi ^_^ Comunque, :280: :280: :280: :280: :280: , aggiorna presto

    Grazie per i complimenti James :D
    Sì confermo che i Cesaroni si trovano bene anche con le Oil Aldemburger :ancheno: :258: :258:
    Rudi e Alice avranno un percorso che spero possa piacere (anche se forse ho scritto una storia troppo soap per loro :XD: )


    CITAZIONE (cristalamber @ 12/3/2013, 00:04) 
    E' molto carina questa ff...però una Oil bastava e avanzava. Scusate, ma perchè anche voi vi ostinate con la nobiltà? Capisco gli autori che sono pagati per farlo ma a voi non vi paga nessuno. Almeno noi eliminiamo la monarchia dalla Garbatella!
    Sono curiosa di sapere come se la cavano Rudi e Alice...speriamo meglio dei fratelli maggiori.
    Bravo!

    Ciao Cristalamber. Noi non ci conosciamo. Molto lieto di conoscerti :)
    Ti ringrazio per i complimenti e ti posso confessare solo una cosa: che la monarchia dalla Garbatella sarà eliminata XD

    Spero di postare stasera il secondo capitolo (se riesco a liberarmi dai miei impegni XD)
     
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  6. Alexander 91
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    Ehm scusate per l'enorme ritardo :XD:

    Ecco a voi il secondo capitolo della mia Fan Fiction :)

    Buona lettura a tutti. Spero che sia di vostro gradimento :)

    CAPITOLO 2 - PER MARTA



    Anche per Eva, l’estate appena passata fu all'insegna del relax, più che altro per dimenticare la delusione avuta da Marco.
    Decise di andare a trovare Walter e Carlotta a Barcellona subito dopo il ritorno dei Masetti a Roma.
    Ma come tutte le cose belle, le due settimane di vacanza passarono in fretta.
    “È un vero peccato che domani tu riparta” disse Carlotta con voce alquanto triste, osservando l’amica bere il caffè e la piccola Marta giocare con i Lego.
    “Dispiace anche a me. Mi mancherete tanto a Roma.”
    “Mancherai anche a me zia” disse la piccola Marta.
    “Anche tu mi mancherai piccola”
    Dopo qualche secondo di silenzio Carlotta continuò a parlare.
    "Durante l'estate l'hai incontrato?" chiese.
    "Mi ha chiamato svariate volte, per sentire la voce di Marta più che altro" rispose Eva capendo a chi si riferisse Carlotta.
    "Ma non vi siete mai visti... " incalzò la bionda.
    "No, mai. Quando mi chiamava per incontrarci, m’inventavo una balla. Non volevo vederlo per nessun motivo al mondo”.
    "Ma sei impazzita? Marta ha bisogno di suo padre!"
    "Lo so Carlotta, ho sbagliato! Ma avevo paura. Una paura matta di vederlo, di scoppiare di nuovo a piangere ripensando a quelle parole, senza poter essere consolata senza... " Eva non riuscì più a trattenere le lacrime. Scoppiò in un lungo pianto e Carlotta cercò di consolarla.
    "Scusa Eva se ti ho fatto ripensare a quei brutti momenti."
    "No Carlotta, tu non hai colpe. È solo colpa mia. A causa di una stupida debolezza ho ceduto alla corte di quel francese e ora sto impedendo a Marta di vedere il padre. Sono una donna orribile." rispose la mora tra un singhiozzo e l'altro.
    "Eva, non lo sei. Sei una donna ferita dall'uomo che ama. E purtroppo questo quando accade nessuna donna riesce a ragionare come si deve. Promettimi una cosa però"
    "Cosa?"
    "Appena torni a Roma, chiami Marco e vi mettete d'accordo per fargli vedere Marta. Non far soffrire anche lei"
    "Hai ragione Carlotta, cercherò di essere forte. Lo farò per Marta"
    Eva sorrise e abbracciò l'amica.

    Marco in Lussemburgo continuò a vivere la sua storia d'amore con Maya.
    "Buongiorno amore, ti sei svegliato presto stamattina." disse Maya appena sveglia.
    "Buongiorno a te, amore. Volevo prepararti una sorpresa. Dai chiudi gli occhi e seguimi"
    Prese Maya per la mano e la portò nella sala da pranzo del palazzo, dove Marco aveva preparato la colazione e predisposto delle candeline in modo da formare la scritta "Ti amo".
    "Grazie amore. È un gesto bellissimo" disse Maya sorridendo e baciando Marco.
    "Per te farei questo e altro" rispose Marco continuando a baciarla.
    Furono interrotti dal cellulare di Marco che iniziò a suonare.
    Marco rimase stupito quando vide il mittente della chiamata.
    "Chi è?" chiese Maya.
    "È Eva"
    "Non mi dire che hai paura di risponderle".
    "No però non capisco questa chiamata così all'improvviso".
    "Se non rispondi, non lo saprai".
    Marco fece un lungo respiro e rispose alla chiamata.
    "Pronto. Eva ciao".
    "Ciao Marco. Scusa se chiamo così presto"
    "Non preoccuparti"
    "Ascolta io domani tornerò a Roma da Barcellona. E giacché avrò ancora una settimana di ferie, potrei venire lì da te in Lussemburgo per portarti Marta.”.
    "Davvero? È una splendida idea. E quando avresti intenzione di venire qua?".
    "Beh il tempo di tornare a Roma, spiegare la situazione a casa, fare il biglietto e ripartire. Fra tre giorni starò da te".
    "Perfetto. Ti mando l'indirizzo del palazzo così ci puoi raggiungere appena arrivi.".
    "Va bene Marco. Allora ci vediamo fra tre giorni"
    "Ok, ciao Eva."
    "Ciao Marco"
    Marco chiuse il telefono e raccontò tutto l'accaduto a Maya.
    "E quindi passeremo una settimana assieme a Marta" esultò Marco.
    "E anche insieme ad Eva" mugugnò Maya.
    "Perché quel broncio?"
    "Non ricordi ciò che è successo appena tre mesi fa a Roma?"
    "Certo che me lo ricordo. Ma stavolta Eva non impedirà il nostro amore ne sono convinto.".
    "Lo spero, non vorrei scappare da casa mia per non soffrire".
    "Io ti seguirò Maya. Andrei in capo al mondo per te".
    "Grazie Marco" Maya sorrise e baciò di nuovo Marco.
     
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  7. cristalamber
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    Bello...mi piace quando fate rivivere vecchi personaggi. Carlotta e Walter erano veri amici per Marco ed Eva, e poi...più niente. Tutti sentimenti persi, sostituiti da vecchi cari amici che spuntano come i funghi...dal nulla e improbabili grandi amori che nascono dall'inganno.
    Alexander, fammi un favore...Eva falla andare in albergo, come ogni persona normale con un minimo di dignità farebbe, non fare lo stesso errore degli autori. Tutti sotto lo stesso tetto, lo trovo rivoltante...Eva deve lasciare Marta al suo ex e poi deve andare a riprendersela per tornare a Roma. Non deve accettare niente dalla principessa.
    Ridiamo un pò di dignità ad Eva.
    Bravissimo.
    Spero che nella 6a serie Lucia ci sia, non sarebbe la stessa cosa senza di lei. Lucia e Giulio devono stare insieme quando Rudi e Alice si dichiareranno. Sarà una specie di vendetta del destino...la storia che si ripete.
     
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  8. jameskirk88
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    Walter e Carlotta.. quanto mi mancano :cry: :cry: :cry: nella quinta serie sarebbero stati una spalla eccezionale sia per Marco, sia per Eva.. eh la loro mancanza si è sentita parecchio, in questa storia -_- -_- hai fatto tornare Eva sull'argomento Jean: io sinceramente non saprei da che parte cominciare per provare a spiegare la storia pensata dai nostri autori. Eva che si innamora di un altro, a Parigi, dopo quello che era successo alla fine della quarta stagione... logica saltami addosso e portami via :wacko: :wacko:
    Continua presto Alessandro, è proprio bella questa sesta serie incentrata su Rudy e Alice e su Marco ed Eva :280: :280: :280: :280: :280: :280: :280: :280:
     
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  9. Alexander 91
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    Grazie a tutti per i complimenti :)
    Cristalamber, per quanto riguarda la tua richiesta posso dirti che mi hai letto nel pensiero ;)

    James per la storia di Jean ho inserito questo riferimento perché non potevo cancellare quello accaduto nella quinta stagione e ho sottolineato la debolezza di Eva.

    Comunque vi posto il terzo capitolo. Torniamo sull'altra coppia protagonista della Fan Fiction :)
    Sarà un capitolo introspettivo riguardo Rudi e ciò che è accaduto il giorno della partenza di Alice. Spero possa essere di vostro gradimento ^_^

    CAPITOLO 3 - QUELLA LETTERA LETTA TARDI




    Passarono due giorni dal suo ritorno a Roma con Sandra, e le notti di Rudi furono insonni.
    Non era abituato a dormire in un letto matrimoniale, soprattutto con una persona accanto.
    Non capì nemmeno il motivo della sua insonnia. Forse doveva riabituarsi all’aria di Roma, o ad avere un letto dopo un’estate passata a dormire nel sacco a pelo.
    Quando riuscì finalmente a prendere sonno, i suoi sogni non furono, come si dice, d’oro.
    Per la seconda notte consecutiva fece lo stesso identico sogno.

    Stava correndo la maratona di Roma e non mancava molto al traguardo.
    Non capiva la sua posizione, forse era primo, forse ultimo, ma non aveva importanza. Correva e si sentiva libero. Girò lo sguardo alla sua destra e vide il cartello del quarantaduesimo chilometro.
    “Dai Rudi mancano appena centonovantacinque metri al traguardo. Ce la devo fare”
    Stava percorrendo l’ultima curva, quella del Colosseo e poi sarebbe arrivato al traguardo.
    Sul rettilineo finale però vedeva il traguardo allontanarsi. Più correva e più si allontanava, non capiva il motivo. Correva a più non posso e il traguardo non si avvicinava.
    Stremato, cadeva a terra. Voleva concludere quella maledetta maratona.
    D’improvviso una mano si allungava verso di lui. Una mano femminile molto graziosa con un simpatico anello al dito, lo vedeva nitidamente: un anello con una carta da gioco rimpicciolita al posto della pietra preziosa, l’asso di picche per l’esattezza.
    “Dobbiamo finire la maratona. Ricordi quando l’abbiamo iniziata tempo fa?” questo diceva la ragazza, ma la sua voce era molto disturbata dalle grida della folla, e Rudi non riusciva a riconoscere chi poteva essere la persona che parlava.
    Appena afferrava la mano della ragazza, la linea del traguardo si avvicinava e si trovava a meno di un metro dal punto in cui era caduto.

    Mentre risaliva con gli occhi il contorno della figura che aveva davanti a se, Rudi si risvegliò da quello stranissimo sogno impedendogli di vedere il viso della ragazza.
    Anche per quella notte decise di passarla sveglio, se avesse preso sonno, si sarebbe addormentato sul divano giù.
    Prese qualcosa dalla tasca dei suoi pantaloni, scese al piano di sotto cercando di fare meno rumore possibile e si chiuse in cucina.
    Vide l’orologio.
    “Le tre del mattino, beh ho dormito di più stanotte. Ieri erano le tre meno un quarto quando sono arrivato qui”.
    Prese la teiera, la riempì d’acqua e la mise su fornello.
    Una buona camomilla l’avrebbe aiutato a rilassarsi.
    Prese la sua tazza e aspettò che l’acqua iniziasse a bollire, per bere poi la sua camomilla.
    Appena fu pronta, versò l’acqua nella tazza e aspettò tre minuti, il tempo necessario all’infusione.
    Si sedette al suo solito posto sul tavolo e iniziò a rimuginare sul sogno appena fatto: cercò di capirne il significato. I suoi occhi caddero su ciò che prese dalla tasca dei suoi pantaloni: un foglio bianco tutto stropicciato.
    “Tu sei la causa di quel sogno vero? Se solo ti avessi letto qualche minuto prima, ora la mia vita sarebbe completamente diversa.”. Pensò il ragazzo. Aprì il foglietto e iniziò a leggerlo e i ricordi presero il sopravvento.

    Era mattina a casa Cesaroni. La mattina successiva all’ultimo concerto dei Senza Nome a scuola.
    “Sono tornato” gridò Rudi dopo aver chiuso la porta di casa, ma nessuno rispose. La casa era deserta.
    Il ragazzo salì le scale diretto in camera sua, voleva riposarsi dopo una nottata passata a bere birra e dopo essersi svegliato con un mal di testa incredibile.
    Si fermò davanti la porta del bagno, esattamente a metà tra la sua camera e quella di Alice. Voltò lo sguardo verso destra e vide la porta della stanza delle ragazze socchiusa. L’aprì e ammirò la stanza di Alice, il suo letto, la sua scrivania, la sua macchina per cucire; ma l’attenzione di Rudi cadde sui muri tappezzati di foto. Tre foto lo colpirono, la prima scattata da Giulio in giardino durante il barbecue di fine estate, prima del loro primo giorno di liceo. La foto raffigurava Alice abbracciata a Rudi entrambi sorridenti ; la seconda scattata da Mimmo mentre aspettavano il loro turno al pronto soccorso subito dopo la nascita della loro nipotina Marta, perché Rudi s’infilò sbadatamente le fedi di Eva e Alex; la terza foto scattata appena un anno prima da Jolanda, lui e Alice sul divano, Alice seduta sulle gambe di Rudi.
    I ricordi stavano per prendere il sopravvento ma Rudi li bloccò e andò in camera sua.
    Appoggiò la tracolla sulla scrivania e il pensiero di Alice sulla barca con Francesco continuava a martellargli la testa.
    Si stese sul suo letto e le lacrime presero il sopravvento su di lui. Lui, Rudi Cesaroni, che l’unica volta che pianse fu durante la lettera della madre Marta.
    “Guarda come mi hai ridotto Alice. Sono passati sette anni dall’ultima volta che ho pianto. E quella volta era per la mamma. Solo tu sei riuscita a farmi versare nuovamente le lacrime Alice.” Pensò Rudi mentre piangeva.
    Voleva sfogarsi in qualche modo, forse suonando ci sarebbe riuscito; ma la sua chitarra la lasciò al magazzino di Francesco assieme agli altri strumenti.
    Si ricordò che forse c’era ancora una chitarra in casa. Si alzò dal letto e aprì la parte di armadio di Marco. Vi trovò la vecchia chitarra rossa della madre, la prima di Marco.
    Tornò a sedersi sul letto con rivolto verso la finestra. Si mise la chitarra al collo, l’accordò e iniziò a suonare la base della canzone che scrisse per Alice.
    Quelle note non l’aiutavano a far passare il dolore, quel dolore causato dalla perdita, forse per sempre, del suo anello mancante. Abbassò la testa e notò una busta gialla con la scritta “X RUDI” sopra.
    Molto lentamente prese quella busta, cercando di capire il mittente. Forse Diego per fargli uno scherzo, forse Mimmo, o Marco, o Budino.
    “Certo se me lo chiedo con la busta chiusa, non lo saprò mai.” Pensò.
    Aprì la busta e la lettera contenuta all'interno della stessa.
    Riconobbe subito la calligrafia. La calligrafia di Alice.

    Caro Rudi,
    questa è una lettera confusa. In questi ultimi giorni capire cos’è in quel maledetto cuore è impossibile, forse perché anche nel mio c’è tanta confusione.
    Ha un nome questa confusione Rudi. Lo ha per te.
    Perché io d’improvviso vacillo e non so più da che parte andare.
    Mi sono allontanata da te perché non era più possibile starti accanto sapendo che non mi amavi.
    Ma ora che sto per prendere il largo, non posso partire se non so esattamente cosa provi per me.

    Rudi non credeva a quelle parole appena lette.
    “Allora i suoi sentimenti non sono cambiati. Lei forse prova ancora qualcosa per me. Una macchina. Devo trovare una macchina e andare a Ostia.”. Disse Rudi sottovoce.
    Corse di sotto, uscì di casa ancora con la chitarra ancora al collo. Corse verso casa di Gabriella.
    Vide Gabriella in giardino intenta a curare i suoi fiori.
    “Gabriella” gridò Rudi appena la vide.
    “Ciao Rudi. Che succede?” disse la donna aprendo il portone.
    “Puoi prestarmi la macchina per favore?”
    “Hai deciso di fare il primo passo finalmente?”
    Rudi non capì le sue parole.
    “Aspettami qui che vado a prenderti le chiavi”
    La donna entrò in casa e prese le chiavi della sua auto e le portò a Rudi.
    “Tieni. Va a prenderti il cuore della tua amata.” Sorrise Gabriella.
    “Grazie Gabriella.” Rudi abbracciò la sua nonna acquisita e corse verso la sua auto.
    Mise la chitarra sul divano posteriore, montò sul posto di guida, si allacciò la cintura e partì.
    Dopo un’ora esatta arrivò a destinazione.
    Scese velocemente dall’auto e si diresse al molo, dove era attraccata la barca di Francesco, ma non la trovò.
    “No cazzo! No!” Rudi riuscì a vedere la barca in lontananza.
    “ALICE! TI AMO!” gridò con tutto il fiato che ebbe in corpo.
    “ALICE! TI AMO!” ripeté ma il risultato fu identico al precedente, Alice non l’ascoltò.
    Il ragazzo tornò mesto alla macchina.
    Arrivato alla macchina prese la chitarra e iniziò a suonare. Cambiò canzone stavolta. Scelse una vecchia canzone dei Modà, imparata quando prese più dimestichezza con la chitarra, una delle prime che imparò a suonare.


    Scusami
    Se quella sera sono stato troppo fragile
    E non ho avuto proprio forza per resistere
    Per fregarmene

    Scusami
    Ma la voglia di sentirti era incontrollabile
    Dirti tutto in quel momento era impossibile
    Era inutile

    Scusami,
    Se ho preferito scriverlo,
    che dirtelo,
    ma non è facile dirti che
    sei diventata il senso
    di ogni mio giorno,
    momento, perché...
    perché sei fragile

    Scusami
    Se io non sto facendo altro che confonderti
    Ma vorrei far di tutto per non perderti
    Voglio viverti

    Parlami
    Ma ti prego di qualcosa oppure stringimi
    Ho paura del silenzio e dei tuoi brividi
    E dei miei limiti

    Scusami,
    Se ho preferito scriverlo,
    che dirtelo,
    ma non è facile dirti che
    sei diventata il senso
    di ogni mio giorno,
    momento, perché...
    perché sei fragile
    e come me sai piangere

    Scusami,
    Se ho preferito scriverlo,
    che dirtelo,
    ma non è facile dirti che
    sei diventata il senso
    di ogni mio giorno,
    momento, perché...
    perché sei fragile
    e come me sai piangere

    “Scusami Alice”

    “Ma ora che sto per prendere il largo, non posso partire se non so esattamente cosa provi per me.” lesse Rudi mentre stava sorseggiando la sua camomilla.
    “Perché quel giorno al porto non mi hai aspettato? Se volevi sapere cosa provavo per te mi avresti aspettato. E invece non l’hai fatto. Mi hai illuso Alice.” Pensò Rudi dopo aver riletto le ultime righe della lettera.
    Accartocciò di nuovo il foglio e lo mise nella tasca della tuta che usava come pigiama.
    Uscì dalla cucina e si sedette sul divano.
    “Ecco la camomilla che fa effetto. Forse stanotte riuscirò a dormire per altri cinque minuti. Spero di non rifare quel sogno”.
    E dopo queste parole, Rudi crollò in un profondo sonno.


    P.S. La canzone naturalmente non è mia. Il testo appartiene a Francesco Silvestre e non è utilizzato nel capitolo per scopi di lucro.

    Edited by Alexander 91 - 28/3/2013, 01:07
     
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  10. jameskirk88
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    Il tuo Rudy mi ricorda tanto il caro, vecchio Marcolino di una volta... soffriva in silenzio mentre cercava di rifarsi una vita e di dimenticare il suo grande amore.. salvo poi scoprire che il grande amore non si può dimenticare.. mi sa che tra un po' se ne accorgerà anche il tuo Rudy :uhm: :uhm: :uhm: :wub: :wub: un altro bellissimo capitolo, complimenti :280: :280: :280: :280:
     
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  11. bella'mbriana
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    Mi incuriosisce questa FF. ^_^

    Devo ammettere che di Rudi e Alice non me ne frega più di tanto, però sei proprio bravo a tratteggiare i personaggi e i loro pensieri, me li fai quasi piacere (e ti assicuro che è un gran risultato, io Rudi&Alice proprio non me li riesco a figurare insieme :P )

    E poi, il fatto che sia incentrata sopratutto su Rudi e Alice può essere positivo, così magari fra Marco ed Eva le cose si risolvono più in fretta, visto che non sono i protagonisti! :255:
    Sono curiosissima di sapere cosa ti inventerai per risolvere le cose fra loro e non mi va di aspettare troppo :D

    Complimenti e continua così! :100:
     
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  12. Alexander 91
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    CITAZIONE (jameskirk88 @ 24/3/2013, 00:06) 
    Il tuo Rudy mi ricorda tanto il caro, vecchio Marcolino di una volta... soffriva in silenzio mentre cercava di rifarsi una vita e di dimenticare il suo grande amore.. salvo poi scoprire che il grande amore non si può dimenticare.. mi sa che tra un po' se ne accorgerà anche il tuo Rudy :uhm: :uhm: :uhm: :wub: :wub: un altro bellissimo capitolo, complimenti :280: :280: :280: :280:

    Si forse sto copiando il vecchio Marco, il vero Marco: dopotutto è suo fratello no XD? Comunque grazie per i complimenti James :)

    CITAZIONE (bella'mbriana @ 24/3/2013, 15:41) 
    Mi incuriosisce questa FF. ^_^

    Devo ammettere che di Rudi e Alice non me ne frega più di tanto, però sei proprio bravo a tratteggiare i personaggi e i loro pensieri, me li fai quasi piacere (e ti assicuro che è un gran risultato, io Rudi&Alice proprio non me li riesco a figurare insieme :P )

    E poi, il fatto che sia incentrata sopratutto su Rudi e Alice può essere positivo, così magari fra Marco ed Eva le cose si risolvono più in fretta, visto che non sono i protagonisti! :255:
    Sono curiosissima di sapere cosa ti inventerai per risolvere le cose fra loro e non mi va di aspettare troppo :D

    Complimenti e continua così! :100:

    Ciao bella'mbriana. È un piacere leggere un tuo commento alla mia Fan Fiction :)
    Sono felice che la mia FF ti incuriosisca nonostante il ruolo di coppia protagonista sia diviso tra Marco&Eva e Rudi&Alice :D
    Grazie mille :)
     
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  13. Alexander 91
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    Bene. Siamo arrivati al quarto capitolo. L'attenzione torna su Marco&Eva. Eva è in Lussemburgo e... :)
    Buona lettura a tutti :)


    CAPITOLO 4 - IN LUSSEMBURGO



    Agitazione. Questo sentì Eva appena l’aereo atterrò all’aeroporto di Lussemburgo-Findel a cinque chilometri dalla capitale del Granducato.
    “Marta. Sveglia” disse Eva alla sua bambina.
    “No mamma. Ho sonno.”
    “Dai su dormigliona. Tra poco rivedrai papà. Non sei felice?”
    Alla parola papà la piccola ebbe un guizzo di energia che Eva non aveva mai visto.
    “Si che bello papà.”
    “Vorrei essere felice come te nel rivedere Marco piccola mia.” Pensò Eva vedendo la piccola Marta esultare.
    Uscirono dall’aereo e dopo aver raccolto i loro bagagli, si diressero alla zona taxi dell’aeroporto.
    “Buongiorno. Può portarci in Rue de Panorama 20 a Luxembourg?” disse Eva in perfetto francese rivolta ad un taxista in attesa del prossimo cliente.
    “Certo signorina. Le carico i bagagli in auto e partiamo. Potete salire se volete. Qui ci penso io” Rispose gentilmente l’autista.
    “Grazie” rispose Eva, sedendosi in auto.
    Eva e Marta arrivarono a destinazione dopo mezz'ora.
    Eva rimase incantata alla vista del palazzo reale.
    "Hai fatto davvero bingo Marco."pensò mentre sul suo viso si delineò un'espressione triste.
    Marco corse all'ingresso non appena le vide scendere dal taxi.
    "Ciao piccolina." gridò Marco.
    "Ciao papà." rispose felice Marta correndo verso il padre.
    Una lacrima solitaria scese sul viso di Eva mentre la ragazza vide la scena.
    Marco prese in braccio Marta e la strinse più forte che poté, quasi a non volerla lasciare più.
    "Ciao Eva." disse d'improvviso Marco con un grosso sorriso sulle labbra.
    "Ciao Marco." rispose Eva sorridendo anche lei.
    "È andato bene il viaggio?"
    "Si molto"
    "Buongiorno. Ma chi c'è qui? La piccola Marta. Ciao." disse Maya raggiungendo Marco.
    La bambina sembrò quasi restia a salutare Maya.
    "Dai saluta Maya." esortò Marco sempre con il sorriso.
    "Ciao Maya." disse la piccola.
    La principessa ruotò gli occhi e salutò anche Eva, con un lapidario "Ciao".
    La risposta di Eva fu dello stesso entusiasmo di Maya.
    Marco capendo che si stava creando un clima di tensione, cercò di riportare tutto alla normalità.
    "Beh sono le undici c'è ancora tempo per fare colazione. Andiamo?" chiese a entrambe.
    "No, scusate. Io devo andare in albergo. Ho prenotato una stanza per oggi e devo bloccarla."
    "Ma perché dormi in albergo? Avevamo preparato una stanza qui a palazzo per te e Marta." rispose Marco.
    "Vi ringrazio ma non posso fermarmi qui. Devo preparare un po' di articoli da mandare in redazione. E poi non voglio essere di troppo disturbo.".
    Quella frase per Maya fu quasi una manna dal cielo.
    "Va bene Eva. Non insisto." rispose Marco.
    "Bene allora io vado. Ci vediamo tra una settimana"
    "Ciao Eva" dissero insieme Marco e Maya.
    "Ciao piccola mia" disse Eva a Marta baciandola sulla testa.
    "Ciao mamma"
    Eva si voltò e si diresse verso il taxi.

    Per Marco, Maya e Marta la settimana passò velocemente, tra feste, visite a parchi di divertimento, giochi con i gonfiabili e quant'altro una bambina di quattro anni potesse desiderare.
    Alla fine della settimana una frase di Marta spiazzò completamente Marco e Maya.
    "Papà, Maya è la mia nuova mamma?"
    "No piccola. Maya è una ragazza a cui papà vuole tanto bene."
    “Ma vuoi più bene a mamma o a Maya?”
    Marco non era pronto a rispondere a una domanda del genere. Iniziò a mordersi il labbro cercando una scusa per non rispondere a quella domanda.
    “Beh credo che ora non sia tempo per fare tante domande. Andiamo a fare la ninna?” rispose Marco con la prima frase che gli venne in mente.
    “Ma io non ho sonno. Papà perché domani non chiamiamo anche la mamma a giocare con noi?”
    Marco guardò Maya spaventato. Non era pronto alla curiosità della piccola e il suo desiderio di vedere i genitori insieme.
    “Tesoro la mamma è tanto impegnata non so se può venire qui a giocare.”.
    Sul viso di Marta si delineò un espressione triste.
    “Va bene la chiamerò. Ma ora andiamo a nanna.”
    Il viso di Marta da triste tornò felice grazie a quella promessa. Marco portò Marta nella sua culla e dopo aver cantato la sua ninnananna, la piccola si addormentò.
    Il ragazzo tornò da Maya e lo guardò preoccupato.
    “Chiamala” disse lei d’impulso.
    “Non vorrei creare problemi. Per te soprattutto.”
    “Stai tranquillo. Oramai Eva ti ha dimenticato. Ne sono convinta. Sarebbe rimasta qui a metterci i bastoni tra le ruote per questa settimana ma non l’ha fatto. E poi so che tu non mi tradiresti.” Sorrise Maya.
    “Possiamo cenare insieme. Per non far sentire a Marta il distacco che c’è tra voi” continuò la ragazza.
    “Sicura che non ti crea problemi?”
    Maya scosse il capo e come ringraziamento ricevette un bacio da Marco.
    In seguito prese il cellulare e chiamò Eva.

    Tutta la settimana Eva la passò quasi interamente nella sua stanza d’albergo.
    Non volle assolutamente uscire. Ebbe troppa paura di incontrare Marco, Maya e Marta felici per le strade di quella bella città.
    Ogni sera ricevette una telefonata da Marco per ascoltare la voce della figlia e per darle la buonanotte.
    Anche quel giovedì sera il cellulare di Eva squillò. Rispose velocemente, sapeva già come rispondere, ormai era abituata.
    “Ciao Marta”
    “Ciao Eva. Sono Marco”
    “Marco…È successo qualcosa a Marta?”
    “No, assolutamente nulla. Stasera è crollata in braccio a me e non ho avuto il tempo di chiamarti.” Mentì Marco.
    “Ah capisco.”
    “Ascolta. Domani sera sarebbe bello se venissi a cena qui a palazzo. A Marta manchi tanto”
    Eva non si aspettò una proposta del genere. Ci pensò su, non volle deludere sua figlia.
    “È una bella idea. Accetto volentieri”
    “Perfetto. Allora passerà a prenderti uno dei nostri autisti alle otto e mezza. Ok?”
    “Ok. A domani sera. Buonanotte Marco”
    “Buonanotte”
    Eva chiuse la chiamata e si gettò sul letto.
    “Stavolta non penso di cavarmela con la mia faccia tosta. Non posso sopportare una cena con Marco e Maya che si scambiano tenerezze, con la consapevolezza di voler essere io al posto di Maya.”. Pensò Eva mentre le lacrime scesero sul suo viso.
    Le fece tornare su e incoraggiò se stessa.
    “Fallo per Marta. Lei non merita di soffrire a causa di una mia debolezza”
    La stessa promessa che fece a Carlotta qualche giorno prima le dette la forza di affrontare la cena del giorno dopo.

    Il giorno successivo passò quasi in un batter d’occhio, e le otto e mezza di sera arrivarono quasi senza che Eva se ne accorgesse.
    L’autista di corte arrivò puntualissimo all’albergo, prese Eva e la portò a palazzo reale.
    La ragazza indossò uno splendido abito nero lungo, lasciando scoperta una parte della schiena e una parte del petto.
    “Buonasera.” Disse appena scese dall’auto e aver guardato Marco, Maya e Marta aspettarla sulla soglia del portone d’ingresso.
    “Buonasera Eva.” Rispose Maya.
    “Ciao mamma. Sei bellissima” gridò Marta correndo verso la madre.
    “Ciao piccola mia” disse Eva prendendo in braccio Marta.
    “Ciao Eva.” Disse invece Marco.
    “Andiamo? La tavola è già pronta” esortò Maya.
    La cena passò velocemente, parlando del più e del meno, di come e dove avessero passato l’estate appena trascorsa.
    Arrivarono le undici di sera e Marta si addormentò nel suo seggiolone.
    “È crollata.” Sorrise Marco. “La porto nella culla e torno.”
    “No Marco ci penso io. Tranquillo” rispose Maya lanciando un’occhiata ad Eva.
    Eva si alzò e dette un bacio sulla testa di Marta augurandole la buonanotte prima di lasciare che Maya la portasse nella culla.
    Eva tornò a sedersi al suo posto.
    Si ritrovarono Marco ed Eva soli seduti e l’imbarazzo colse entrambi.
    “Quindi sei riuscita a entrare nella redazione di Repubblica”
    “Già”
    “Sarà un lavoro che ti terrà molto impegnata”
    “Cercherò di conciliare lavoro e famiglia.”
    Marco annuì.
    Ci furono attimi interminabili di silenzio.
    “Marco ti chiedo scusa”
    “Per cosa?”
    “Per non averti fatto vedere Marta per questa estate”
    “Non ti preoccupare Eva. Dopotutto capisco come ti sentivi”
    “Scusa?”
    “Eva, lo capivo che mi mentivi. E ti do ragione. Non volevi vedermi dopo quello che ti dissi quel pomeriggio in mansarda a casa”
    “Sono stata un egoista”
    “Anch’io lo sono stato Eva. Quel giorno scappai via senza nemmeno salutare Marta. In fondo me lo sono meritato”
    Eva abbassò lo sguardo.
    “Si ma io ho fatto ricadere il mio egoismo su Marta. E non lo meritava”
    “Eva ognuno commette errori. Adesso dobbiamo metterci d’accordo per vedere la piccola.”
    “Stavo pensando di portartela almeno una volta al mese. O portartela con Alice se ha tempo, o Rudi o Mimmo, nonna chiunque potesse.”
    “Potrei tornare io a Roma ogni una o due settimane. Sarebbe un compromesso migliore”
    Eva annuì.
    “Eva però cerca sempre di essere forte. Anche se tra noi non ha funzionato non significa che tu debba abbattere. Troverai anche tu la vera felicità. Guarda me, io dovevo essere l’ultima persona felice in questo mondo dopo quello che ti feci, ma ho ritrovato la felicità grazie a Maya. Non disperarti, troverai la persona giusta per te ne sono convinto” disse Marco di slancio.
    Eva rimase senza parole. In fondo aveva ragione. Non serviva abbattersi e che un giorno avrebbe rivisto la luce in fondo al tunnel.
    “Hai ragione Marco. Adesso perdonami, ma torno in albergo. Salutami Maya e dai un bacio a Marta. Ci vediamo domani prima del mio ritorno a Roma per prendere la piccola.”
    “Va bene Eva. A domani.”
    Si diresse verso l’auto di corte e si fiondò dentro. Si mise comoda, e quando l’auto varcò il cancello del palazzo, Eva cedette ad un pianto disperato.
     
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  14. jameskirk88
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    Povera Eva... la peggior prova che le potesse capitare: soffrire per amore e vedere la persona che ama ancora felice come una Pasqua insieme alla principessa :cry: :cry: :cry: :cry: :( :( :( Bellissime scene comunque, soprattutto quella in cui si ritrovano insieme, da soli. I loro silenzi imbarazzati erano straordinari :uhm: :uhm: :uhm:
     
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  15. bella'mbriana
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    Però, certo che si vede la differenza fra le FF scritte dalle donne e quelle scritte dagli uomini: noi facciamo piangere Marco e voi fate piangere Eva! :17: :17:

    A parte gli scherzi, mi è piaciuta quella frase alla fine "non serviva abbattersi e un giorno avrebbe visto la luce in fondo al tunnel"...significa che le farai incontrare qualcuno? :P

    Ma no, tu sei un maschietto, lo so già: la farai soffrire fino all'ultimo secondo <_<

    Comunque, sempre bravissimo, complimenti :100:

    E a proposito: Marcolino si è reso conto che è stato un egoista a scappare via senza neanche salutare Marta...questo sì che è un risultato! ^_^
     
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66 replies since 11/3/2013, 18:37   4308 views
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